Prima edizione copyright © 1934 dalla Theosophical University Press. Traduzione italiana di Nicola Fiore © 2016. Questa 2.a Edizione può essere scaricata gratuitamente per uso personale. Tranne che per qualche breve estratto, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa per uso commerciale o per altro uso senza chiedere il permesso alla Theosophical University Press o all'Istituto Cintamani per l'edizione italiana. Per facilitare la ricerca, le parole non sono accentate in questa versione html.
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Sezione 2
Sezione 3
Sezione 4
Sezione 5
Sezione 6
Sezione 7
Sezione 8
Le Definizioni dei termini tecnici si possono ricercare nell' Encyclopedic Theosophical Glossary
I capitoli di questo libro potrebbero convenientemente intitolarsi "La Storia dell'Evoluzione," ma preferisco il titolo di sopra perché trasmette meglio l'idea dell'esistenza continua, dato che il processo evolutivo dell'uomo ancora non è completato. Infatti, la razza umana è in una fase iniziale, poiché il nostro pianeta non è molto al di là del punto mediano della sua vita. L'argomento è quasi interamente una trascrizione dalla Dottrina Segreta di H. P. Blavatsky, usando il più possibile il suo linguaggio, per evitare qualsiasi deviazione del suo significato. É un tentativo di inserire consecutivamente gli insegnamenti della saggezza antica inerente alla vita umana su questo pianeta, che lei ha portato al mondo occidentale così coraggiosamente e con consumata abilità.
La Dottrina Segreta è una miniera che sembra letteralmente inesauribile, perché più la sviluppiamo, più scopriamo i suoi contenuti. Vi è illuminata tutta la gamma del pensiero umano. Ogni frase si accende di tante possibilità, e nei suoi scritti la conoscenza è talmente profusa in tutte le direzioni, che la mente all'inizio è sopraffatta e disorientata dalla grandiosità del suo lavoro. Parlando di teosofia, dice:
Ma la scienza moderna non crede nell' "anima delle cose," e quindi rifiuterà l'intero sistema dell'antica cosmogonia. È inutile dire che il sistema in questione non è la fantasia di uno o più individui isolati. È la testimonianza ininterrotta che copre migliaia di generazioni di Veggenti, le cui rispettive esperienze sono state fatte per provare e verificare la tradizione trasmessa oralmente dalla prima razza all'altra degli insegnamenti di esseri superiori ed eccelsi, che sorvegliavano l'infanzia dell'Umanità. — Vol. 1, p. 272-73
Il tentativo di quanto segue, pur aderendo rigorosamente al testo, sarà di estrarre dai molti fatti correlati che arricchiscono questo meraviglioso lavoro uno schema di ciò che lei ci ha raccontato dei nostri antichi sé, e disporre gli avvenimenti in ordine cronologico a vantaggio di chi è troppo occupato per leggere il tutto.
Se l'intera famiglia umana conoscesse e realizzasse la sua storia, l'aspetto della vita cambierebbe completamente. Una nuova dignità, un senso nuovo di responsabilità, un nuovo coraggio, trasformerebbero questo mondo infelice in un paradiso. Ciascuno vedrebbe negli altri qualcosa di più grande e intenso di quanto vede oggi. I solchi della discordia che sono così profondamente divisi nelle nostre menti umane non servirebbero più come canali del pensiero. E le guerre cesserebbero — svanirebbero — non avendo niente con cui alimentarsi.
Va da sé che la saggezza antica si basa sull'unità di tutta la vita, senza la quale non potrebbe esserci saggezza. Tra i suoi insegnamenti fondamentali c'è quello dell'espressione ritmica universale della vita, che si manifesta in periodi alterni di attività e riposo. Quando questi periodi si riferiscono ai grandi mondi dello spazio, sono poeticamente descritti come il Giorno e la Notte di Brahma. Ma questo, come ogni altra consuetudine inerente all'essere, si ripete attraverso tutta la scala che va dagli universi agli atomi, come un modello che si sviluppa sempre più nel piccolo. "Come in alto, così in basso" è l'antico assioma Ermetico. Quindi, "il ragionamento per analogia" è spesso la chiave che avvia il ricercatore della verità sulla strada giusta.
La maggior parte della Dottrina Segreta è un commentario sulle "Stanze di Dzyan," un archivio al quale il mondo occidentale non ha finora avuto accesso. Al momento citerò alcune Stanze, ma prima voglio dare una descrizione dell'arrivo della Notte — una Notte che si potrebbe applicare a ogni mondo, o a una delle sette grandi Notti che sono venute su questa Terra durante il suo viaggio — nelle parole di Vamadeva Modelayr[1] prese dalla Dottrina Segreta e (1: 376) e citate da Iside Svelata:
Strani rumori si sentono avanzare da ogni punto . . . Questi sono i precursori della Notte di Brahma; il crepuscolo cala all'orizzonte, e il Sole si spegne nel tredicesimo grado di Makara (un segno dello Zodiaco) . . . Gradualmente la luce impallidisce, il calore diminuisce, si moltiplicano sulla terra i luoghi inabitati, l'aria diventa sempre più rarefatta; le sorgenti d'acqua si seccano, i grandi fiumi vedono le loro onde prosciugarsi, l'oceano mostra il suo fondo sabbioso, e le piante muoiono. Gli uomini e gli animali rimpiccoliscono ogni giorno. La vita e il movimento perdono la loro forza, difficilmente i pianeti possono gravitare nello spazio; si estinguono l'uno dopo l'altro, come una lampada che la mano del chokra (servitore) trascura di riempire. Surya (il Sole) si capovolge e si spegne, la materia cade in dissoluzione (Pralaya), e Brahma s'immerge in Dyaus, il Dio non rivelato e, essendo terminato il suo compito, si addormenta. Un altro giorno è passato, la notte cala e continua fino alla prossima aurora.
Nelle Stanze di Dzyan il dramma si apre con l'aurora, così:
Stanza I
1. l'Eterna Genitrice (lo Spazio), avvolta nelle sue vesti sempre invisibili, era rimasta sopita ancora una volta per sette eternità.
2. Il tempo non era, perché giaceva addormentato nel seno infinito della durata.
3. . . . La mente universale non era, poiché non vi erano gli Ah-hi (esseri celesti) per contenerla.
4. Le sette vie alla beatitudine (Moksha o Nirvana) non erano. Le grandi cause del dolore (Nidana e Maya) non erano, perché non vi era alcuno per produrle ed esserne preso.
5. Solo le tenebre riempivano il Tutto illimitato, poiché Padre, Madre e Figlio erano nuovamente uno; e il Figlio ancora non si era destato per la nuova Ruota e per il suo Pellegrinaggio su di essa.
6. I sette sublimi Signori e le sette Verità avevano cessato di essere, e l'Universo, figlio della Necessità, era immerso in Paranishpanna (perfezione assoluta, Paranirvana, che è Yog-Grub) pronto ad essere esalato da ciò che è, e tuttavia non è. Nulla era.
7. Le cause dell'esistenza erano state abolite; il visibile che fu e l'invisibile che è, riposavano nell'eterno non-essere, l'essere uno.
8. Sola, l'unica forma di esistenza, si estendeva illimitata, infinita, incausata, nel sonno senza sogni, e la vita pulsava inconscia nello spazio universale, attraverso quell'Onnipresenza che è percepita dall' "Occhio Aperto" di Dangma." — La Dottrina Segreta, 1: 35-46
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Stanza II
1. . . . . Dov'erano i costruttori, i figli luminosi dell'aurora manvantarica? . . . Nelle tenebre ignote, nel loro Paranishpanna Ah-hi (Chohanico, Dhyani-Buddhico), i produttori della forma (rupa) dalla non-forma (arupa), la radice del mondo — Devamatri e Svabhavat, riposavano nella beatitudine del non-essere.
2. . . . Dov'era il silenzio? Dov'erano gli orecchi per percepirlo? No, non vi era né silenzio né suono. Niente, tranne il soffio (Movimento) incessante ed eterno che non conosce se stesso.
3. L'ora non era ancora scoccata; il raggio non aveva ancora dardeggiato nel germe; la matripadma (madre loto) non era ancora diventata turgida.
4. Il suo cuore non si era ancora dischiuso per lasciar entrare l'unico raggio e quindi cadere, come il tre nel quattro, nel grembo di Maya.
5. I Sette non erano ancora nati nella Trama di Luce. Solo le tenebre erano Padre-Madre, Svabhavat, e Svabhavat era nelle tenebre.
6. Questi due sono il Germe, e il Germe è uno. L'universo era ancora celato nel Pensiero Divino e nel Seno Divino. — 1:53-61
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Stanza III
1. L'ultima vibrazione della settima eternità freme attraverso l'infinito. La madre si gonfia espandendosi dall'interno all'esterno come il bocciolo del loto.
2. La vibrazione si propaga, toccando con la sua rapida ala (simultaneamente) l'intero universo, e il germe che dimora nelle tenebre, le tenebre che alitano sulle sopite acque della vita.
3. Le "tenebre" irradiano la luce, e la luce lascia cadere un raggio solitario nelle acque, nella profondità della madre. Il raggio dardeggia attraverso l'uovo vergine e suscita un fremito nell'uovo eterno, e lascia cadere il germe non-eterno (periodico), che si condensa nell'uovo del mondo.
. . .
6. La radice della vita era in ogni goccia dell'oceano dell'immortalità, e l'oceano era luce radiante, la quale era fuoco e calore e moto. Le tenebre svanirono e non furono più; scomparvero nella propria essenza, il corpo di fuoco e d'acqua, del Padre e della Madre.
7. Guarda, o Lanu, il radioso Figlio dei due, l'incomparabile Gloria fulgente, lo Spazio Luminoso, Figlio dello Spazio Tenebroso, che emerge dalle profondità delle grandi Acque Tenebrose. . . . Egli risplende come il Sole. Egli è il Divino Drago fiammeggiante della Sapienza. . . . Guardalo alzare il Velo, e spiegarlo dall'Oriente all'Occidente. Egli esclude il sopra e lascia che il sotto sia visibile come la grande illusione. Egli segna i posti per i risplendenti (stelle) e tramuta il superiore (spazio) in un Mare di Fuoco senza rive e l'Uno manifestato (elemento) nelle Grandi Acque.
. . .
10. Il Padre-Madre tesse una tela il cui lembo superiore è fissato allo Spirito (Purusha), la luce della tenebra una, e l'inferiore alla Materia (Prakriti), la sua (dello Spirito) estremità oscura; e questa tela è l'Universo intessuto dalle due sostanze in una, che è Svabhavat. — 1: 62-83
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Stanza IV
1. Ascoltate, o Figli della Terra, i vostri istruttori — i Figli del Fuoco. Imparate che non vi è né primo né ultimo, perché tutto è un solo numero, emerso dal non-numero.
2. Imparate ciò che noi, discendenti dai Sette Primordiali, noi, nati dalla Fiamma Primordiale, abbiamo imparato dai nostri Padri. — 1: 86-8.
Ciò che segue è per i Figli della Terra dai loro Istruttori.
Secondo la legge dell'analogia, queste Stanze si possono applicare a qualsiasi epilogo, sia della terra, del sole, degli universi maggiori; o ai molti periodi di riposo e attività attraverso tutta la vita del nostro pianeta terra. Dei grandi manvantara (i periodi di manifestazione) è detto: "milioni e bilioni di mondi sono prodotti."
I Commentari sulle stanze precedenti danno un esauriente resoconto della formazione dei mondi e gettano un effluvio di luce su molti problemi che assillano i nostri scienziati e che essi non sono riusciti a risolvere. Ma lo scopo di queste pagine è solo di trasmettere questa parte dell'argomento nella misura in cui ha un impatto diretto sulla storia dell'uomo.
Queste prime Stanze sono citate come punto di partenza perché portano un'atmosfera che tende ad elevarci al di là della nostra piccola personalità in un'atmosfera più sottile, più pura, in uno spazio aperto senza nubi, dove lo studente possa studiare se stesso spassionatamente, e quindi in maniera più vera. Con le immagini vivide e maestose che queste semplici e grafiche parole portano davanti agli occhi della mente, sopravviene anche un convincimento della loro verità. Non nascono semplicemente da un'immaginazione allenata, ma sono pregne dell'aroma della verità e dell'autorità. E interi volumi non potrebbero dire più esaurientemente o con maggiore completezza la realtà della Fratellanza dell'uomo come pure di tutta la vita. E tutte le opere di H. P. Blavatsky mirano a quest'ultimo scopo.
Per noi, la storia può iniziare con la nostra migrazione su questo pianeta. Ci è stato detto che l'attuale luna, che era la nostra vecchia dimora, è ora un cadavere in fase di disintegrazione. Sono passate ere dopo ere da quando le sue monadi si trasferirono in ordinata sequenza nel seno della loro "Eterna Genitrice" per dormirvi tranquillamente per sette eternità.
"L'ultima vibrazione della settima eternità" freme attraverso lo spazio. Per questo nuovo mondo che deve nascere scocca l'ora e la vita si agita attraverso tutte le monadi addormentate. Molti cambiamenti e trasformazioni hanno luogo prima che sia cominciato il lavoro del nuovo mondo e sia pronto per i vari gradi di vita che sono destinati a usarlo.
Monade è un termine che è stato impiegato da vari filosofi, dai Neoplatonici a Bruno, a Van Helmont, e Leibniz, con varie sfumature di significato. Negli antichi insegnamenti si riferisce all'essenza fondamentale di un'entità, il cuore del sé, la quintessenza, la realtà soggettiva, il midollo osseo dell'essere, in cui tutte le potenzialità sono trascinate durante la Notte della Vita e da cui tutti i vari veicoli (corrispondenti allo sviluppo evolutivo fino ad allora raggiunto) sono emanati durante il Giorno della Vita. Nel caso dell'uomo, il corpo fisico è l'ultimo, il più grossolano, di tutti questi veicoli — che si sgretolano tutti allorché la coscienza che li teneva uniti si ritira, per ricongiungerli quando scocca l'ora del nuovo ciclo.
Prima di dire qualcosa di più sulle monadi, sarà necessario delineare il loro viaggio su questa terra, perché i termini dei diversi cicli devono essere usati anche per descrivere il trasferimento da un pianeta all'altro. Si dice che la terra, come già è stato affermato per la luna, e tutti i mondi, consistono di sette globi chiamati una catena planetaria. Ogni monade deve passare sette volte intorno a questi globi, e ciascuno di questo giro è definito una ronda. Nel passare da un globo all'altro, vi è un periodo di oscuramento minore, analogo al grande pralaya, o riposo, descritto nelle Stanze che abbiamo citato prima; e tra due ronde vi è un "Sonno di Brahma" più lungo e profondo, in cui tutta la vita si ritira per riemergere ancora una volta all'aurora di una nuova ronda.
È difficile trasmettere attraverso il cervello e la mente queste profonde verità spirituali. L'intuizione, l'immaginazione e la facoltà meditativa devono essere chiamate in attività. Così, questi globi sono descritti in parecchi modi diversi. Più autenticamente, forse, essi rappresentano vari tassi di vibrazione, analoghi ai sette gradi della coscienza nell'uomo. Possiamo afferrare il suggerimento riflettendo che quando il corpo dorme la coscienza è concentrata in modo diverso da come lo è durante il giorno.
Su tale premessa, è sufficiente far riferimento al diagramma di sotto:
I Globi sono collocati a circolo: i globi A e G in cima, entrambi sullo stesso piano spirituale di coscienza. B e F vengono successivamente, uno su ciascun lato del circolo; C ed E, ancora in basso; e in fondo è il globo D — il nostro limite della coscienza materiale. È su questo globo che noi funzioniamo ora. Ogni monade discende da A a D, e poi risale da D a G. Dobbiamo immaginare questo movimento come una spirale, perché nel viaggio verso l'alto l'Ego porta con sé tutte le esperienze fatte nel suo viaggio verso il basso, in modo che, sebbene A e G siano sullo stesso piano spirituale, la coscienza e lo sviluppo di una monade su G è molto al di là della coscienza e dello sviluppo che aveva sul globo A. Inoltre, ci sono sette razze su ciascun globo, con le loro speciali caratteristiche, attraverso cui ogni monade passa, e ogni razza ha sette grandi sottorazze, oltre a un grande numero di ramificazioni, per cui anche l'esperienza su un solo globo di una ronda è enorme, ed è sufficiente a lasciarci senza fiato nel contemplare la sua immensa espansione. L'età precisa del nostro pianeta non ci è fornita, ma è rivelato sufficientemente che le utopie della scienza sono rimpicciolite dalla realtà. Secondo gli antichi calcoli, la vita di un pianeta (cioè le sue sette ronde) è chiamata un Giorno di Brahma, che copre 4.320.000.000 dei nostri anni mortali. Dopo la sua lunga Notte, che è di uguale durata, si reincorpora con tutte le vite che gli appartengono, essendo ciascuna catena di globi su un livello più alto del precedente. Tutto ciò è prematuro in questo resoconto, ma dà un accenno, partendo da esso, dell'immensità della vita di un pianeta, e sgombra il campo dall'indeterminatezza dei termini necessari da usare per descrivere la migrazione sulla terra.
Torniamo adesso alle monadi che appaiono nell'ordine del loro sviluppo. Studiando la teosofia apprendiamo come la natura proceda gradualmente e completamente in tutte le sue opere. È insegnato che le monadi, superando un ciclo intorno ad ogni catena settenaria, sono divise in sette classi, secondo i loro rispettivi stadi di evoluzione, coscienza, e merito. È la classe più avanzata che lascia per prima la luna, passando alla fine, cioè dopo il suo lungo riposo e dopo i vari cambiamenti che risultano nella sua formazione, sul globo A, dove è incorporata nei regni più bassi, e il tempo e lo spazio sono così regolati, che quando la settima classe della vecchia catena si trasferisce, la prima classe è pronta a passare sul globo B, e così via, intorno a tutta la catena.
Il risultato è che solo la prima classe di Monadi raggiunge lo stato umano di sviluppo durante la prima Ronda, poiché la seconda classe, su ciascun pianeta, arrivando in ritardo, non fa in tempo a raggiungere quello stadio. Così le Monadi della Classe 2 raggiungono l'incipiente stadio umano solo nella Seconda Ronda, e così via fino alla metà della Quarta Ronda. Ma a questo punto — e in questa Quarta Ronda in cui lo stadio umano sarà pienamente sviluppato — la "Porta" nel regno umano si chiude . . . Le Monadi che non hanno raggiunto lo stadio umano, da questo momento, per l'evoluzione dell'umanità stessa, si troveranno così indietro, che raggiungeranno lo stadio umano solo alla fine della settima e ultima Ronda. Quindi, non saranno uomini su questa catena, ma formeranno l'umanità di un futuro Manvantara e saranno ricompensate diventando "Uomini" su una catena completamente superiore, ricevendo così la loro ricompensa karmica. A questo c'è solo un'unica eccezione, per un'ottima ragione, di cui parleremo più avanti. Ma questo conta per la differenza nelle razze. — 1: 173
Altrove ci è detto che l'umanità è veramente una razza oltre il punto mediano del viaggio della terra, essendo ora sul quarto globo della quarta ronda, e prossima al punto mediano della quarta sottorazza[2] della quinta razza radice. E ciò dimostra quanto fosse molto graduale il trasferimento dal vecchio mondo, i cui principi e le cui forze di vita, quando esso morì, passarono, dopo un riposo eonico, nel globo corrispondente della nuova catena. Poiché un mondo non è una massa di materia morta ma è un'entità con una natura settenaria proprio come ce l'ha l'uomo, ed ha la sua nascita, la giovinezza e la vecchiaia.
È detto che le catene planetarie hanno i loro "Giorni" e le loro "Notti" — cioè periodi di attività, di vita, e d'inerzia o morte — che si comportano come fanno gli uomini sulla Terra: generano i loro simili, invecchiano, e si estinguono personalmente; solo i loro principi spirituali vivono nella loro progenie come una sopravvivenza di se stesse.
— 1: 154-55.
Gli echi di quest'antico insegnamento ci pervengono attraverso alcune delle religioni più vecchie, in cui sono ancora usati questi termini come Madre Terra, Spirito della Terra, ecc.
La nostra Terra, come rappresentante visibile dei globi superiori suoi compagni, i suoi "signori" o "principi" . . . deve vivere, come gli altri, attraverso Sette Ronde. Durante le prime tre, si forma e consolida; durante la quarta si assesta e s'indurisce; durante le ultime tre ritorna gradualmente alla sua primitiva forma eterea: si è, per così dire, spiritualizzata.
— 1: 159
La stessa cosa vale per gli uomini, i figli della terra. Le monadi attraversano tutte le forme d'esistenza fino all'uomo, su ogni globo nelle tre ronde precedenti, diventando sempre più materiali, ciascuna durante le prime tre ronde, che sono il prototipo indistinto della ronda a seguire:
l'abbozzo preliminare sulla tela, difficilmente definibile ed evanescente, di oggetti che sono destinati a ricevere la forma finale e vivida sotto il pennello del pittore . . . In rigorosa analogia, il ciclo delle Sette Ronde . . . [è] ripetuto su scala microscopica nei primi sette mesi di gestazione di un futuro essere umano . . . Come il bambino nato prematuramente al settimo mese, anche se del tutto pronto, tuttavia ha bisogno di due mesi in più per acquisire forza e consolidarsi, così l'uomo, avendo perfezionato la sua evoluzione durante sette Ronde, rimane due periodi in più nel grembo di madre-Natura prima di nascere, o meglio, rinascere come un Dhyani, ancora più perfetto di com'era prima di lanciarsi come Monade sulla catena di mondi nuovamente costruita. — 2: 256-7
Avendo delineato in termini essenziali il piano generale, nella prossima sezione inizierà la storia delle monadi.
L'esercito monadico proveniente dalla luna può essere approssimativamente diviso in tre grandi classi:
1. Le Monadi più sviluppate (Gli Dèi o gli "Spiriti" Lunari, chiamati, in India, i Pitri), la cui funzione è di passare nella prima Ronda attraverso tutto il triplice ciclo dei regni minerale, vegetale, e animale, nelle loro forme più eteree, vaporose e rudimentali, per rivestire se stesse e assimilare la natura della catena nuovamente formata. Sono quelle Monadi che per prime raggiungono la forma umana (se può esserci qualche forma in un regno che è quasi soggettivo) sul Globo A nella prima Ronda. Sono loro, quindi, che portano e rappresentano l'elemento umano durante la seconda e la terza Ronda, e alla fine evolvono le loro ombre, all'inizio della Quarta Ronda, per la seconda classe, cioè quelle che vengono dietro di loro.
2. Queste Monadi sono le prime che raggiungono il regno umano durante le tre Ronde e mezza, e diventano uomini.
3. Le ritardatarie, le Monadi che sono in ritardo e che non raggiungeranno affatto, a causa degli impedimenti karmici, lo stadio umano durante questo ciclo o Ronda, tranne un'eccezione di cui parleremo altrove, come ho promesso. — 1, 174-75
La mente moderna non afferrerà subito tutto quello che è implicito nel termine "Monade." Per aiutarci, possiamo meditare sulla Prima Proposizione Fondamentale e cercare di comprendere che fondamentalmente non c'è che la vita una; non c'è nient'altro; che è lo spazio stesso illimitato e infinito; e che da ogni suo punto sono emanate le potenzialità dell'insieme. La monade è di quest'essenza divina.
Non è di questo mondo o piano, e potrebbe essere paragonata solo a una stella indistruttibile di luce e fuoco. — 1: 174, nota
La Monade spirituale è Una, Universale, Illimitata e Indivisa, per quanto i suoi raggi formino quelle che noi chiamiamo le "Monadi Individuali" degli uomini. — 1: 177
Non possiamo dire che la Monade si sviluppi, ma intorno le si radunano forme sempre più alte di vita attraverso i suoi infiniti reincorporamenti. Passa dai regni inferiori fino a quelli superiori più elevati, e tuttavia è sempre una e la stessa monade:
La Monade è una goccia nell'Oceano sconfinato. . . . È divina nella sua condizione superiore ed è umana in quella inferiore — gli aggettivi "superiore" e "inferiore sono usati in mancanza di termini migliori — e una monade rimane tale in tutti i periodi, tranne che nello stato Nirvanico, sotto qualsiasi condizione, o in qualunque forma esterna. . . . I Kabalisti dicono correttamente che "l'uomo diventa una pietra, una pianta, un animale, un uomo, uno Spirito, e alla fine Dio. . . ." Ma per "Uomo" s'intende la Monade divina, e non l'Entità pensante, . . . — 2: 186
Questo suggerisce un'interpretazione della citazione presa dalle Leggi di Manu, in Iside Svelata (2: 263), di H. P. Blavatsky, come segue:
Le piante e la vegetazione rivelano una moltitudine di forme a causa delle loro azioni precedenti; sono circondate dalle tenebre, e tuttavia sono dotate di un'anima interiore, e sentono ugualmente piacere e dolore. — I.49
E dalla Dottrina Segreta:
Ogni cosa nell'Universo attraverso tutti i suoi regni, è cosciente: cioè, dotata di una coscienza del proprio tipo . . . Non esiste una cosa come "materia morta" o "cieca" . . . — 1: 274
Il numero sette sul quale è costruito l'universo appare anche nei regni, essendoci tre regni elementali sotto quello minerale che conosciamo. Vedremo che l'intero processo di sviluppo presenta ruote all'interno di ruote, perché ogni stadio attraversa ripetutamente tutte le forme. Ad esempio, ogni globo è l'arena di un'evoluzione, simile all'ultima, solo che è ripetuta ogni volta su scala superiore, e tutte le sue monadi condividono l'esperienza. Ancora, ogni ronda sviluppa un elemento.
Così, nella prima Ronda, il globo, essendo stato costruito dalle primitive vite del fuoco, cioè formato in una sfera — non ha solidità né qualificazioni, tranne una calda luminosità, né forma né colore; è solo verso la fine della Prima Ronda che si sviluppò un Elemento, che dalla sua Essenza, per così dire, inorganica, o semplice, diventa ora, nella nostra Ronda, il fuoco che conosciamo attraverso tutto il sistema. . . .
La Seconda Ronda porta in manifestazione il secondo elemento — l'aria . . . "Dalla Seconda Ronda in poi, la Terra — fino a quel momento un feto nella matrice dello Spazio — cominciò la sua vera esistenza: aveva sviluppato la vita individuale senziente, il suo secondo principio. . . ."
La Terza Ronda sviluppa il terzo principio — l'acqua; mentre la Quarta trasformò i fluidi e la forma plastica del nostro globo nella sfera materiale dura, crostosa, grossolana, su cui viviamo. — 1: 259-60.
Per chi è addentrato nella scienza del diciannovesimo secolo, forse la caratteristica più inaspettata dell'evoluzione com'è data qui, è la sua natura spirituale. È il divino che splende attraverso tutto. La materia non è che un rivestimento esterno dello spirito, e anche la materia, essendo nata dalla stessa sorgente, essendo di fatto il suo polo, è spiritualizzata. Non vi è alcun ordinamento casuale o fortuito. Ogni dettaglio di crescita è diretto dall'interno all'esterno, dall'intelligenza, dalla legge, dalla compassione.
L'intero Kosmo è guidato, controllato e animato da una serie quasi infinita di Gerarchie o Esseri senzienti, ciascuno con una missione da compiere, . . . Variano continuamente nei loro rispettivi gradi di coscienza e intelligenza; e chiamarli puri Spiriti . . . significa soltanto abbandonarsi alla fantasia poetica, poiché ognuno di questi Esseri era, o si prepara ad esserlo, un uomo, se non nel presente, in un ciclo (Manvantara) passato o futuro. — 1: 274-5
. . . perché è detto che il lavoro di ciascuna Ronda è affidato a un gruppo diverso dei cosiddetti "Creatori" o "Architetti," così come quello di ogni globo, cioè sotto la supervisione e la guida di speciali "Costruttori" e "Sorveglianti" — i vari Dhyan-Chohan. — 1: 233
. . . I Dhyani sorvegliano successivamente una delle Ronde e le grandi razze radice della nostra catena planetaria. Inoltre, è detto che essi inviano i loro Bodhisattva, i corrispondenti umani dei Dhyani-Buddha . . . durante ogni Ronda e Razza. Delle Sette Verità e Rivelazioni, o meglio, dei segreti rivelati, ce ne sono stati dati solo quattro, perché siamo ancora nella Quarta Ronda, e anche il mondo finora ha avuto solo quattro Buddha. — 1: 42
Allo stesso modo l'uomo è "il lavoro manuale di eserciti di vari spiriti" — riguardo alla sua forma, la sua materia fisica, la sua natura morale, psichica, e spirituale. Inoltre, il suo corpo è composto da sterminate miriadi di vite.
La scienza c'insegna che gli organismi viventi, come pure quelli morti, sia dell'uomo che dell'animale, brulicano di batteri. . . . Ma la scienza, tuttavia, finora non è ancora arrivata ad asserire, come la dottrina occulta, che i nostri corpi, come pure quelli di animali, piante, e pietre, sono essi stessi interamente costruiti da questi esseri che, tranne le specie maggiori, nessun microscopio può individuare. . . . Non solo i composti chimici sono uguali, ma le stesse vite invisibili infinitesimali compongono gli atomi della montagna, della margherita, dell'uomo e della formica, dell'elefante, e dell'albero che ci ripara dal sole. Ciascuna particella — che la chiamiamo organica o inorganica — è una vita. — 1: 260-1
Tutto questo sarà approfondito con più dettagli; e ora torniamo alle monadi lunari.
Le divinità lunari, i pitri, modellarono l'uomo fisico, mentre gli agnishvatta o kumara sono divinità solari, signori dell'uomo interiore. Molto poco è stato detto dettagliatamente dell'evoluzione umana prima dell'inizio della nostra quarta ronda. Indubbiamente, per noi sarebbe difficile concepire quelle condizioni, e in ogni caso non ci riguarda qui. Le ronde primordiali si dedicavano a sviluppare i regni inferiori a quello minerale, che sono tutti, naturalmente, una parte essenziale dei nostri attuali corpi. Ogni ronda adombrava i futuri regni, evolvendo ciò che sarebbe diventato un minerale, una pianta, un animale, un uomo, e avvicinandosi sempre più alla forma in ogni ronda. Le monadi lunari passarono attraverso tutti questi stati finché la conoscenza delle loro condizioni divenne istintiva e assoluta. Le monadi più avanzate, come abbiamo detto prima, precedettero un periodo di tre ronde e mezza che era necessario per l'arrivo di tutte.
Le Monadi (lunari) più sviluppate raggiungono la fase del germe umano nella prima Ronda; diventano terrestri alla fine della Terza Ronda, anche se sono esseri umani molto eterei, rimanendo su di esso (il globo) durante il periodo di "oscuramento" come il seme della futura umanità nella Quarta Ronda. — 1: 182.
Questi sono quelli che diventarono i pionieri della futura razza umana — ma solo nel suo aspetto fisico, come spiegheremo in seguito.
Ma prima che ciò si verificasse, vi furono enormi periodi in cui le condizioni si stavano gradualmente modellando, in cui molte esuberanze esotiche delle forze ancora non erano schierate in ordine, ancora non erano venute in esistenza — forme ed eventi che evidentemente non facevano parte del piano generale. La quarta ronda si era avviata; i primordiali inizi della vita umana erano imminenti. La terra, nelle Stanze, è rappresentata come impaziente.
Stanza I
2. Disse la Terra: "Signore dal Volto Risplendente (il Sole), la mia casa è vuota . . . Manda i tuoi figli a popolare questa ruota (la Terra). Tu hai mandato i tuoi sette figli al Signore della Saggezza. Sette volte Egli ti vede più vicino a Sé; sette volte ti sente di più. Tu hai vietato ai Tuoi servitori, i piccoli anelli, di catturare la Tua luce e il tuo calore, d'intercettare la Tua grande Generosità al suo passaggio. Mandali ora alla Tua serva!" — 2: 27
3. Disse il "Signore dal Volto Risplendente": "Io ti manderò un fuoco quando il tuo lavoro sarà cominciato. Alza la tua voce ad altri Loka, rivolgila a tuo Padre, il Signore del Loto (Kumuda-Pati) perché ti mandi i suoi Figli. . . . La tua gente sarà governata dai Padri (Priti-pati). I Tuoi uomini saranno mortali. Gli uomini del Signore di Saggezza (Buddha, Mercurio) sono immortali, non i figli di Soma (la Luna). Cessa i tuoi lamenti. Le tue sette pelli ti ricoprono ancora. . . . Tu non sei pronta. I tuoi uomini non sono pronti." — 2: 44
4. E dopo grandi doglie essa (la Terra) depose le sue tre pelli vecchie e ne indossò sette nuove, e rimase nella prima. — 2: 46
Stanza II
5. La Ruota girò ancora per trenta crore (di anni, o 300.000.000). Costruì delle rupe (forme), pietre tenere che s'indurivano (minerali); piante rigide che s'ammorbidivano (la vegetazione). Il visibile uscì dall'invisibile, insetti e piccole vite (sarisripa, svapada). Essa (la Terra) li scuoteva via ogni volta che invadevano la madre. Dopo trenta crore di anni, essa si girò. Giacque sul suo dorso, sul suo fianco . . . Non voleva chiamare i figli del Cielo, non voleva ricorrere ai figli della Saggezza. Generò dal proprio seno. Sviluppò uomini acquatici terribili e malvagi. — 2: 52
Dietro queste forme non c'era ancora il progetto. Potevano essere un'espressione della sovrabbondante energia della natura prima che queste cose fossero completamente pronte.
Fu la Luna (Omoroka) a presiedere sulla mostruosa creazione di esseri non classificabili. . . . — 2: 115.
Stanza II (continuazione)
6. I terribili e malvagi uomini acquatici lei stessa li creò con i resti degli altri. Dai resti degli altri (dai resti minerali, vegetali e animali) Dalla prima, seconda e terza (Ronde) li formò. I Dhyani vennero e guardarono. . . . I Dhyani dal risplendente Padre-Madre, dalle bianche regioni (Solari e Lunari) vennero, dalle dimore dei Mortali Immortali. — 2: 55
Questi esseri superiori avevano un particolare interesse per i corpi umani che popolavano la terra. Il loro destino era legato a essi. In seguito spiegheremo di più, e il significato dell'espressione "mortali immortali" diventerà più chiaro.
Stanza II (continuazione)
7. Essi erano scontenti: La nostra carne non è qui (dissero). Questa non è una rupa adatta ai nostri fratelli della Quinta. Non sono dimore per le vite. Essi devono bere acque pure, non torbide. Prosciughiamole (le acque). — 2: 57.
Così, com'è affermato nella Stanza successiva, vennero le Fiamme e distrussero le forme con due e quattro facce. Le Fiamme si riferiscono a una gerarchia di spiriti che con i loro lavoranti sui piani inferiori sorvegliano sempre lo sviluppo del mondo del quale sono responsabili. Furono portati grandi mutamenti geologici e trascorsero immensi periodi di tempo. Quando alla fine il lavoro di distruzione fu completato, e la Madre Terra era spoglia, nella simbologia poetica degli antichi:
Stanza III
12. I grandi chohan (Signori) chiamarono i Signori della Luna, dai corpi aerei. "Producete uomini (fu detto loro), uomini della vostra natura. Date loro (cioè, i Jiva o Monadi) le proprie forme interne. Essa (Madre-Terra o Natura) costruirà i rivestimenti (i corpi esterni). (Poiché) essi saranno maschi-femmine. Anche i Signori della fiamma." — 2: 75.
E ora veniamo ai pionieri di cui parlavamo prima, che erano i signori della luna, che erano le monadi più avanzate. Loro avrebbero elaborato il progetto, e la natura sarebbe stata capace di realizzarlo e formare corpi idonei, ma essa era completamente incapace di iniziare il lavoro. Questi pionieri, con l'aiuto di una lunga serie di esseri, potremmo anche dire di gradi quasi infiniti, avevano raggiunto, sul quarto globo della quarta ronda, lo stadio umano in voluminose forme astrali. Raggiunsero questo sviluppo della forma che poteva fornire corpi ai futuri uomini di questa terra — per se stessi, infatti. Questi signori, conosciuti anche come pitri lunari, furono chiamati a intraprendere il compito di guidare i passi successivi nell'evoluzione dei corpi umani. Quindi, quando arriva l'ordine proveniente dai loro superiori, essi:
traspirano i loro doppi astrali dalle forme "scimmiesche " che avevano evoluto nella Terza Ronda. Ed è questa forma sottile, più fine, che serve come modello intorno al quale la Natura costruisce l'uomo fisico. — 1: 180; vedi anche 2: 115.
E gli agenti non sono le cieche forze che proclama la scienza moderna, ma vite di vari gradi e tipi di coscienze, che compongono e aiutano quelli che costruiscono la forma umana che lentamente evolve.
Così, come vedremo, per le prime tre e mezza Razze Radice, fino al punto mediano di svolta, sono le ombre astrali dei "progenitori," i Pitri lunari, ad essere i poteri formativi nelle Razze, e che costruiscono e gradualmente forzano l'evoluzione della forma fisica verso la perfezione. — 2: 110.
L'ultimo capitolo ha stabilito la nostra relazione con i pitri lunari, che è più esplicitamente espressa nella Dottrina Segreta, Volume 2, p. 88, come segue:
I progenitori dell'Uomo, chiamati in India "Padri," Pitara o Pitri, sono i creatori dei nostri corpi fisici e dei principi inferiori. Essi sono noi stessi, come prime personalità, e noi siamo loro.
Avendo quindi creato i corpi, questi antenati lunari, sebbene sul proprio piano fossero esseri divini che possedevano poteri e conoscenza di cui non abbiamo che qualche idea, rimasero ai loro posti nei regni inferiori finché i loro fratelli più giovani, le monadi meno avanzate, furono pronti a rimpiazzarli, quando, gradualmente attraverso le ere, queste ultime monadi, a questo punto dei loro cicli di crescita, arrivarono a un simile traguardo. La ricompensa venne successivamente, quando i pitri lunari si evolsero nella fase umana.
Perché questi "Spiriti Lunari" dovevano diventare "Uomini" affinché le loro "Monadi" potessero raggiungere un piano superiore d'attività e di auto-coscienza, cioè il piano dei Manasa-Putra, coloro che dotarono della "mente" i gusci "privi di senso," creati e modellati dai Pitri nell'ultima parte della Terza Razza Radice. — 1: 180-1.
A questo riguardo è detto che alla fine della nostra settima ronda terrestre, e dopo che i nostri globi avranno trasferito la propria energia a un altro sistema, come fece la luna prima di noi, allora i nostri ego avanzati useranno lo stesso procedimento per quelli che ci seguiranno. Dopo di che:
Il prossimo grande Manvantara vedrà gli uomini del nostro ciclo di vita diventare gli istruttori e le guide di un'umanità le cui Monadi potrebbero, oggi, essere ancora imprigionate — semicoscienti — nel regno animale più intellettuale, mentre i loro principi inferiori animeranno, forse, le specie superiori del mondo vegetale. — 1: 267.
E ora, da questo punto, possiamo percepire due delle correnti evolutive che fluiscono attraverso le razze umane: quella spirituale, rappresentata dalle monadi, e quella fisica, nei corpi che gradualmente si concretizzano intorno alle forme astrali create dai nostri antenati lunari. Vi è una terza corrente, che spiegheremo più avanti, quella intellettuale, che entra per la prima volta verso la chiusura della terza razza radice, sul quarto globo di questa quarta ronda, e che colma il divario tra le altre due, unendole. Strettamente parlando, non possiamo dire che "l'uomo" esiste finché questo accada. Queste due correnti o sistemi d'evoluzione hanno ciascuna le proprie leggi e sono governate, dirette, da gerarchie diverse dei più elevati dhyani.
Abbiamo ora il primo accenno dell'infinita complessità della natura umana. È prefigurata anche la guida magistrale e l'instancabile protezione sotto cui l'uomo evolve.
Ancora, dev'essere spiegato e tenuto in mente che, come il lavoro di ciascuna Ronda è ripartito in un gruppo diverso dei cosiddetti "Creatori" o "Architetti," così è quello di ogni globo, cioè, è sotto la supervisione e la guida di speciali "Costruttori" e "Sorveglianti" — i vari Dhyan-Chohan. — 1: 233.
Niente si muove per caso, ma solo attraverso la mediazione di coloro che negli eoni del tempo sono diventati perfetti, ciascuno nel proprio modo e luogo. La coscienza, l'intelligenza, la compassione, riempiono ogni atomo dello spazio.
Dapprima arrivano su questa Terra gli AUTOESISTENTI. Essi sono le 'Vite Spirituali' proiettate dalla VOLONTÀ e la LEGGE assolute, all'alba di ogni rinascita dei mondi. Queste VITE sono il divino 'Sishta' (il Manu-semenza o i Prajapati e i Pitri)."
Da questi procedono:
1. La Prima Razza, gli "Auto-generati," che sono le ombre (astrali) dei loro progenitori. Il corpo era completamente di privo intelletto (mente, intelligenza, e volontà). L'Essere interiore (il sé superiore o Monade), benché all'interno di una struttura terrestre, non aveva rapporti con essa. L'anello di congiunzione, il Manu, non c'era ancora. — 2: 164
La prima razza apparve:
su sette parti del globo, "ciascuna sul suo territorio" — cioè una razza diversa di uomini esteriormente e internamente, e su zone diverse. — 2: 77
. . . la prima Razza Radice apparve 300.000.000 di anni dopo che si era evoluta la vegetazione. — 2: 290 nota
Queste "ombre" nacquero "ciascuna del proprio colore e della propria specie," ciascuna "inferiore al suo creatore," perché quest'ultimo era un essere completo della sua specie.
— 2: 96-7
Stanza IV
15. I Padri, i Privi di ossa, non potevano dare vita ad esseri con ossa. La loro Progenie erano dei Bhuta (fantasmi) senza Forma né Mente. Perciò furono chiamati la Razza Chhaya (immagine o ombra). — 2: 90-1
Chhaya significa immagine astrale. Possiamo dedurre per analogia che tutte le monadi siano passate a loro volta attraverso questi sette aspetti della prima razza, per ottenere l'esperienza totalizzante. Ciò implica, com'è stato affermato, che vi erano sette suddivisioni di questa classe di pitri. Essi rimasero nel corso della Terza Ronda, com'è stato affermato, e sono chiamati gli auto-esistenti.
Vi furono molti altri che diedero il loro contributo nel formare questa razza, dopo che le ombre o forme corporee furono proiettate.
Ogni classe di Creatori fornisce all'uomo ciò dei cui ha bisogno. — 2: 95
Gli eoni del tempo e molti gradi di esseri furono chiamati in servizio, prima che la scintilla divina, l'intelligenza dell'uomo, potesse essere risvegliata. Alcuni di questi cambiamenti sono poeticamente delineati nelle Stanze come segue:
Stanza IV (continuazione)
16. Come sono nati i (veri) manushya? I manu con la mente, come sono fatti? I padri (Barihishad (?) ) chiamarono in aiuto il proprio fuoco (il Kavyavahana, fuoco elettrico) che è il fuoco che arde sulla terra. Lo spirito della terra chiamò in suo aiuto il fuoco solare (Suchi, lo spirito nel Sole). Questi tre (i Pitri e i due fuochi) produssero, con i loro sforzi congiunti, una buona rupa. Essa (la forma) poteva stare in piedi, camminare, correre, coricarsi e volare. Tuttavia, era ancora soltanto una chhaya, un'ombra senza sensi. . . . — 2: 102
H. P. Blavatsky commenta che questo fallimento:
è un'allegoria dell'incapacità dei tentativi della natura fisica di costruire anche un animale perfetto — tantomeno l'uomo. I "Padri," gli Angeli inferiori, sono tutti Spiriti della Natura, e gli Elementali superiori possiedono anche una loro intelligenza; ma questo non basta a costruire un uomo pensante. — 2: 102.
Stanza IV (continuazione)
17. Al Respiro (la Monade umana) occorreva una forma; i Padri la diedero. Al Respiro occorreva un corpo grossolano; la Terra lo plasmò; I Lha Solari lo alitarono nella sua forma. Al Respiro occorreva uno specchio del suo corpo (l'ombra astrale); "Noi gli abbiamo dato il nostro," dissero i Dhyani,. Al Respiro occorreva un veicolo dei desideri (Kama-Rupa). "Lo possiede," disse il Prosciugatore delle Acque (Suchi, il fuoco della passione e dell' istinto animale). Al Respiro occorreva una mente per abbracciare l'Universo; "Noi non possiamo darla," dissero i Padri. "Io non l'ho mai avuta," disse lo Spirito della Terra. "La forma si consumerebbe se dessi la mia," disse il Grande Fuoco (solare) . . . L'Uomo (nascente) rimase un Bhuta vuoto, senza sensi . . . Così i privi di ossa diedero vita a coloro che divennero (in seguito) uomini con ossa nella terza (razza). — 2: 104-5
Riguardo ai pitri lunari, gli "antenati," le monadi avanzate:
creare le sembianze degli uomini ricavandole dalla propria Essenza divina, significa, esotericamente, che diventarono la prima Razza, e così condivisero il suo destino e la successiva evoluzione. — 2: 94-5
I Lha della luna (progenitori) furono solo gli antenati della forma, ma i quattro ordini di dhyan-chohan fuori dalle sette classi furono i progenitori dell'uomo celato. Anche se a quel tempo l'uomo stava diventando complesso, cioè, costruito da molte vite, era semplice a confronto dell'umanità di oggi. Comunque, riguardo alla seconda razza, le menti latenti dei futuri uomini ben presto cominciarono a risvegliarsi, anche se fu solo nella quarta razza che ebbe luogo il cambiamento da animali a uomini. Dice il Commentario:
"I Figli di mahat sono gli attivatori della Pianta umana. Sono le Acque che cadono sul suolo arido della vita latente, e la Scintilla che vivifica l'animale umano. Sono i Signori dell'eterna Vita Spirituale" . . . . "All'inizio (nella seconda razza) alcuni (dei Signori) alitarono solo la loro essenza nei Manushya (uomini) e alcuni stabilirono la loro dimora nell'uomo." — 2: 103
Questi creatori sono di un ordine diverso. Nessuno, prima di loro, era stato capace di dare la mente, perché non ne erano provvisti. Ora, una determinata classe comincia a risvegliare il germe latente della mente in quelli che si erano sviluppati a un punto tale da renderlo possibile. H. P. Blavatsky a questo riguardo dice che se i figli di mahat non avessero dato quest'impulso:
Il pellegrinaggio ciclico avrebbe dovuto compiersi attraverso tutti i piani dell'esistenza, in maniera semicosciente, se non del tutto incosciente, come nel caso degli animali. — 2: 103
Il fatto che sono alcuni divennero incarnazioni dei figli di mahat, mentre altri potevano essere attivati solo da una scintilla, ha a che fare con la grande differenza nelle capacità degli uomini.
La prima razza radice non morì, ma:
sparì nella seconda razza, come fanno certe vite e piante nella loro progenie. — 2: 84
Non c'era ancora un corpo fisico, e la trasformazione ebbe luogo mediante un processo di germogliamento.
Come potevano queste Chhaya riprodursi altrimenti, cioè procreare la Seconda Razza, poiché erano molto eterei, asessuati e anche privi, fino a quel momento, del veicolo del desiderio, il Kama-rupa, che si sviluppò solo nella Terza Razza? Evolsero nella Seconda Razza inconsciamente, come fanno le piante. — 2: 116.
Uno studio dello sviluppo di una cellula germinale come ha luogo ora darà qualche allusione a questo primordiale processo di riproduzione:
questa Razza non morì mai. I suoi "uomini" si mescolarono gradualmente, lasciandosi assorbire nei corpi della loro progenie "nata dal sudore," più solidi di loro stessi. La vecchia forma svanì, disparve nella nuova forma, più umana e fisica. — 2: 121
Non solo la prima razza non morì, ma né il fuoco né l'acqua potevano distruggerla. La seconda razza, comunque, era più solida, e non solo poteva essere distrutta dall'acqua, ma lo fu effettivamente.
Le terre sempre fiorenti del Secondo Continente (la Groenlandia, tra le altre) si trasformarono, in ordine, dagli Eden con la loro eterna primavera, nell'Ade iperborea. Questa trasformazione era dovuta allo spostamento delle grandi acque del globo, agli oceani che cambiavano i loro letti, e al ceppo della Seconda Razza che perì nel grande percorso dell'evoluzione e nel consolidamento del globo durante il periodo umano. Di questi grandi cataclismi ce ne sono già stati quattro. E noi dobbiamo aspettarcene un quinto nel debito corso del tempo. — 2: 138
"La prima parte della Seconda Razza (Radice) furono i Padri dei "Nati dal sudore"; l'ultima parte della Seconda Razza (Radice) furono gli stessi 'Nati dal Sudore.' " — 2: 117
È un riferimento al lavoro dell'evoluzione dall'inizio di una razza alla sua chiusura, che copre eoni di tempo. Ogni razza radice ha sette stadi di evoluzione razziale, come ce l'ha ogni individuo della razza. Così, le prime sottorazze della seconda razza nacquero per prime, per il processo che abbiamo descritto, mentre l'ultima cominciò gradualmente a formarsi in maniera diversa.
Parliamo di questi esseri come uomini, ma, di fatto:
la prima e la seconda razza non erano esseri, ma semplicemente rudimenti dei futuri uomini. — 2: 108
Essi passarono senza lasciare tracce. La seconda crea la terza e muore. L'embrione umano a quel tempo nasceva dall'uovo, e poi era nutrito dalle forze cosmiche, del tutto indipendenti dal suo genitore androgino.
Stanza VI
22. Il Sole la scaldò; la Luna la raffreddò e le diede forma; il Vento la nutrì fino alla sua maturità. — 2: 131.
Questo fu l'inizio della terza razza — la più complessa nel suo sviluppo, e la più meravigliosa, perché era stata l'unica in cui avvenne il grande cambiamento; e l'unica che segna una differenza quasi incredibile tra la sua prima condizione e l'ultima. Comunque, prima di descrivere dettagliatamente questa razza, sarà necessario, nella prossima sezione, accennare all'insegnamento sui poteri che sottostanno a tutti i cambiamenti che hanno luogo — cambiamenti che significano l'esternare di ciò che è dentro, e che sono chiamati evoluzione. Tuttavia, non dobbiamo mai dimenticare, studiando questa filosofia, che il retroterra di tutto l'insegnamento è che, dopo aver raggiunto il piano umano, l'uomo crea se stesso.
Vi sono insegnanti e assistenti a ogni fase, ma l'uomo ha la libera volontà di seguire o no questi istruttori. L'uomo è legato al suo sé superiore, il dio interiore, da un filo così lungo ed elastico, che egli può arrivare in ogni angolo di questo globo, o regno della coscienza; che può anche diventare insensibile a questo filo d'oro, che però è sempre lì a portarlo fuori dal labirinto dell'ignoranza e del dubbio. Può seguirlo familiarmente o, ahimè, può spezzarlo e distruggere il lavoro di molte eternità. La Natura all'inizio se ne assume la responsabilità, ma poi si ritira quando la mente è stata risvegliata. Da quel momento, le conseguenze di ogni azione ricadono su chi l'ha commessa. E sebbene egli possa intessere una trama intorno a se stesso e chiamarla destino, è pur sempre una scelta ritrovarsi in questo groviglio da lui creato — che può tirare i fili ancora più stretti o rallentarli gradualmente. Senza questa libertà, l'uomo non può mai realizzare il suo potenziale divino.
Ogni sistema di filosofia degno di questo nome presuppone l'eternità in entrambe le direzioni, e la religione-saggezza afferma che è vero. Un inizio della vita è inconcepibile. Gli esseri si sono sempre evoluti, e l'universo è necessariamente riempito da esseri di ogni possibile grado d'intelligenza e non-intelligenza, e da ogni classe di potere. La "forza cieca" e lo "spazio vuoto" sono solo un'idea dell'ignorante. Non possono avere alcuna base nella realtà. Inoltre, l'universo — non solo il nostro sistema solare — essendo uno, ogni sua parte è relazionata al tutto. L'affermazione di queste realtà evidenti di per sé richiederebbe perlomeno una giustificazione, se non ci fossero abbondanti indicazioni che il pregiudizio religioso ha creato nella comune mente umana costruendo la sua struttura di pensiero, assolutamente da respingere.
Ma una volta che queste verità fondamentali sono comprese, non si può sfuggire alla conclusione che ogni atomo ha il suo posto e la sua funzione; che nemmeno la minima qualifica è superflua; che tutto lo spazio è abitato da intelligenze di vari gradi, ciascuna che compie accuratamente il proprio dovere, come fanno le innumerevoli entità che costituiscono il nostro corpo; che per i mondi infiniti che si muovono con la certezza e la precisione che essi eseguono apertamente, non può esserci una lacuna in nessuna parte della natura, alcun punto che non sia supportato sopra e sotto, nemmeno il minimo effetto cosmico, senza un attore intelligente in grado di agire, nessun essere che non sia essenziale all'insieme; in breve, che l'universo degli universi non è che lo strumento, l'organo, il corpo — se volete — del grande sconosciuto.
Dagli Dèi agli uomini, dai Mondi agli atomi, da una stella a un afflusso di luce, dal Sole al calore vitale dell'essere organico più minuscolo — il mondo della Forma e dell'Esistenza è un'immensa catena, i cui anelli sono tutti connessi. — La Dottrina Segreta, 1: 604
Non possiamo studiare noi stessi senza entrare in contatto con il tutto; non possiamo studiare il tutto senza scorgerne il riflesso — noi stessi. Nel parlare delle gerarchie dei dhyan-chohan, H. P. Blavatsky dice che:
l'umanità, come un tutto, è in realtà un' espressione materializzata ma ancora imperfetta di esso. — 1: 93
I mondi sono tutti soggetti ai Governanti o Reggenti. — 1: 99
È impossibile in documenti di questo tipo dare più di un accenno a quelle anime la cui costante preoccupazione e il cui continuo esercizio di volontà ci forniscono le condizioni necessarie per la vita. Anche La Dottrina Segreta afferma di delineare semplicemente quella conoscenza necessaria all'umanità nei prossimi secoli. Questi articoli sono un tentativo di attirare alla grande opera della Blavatsky l'interesse di chi sta cercando la verità, e di seminare l'idea che lei ha dato al mondo che vi sono guide incessantemente in attività. H.P.B. dice che esistono innumerevoli gerarchie di costruttori, architetti della nostra catena planetaria, e progenitori della nostra umanità:
finché la mente si perde in quest'enumerazione infinita di eserciti ed Esseri celesti, avente ciascuno il suo compito distinto nel percorso del Kosmo visibile durante la sua esistenza. — 1: 129
Ogni popolo e nazione, come abbiamo già detto, ha il suo Sorvegliante diretto, Guardiano e Padre nel Cielo — uno Spirito Planetario. — 1: 576
Vi sono quindi sorveglianti o architetti che forniscono le molte e varie razze di re e governanti divini.
Quando s'incarnarono come Re delle 'Dinastie Divine' diedero l'impulso alle civiltà, e guidarono la mente che avevano fornito agli uomini a inventare e perfezionare tutte le arti e scienze. Così si tramanda che i Kabiri siano apparsi come benefattori degli uomini, e come tali vissero per epoche nella memoria delle nazioni. Ad essi — i Kabiri o Titani — è ascritta l'invenzione delle lettere, . . . delle leggi e della legislatura, dell'architettura, . . . e dell'uso delle piante medicinali. . .
Ai Kabiri è attribuito il grande dono dell'agricoltura producendo mais o grano. Si dice che quello che Iside-Osiride, una Kabiria vissuta un tempo, ha fatto in Egitto, lo fece anche Cerere in Sicilia; essi appartengono tutti a una sola classe. — 2: 364; vedi anche 1: 266-7
Durante il grande mistero e dramma della vita conosciuto come il Manvantara, il Kosmo reale è come l'oggetto collocato dietro lo schermo bianco su cui si muovono le ombre cinesi proiettate dalla lanterna magica. Le effettive figure e cose restano invisibili, mentre i fili dell'evoluzione sono manovrati da mani invisibili; e uomini e cose non sono che i riflessi, sullo schermo bianco, delle realtà, dietro le trappole di Mahamaya, la grande Illusione. — 1: 278
Gli antichi archivi di ogni razza e nazione confermano una fede nei sovrani divini. Si possono ritrovare tra i Cinesi, Persiani, Indiani, Egiziani, Ebrei, Persiani.
Questi esseri appaiono dapprima come "dèi" e Creatori; poi si mescolano all'uomo nascente come Re divini e Governanti." Ma questo dato di fatto è stato gradualmente dimenticato. — 2: 366
Questo sarà spiegato più esaurientemente nella descrizione della terza razza. In tutta la Dottrina Segreta vi sono riferimenti e spiegazioni ai miti e leggende che hanno formato il retroterra di ogni popolazione antica, che sono entrati in tutte le religioni e sono stati l'ispirazione di artisti e poeti di tutte le epoche. Sono, più o meno, riproduzioni genuine dei fatti reali nell'antica storia dell'uomo. La Dottrina Segreta è una miniera preziosa per chi vuole risalire all'origine di questi miti universali; come per chi vuole studiare le religioni comparate; in verità, per chi cerca l'illuminazione su qualsiasi soggetto che sia di autentico interesse per la razza umana.
Nel Volume 1, pp. 207-8, è descritto un Essere Meraviglioso, che:
è l'Albero dal quale sono discesi, nelle epoche successive, tutti i grandi Saggi e Ierofanti storicamente riconosciuti, come il Rishi Kapila, Ermete, Enoch, Orfeo, ecc. Come uomo oggettivo, si tratta del misterioso Personaggio (per il profano sempre invisibile) e pur sempre presente di cui parlano tutte le leggende orientali, e particolarmente tra gli occultisti e gli studiosi della Scienza Sacra. È lui che cambia forma e tuttavia rimane sempre lo stesso. Ed è ancora lui che detiene l'autorità spirituale su tutti gli Adepti iniziati del mondo intero. Come abbiamo già detto, egli è "L'Essere senza Nome" che ha tanti nomi, e ciò nonostante i suoi nomi e la sua vera natura sono sconosciuti. É l' "Iniziatore," chiamato il "Grande Sacrificio," poiché, stando sulla soglia della Luce, egli la contempla dal cerchio delle Tenebre, che non attraverserà; né abbandonerà il suo posto prima dell'ultimo giorno di questo ciclo di vita. Perché il Guardiano solitario rimane al posto da lui stesso scelto? Perché sta accanto alla sorgente primordiale della Saggezza, dalla quale non attinge più, non avendo alcuna cosa da imparare che già non sappia — né su questa Terra né nel suo cielo? Egli è là perché i pellegrini solitari, con i piedi piagati dal lungo viaggio di ritorno verso la loro patria, fino all'ultimo istante non sono mai sicuri di non smarrirsi in questo deserto illimitato d'illusione e materia che è la Vita Terrena. Egli vuole indicare la via verso quella regione di libertà e di luce, dalla quale si è volontariamente esiliato, a ogni prigioniero che è riuscito a liberarsi dai legami della carne e dell'illusione. Infine, Egli si è sacrificato per salvare l'umanità, per quanto solo pochi eletti possono trarre profitto del Grande Sacrificio.
È sotto la guida diretta e silenziosa di questo Mahâ (grande) Guru che tutti gli altri divini Istruttori e insegnanti minori divennero, fin dal primo risveglio della coscienza umana, le guide dell'Umanità primitiva. È per mezzo di questi "Figli di Dio" che l'umanità infantile ricevette le prime nozioni di tutte le arti e scienze, come pure della conoscenza spirituale; e furono essi che posero la prima pietra di quelle antiche civiltà che provocano lo stupore delle nostre odierne generazioni di scienziati e di eruditi.
E furono loro che diedero al mondo la grande religione-saggezza, la cui espressione moderna è la teosofia.
Le precedenti citazione servono a preparare la mente ai grandi eventi della terza razza, la cui storia è veramente meravigliosa. Durante questa razza furono evoluti tre grandi metodi distinti di procreazione: il primo era asessuato; il secondo ermafrodito; il terzo bisessuato, All'inizio, il processo era un processo sconosciuto alla scienza moderna. Si svolgeva per mezzo di un'essudazione di umidità o fluido vitale, le cui gocce, fondendosi, formavano una bolla ovoidale, ciò che noi chiameremmo un uovo, che gradualmente s'induriva, si rompeva, e il giovane animale umano ne usciva senza alcun aiuto.
I piccoli delle prime razze erano completamente senza sesso — informi, per quanto se ne sappia; ma quelli delle sottorazze seguenti nascevano androgini. È nella Terza Razza che avvenne la separazione dei sessi. Dapprima asessuata, l'Umanità divenne distintamente ermafrodita o bisessuata, e infine l'uovo umano, nel suo sviluppo evolutivo, cominciò a dare origine, gradualmente e quasi impercettibilmente, dapprima a esseri in cui un sesso predominava sull'altro, e in ultimo a uomini e donne. — 2: 132
Parlando del metodo di riproduzione della prima parte della terza razza mediante queste gocce di "Sudore,":
questo non è difficile da immaginare o comprendere più della crescita del feto da un germe impercettibile, il suo successivo sviluppo in un bambino, e poi in un uomo grande e grosso. — 2: 177
Naturalmente, i cambiamenti furono numerosi, poiché la trasformazione da uno all'altro dei tre tipi principali fu graduale e coprì milioni di anni. In seguito, le gocce divennero più grandi e si svilupparono in uova enormi, in cui il feto umano era in gestazione per alcuni anni.
Durante il periodo ermafrodito vi fu uno stadio in cui le creature umane avevano quattro braccia, con una testa e tre occhi, e il terzo occhio era l'organo della visione spirituale.
Nel KALPA successivo (dopo la separazione dei sessi) essendo gli uomini caduti nella materia, la loro visione spirituale si offuscò e, in corrispondenza, il terzo occhio cominciò a perdere il suo potere . . . Questo terzo occhio, PIETRIFICANDOSI gradatamente, ben presto sparì. — 2: 294
La Blavatsky dice che la sua attuale testimonianza è la ghiandola pineale.
All'inizio, ogni classe e famiglia di specie viventi era ermafrodita e provvista di un solo occhio. . . . I due occhi fisici sulla fronte si svilupparono successivamente sia nel bruto che nell'uomo, il cui organo della vista fisica era, all'inizio della Terza Razza, nella stessa posizione di quello di alcuni vertebrati ciechi di oggi, cioè sotto una pelle opaca. Ma gli stadi dell'occhio originale, cioè dell'occhio primitivo, nell'uomo come nell'animale, ora sono invertiti, perché l'uomo, nella Terza Ronda, ha già passato quello stadio animale non razionale, e ha superato la semplice creazione bruta di tutto il piano della coscienza. Quindi, mentre nell'uomo l'occhio "Ciclopico" era, e lo è ancora, l'organo della vista spirituale, nell'animale era quello della visione oggettiva. E quest'occhio, avendo terminato la sua funzione, fu rimpiazzato, nel corso dell'evoluzione fisica, dal semplice al complesso, da due occhi, e così è stato lasciato dalla natura per un ulteriore uso negli Eoni futuri. — 2: 299
Chi è interessato può seguire, negli scritti della Blavatsky, la presunta prova di questi cambiamenti nelle antiche leggende e tradizioni. Le fiabe dei giganti dotati di un solo occhio sono nate da vecchie memorie.
Solo il Potere attivo, il "moto perpetuo del grande Soffio" risveglia il Kosmo all'alba di ogni nuovo Periodo, entrando in moto tramite le due Forze contrarie, e facendo in modo che diventi oggettivo sul piano dell'Illusione. In altre parole, quel duplice moto traferisce il Kosmo dal piano dell'Eterno Ideale in quello della manifestazione finita, o dal piano Noumenico al fenomenico. Ogni cosa che è, era e sarà, è eternamente, anche le innumerevoli forme, che sono finite e periture solo nella loro Forma oggettiva, non in quella ideale. Esistevano come Idee nell'Eternità e, quando svaniscono, esisteranno come un riflesso. Né la forma dell'uomo né quella di qualsiasi animale, pianta o pietra, è mai stata creata, ed è solo su questo nostro piano che hanno cominciato a "divenire," cioè a oggettivarsi nella sua presente materialità, espandendosi dall'interno all'esterno, dalla più sublime e supersensoria essenza nell'aspetto più grossolano. Quindi, le nostre forme umane sono esistite nell'Eternità come prototipi astrali o eterei; secondo questi modelli, gli Esseri Spirituali (o Dèi) il cui dovere era di portarle nell'esistenza oggettiva e nella vita terrestre, le forme protoplasmatiche dei futuri Ego evolsero dalla loro essenza. Dopo di che, quando questa Upadhi umana, o matrice di base fu pronta, le Forze naturali terrestri cominciarono a lavorare su questi modelli supersensori che contenevano, oltre ai propri, gli elementi di tutte le forme vegetali e animali passate e future di questo globo. Quindi, il guscio esterno dell'uomo attraversò ogni corpo vegetale e animale prima di assumere l'aspetto umano. — 1: 282-3
"Appena l'uomo apparve, ogni cosa fu completa . . . perché nell'uomo è compresa ogni cosa. Egli unisce in sé tutte le forme." — 2: 290
Cosa accadde quando questo strumento esterno fu pronto lo descriveremo nel prossimo capitolo.
Il veicolo adesso era pronto. Si avvicinava quell'evento di grande importanza, sul quale erano state focalizzate tutte le energie del pianeta durante i milioni e milioni di anni della sua esistenza. Quello che sarebbe diventato l'uomo aveva vissuto in tutte le forme che le infinite combinazioni degli elementi di questo mondo potevano modellare; aveva imparato a plasmarle e a riplasmarle; aveva funzionato attraverso ciascuna forma fino a raggiungere la perfezione e l'impossibilità d'errore, ed era quindi passato in forme più complesse.
Durante tutte le eternità, la monade era stata adombrata dagli eserciti celesti, dagli abitanti di mondi più grandi e di spazi interstellari. Attraverso la loro guida, miriadi di vite minori avevano preso, al momento ciclico, la loro dimora nella forma sempre più complessa che doveva diventare il tempio umano, nel quale entrarono in esistenza forme sempre più complesse quando esso silenziosamente s'incamminò verso il suo destino. Dell'inesauribile riserva della natura furono portate a questa meravigliosa forma le repliche viventi di tutte le ricchezze dell'inesauribile riserva della natura, fornendole i mezzi per aprire ogni porta delle sue camere segrete. Pazienza, amore, saggezza, avevano fatto del loro meglio. In tal modo, furono costruiti questi corpi che troppo spesso dissacriamo, e disturbiamo il suo squisito meccanismo per un'effimera sensazione di piacere; e distruggiamo con noncuranza la sua armonia e grazia. Ma nel periodo di cui stiamo parlando non vi erano discordie. Le vite che presidiavano sui vari organi conoscevano bene i loro piccoli regni (come sono ora), e i superflui disturbatori della pace non esistevano. Anche i Saggi Uomini dell'Oriente, dal sole spirituale portarono i loro doni al tempio che era preparato per il Christos interiore.
La sua monade spirituale dimorava nella forma vivente. Niente mancava, tranne la mente. I primi creatori avevano dato quello che avevano, costruirono la forma esterna, i pitri barishad avevano donato il fuoco fisico creativo; ma la mente, il fuoco spirituale, non potevano darlo. Così in questa struttura la coscienza inferiore e quella superiore erano separate. L'una non conosceva l'altra: avevano una natura troppo diversa. L'animale inferiore era attivo, la parte superiore era latente e doveva continuare così finché il divario fosse colmato. (La Dottrina Segreta, Volume 2, pp. 57, 79, 94-5, 241-3)
Allora gli dèi discesero — gli dèi solari, i radiosi manasaputra — e abitarono in quelle dimore che erano già pronte. S'incarnarono in quelle forme senza mente e stimolarono i loro fuochi latenti. Questo grande cambiamento per il tipo umano avvenne all'incirca diciotto milioni di anni fa. (Volume 2, pp. 46, 149, 157, 250, 255)
La storia è raccontata allegoricamente nel mito di Prometeo, che portò ai mortali il fuoco spirituale dal cielo e fu incatenato per lunghi periodi a una roccia — la roccia della materia, che era il corpo animale. Il principio mancante era la mente, manas, che sarebbe rimasta per sempre latente come un germe, se Prometeo non l'avesse accesa e risvegliata con il fuoco spirituale. Per rianimarla permanentemente, per rendere immortale un mortale, per trasformare un'intelligenza albeggiante in un dio — per questo occorre un lungo manvantara. Se, a un certo momento nel lungo passato, il portatore del fuoco avesse abbandonato il suo posto, o se l'avesse fatto durante le eternità ancora da venire di questo ciclo terrestre, il fuoco si sarebbe spento, e la forma sarebbe ritornata idiota. Fino a questo misterioso e importante evento, i pitri lunari erano i poteri formativi nelle razze umane, ma da quel momento in poi l'ego superiore sarebbe stato il potere dirigente — sebbene troppo spesso, ahimè, sia trascinato in basso dalla natura inferiore feroce e dominante.
Tra l'uomo e l'animale — le cui Monadi (o Jîva) sono fondamentalmente identiche — corre l' abisso invalicabile della Mentalità e dell' Auto-Coscienza. Che cos'è la mente umana nel suo aspetto superiore, da dove viene, se non è che una parte dell'essenza — e, in alcuni rari casi d'incarnazione, la vera essenza — di un Essere più elevato che appartiene a un piano superiore e divino? Può l'uomo — un dio nella forma animale — essere solo il prodotto evolutivo della Natura Materiale, come lo è l'animale, che si diversifica dall'uomo solo nell'aspetto esteriore, ma in nessun modo nei materiali della sua struttura fisica, ed è ispirato dalla stessa Monade, sebbene non ancora sviluppata — vedendo che le potenzialità intellettuali dei due differiscono come il Sole dalla lucciola? E che cos'è che crea una simile diversità, se non che l'uomo è un animale plus un dio vivente dentro il suo guscio fisico? Fermiamoci e poniamoci seriamente la questione. — 2: 81.
Nella Stanza VII, Volume 2, p. 161, riferendosi a questa parte della storia, leggiamo quanto segue:
24. I Figli della Saggezza, i Figli della Notte . . . pronti per rinascere, discesero. Videro le forme (intellettualmente) vili della prima terza (la Razza ancora senza sensi). "Noi possiamo scegliere," dissero i Signori, "Noi abbiamo la saggezza." Alcuni entrarono nelle Chhaya. Altri proiettarono una scintilla. Alcuni rimandarono fino alla Quarta (Razza). Della propria essenza riempirono il Kama (il veicolo del desiderio). Quelli che ricevettero solo una scintilla rimasero privi di conoscenza (superiore). La scintilla ardeva debolmente. Un terzo rimase senza mente. I loro Jiva (Monadi) non erano pronti. Essi furono separati tra i Sette (specie umane primitive). Essi (divennero) di testa ristretta.[3] Un terzo era pronto. In questi dimoreremo, dissero i Signori della Fiamma e della Sapienza Oscura.
H. P. Blavatsky, nel commentare quanto sopra, dice che questa Stanza contiene la vera chiave dei misteri del male, perché spiega le incomprensibili disuguaglianze nella vita umana e i molti problemi che hanno sconcertato le grandi menti delle nostre razze. Si può dire che l'intelletto sia nato in quel periodo, e che si è sviluppato durante questa quarta ronda come un veicolo adatto alla facoltà superiore: buddhi o l'intuizione. Manas, la mente, però non sarà pienamente sviluppato fino alla prossima quinta ronda, e avrà l'opportunità di diventare completamente divino alla fine della settima ronda.
Quelli che "non erano pronti" non implica qualche errore da parte loro, né qualche parzialità da coloro che erano al di sopra di essi. A tutti è dato quello che essi possono apprendere, proprio come avviene attraverso questo lungo pellegrinaggio, e quando la vita cosciente si sviluppa, a ciascuno è dato quello che si è guadagnato. La natura non è mai parziale. "Quelli non pronti" rappresentano semplicemente un arrivo ritardato sulla scena e, come abbiamo detto, dovranno evolversi attraverso questo e gli altri tre globi di questa ronda prima di arrivare al livello della classe ordinaria. Ma la natura elargisce molte ricompense. La Blavatsky ce ne dà un accenno:
Le Monadi delle specie inferiori dell'umanità la prima volta che nacquero come uomini non avevano Karma da consumare, come lo avevano i loro fratelli più fortunati in intelligenza. I primi hanno cominciato solo ora a produrre Karma, i secondi sono carichi del Karma passato, presente e futuro. Sotto quest'aspetto, il povero selvaggio è più fortunato del più grande genio dei paesi civili. — 2: 168
Comunque, è importante ricordare che H. P. Blavatsky commenta che
Se domani il continente dell'Europa dovesse sparire ed emergessero invece altre terre; e se le tribù africane dovessero separarsi e sparpagliarsi sulla superficie della terra, sarebbero loro che all'incirca tra centomila anni costituirebbero il ceppo delle nazioni civili. E i discendenti delle nostre nazioni altamente colte, che avessero potuto sopravvivere su qualche isola, senza mezzi per attraversare i nuovi mari, cadrebbero in uno stato relativamente selvaggio. Così, il criterio di dividere l'umanità in razze superiori e inferiori si dimostra infondato e non ha valore. – 2: 425.
La nostra umanità ordinaria di oggi è composta da quelli che ricevettero solo "una scintilla." Il nostro destino è di acquisire in pieno l'intelletto durante l'attuale manvantara o periodo di vita di questa terra. Quando le forze di vita di questo pianeta si reincorporeranno sul prossimo, come fecero quelle della luna sulla terra, allora saremo pronti a ricevere pienamente i "figli della saggezza."
Quest'epoca è il punto al quale così spesso si riferiscono le antiche filosofie, in cui le due correnti dell'evoluzione s'incontrano, venendo in direzioni opposte.
C'è stata un'evoluzione spirituale, una psichica, una intellettuale, e una animale, da quella più elevata a quella più bassa, come pure uno sviluppo fisico — dal semplice e omogeneo fino al più complesso ed eterogeneo; ma di certo non attraverso le linee tracciate per noi dagli evoluzionisti moderni. Questa doppia evoluzione in due sensi contrari ha richiesto varie epoche, di diverse nature e gradi di spiritualità e di intellettualità, per costruire l'essere che oggi chiamiamo uomo. Inoltre, l'unica legge assoluta, che sempre agisce e mai fallisce, che procede sulle stesse linee da un'eternità (o Manvantara) all'altra fornendo sempre una scala ascendente per il manifestato, ciò che chiamiamo la grande Illusione (Mahâ-Mâyâ), ma, da una parte immergendo lo Spirito sempre più profondamente nella materialità e poi redimendolo attraverso la carne e liberandolo — questa legge, noi diciamo, impiega per i suoi scopi Esseri di altri piani più elevati, uomini o Menti ( i Manu), secondo le loro esigenze karmiche. — 2: 87-88
Questo è tipico del processo di tutta l'evoluzione. Qualcosa di superiore incontra qualcosa d'inferiore a loro reciproco vantaggio. Ma qui questo è avvenuto su scala gigantesca. La natura fisica era stata in lotta per lunghe eternità, per raggiungere il livello in cui potesse ricevere l'altro polo della "Vita Una" — lo spirito — e unirsi ad esso. Fu a quel punto che l'intera faccia della vita su questo globo cambiò radicalmente. Da un'ottusa esistenza vegetativa, tutto si trasformò in un modo e una velocità incredibili — per quanto relativamente riguardo alla velocità. Non dobbiamo dimenticare che anche il periodo di una sottorazza è, approssimativamente parlando, di 210.000 anni. Ma il cambiamento percorse tutto il suo cammino, dagli esseri senza linguaggio fino ad alcune delle civiltà più elevate che la terra abbia finora conosciuto.
Il meraviglioso stimolo della vita era dovuto a coloro che s'incarnarono completamente e divennero "Arhat."
Vi è un'eterna legge ciclica delle rinascite, e la serie è aperta, a ogni nuova aurora manvantarica, da coloro che avevano goduto il loro riposo nelle reincarnazioni in Kalpa precedenti per Eoni incalcolabili — i primi e supremi Nirvani. Era il turno di quegli "Dèi" di incarnarsi nel presente Manvantara; e, di conseguenza, la loro presenza sulla Terra . . . — 2: 232
Abbiamo anche un suggestivo passaggio da una lettera di un grande Maestro, che verte su quest'argomento:
Dice la lettera: "Ora, vi sono, e devono esserci, fallimenti nelle razze eteree delle numerose classi di Dhyân-Chohan, o Deva (entità progredite di un precedente periodo planetario), come pure tra gli uomini. Ma ancora, poiché questi fallimenti sono di gran lunga troppo progrediti e spirituali per essere rigettati dallo stato Dhyân-Chohanico nel vortice di una nuova evoluzione primordiale attraverso i Regni inferiori, allora accade questo: dove un nuovo sistema solare deve evolvere, questi Dhyan-Chohan nascono "alla testa" degli Elementali (Entità . . . che devono svilupparsi in umanità in un tempo futuro) e rimangono come forze spirituali latenti o inattive nell'aura di un mondo nascente . . . finché è raggiunto lo stadio d'evoluzione umana . . . Allora essi diventano una forza attiva e si mescolano con gli Elementali . . . per sviluppare gradualmente il tipo completamente umano." Il che significa svilupparsi nell'uomo e dotarlo della sua mente auto-cosciente o Manas. — 2: 233, nota
Altri sono tornati dal grande passato per formare l'uomo interiore ed esteriore. Ora che i sette principi necessari a completare un essere umano erano stati uniti, questi grandi Esseri vennero a insegnare agli uomini come vivere.
Cominciamo dal sistema di riproduzione delle ultime sottorazze della Terza razza umana, di quelli che furono dotati del fuoco sacro della scintilla degli Esseri superiori e quindi indipendenti, che erano i genitori psichici e spirituali dell'Uomo, come i Pitar-Devatâ (i Pitri) inferiori, furono i progenitori del suo corpo fisico. Questa Terza e santa razza era formata da uomini che, al loro apice, erano descritti come "giganti imponenti, di una forza e bellezza divina, e i depositari di tutti i misteri del Cielo e della Terra." . . . I principali dèi ed eroi della Quarta e della Quinta Razza, come pure dell'antichità posteriore, sono le immagini deificate di questi uomini della Terza. I giorni della loro purezza fisiologica e quelli della loro cosiddetta Caduta, sono ugualmente sopravvissuti nel cuore e nella memoria dei loro discendenti. — 2: 171-2
Questa razza fu creata non come quelle che avevano ricevuto una "scintilla," dal potere della volontà, kriyāśakti, quel misterioso potere latente nella volontà di ogni persona, ma che deve ancora svilupparsi nell'umanità comune nelle ere future.
La Terza Razza ha così creato i cosiddetti Figli della Volontà e dello Yoga, gli "antenati" (i padri spirituali) di tutti i successivi e attuali Arhat, o Mahâtma, in un modo veramente immacolato. Furono realmente creati, non generati, come i loro fratelli della Quarta Razza, che furono generati sessualmente dopo la separazione dei sessi, la Caduta dell'Uomo. Infatti, la creazione non è che il risultato della volontà che agisce sulla materia fenomenica, facendo sorgere la divina Luce primordiale e l'eterna Vita. Essi erano la "santa semenza" dei futuri Salvatori dell'Umanità. — 2: 173
Essi erano un prodotto cosciente, perché una parte della razza era animata dalla scintilla divina dell'intelligenza spirituale superiore. Non era una Razza, questa progenie. Era un primo Essere meraviglioso chiamato "l'iniziatore," e dopo di lui, un gruppo di esseri semi-divini e semi-umani. "Messi da parte" nella genesi arcaica per determinati scopi, essi sono coloro nei quali si dice che si siano incarnati i Dhyani più elevati, i Muni e i Rishi dai Manvantara precedenti — per formare il vivaio dei futuri adepti umani su questa terra e durante il presente ciclo. Questi "Figli della Volontà e dello Yoga," nati, per così dire, in un modo immacolato, completamente a parte dal resto dell'umanità. — 1: 207
Esotericamente è chiamata la razza imperitura, perché:
Fortunatamente per la razza umana, la "Razza Eletta" era già diventata il veicolo dell'incarnazione dei supremi (intellettualmente e spiritualmente) Dhyani prima che l'umanità fosse diventata del tutto materiale. Quando le ultime sottorazze — tranne quelle inferiori — della Terza Razza erano scomparse insieme al Continente Lemuriano, i "semi della Trinità della Saggezza" avevano già acquisito il segreto dell'immortalità sulla Terra, quel dono che permette alla stessa grande personalità di passare ad libitum da un corpo consumato a un altro. — 2: 276
Una volta ancora, nella settima razza radice, essi creeranno i figli immacolati "nati dalla mente".
In Iside Svelata, H. P. Blavatsky parla della leggenda di un'Isola Sacra — citata anche nella Dottrina Segreta, volume 2, p. 220: Quest'isola sorgeva su un grande mare interno che si estendeva sull'Asia Centrale a nord della superba catena dell'Himalaya, dove ora si trovano laghi salati e deserti aridi. Quest'antica isola non aveva rivali al mondo per la sua incomparabile bellezza. Qualche migliaia d'anni a.C., quest'amabile isola era la patria dei Figli della Saggezza — la razza imperitura — che erano scampati al grande diluvio. Nella leggenda, quest'isola è conosciuta come il Giardino di Eden, e tutti i successivi Eden, è detto, non sono che una sua reminiscenza. C'è una tradizione secondo la quale quest'isola esiste ancora oggi come un'oasi, circondata dalla spaventosa solitudine del grande deserto di Gobi, le cui sabbie, a memoria d'uomo, "nessun piede ha mai attraversato." Qui abitavano i Figli della Saggezza.
Enoch, Thoth o Hermes, Orfeo o Kadmo, sono tutti nomi generici, diramazioni e propaggini dei sette saggi primordiali (i Dhyan-Chohan incarnati o Deva, nei corpi mortali illusori), che insegnarono all'Umanità tutto quello che sapevano, e i cui primi discepoli assunsero i nomi dei loro maestri. Questa consuetudine passò dalla Quarta alla Quinta Razza. Ecco il perché dell'identità delle tradizioni su Hermes . . . Enoch, ecc. Sono tutti inventori delle lettere, nessuno di loro muore ma vive ancora, ed essi sono i Primi Iniziatori dei Misteri, e i loro Fondatori. — 2: 267, nota
Solo un gruppo di uomini primitivi . . . rimasti come custodi eletti dei Misteri rivelati all'umanità dai divini Istruttori. . . . questi Eletti erano il germe di una Gerarchia che da quel periodo non si è mai estinta: . . . Sebbene invisibili, essi sono sempre presenti. Quando si dice di uno di loro: "Egli è morto," state attenti, egli è vivo sotto un'altra forma. Questi sono la Testa, il Cuore, l'Anima e il Seme della conoscenza imperitura. . . . Tu non devi mai parlare, o Lanu, di questi grandi esseri . . . davanti a una massa, menzionandoli con i loro nomi. Solo il Saggio comprenderà. . . . — 2: 281-2.
L'evoluzione graduale dell'uomo nella Dottrina Segreta mostra che tutte le ultime . . . Razze hanno la loro origine fisica nella prima Quarta Razza. Ma è la sottorazza che ha preceduto quella che si separò sessualmente, che dev'essere considerata come gli antenati spirituali delle nostre attuali generazioni, e soprattutto le Razze Orientali Ariane.[4] — 2: 165, nota
Il Giardino di Eden, quindi, è una località, non è del tutto un mito, ci sono stati diversi Eden.
Ma è proprio dall'Eusino al Kashmir e oltre, che la scienza deve cercare la culla — o meglio, una delle culle principali — dell'umanità e dei figli di Ad-ah; e specialmente nelle epoche posteriori, quando il Giardino di Ed-en sull'Eufrate diventò il collegio degli astronomi e dei magi, gli Aleim.
Ma questo collegio e questo Eden appartengono alla Quinta Razza, e sono semplicemente un debole ricordo dell'Adi-Varsha della primordiale Terza Razza. — 2: 203
Nel lungo periodo di transizione, in cui i metodi di riproduzione stavano cambiando, gli animali furono i primi a separarsi in due sessi. Gradualmente, questa trasformazione ebbe luogo anche nello stadio umano. Ma gli uomini senza mente, quelli che non avevano ricevuto alcuna "scintilla," quelli "dalle teste ristrette," di cui si parla nella Sezione 5, s'incrociarono con gli animali — una cosa possibile durante i primi passi dell'evoluzione. Nella Stanza VIII, verso 32, del Libro di Dzyan citato nella Dottrina Segreta, 2: 184, si legge:
E quelli che non avevano ricevuto alcuna scintilla (quelli dal "cervello ristretto") presero con sé le enormi femmine animali. Con esse generarono razze mute. Muti erano essi stessi ("quelli dal cervello ristretto"). Ma le loro lingue si sciolsero. Le lingue della loro progenie rimasero ancora mute. Generarono mostri. Una razza di mostri deformi coperti di pelo rosso, che camminavano a quattro zampe. Una razza muta, perché la vergogna non fosse raccontata.
Questa progenie, che non può essere paragonata a nessuna cosa esistente oggi, sono gli antenati degli antropoidi, così incomprensibili alla scienza. Oggi ci troviamo a momento della storia in cui è possibile capire le allusioni più volte fatte alle eccezioni alla regola, che nessuna monade entra nello stadio umano dopo il punto mediano su questo globo, cioè durante la quarta razza. Perché questa razza muta era in parte umana. L'evento fu la prima "caduta fisica nella materia" delle razze inferiori che, comunque, essendo senza mente, erano irresponsabili. I risultati dell'errore — perché tale fu — dovevano ricadere sui Figli della Saggezza, che avevano rifiutato d'incarnarsi precedentemente, ed erano quindi responsabili dell'umanità futura. La Stanza IX dice quanto segue:
33. Vedendo questo (il peccato commesso con gli animali), i Lha (gli Spiriti, i "Figli della Saggezza") che non avevano costruito gli uomini (che avevano rifiutato di creare), piansero dicendo:
34. "Gli Amanasa (i 'senza mente') hanno profanato le nostre future dimore. Questo è Karma. Abitiamo nelle altre. Istruiamole meglio, perché non succeda di peggio." Così fecero.
35. Allora tutti furono dotati di Manas (mente). Essi videro il peccato dei senza mente. — 2: 191
Gradualmente, gli stessi uomini, mentre il tempo sviluppava le loro nature:
compresero troppo tardi l'inadeguatezza — non dobbiamo dire peccato — di quello che avevano fatto, dopo che le monadi angeliche delle alte sfere si erano incarnate e li avevano dotati dell'intelletto. Fino ad allora essi erano rimasti semplicemente fisici, come gli animali da loro generati. Qual'è la differenza? La dottrina insegna che la sola differenza tra gli oggetti animati e inanimati sulla terra, tra una struttura animale e una umana, è che in alcuni i vari "fuochi" sono latenti, mentre in altri sono attivi. I fuochi vitali sono in tutte le cose, e non un atomo ne è privo. Ma nessun animale ha i tre principi superiori risvegliati in lui; sono semplicemente potenziali, latenti, e quindi non-esistenti. E così sarebbero oggi le forme animali, se fossero rimaste com'erano quando uscirono fuori dai corpi dei loro Progenitori, le cui ombre esse erano, per crescere sviluppate solo dai poteri e dalle forze immanenti nella materia. — 2: 267
H. P. Blavatsky commenta, in queste Stanze, che pur peccando inconsciamente, questa settima razza degenerata dovrà aspettare il proprio momento per lo sviluppo finale, ma l'ultimo giorno si troverà su uno dei sette sentieri.
Tuttavia, il viaggio è pieno di difficoltà per quei Figli della Saggezza che avevano ritardato l'incarnazione.
Questi ebbero la prima punizione karmica preparata per loro. Generarono corpi (fisiologicamente) inferiori ai loro modelli astrali, perché le loro chhaya erano appartenute a Progenitori di un grado inferiore nelle sette classi. Quanto a quei "Figli della Saggezza" che rimandarono la loro incarnazione fino alla Quarta Razza, già macchiata (fisiologicamente) dal peccato e dall'impurità, ciò produsse una causa terribile, il cui risultato karmico li opprime tuttora. Questo si produsse in loro, ed essi diventarono i portatori di quel seme d'iniquità per eoni futuri, perché i corpi che dovevano animare erano stati contaminati dal loro ritardo. — 2: 228
Quest'errore, dunque, fu l'origine della tanto discussa razza di scimmie antropoidi, e la storia dell'evento mostra una fallacia della cosiddetta dottrina Darwiniana. La Blavatsky evidenzia che:
l'embrione dell'uomo non ha della scimmia più di qualsiasi altro mammifero, ma contiene in sé tutti i regni della natura, . . . sebbene non si possa negare che nella Ronda precedente l'uomo era una creatura gigantesca dall'aspetto scimmiesco; e quando diciamo "uomo" dovremmo forse dire: la forma grossolana che si stava sviluppando per essere usata dall'uomo solo in questa Ronda. — 2: 259, 261
Quelle che oggi vediamo come scimmie sono i discendenti profondamente cambiati di quella primitiva progenie umana. Formano l'eccezione alla regola di cui così spesso si è parlato, e diventeranno uomini di un ordine inferiore nella prossima quinta ronda.
È interessante notare qui che la scienza sta cominciando a sostenere, in una certa misura, gli antichi insegnamenti su questo soggetto. L'enigma e il mistero delle razze scimmiesche non potrà mai essere svelato, è naturale, dai metodi d'investigazione attualmente usati dagli scienziati. Solo uno studio degli annali arcaici può rivelare i fatti reali. Ma le accurate ricerche, tenaci, perseveranti e notevoli, degli studiosi che lavorano in questa direzione, stanno gradualmente minando la teoria Darwiniana. Negli ambienti altamente scientifici ora si asserisce che non c'è prova della sua esattezza, e che non si può andare oltre il sospetto che l'uomo e la scimmia possano rappresentare rami separati dello stesso ceppo originale. Le prove addotte evidenziano che l'uomo è anteriore alla scimmia — e ciascuna prova apre uno spiraglio per accettare quest'antico insegnamento, così semplice e comprensibile. Il libro del Dr. G. de Purucker, Man in Evolution, presenta i fatti da un punto di vista anatomico e biologico che contraddice la vecchia teoria Darwiniana.
Gli errori di quei giorni primitivi non finirono con la razza senza mente. La terza razza si fuse nella quarta, crescendo sempre più materialmente; durante questo periodo transitorio alcuni gruppi mostrarono la loro perdita di spiritualità diventando sensuali e gonfi d'orgoglio.
Essi presero mogli belle a vedersi. Mogli prese tra i "senza mente," dalle teste ristrette. Generarono mostri, demoni malvagi, maschi e femmine . . . — Stanza X, verso 41, 2: 271
. . . È importante ricordare che gli Ego delle scimmie sono entità obbligate dal loro Karma ad incarnarsi nelle forme animali che risultarono dalla bestialità degli uomini dell'ultima parte della Terza Razza e della prima della Quarta. Sono entità che hanno già raggiunto lo "stadio umano" prima di questa Ronda. Di conseguenza, formano un'eccezione alla regola generale. Le innumerevoli tradizioni sui Satiri non sono favole, ma rappresentano una razza estinta di uomini animali. — 2: 262
E non finisce qui.
Con il passare del tempo, le forme ancora semiastrali si consolidarono divenendo fisiche, e i discendenti di queste creature furono modificati dalle condizioni esterne. Finché la discendenza, diminuita di statura, divenne le scimmie inferiori del Miocene. Con queste, i successivi Atlantidei rinnovarono il peccato dei "Senza Mente," questa volta con piena responsabilità. I risultati del nuovo crimine furono le scimmie oggi conosciute come antropoidi. — 2: 689
In diverse parti del mondo, la Blavatsky ha registrato molto esaurientemente il lignaggio delle scimmie da diversi punti di vista. Ha citato fatti che sarebbero interessanti per gli antropologhi, gli zoologi, gli embriologi, o per gli studiosi delle tradizioni. In quest'ambito sono chiarite anche molte allusioni nella Bibbia. Ma per noi qui è sufficiente delineare la storia della loro origine.
La separazione dei sessi avvenne molto gradualmente, e lentamente ebbero luogo molti altri cambiamenti. Durante il periodo degli innocenti senza mente c'era stata un'eterna primavera. Man mano che le stagioni si succedevano l'un l'altra, il grande freddo che avvolse le terre, costrinse gli uomini a cercare mezzi di protezione, abiti, rifugi, ecc., e dopo la formazione degli animali-uomini, le nature degli animali cambiarono. Divennero feroci. Gli antichi e felici giorni d'oro passarono. Âdi-varsha, l'Eden delle prime razze, diventò un bianco cadavere ghiacciato.
La miseria e la sofferenza spinsero gli uomini a evocare i padri superni. Allora:
i Re Divini discesero e insegnarono agli uomini le scienze e le arti, . . . — 2: 201
Essi formarono la prima Dinastia Divina, e nel corso del tempo, nacque una gloriosa civiltà.
Ci furono parecchie dinastie divine — una serie per ogni Razza Radice, a cominciare dalla Terza, e ciascuna serie si conformava e adattava alla sua Umanità. — 2: 429
Nelle parole di un Maestro:
"La Quarta Razza ebbe i suoi periodi di suprema civiltà. Le civiltà greche, romane, e anche quella egiziana, non sono niente se paragonate alle civiltà che ebbero inizio con la Terza Razza." — dopo la sua separazione. 2: 429-30
La loro patria, che noi chiamiamo Lemuria, era su un gigantesco continente ora sommerso sotto l'Oceano Pacifico. Si estendeva a est fino alle due Americhe, e a occidente fino all'Oceano Indiano e l'Africa. L'Australia era una sua porzione, e le numerose isole sparse sul grande oceano erano le cime montuose di quell'antica isola. Sotto la guida dei loro governanti divini, essi costruirono vaste città, coltivarono le arti e le scienze, conoscevano l'astronomia, l'architettura e la matematica.
Ma tutto ciò, è naturale, avvenne gradatamente. Tra l'evoluzione fisica finale e la prima città costruita trascorsero molte centinaia di migliaia d'anni. Nella sesta sottorazza furono edificate le prime città di roccia, con pietra e lava. Una di queste, completamente di lava, fu costruita all'incirca a trenta miglia dall'isola di Pasqua.
I più antichi resti delle costruzioni ciclopiche sono tutti opera dei Lemuriani dell'ultima sottorazza, e un occultista, quindi, non si meraviglia quando sente che le rovine di pietra trovate dal Capitan Cook sui lembi della terra chiamata Isola di Pasqua sono "molto simili alle mura del Tempio di Pachacamac o alle Rovine di Tia-Huanaco in Perù, anch'esse di stile ciclopico. Le prime grandi città furono costruite in quella parte del Continente che oggi è conosciuta come l'isola di Madagascar. A quei tempi esistevano, come oggi, popoli civili e popoli selvaggi. L'evoluzione completò la sua opera di perfezionamento nei primi, e il Karma la sua opera di distruzione tra i secondi. — 2: 317-8
I moderni archeologi, cercando di scoprire com'erano trasportate le enormi pietre di questi resti ciclopici, non mettono in conto il fatto che i costruttori erano giganti.
Dobbiamo comprendere che, sebbene ogni razza avesse il suo specifico continente, non c'era mai stata una linea di demarcazione tra una razza e quella successiva. L'una si fonde nell'altra, e le loro civiltà si mescolano. Per milioni di anni. Ancora, come si può dedurre da tutte le citazioni fatte, c'erano impressionanti contrasti nello sviluppo. Mentre alcuni si risvegliarono alla grande conoscenza, altri erano selvaggi che difficilmente sapevano accendere il fuoco. Ancora, una parte era dedita alla vita da nomade. Riferendosi alla Lemuria:
É in questo periodo che dobbiamo collocare la prima apparizione degli Antenati di quelli che noi chiamiamo i popoli più antichi del mondo, oggi denominati rispettivamente gli Indo-Ariani, gli Egiziani, e i più antichi Persiani, da un lato, e i Caldei e i Fenici, dall'altro. Essi furono governati dalle Dinastie Divine, cioè i re e i sovrani che avevano solo l'aspetto dell'uomo mortale così com'era allora, ma che erano esseri di altre sfere superiori e più celesti rispetto a come saranno le nostre sfere, nei lunghi Manvantara che seguiranno. — 2: 328
Ma:
anche prima del vero avvento della Quarta razza Atlantidea, la maggior parte dell'umanità era caduta nell'iniquità e nel peccato, tranne la gerarchia degli "Eletti," i seguaci e discepoli dei "Figli della Volontà e dello Yoga" — chiamati in seguito i "Figli della Nebbia di Fuoco." — 2: 319
Era scoccata l'ora per l'inizio della distruzione della terza razza, e dell'entrata della quarta, la cui formazione iniziò da un nucleo degli uomini della terza razza Lemuriana del Nord, sulla parte Atlantica della Lemuria, verso un punto di terra che ora, approssimativamente parlando, è nel mezzo dell'Oceano Atlantico.
Il loro continente era formato dall'unione di molte isole e penisole che nel corso del tempo si sono sollevate e alla fine sono diventate la vera patria della grande Razza conosciuta come gli Atlantidei. — 2: 334
Proprio come sul primo continente del Polo Nord i pitri formarono la prima razza su sette zone, così la quarta razza fu formata in maniera simile. Secondo la Stanza X (2: 227):
38. Così, a due a due, sulle sette zone, la terza (Razza) diede origine alla Quarta (cioè agli uomini della Quarta Razza). Gli dèi divennero non-dèi (i Sura divennero a-Sura).
39. La prima (Razza) in ogni zona era del colore della luna (giallo-bianca); la Seconda gialla come l'oro; La Terza, rossa; la Quarta, bruna, e divenne nera per il peccato. I primi sette germogli (umani) all'inizio erano tutti di un solo colorito. Le successive (sette sottorazze) cominciarono a mescolarsi.
Queste divisioni erano necessarie per adempiere al karma delle varie monadi reincarnanti, che non erano tutte di uguale purezza nelle loro ultime nascite in atri mondi. Avevano tutte un'origine comune, in quanto tutti i "Creatori" erano esseri divini, sebbene di classi o gradi diversi di perfezione nella loro gerarchia.
Il primo cambiamento avvenne nella regione oggi conosciuta come lo Stretto di Bering, e in quella che era la terraferma nell'Asia Centrale. A quei tempi anche le regioni Artiche erano semi-tropicali. Quando la terza raggiunse il punto mediano del suo sviluppo, dice il Commentario:
"L'asse della Ruota s'inclinò. Il Sole e la Luna non brillarono più sulle teste di quella parte dei Nati dal Sudore; le popolazioni conobbero la neve, il ghiaccio e il gelo, e la crescita di uomini, piante e animali si ridusse. Quelli che non morirono rimasero come bambini cresciuti a metà, in dimensione e intelletto. Questo fu il terzo pralaya delle razze. — 2: 329
L'insegnamento è che dopo ogni grande periodo d'attività o manvantara, segue un periodo di riposo o pralaya, richiamato o preceduto da quelle che chiamiamo terribili catastrofi. Ma queste, essendo sotto la legge che agisce in armonia con il karma — il grande regolatore — non possono essere considerate, in prospettiva, delle sfortune. Sono processi purificatori, e permettono una nuova partenza, come fa la morte con l'individuo. Le grandi razze hanno avuto il loro momento di gloria e al tempo appropriato devono scomparire. I continenti che esse abitano periscono alternativamente per il fuoco e per l'acqua. La Lemuria fu consumata dai fuochi di origine sotterranea — eruzioni vulcaniche. L'Isola di Pasqua, con i suoi crateri di lava, ne è una testimonianza tardiva. Il continente Atlantideo fu inghiottito dai diluvi, e le terre della quinta razza Ariana scompariranno al loro momento ciclico, nelle ere future:
. . . da quando l'Umanità di Vaivasvata Manu apparve su questa Terra, ci sono già state quattro perturbazioni dell'asse; quando gli antichi continenti — tranne il primo — furono risucchiati negli oceani, altre terre apparvero ed enormi catene montuose si sollevarono dove prima non c'era stato nulla. Ogni volta la superficie del Globo era completamente trasformata; la sopravvivenza delle nazioni e delle razze più adatte era assicurata da un'opportuna assistenza; e i non adatti, gli scarti, scomparvero, spazzati dalla superficie della Terra. Queste selezioni e mutamenti non avvennero dalla sera al mattino, come qualcuno potrebbe pensare: occorsero parecchie migliaia di anni prima che il nuovo sistema fosse stabilito. — 2: 330
I grandi gruppi di scampati, guidati dal loro karma in terre sicure, formano il seme della nuova razza, e occorre sempre un lungo periodo di transizione prima che si stabilizzi il nuovo tipo. Vediamo che una cosa del genere, su scala minore, sta accadendo sul continente americano, dove si sta formando una nuova sottorazza da una mescolanza di razze più vecchie.
. . . Gli americani, in soli tre secoli, sono diventati una "razza primaria," temporaneamente, prima di diventare una razza a sé stante, e molto distinta da tutte le razze ora esistenti. In breve, essi sono il germe della Sesta sottorazza, e in poche altre centinaia di anni diverranno decisamente i pionieri di quella razza che, con tutte le sue nuove caratteristiche, dovrà succedere agli attuali europei della quinta sottorazza. Dopo di ciò, fra circa 25.000 anni, daranno inizio alla preparazione della settima sottorazza, fino a quando, in seguito a cataclismi — la prima serie di quelli che un giorno dovranno distruggere l'Europa, e più tardi l'intera razza ariana (colpiranno così anche le due Americhe) e molti dei paesi confinanti prossimi al continente e alle sue isole — la Sesta Razza Radice apparirà sulla scena della nostra Ronda. — 2: 444-5
Per ragioni karmiche, alcune parti rimarranno distinte per interi periodi, perché gli ego che le formano non hanno ancora completato la loro necessaria esperienza nelle vecchie forme. Le razze si sovrappongono per centinaia di migliaia di anni. Abbiamo oggi sulla terra i discendenti della terza, ora molto cambiati nella statura e nella capacità intellettuale, e sono rapidamente in via d'estinzione, mentre la maggioranza dell'umanità attualmente appartiene alla settima sottorazza della quarta razza radice.
Nella Stanza XI del Libro di Dzyan leggiamo:
44. Essi (gli Atlantidei) costruirono grandi immagini, alte nove yati (27 piedi), l'altezza dei loro corpi. I fuochi interni avevano distrutto la terra dei loro padri (i Lemuriani). L'acqua minacciava la Quarta (Razza). — 2: 331
Le statue dell'Isola di Pasqua sono testimonianze eloquenti dei giganti primordiali, e molte di esse misurano 27 piedi. Raffigurano il tipo distintamente sensuale di certi Atlantidei. Del tutto diverse sono le statue di Bamian in Asia Centrale, la cui fisionomia raffigura i "Figli degli Dèi," mentre le prime sono la prole di potenti stregoni (vedi 2: 224). Tra le statue di Bamian ce ne sono cinque costruite da quelli della quarta razza, che cercò rifugio in questa regione per sfuggire alla totale distruzione. Qui, essi rappresentarono in pietra tutto quello che conoscevano, che altrimenti sarebbe sparito dalla memoria — i tipi primitivi. La prima statua rappresenta la prima razza ed è alta 173 piedi.
La seconda — alta 120 piedi — rappresenta i nati dal sudore; e la terza — che misura 60 piedi — immortalizza la razza che cadde, e di conseguenza diede il via alla prima razza fisica, nata da padre e madre, i cui ultimi discendenti sono rappresentati nelle statue che si trovano sull'Isola di Pasqua; ma essi erano alti solo dai 20 ai 25 piedi all'epoca in cui la Lemuria fu sommersa, dopo essere stata quasi distrutta dai fuochi vulcanici. La Quarta Razza diminuì ancora di statura, sebbene gigantesca in confronto alla nostra attuale Quinta Razza, e la serie culminò infine in quest'ultima. — 2: 340
Nella terza razza, durante il primitivo stato di purezza, dopo che i Figli della Mente avevano risvegliato la mente umana, e mentre il terzo occhio era ancora attivo, gli uomini erano coscienti della loro appartenenza al Grande Spirito dell'universo. Non avevano alcuna religione come l'intendiamo noi, perché essi erano all'unisono con tutto ciò che viveva e respirava. L'amore, il rispetto, la fede, la fiducia, e la gioia, irradiavano da loro naturalmente.
Fu "l'Età dell'Oro" in quei tempi antichi, l'età in cui "gli dèi camminavano sulla terra e si mescolavano liberamente con i mortali." Quando questa cessò, gli dèi si ritirarono (cioè, divennero invisibili) e le ultime generazioni finirono per adorare i loro regni: gli Elementi. — 2: 273
Ma quando gli uomini crebbero e percepirono il loro potere, quando gustarono l'Albero della Saggezza, cominciarono ad agitarsi altri sentimenti. L'uomo inferiore, l'animale, iniziò a risvegliarsi e a rivendicare di essere sentito. Ma le forze non erano ugualmente equilibrate in tutti. A gradi, qualcuno conquistò la padronanza sui propri istinti e si unì ai Figli della Luce; altri caddero vittime di se stessi e divennero schiavi della materia. Allora diversi maestri vennero a sostenerli.
Dobbiamo sempre ricordare che la vita su questo o su qualsiasi globo è la continuazione della vita su qualche altro globo. Determinate forze nuove sono messe in moto, ma molti vengono già completamente maturi, pronti, sotto le appropriate condizioni, ad oscillare in attività feroci. Così si tramanda che i Lemuro-Atlantidei furono i primi ad avere una dinastia di re-spiriti. Ma, per quanto strano possa sembrare a chi non ha familiarità con la religione-saggezza, questi sovrani non erano tutti buoni. Alcuni erano completamente versati nel male e formarono una razza di potenti stregoni e maghi. Quando gli allievi erano pronti, allora essi erano a portata di mano. Riceviamo quello che attiriamo. Re Thevetat apparteneva a questo tipo, e fu sotto l'influenza di questo re-demone che la razza Atlantidea "divenne una nazione di maghi malvagi" (vedi 2: 222). Tra questi e coloro che si erano schierati all'insegna della luce, c'era, naturalmente, un incessante conflitto che ebbe fine quando il continente di quella razza fu sommerso. Ma la guerra infuria ancora — individualmente negli uomini, e in generale nelle nazioni.
Le storie dei diluvi ai tempi dei Babilonesi e di Mosè sono versioni di quella storia. Le leggende e le tradizioni confermano quei fatti, e i racconti, sia pure distorti, vanno ricercati nella letteratura biblica. I giganti del Genesi sono gli Atlantidei storici di Lanka e così erano i Titani greci (vedi 2: 236).
Chi ha letto e studiato i Commentari sulla dottrina arcaica riconoscerà facilmente in alcuni Atlantidei i prototipi dei Nimrod, i Costruttori della Torre di Babele, i Camiti, e tutti quelli, tutti quanti,[5] di "maledetta memoria," come la letteratura teologica li definisce: di quelli, in breve che hanno fornito ai posteri i tipi ortodossi di Satana. — 2: 272
Le prime tribù delle prime razze Atlantidee nacquero sul continente Lemuriano separate tra quelle giuste e quelle ingiuste; quelle che veneravano lo spirito uno invisibile della natura — i panteisti — e quelli che adoravano gli spiriti della terra, i poteri oscuri antropomorfici. Qui, dice la Blavatsky, era il segreto e la misteriosa origine di tutte le religioni susseguenti e moderne.
I Lemuriani gravitavano verso il Polo Nord, il Cielo dei loro Progenitori (il Continente Iperboreo); gli Atlantidei, verso il Polo Sud, la voragine, in senso cosmico e terrestre — dalla quale soffiano le calde passioni trasformate in uragani dagli Elementali cosmici, dei quali è la dimora. — 2: 274
Si può pertinentemente dire che il periodo umano, come noi intendiamo la parola "umano," cominci con la quarta razza.
Quelli che fino ad allora erano stati Esseri semidivini, volontariamente imprigionati in corpi che erano umani solo in apparenza, ebbero una trasformazione fisiologica, e presero mogli completamente umane, ma in cui si erano incarnati esseri inferiori, più materiali, benché siderali. . . (Lilith è il loro prototipo nelle tradizioni ebraiche). — 2: 284-5
Dopo la scomparsa della Lemuria, gli uomini diminuirono di statura e la durata della vita si abbreviò. Nondimeno, essi erano ancora giganti. La bellezza e la forza fisica raggiunsero il loro apice verso la metà della quarta razza (vedi 2: 319). Da quel momento avevano perduto anche la loro visione interna, il terzo occhio, che poteva diventare attivo solo se stimolato artificialmente — un processo noto soltanto agli antichi saggi. Ma il consolidamento e il perfezionamento della struttura umana provocò la sparizione di questo terzo occhio dall'anatomia esteriore, lasciando la sua testimonianza nel cervello — la ghiandola pineale. Fisicamente e spiritualmente, comunque, la sua percezione mentale e visiva durò quasi fino alla conclusione della quarta razza, quando si estinse del tutto a causa della materialità e della condizione depravata dell'umanità.
Quando i poteri divini divennero schiavi, invece che padroni, delle passioni fisiologiche e psichiche risvegliate, il terzo occhio perse il suo potere. Il peccato non consisteva nel servirsi di queste nuove facoltà, ma nel loro cattivo uso; nel trasformare il tabernacolo destinato a contenere un dio in un tempio di ogni iniquità spirituale. E il lettore che è perplesso se usiamo il termine iniquità "spirituale" invece che "fisica," deve ricordare che non ci può essere iniquità fisica. Il corpo è semplicemente l'organo irresponsabile, lo strumento dell'uomo psichico, se non irresponsabile. E nel caso degli Atlantidei, è precisamente l'essere spirituale che ha peccato, essendo l'elemento spirituale ancora il principio "padrone," a quei tempi. Così, il più pesante karma della quinta razza è stato generato dalle nostre monadi in quei giorni. A tale riguardo, leggere Volume 2, pp. 295, 299, 302, 396. Com'è stato spesso detto, questo è anche il punto in cui nessuna nuova monade si è incarnata; e poiché passano molti secoli tra le incarnazioni dello stesso essere, non è difficile intuire l'insegnamento che molti di noi stanno scontando gli effetti delle cattive cause karmiche generate nei corpi degli Atlantidei. (Vedi 2: 203)
La civiltà della quarta razza era magnifica e smagliante nello sviluppo fisico. Molte delle sorprendenti scoperte di oggi, incluso l'aereo, appartenevano alle ordinarie apparecchiature degli Atlantidei. Si dice che esistono esaurienti testimonianze di quest'antica razza e che verranno alla luce al momento giusto, ma qua e là se ne possono trovare frammenti suggestivi.
C'è il racconto di un dialogo tra il Frigio Mida e Sileno, scritto nel periodo di Alessandro il Grande. Il primo riferisce di un continente che era esistito nei tempi antichi, così immenso, che l'Asia, l'Europa e L'Africa, al suo confronto sembravano piccole isole. Fu l'ultimo a produrre animali e piante di dimensioni gigantesche.
Lì, disse Sileno, gli uomini crescevano fino a raddoppiare l'altezza dell'uomo più alto ai suoi (del narratore) tempi, e vivevano il doppio della vecchiaia. Avevano città prosperose con templi, e una di queste città conteneva più di un milione di abitanti, e l'oro e l'argento vi si trovavano in abbondanza. — La Dottrina Segreta, 2: 760.
I loro intelletti erano giganteschi come i loro corpi, e conoscevano la reincarnazione, la cui dottrina è stata trasmessa alla quinta razza. Inoltre, poiché il terzo occhio era attivo durante un periodo della loro storia, essi erano consapevoli di molte delle forze più sottili che non esistono coscientemente in quest'epoca, e che sono state derise sotto l'effetto rovinoso del materialismo. Ma la maggior parte della razza eletta usò questa conoscenza e questi poteri a scopi egoistici e si preparò la distruzione completa. Le grandi acque la inghiottirono. Sebbene l'affondamento del continente fosse inevitabile, la distruzione non fu così totalizzante:
Il "Diluvio" sorprese la Quarta razza dei giganti, non a causa della loro depravazione o perché era diventata "nera per il peccato," ma semplicemente perché questo è il fato di ogni continente, che — come ogni altra cosa sotto il Sole — nasce, vive, invecchia e muore. Questo successe quando la Quinta Razza era ancora nella sua infanzia.
Così perirono i giganti — i maghi e gli stregoni, aggiunge la fantasia della tradizione popolare, ma "tutti i santi si salvarono," e solo "gli empi furono distrutti." Ciò fu dovuto, comunque, sia alla "previsione" degli esseri "santi," che non avevano perduto l'uso del loro "terzo occhio," sia al Karma e alla legge naturale. Parlando della razza successiva (la nostra Quinta Umanità), il Commentario dice:
Solo questo pugno di Eletti, i cui Divini Istruttori erano andati ad abitare quell'Isola Sacra — 'dalla quale verrà l'ultimo Salvatore' — trattenne metà dell'umanità dallo sterminare l'altra metà (come fa ora l'umanità — H. P. B.). Essa (l'umanità) fu divisa. Due terzi furono governati dalle Dinastie degli Spiriti inferiori, materiali, della Terra, che presero possesso dei corpi, facilmente accessibili; un terzo rimase fedele e raggiunse la nascente Quinta Razza, i Divini Incarnati. Quando i Poli si spostarono (per la quarta volta), ciò non danneggiò quelli che erano protetti, e che si erano allontanati dalla Quarta Razza. Come i Lemuriani, solo gli empi Atlantidei perirono, e "non si videro più." — 2: 350
Un vivido racconto della sommersione della maggior parte del continente lo troviamo nel Volume 2, pp. 427-8, ma l'estinzione totale si estese per periodi lunghissimi. Le narrazioni di tutti i diluvi si basano su questo colossale primo cataclisma che cominciò gradualmente circa 4 milioni di anni fa; gli ebrei hanno costruito la loro versione in base all'evento che ebbe luogo successivamente su Poseidone (1: 439, nota; 2: 751, nota). Dopo che la maggior parte del continente era sparita, era rimasta un grande isola, Ruta, che fu sommersa all'incirca 850.000 anni fa, nel periodo in cui, è affermato, gli Ariani esistevano da 200.000 (2: 395). A quel tempo, un'isola più piccola, Daitya, fu sommersa circa 270.000 anni fa (1: 651), e alla fine, l'ultimo residuo, Poseidone, come riferisce Platone, sparì approssimativamente 11.000 anni fa (2: 324, nota).
Quindi, è evidente che le razze si sovrappongono per migliaia di anni. In natura, alla fine niente si distrugge finché non si sia stabilizzato qualcos'altro. E i processi avanzano così silenziosamente e, per i nostri sensi, così lentamente, che spesso è difficile scoprirli — proprio come non possiamo vedere un albero crescere, ma vedere solo i risultati della crescita. Quando un periodo di transizione può essere chiaramente riconosciuto, come nel caso del nostro periodo, ad esempio, è una prova che un ordine nuovo si sta rapidamente avvicinando.
La civiltà degli Atlantidei era più grande perfino di quella degli egiziani. Furono i discendenti degenerati di Atlantide, la nazione di cui parla Platone, che costruirono le prime piramidi nel paese, e sicuramente prima dell'arrivo degli "Etiopi Orientali," come Erodoto chiama gli egiziani. — 2: 429
Anzi, più indietro si va nel tempo, più smagliante era lo splendore. Tra le varie arti e scienze, essi avevano quelle dell'astronomia e del simbolismo, inclusa una conoscenza dello zodiaco; tutte queste conoscenze furono tramandate alla quinta razza (2: 431)
Le difficoltà incontrate dagli storici a spiegare la maturità dello sviluppo degli egiziani fin dalla più remota antichità, sono chiarite prendendo in esame i numerosi fatti esposti nella Dottrina Segreta riguardo agli Atlantidei e allo straordinario sovrapporsi delle due razze.
Dall'inizio della Razza Atlantidea sono passati molti milioni di anni, tuttavia troviamo gli ultimi Atlantidei mescolati agli Ariani, 11.000 anni fa . . . sebbene nel carattere e nel tipo esteriore la prima perde le sue caratteristiche, e assume i tratti della razza più giovane. Ciò è provato in tutte le formazioni delle razze umane miste. — 2: 444
Quanto segue è un accenno sulla fusione delle razze e l'origine degli egiziani preistorici:
Circa 500 anni a. C., i sacerdoti d'Egitto mostrarono a Erodoto le statue dei loro Re umani e dei Pontefici-Piromi (cioè gli Arci-Profeti o Maha-Chohan dei templi, nati l'uno dall'altro (senza l'intervento della donna) che avevano regnato prima di Menes, il loro primo Re umano. Queste statue, egli riferisce, erano enormi colossi di legno, in numero di trecento quarantacinque, ciascuno dei quali aveva il suo nome, la sua storia e i suoi annali. E assicurarono a Erodoto . . . che nessun storico avrebbe mai potuto comprendere o scrivere una storia di questi Re superumani, senza aver studiato e imparato la lingua delle tre Dinastie che precedettero quelle umane, cioè le dinastie degli Dèi, dei semidèi, e degli Eroi, o giganti. Queste "tre dinastie" sono le tre Razze. — 2: 369
. . . gli egiziani, come pure i greci e i "romani," qualche migliaio di anni fa, erano i "resti degli Atlantidei-Ariani," i primi, cioè, dei più antichi, gli Atlantidei di Ruta, gli altri, dell'ultima razza di quest'isola, la cui improvvisa scomparsa fu narrata a Solone dagli Iniziati egiziani. La Dinastia umana degli antichi egiziani, che comincia con Menes, derivò tutta la conoscenza dagli Atlantidei, benché nelle loro vene non ci fosse più sangue Atlantideo. Ciò nonostante, avevano conservato tutti i loro Archivi Arcaici. . .
E lo Zodiaco dei greci è più recente di quello egiziano, proprio per il motivo che quest'ultimo ha circa 75.000 o 80.000 anni. — 2: 436
I greci non erano che "un resto piccolo e debole di quella grande e gloriosa nazione," l'ultima parte della settima sottorazza degli Atlantidei, già assorbita in una delle prime sottorazze del ceppo Ariano, che si era gradualmente diffusa sul continente e sulle isole d'Europa, fin da quando erano emersi dal mare.
Discendendo dagli altipiani dell'Asia, dove le due razze avevano cercato rifugio ai tempi dell'agonia dell'Atlantide, essi si erano lentamente stabiliti e avevano colonizzato le nuove terre emerse da poco. La nuova sottorazza immigrante si era rapidamente accresciuta e moltiplicata su questo suolo vergine; si era suddivisa in molti gruppi razziali, che a loro volta si separarono in nazioni. L'Egitto e la Grecia, i fenici e i ceppi nordici, erano quindi derivati da quest'unica sottorazza. Migliaia di anni dopo, altre razze — i resti degli Atlantidei — "gialli e rossi, bruni e neri" cominciarono a invadere il nuovo continente. Ci furono guerre, nelle quali i nuovi arrivati furono sconfitti e fuggirono, alcuni in Africa, altri in terre più remote. Alcune di queste terre, nel corso del tempo, diventarono isole in seguito a convulsioni geologiche. — 2: 743-44
La durata dei periodi che separano, nello spazio e nel tempo, la Quarta e la Quinta Razza, è troppo vasto per poterne dare un resoconto più dettagliato. Durante il corso delle epoche post-diluviane, caratterizzate periodicamente dai più terribili cataclismi, troppe razze e nazioni sono nate e scomparse senza lasciare traccia, perché si possa darne una descrizione di qualche valore. (vedi 2: 437)
Tornando all'inizio della quinta razza, che è già esistente e del tutto indipendente dal suo ceppo d'origine da circa un milione di anni, possiamo dedurre che la vita di una sottorazza dura all'incirca 210.000 anni (2: 435), nella Stanza XII leggiamo:
48. La Quinta Razza creata dalla Santa Stirpe (rimase). Fu governata dai Suoi Primi Re Divini. — 2: 351.
Questa razza deriva dagli Atlantidei, dalle razze più spirituali dei Lemuriani, in cui si erano direttamente incarnati i Figli della Saggezza (vedi 2: 318).
La Blavatsky commenta che la storia non comincia qui, ma è la tradizione sempre vivente e sempre tramandata. Quella che chiamiamo storia non va oltre le origini della nostra quinta sottorazza, poche migliaia di anni. (vedi 2: 351; vedi anche Fundamentals of the Esoteric Philosophy, di G. de Purucker, pp. 239-40). "Anche la cosiddetta storia 'universale' (?) abbraccia solo una piccola porzione nello spazio alquanto illimitato delle regioni inesplorate della nostra ultima quinta Razza Radice" (vedi 1: 406).
"Non è lontano il giorno in cui si scoprirà che buona parte, se non tutta, di quello che è esposto qui dagli archivi arcaici, è esatta . . . Il cervello fisico può dimenticare gli eventi nell'ambito di una sola vita terrestre, ma la riserva dei ricordi collettivi non può mai abbandonare l'anima divina che è in noi," sulla quale sono impresse a caratteri indelebili le immagini di tutto il nostro imponente passato. Per la portata inferiore del nostro essere "i loro sussurri possono essere troppo tenui, il suono delle loro parole troppo lontano dal piano percepito dai nostri sensi; ma l'ombra degli eventi che sono stati, come di quelli che devono venire, permane nell'ambito dei suoi poteri percettivi, ed è sempre presente agli occhi della mente" (2: 424-5).
Risulta evidente che in un universo, che è un insieme completo di cui l'uomo stesso è parte inseparabile — un universo dove governano l'ordine e l'idoneità — dev'esserci sempre stata una relazione tra tutte le parti. Le infinite varietà di quest'umanità sono state sotto la stessa influenza come lo sono le formazioni geologiche dei loro periodi, come lo sono gli elementi e l'atmosfera — le cui influenze sono state espresse, ad esempio, nel colore della pelle e dei capelli, negli organi sensoriali, nella struttura dei loro corpi, ecc.
In ciascuna ronda è stato aggiunto un "Elemento" nell'ordine di fuoco, aria, acqua, terra. La terra, come la conosciamo oggi, non aveva esistenza prima della quarta ronda, centinaia di milioni di anni fa, il tempo in cui cominciò la nostra terra geologica (1: 252, nota). Lo stesso ordine si ripete, su scala molto minore, per ogni razza. Ad esempio, le umanità si sono sviluppate coordinatamente con gli elementi, e ad ogni razza che era fisiologicamente idonea a riceverlo, è stato accentuato uno di questi elementi. La nostra quinta razza si sta rapidamente avvicinando al quinto elemento, che ha a che fare più con il metafisico che con il fisico. Ma l'elemento che dovrà essere perfezionato nella quinta ronda, ora può essere solo adombrato nella quinta razza della quarta ronda. Ugualmente noi, che siamo della quinta razza, abbiamo cinque sensi, ma l'ultimo senso non sarà pienamente sviluppato prima della prossima ronda. Così, in natura qualunque cosa si ripete continuamente per le eternità, su una scala sempre più perfetta. Nella prima ronda la terra era eterea, come la prima razza di quella ronda. Nella terza ronda tutto divenne più compatto, e così anche nella terza razza radice di questa ronda. (1: 188-9)
La prima razza era muta, essendo priva di mente sul nostro piano. La seconda aveva un linguaggio di suoni composto solo di vocali. La terza, all'inizio, aveva un tipo di linguaggio che era solo un leggero perfezionamento dei vari suoni in natura; ma dopo la separazione nei sessi nell'ultima parte, il linguaggio cominciò a svilupparsi. Prima gli uomini comunicavano attraverso quello che oggi potremmo chiamare "il trasferimento di pensiero." I linguaggi pienamente sviluppati si diffusero solo con la quarta razza. In questa nostra quinta razza, il linguaggio flessivo, la radice del Sanscrito, in principio era l'unico linguaggio (vedi 2: 199-200).
Ogni razza ha il suo continente, com'è stato affermato. La prima nacque sulla Sacra Terra Imperitura, il "continente, o isola, se preferite, 'la calotta del Polo Nord,' il cui destino è di durare dall'inizio alla fine del manvantara attraverso ogni ronda. "È la culla del primo uomo, e la dimora dell'ultimo mortale divino." Di questa terra misteriosa e sacra in uno dei Commentari si dice che la "stella polare la guarda con il suo occhio vigile dall'aurora alla fine del crepuscolo di un 'giorno' del grande respiro." (vedi 2: 6, 372).
Il secondo continente si protendeva a sud e a ovest del Polo Nord, ed è stato chiamato Iperboreo. Lemuria e Atlantide, com'è stato spesso affermato, erano la dimora della terza e della quarta razza. Il quinto continente è l'America, ma l'Europa e l'Asia Minore, quasi coevi con esso, sono generalmente indicati dagli occultisti Indo-Ariani come il quinto (2: 7-8). La razza Ariana, comunque, nacque e si sviluppò nel lontano nord, sebbene dopo l'affondamento del continente Atlantideo le sue tribù in seguito emigrarono verso il sud, in Asia. Ecco verso perché Prometeo (che è chiamato l'eroe della quinta razza) è il figlio dell'Asia (2: 768-9).
Quello che è accaduto in passato si ripeterà. Le razze umane nascono l'una dall'altra, si sviluppano, invecchiano e muoiono. Anche ora, sotto i nostri occhi, la nuova razza e le nuove razze si preparano a formarsi, ed è in America che avrà luogo la trasformazione che, in verità, è già silenziosamente iniziata — così silenziosamente, che per lunghi millenni i suoi pionieri, i particolari bambini che diventeranno uomini e donne particolari, saranno guardati come stravaganze anormali fisicamente e mentalmente. Poi, quando aumenteranno, e il loro numero diventerà sempre maggiore in ogni epoca, un giorno si ritroveranno ad essere la maggioranza. Allora gli uomini attuali cominceranno a essere guardati come fenomeni rari, finché a loro volta si estingueranno in paesi civili, sopravvivendo solo in piccoli gruppi su delle isole — le vette montuose di oggi — dove finalmente moriranno, forse tra milioni di anni a partire da oggi.
Questo processo di preparazione per la sesta grande razza deve durare attraverso la sesta e la settima sottorazza. Ma gli ultimi resti del quinto continente non spariranno fina qualche tempo dopo la nascita della nuova razza; quando un'altra e nuova dimora, il sesto continente, sarà apparsa sulle nuove acque sulla superficie del globo, in modo da ricevere i nuovi arrivati. Tutti quelli che saranno abbastanza fortunati da scampare al disastro generale emigreranno e s'insedieranno sul sesto continente. L'umanità non crescerà di nuovo in corpi giganteschi, perché mentre l'evoluzione della quarta razza li ha portati in basso, nel fondo della materialità nel suo sviluppo fisico, la presente razza è sul suo arco ascendente; e la sesta si svilupperà rapidamente fuori dai ceppi della materia e anche della carne.
Così è l'umanità del nuovo mondo — l'America, il cui continente emerse durante i giorni prosperi della grande Atlantide (2: 182) — la cui missione e il cui karma è di spargere i semi per una futura razza grandiosa e molto più gloriosa di qualsiasi altra che conosciamo oggi. I cicli della materia saranno seguiti dai cicli della spiritualità e della mente pienamente sviluppata. Secondo questa legge ciclica, la maggior parte dell'umanità futura sarà composta da gloriosi adepti. L'umanità è figlia del destino ciclico, e nessuna delle sue unità eviterà la sua missione inconscia, o rinuncerà al suo lavoro in cooperazione con la natura. Nelle parole di un Saggio:
"Il presente è il Figlio del Passato; il Futuro è la progenie del Presente. E tuttavia un momento presente! Non lo sai che tu non hai alcun genitore né puoi avere alcun figlio, che tu generi solo te stesso, in continuazione? Prima ancora che tu abbia cominciato a dire: "Io sono la progenie del momento passato, il figlio del passato," tu sei già diventato quel passato stesso. Prima di aver pronunciato l'ultima sillaba, ecco, non sei più il Presente, ma proprio quel Futuro. Così, il Passato, il Presente e il Futuro sono la sempre vivente trinità in uno — La Maha-maya dell'Assoluto che è." — 2: 446.
Gertrude W. Van Pelt (1856-1947) nacque a Elizabeth, New Jersey, e ricevette la sua prima educazione alla Miss Ranney's Private School e all'Holyoke College, Massachusetts. Si laureò in Scienze alla Cornell University nel 1881, e poi si laureò al Women's Medical College a Filadelfia. Dopo di che, fece un tirocinio al Women's Hospital a Boston e per un periodo perfezionò i suoi studi medici a Parigi e a Vienna.
Nel maggio del 1893, la dr.ssa van Pelt entrò a fare parte della Società Teosofica come membro della Loggia di Boston. Su richiesta di Katherine Tingley, nel 1900 andò nella sede generale di Point Loma, diventando Direttrice della Scuola e dell'Accademia a Lomaland, un ruolo che detenne fino al 1932. Fu membro del Leader's Cabinet, amministratore della Theosophical University fin dal suo inizio nel 1919, e nel 1934 le fu conferito il grado di Maestro di Teosofia. Attraverso i suoi 54 anni di servizio contribuì assiduamente ad articoli e opuscoli teosofici.
[1] Nell'Induismo Vamadeva è il nome dell'aspetto conservatore del Dio Siva. — n.d.t.
[2] Riguardo alla questione della sottorazza, HPB non sempre è chiara a quale livello di "sottorazza" si riferisca. A volte chiama una sottorazza "razza-famiglia," che è corretto, ma non è una sottorazza primaria. Qui ci sono alcune indicazioni della Dottrina Segreta sull'argomento: Volume I, pp. xliii, 185, 319, 610; Volume II, pp. 178, 351, 406, 433-35, 444-45, 471 nota. Forse la spiegazione più chiara la troviamo in Studies in Occult Philosophy, di G. de Purucker: "Sub-Races of the Fifth Root-Race," dove raccomanda al lettore anche il capitolo 21 dei Fundamentals (che pubblichiamo consecutivamente a Storia Arcaica della Razza Umana). Nella DS I: xlviii leggiamo: "'La descrizione' che leggiamo in Iside Svelata si riferisce all'evoluzione di queste Razze e dell'Umanità della nostra quarta e quinta Razza nel Manvantara Vaivasvata o 'Ronda'; ogni Ronda è composta degli Yuga dei sette periodi dell'Umanità; quattro di essi sono ora passati nel nostro ciclo, avendo quasi raggiunto il punto mediano della 5.a [Razza]. (il corsivo è aggiunto). Mentre HPB definisce gli Indo-Europei come la 5.a "sottorazza" della Quinta Razza Radice, uno studio più approfondito dei suoi altri commenti mostra che lei intende una sub-sub-razza o razza-famiglia. Il punto mediano della 5.a Razza Radice è la 4.a sottorazza perché un punto mediano si trova sempre a metà strada attraverso il 4.o periodo in un ciclo di 7. (Nota di W. T. S. Thackara — Theosophical University Press) — n. d. t.
[3] Qui il termine non significa dolico-cefalico né brachio-cefalico, e nemmeno crani di volume più piccolo, ma semplicemente cervelli privi d'intelletto. — 2:168, nota.
[4] Il termine Ariano deriva dalla radice sanscrita arya, "nobile," e per secoli ha indicato gli antichi popoli Indo-Europei che emigrarono verso l'India del Nord, Avayarta. Negli scritti di H. P. B. si riferisce in generale alla quinta sottorazza, cioè all'umanità di oggi.
[5] Così nel testo inglese. — n. d. t.
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