Prima Edizione copyright © 1945 by Theosophical University Press; copyright rinnovato 1973 dalla Theosophical University Press. Traduzione italiana © Nicola Fiore 2017. Quest'edizione può essere scaricata gratuitamente per uso personale. Nessuna parte può essere riprodotta senza chiedere il permesso alla Theosophical University Press.
Pubblicato postumo nel 1945, tre anni dopo la morte dell'autore, Studi sulla Filosofia Occulta presenta le gamme più profonde, filosofiche e mistiche, della dottrina teosofica. Qui non sono battuti sentieri fantasiosi, la sua esposizione è confinata alle dottrine originali di H. P. Blavatsky e dei Maestri. Si appella alla mente dedita a una costante e determinata ricerca della verità, "insediata in alto sulla sua roccia adamantina, sola, eterna e suprema." Ciò che cerchiamo è una spiegazione della vita e dei suoi misteri, la presentazione di una "filosofia della spiegazione razionale delle cose.
Il libro comprende tre sezioni principali: "Dissertazioni della Loggia del Quartier Generale" include gli argomenti trattati durante le serate di studio dei libri teosofici, inclusa La Dottrina Segreta e la serie delle Lettere dei Mahatma. Durante questi incontri un interlocutore presentava un argomento, seguito da una discussione generale. Allora il Dr. de Purucker aveva l'abitudine di raccogliere i fili delle idee in discussione e d'intrecciarli in riflessioni coerenti, correggendo le cattive interpretazioni della dottrina, rafforzando i punti deboli della logica, spiegando le apparenti contraddizioni o paradossi. Il suo scopo non era di esporre un trattato su qualche soggetto, né questa raccolta presenta la filosofia completa. Il suo valore sta nella ricchezza di pensiero su un largo raggio della dottrina teosofica, come pure nel metodo d'insegnamento di G. de Purucker, che non era mai elaborato o pianificato, ma dato estemporaneamente, con nessun tentativo di uno stile rifinito.
La sezione delle "Domande-Risposte include le risposte alle richieste degli studenti disseminati in tutto il mondo, molte delle quali erano apparse in The Theosophical Forum, e altre prese dalle sue lettere.
Riguardo la traduzione italiana: poiché Studi sulla Filosofia Occulta è un grosso libro di 750 pagine, il traduttore ha cercato di rendere il materiale più immediato e accessibile, ritenendo opportuno selezionare gli articoli secondo i temi, e pubblicarli serialmente online.
Theosophical University Press
giugno 2017
"Razze, Ronde e Catene Planetarie" sono articoli estrapolati e raggruppati da Studies in Occult Philosophy di G. de Purucker, che ampliano e completano Man in Evolution, dello stesso autore. Insieme con Archaic History of the Human Race di Gertrude W. Van Pelt, e Evolution and Creation: A Theosophic Synthesis, di W. T. S. Thackara, danno un vasto panorama della dottrina di H.P.B. sull'argomento.[1]
Indice
1 – L'Asia Centrale, Culla della Nostra Civiltà
2 – La Razza Radice e le sue Suddivisioni
3 – Note sul Carattere della nostra Quinta Razza
4 – Scimmie, Scimmie Antropoidi e i Primi Uomini
5 – I Bambini Rispecchiano la Razza
6 – L'Evoluzione nel Regno Umano — I
L'Evoluzione nel Regno Umano — II
L'Evoluzione nel Regno Umano — III
7 – La Chiusura della Porta nel Regno Umano
8 – Regni Elementali ed Elementi Cosmici
9 – Pitṛi Lunari e Pitṛi Agnishvātta
10 – Le Monadi nell'Uomo
11 – Razze Radice e Onde di Vita
12 – Catene Planetarie e Principi
13 – ll Periodo di Vita di una Catena Planetaria
14 – Lo Sviluppo dei Principi dell'Uomo nelle Ronde
15 – Il Surplus di Vita — I
Il Surplus di Vita — II
16 – Dopo il Kali-Yuga
17 – Fossili della Terza Ronda
18 – Resti del Neolitico e del Paleolitico
Studi sulla Filosofia Occulta — II
Bibbia E Cristianesimo
Studi sulla Filosofia Occulta — III & IV
Studi sulla "Dottrina Segreta"
Studi sulle "Lettere dei Mahatma"
Compagni, voglio parlarvi di qualcosa cui ha alluso molto vagamente H.P.B. ma, poiché ho sentito alcuni dei nostri oratori e scrittori riferirsi a questo soggetto in maniera inadeguata, sento il bisogno di guidare la nostra nave un po' più vicino al vero nord, per quanto riguarda quello che un tempo la scienza era solita chiamare il centro della dispersione dei popoli della terra. La scienza di vecchio stile collocava l'origine della civiltà, e soprattutto del ceppo Ariano, nell'Asia Maggiore, su quello che ora è il grande altopiano dell'Asia Centrale. Il che, in un certo senso, è proprio vero; ma il soggetto non è così semplice. Prima che la nostra attuale Quinta Razza Ariana si formasse come razza sui generis, per così dire, una razza con un suo tipo e genere, distinta dalla Quarta Razza Radice precedente, la nostra attuale Quinta Razza aveva avuto un'evoluzione di milioni di anni mentre la Razza Radice Atlantidea stava lentamente andando a pezzi. Mi sono spesso chiesto se un giorno la scienza del futuro sarà capace di scoprire in un vasto tratto di terra nell'Asia Centrale, oggi un deserto sibilante di sabbia e pietra, che alterna freddo e caldo — mi sono spesso chiesto se la scienza sarà capace di scoprire in questo vasto tratto dell'Asia Centrale i resti di popolazioni che erano più civilizzate di quanto lo siamo noi oggi, più avanzate nelle invenzioni, più avanzate nelle scoperte, più avanzate nella filosofia, scienza e religione, di quanto lo siamo noi, molto di più.
Dov'è questo tratto centrale dell'Asia? Se prendete una mappa dell'Asia e vi cercate la Persia, il Belucistan, l'Afghanistan, Bukhara, il Turkistan, il Mare di Aral, il Mar Caspio, e a oriente il Pamir e l'Hindu Kush, e il Tien Shan, gli Altyn Tagh, ecc. — un paese enormemente vasto, la maggior parte del quale è una distesa deserta — vi troverete il luogo da cui noi siamo venuti come ceppo razziale. Allora quella terra era popolata da civiltà molto sviluppate che si succedevano l'una con l'altra nel tempo. Vi fiorirono centinaia di straordinarie città. La terra era verdeggiante e fertile, era un aggregato di magnifiche città. E da questa culla della nostra razza, come razza sui generis, fate attenzione, dalle sue parti settentrionali in seguito discesero nella penisola indiana quei popoli che chiamavano se stessi "Ariani," "la 'Casta Alta," che poi si divisero in Quattro Caste: Brāhmaṇa, Kshattriya, Vaiśya, e Śūdra. Dalle zone del sud-est più tardi vennero i Babilonesi, gli Assiri, i Medi, i Persiani, e i popoli dell'Europa, specialmente Greci e Romani. E nelle periferie e su tutto l'ambiente che circondava questi tratti di terra molto civilizzati, immensi nella loro estensione, c'erano popolazioni limitrofe. Queste ultime erano resti degli Atlantidei, come i Cinesi, i Giapponesi, i Giavanesi, i Siamesi e i Tibetani. Dopo un po' emigrarono tutti e si stanziarono altrove, ma a quel tempo c'erano delle popolazioni nelle vicinanze che avevano vari gradi di civiltà, le future successive sottorazze che a quel tempo erano nella loro infanzia e fanciullezza. Divennero i popoli Celtici e Teutonici dell'Europa e dell'Europa occidentale. Allora l'Europa era in gran parte sommersa dalle acque. Le Alpi stavano emergendo: solo le cime e un certo gruppo di colline ai piedi delle Alpi emergevano dal mare. A quel tempo gli Arabi erano ancora selvaggi, progenie della mescolanza tra i popoli Atlantidei e Ariani. Ancora non si sono realizzati. Un giorno lo faranno.
Questo vasto tratto del paese Asiatico che, tranne in alcuni punti, ora è un altopiano elevato battuto in inverno da venti gelidi e nei mesi caldi da quelli che qualche popolazione chiama i venti infernali, caldi come l'inferno, allora era comparativamente basso riguardo alle cime sopra il livello del mare. Esisteva un immenso mare interno al nord, che si riversava nell'Artico. Quel mare oggi è quasi sparito, praticamente si è come prosciugato, per cui tutto quello ne che rimane è il Piccolo Mare di Aral, il Caspio, il Mare di Azov, l'Eusino, il Mar Nero. C'era anche un mare nascosto in quella che oggi è la Mongolia. H.P.B. parla di questo mare, che ora è evaporato, svanito, proprio come il Grande Lago Salato dell'Utah sta lentamente scomparendo. Perché? Perché lentamente le terre cominciarono a sollevarsi; le acque si prosciugarono; vaste distese di quella che adesso è la Russia cominciarono ad emergere dalle acque, e successivamente apparvero la Germania meridionale, la Francia costiera, le Isole Britanniche e l'Irlanda. Tutto l'aspetto delle cose era cambiato. La geografia era completamente cambiata, il clima era cambiato.
Ma credo che prima o poi l'archeologia, scavando nelle sabbie dei deserti sibilanti, vi scoprirà i resti di pietra di vaste città. Lo sa il cielo cos'altro si potrebbe scoprire in Persia, Belucistan, Afghanistan, Bokhara, e nel nord più lontano del Turkistan. In quella precedente epoca storica, quando questo tratto era prospero, era una terra meravigliosa, un aggregato di terre, un continente mirabile, praticamente circondato dal mare, con isole e paesi periferici.
Milioni di anni prima, in quel periodo nacque il ceppo Ariano dalle degenerate tribù Atlantidee dove oggi l'Oceano Atlantico agita le sue onde senza pace. Sei o sette milioni di anni fa ebbe origine la nostra grande razza Ariana, che migrò in una serie di ondate sotto la guida spirituale verso le allora ridenti terre dell'Asia Centrale, dove ora c'è il deserto di Gobi: un altro grande altopiano, oggi arido e sferzato dal vento dove allora esisteva un bel mare interno. Ci dicono di non meravigliarci che la Geografia, considerata come scienza, fosse una delle scienze degli antichi Misteri.
A quando risale tutto questo? — potreste chiedervi. Quando visse questo splendido gruppo di popoli molto civilizzati, con le loro numerose invenzioni che ancora non abbiamo scoperto? Quand'è che vissero nell'Asia Centrale, in quelle terre dove scorrevano acque limpide, piene di una stupenda vegetazione, con un clima mite e stabile? Quando accadde tutto questo? Cominciò con l'inizio del kṛita-yuga. Fatevi il conto. Noi ora siamo all'inizio del kali-yuga.
Sommate quindi: kṛita-yuga, 1.728.000; tretā-yuga, 1.296.000; dvāpara-yuga, 864.000 — un totale di tre milioni e ottocentomila anni fa all'incirca. Vediamo come accadde. Quando il clima cambiò, quando le terre si sollevarono man mano che il mare si ritirava, quando i deserti cominciarono a invadere le distese di terra coltivabile, le popolazioni si ritrovarono con un clima impossibile. Migrarono a loro volta, in serie; si stanziarono sulle nuove terre recentemente emerse a occidente e a oriente, e nacque l'Europa. È in quel periodo che dobbiamo rintracciare anche l'origine degli Assiri, degli Hindu, dei Medi, i Persiani, i Babilonesi, i Greci, i Romani, i Celti, i Teutoni, qui non elencati nel loro ordine cronologico d'apparizione, ma così come mi vengono i nomi.
Naturalmente, essi si mescolarono; l'incrocio di razze procedeva a ritmo sostenuto. A volte queste popolazioni erano superbe e orgogliose della supposta purezza del loro sangue, come lo sono alcuni dei nostri popoli. Ma gradualmente si mescolarono, producendo ceppi così come li abbiamo oggi. Sulla superficie del nostro globo non esiste una cosa come una razza pura. Siamo tutti misti. Siamo solo diversi reciprocamente a causa dell'isolamento. I popoli sono stati isolati, alcuni per centinaia di migliaia di anni finché anche il colore dei capelli e la struttura del corpo sono in qualche modo cambiati. Così il vero Cinese, sebbene sia l'ultimo residuo dell'ultima settima sottorazza Atlantiana, non è un vero Atlantideo. È un Ariano misto, perché appartiene alla nostra razza Ariana, nel tempo e nel karma. Anche il Giapponese e il Giavanese e molti altri sono misti.
Per favore, compagni, non dovete però supporre che io stia affermando che questo tratto di terre dell'Asia Centrale fosse la sola terra abitabile sulla superficie del nostro globo. Non intendo affatto questo. Sto parlando delle origini delle nostre popolazioni Ariane, quelle che si stanziarono in Europa con i loro differenti ceppi, e che mandarono in India, in Tibet, nel Siam, in Birmania e anche in Cina, le loro orde migratorie, mescolandosi con gli aborigeni del luogo. Ma sull'altro lato del globo c'erano vasti tratti di terra che in qualche caso erano abitati da popoli abbastanza civili, e altri da barbari. Ad esempio, la grande Isola nell'Oceano Indiano, in seguito chiamata Daitya dagli Hindu, e abitata da quelli che loro chiamavano i Rākshasa, venne in esistenza simultaneamente a queste prime popolazioni Ariane che migrarono da quello splendido tratto di terra nell'Asia Centrale. Inoltre, la moderna Ceylon è il promontorio più settentrionale di quella che era una vasta isola con un'enorme estensione, ora sommersa. C'erano isole grandi e piccole su tutto il globo.
Naturalmente, l'Australia già allora esisteva. Parti del continente americano erano sopra le acque, altre parti ancora sommerse, proprio come in futuro alcune parti saranno sommerse e altre emergeranno. L'Egitto c'era. Si stava formando lentamente. La colonia di Atlantidei provenienti dall'Atlantico era venuta in due o tre ondate migratorie. E in seguito, l'Egitto accolse un'ondata migratoria di quelli che gli antichi chiamavano Etiopi, non Neri, ma popolazioni la cui pelle era così scura a causa del clima torrido in cui vivevano, per cui furono chiamati Etiopi, "gente dalla pelle bruciata" che venivano da Oriente, dall'India settentrionale e dall'originaria Ceylon, dove oggi vi sono rappresentati dai Tamil. E gli ultimi Rākshasa di Lanka, di Ceylon, si erano Arianizzati. Gli Egiziani subirono l'orda migratoria da Lanka, da quelli che erano chiamati i figli di "Shesu Hor," i figli di Horus — popolazioni Arianizzate.
Domanda: Cosa ne è stato degli ego che crearono quella grande civiltà tanto tempo fa nella regione del Gobi? Ritorneranno sulla terra, edificheranno un'altra civiltà?
Risposta: L'intera questione è complicata e tratta lunghi periodi anche di tempo geologico. Ci furono due epoche diverse. Una era all'inizio della Quinta Razza Radice, durante l'apogeo di Atlantide, che stabilì un centro su una zona di terra e acqua, piuttosto vicina a dove oggi si trovano il deserto del Gobi e la Cina nord-occidentale. Ma questo accadeva milioni di anni prima del periodo al quale ho specificamente accennato prima, che era l'inizio della parte europea della Quinta Razza Radice, o Europei-Asiatici, dopo che il primo centro era già diventato leggendario attraverso i lunghi passaggi di tempo. In ogni caso, posso rispondere alla domanda in questo modo. Gli ego che allora abitavano quelle civiltà dell'Asia centrale e dell'Asia centro-settentrionale, di cui ho parlato in precedenza, siamo noi stessi; non alludevo a qualche particolare centro esoterico, se non incidentalmente, ma semplicemente all'emergere, razzialmente parlando, della Quinta Razza e delle sue prime civiltà nelle terre che ho indicato, e come il clima divenne inospitale quando la terra si sollevò, i mari si ritirarono, e distese aride rimpiazzarono i paesi una volta fertili di quella zona. Da quella zona, grande com'era, come una sorta di epicentro, migrarono a est, ovest e sud, non tutti insieme, ma attraverso migliaia di anni, le parti iniziali o primordiali di quei popoli che in seguito diventarono Cinesi, Tartari, Hindu, Greci e Romani, e le tribù Celtiche e Germaniche, Scandinave, ecc. Anche questo ebbe luogo prima che l'Egitto si formasse, perché dovete ricordare che l'Egitto è stato ed è veramente il dono del Nilo: una terra costruita nel Mare Mediterraneo con limo, sabbia, detriti, che il Nilo aveva trascinato attraverso le epoche dall'interno dell'Africa, e che aveva depositato, epoca dopo epoca, alla sua foce, cosicché la sua foce si estese gradualmente nel Mediterraneo formando così il delta egiziano. Quindi, potete vedere che l'Egitto, anche se molto rapidamente, venne dopo il secondo periodo posteriore che ho menzionato prima. Ma la risposta alla sua domanda è breve: gli ego che abitavano quelle civiltà siamo noi stessi, o almeno una parte di noi, perché anche in quei lontani periodi c'erano civiltà in decadenza su altri luoghi della terra — i resti in disfacimento di Atlantide; e, per giunta, alcuni di questi ultimi ego sono tra noi ancora oggi.
Domanda: Nella Tradizione Esoterica c'è un accenno al fatto che il punto intermedio della Razza Radice Atlantidea risale a 8 o 9 milioni di anni fa. Credo che ora lei stia parlando della culla della civiltà asiatica che fiorì tanto tempo fa, all'incirca tre milioni e mezzo di anni or sono. Il punto è questo: come dobbiamo considerare i famosi 850.000 anni dalla sommersione della maggior parte di Atlantide, a giudicare dalla Dottrina Segreta? O questa è una semplice finzione? La parte principale del continente di Atlantide fu sommersa mentre la culla della civiltà dell'Asia stava fiorendo, oppure dopo?
Oggi c'è un grande interesse nei confronti del Gobi, come lei sa. Qualche accenno addizionale sulle civiltà del Gobi sarebbe il benvenuto. Dobbiamo intendere che il Gobi, come centro di civiltà, era più recente rispetto alla civiltà degli altopiani di tre milioni e mezzo di anni fa, di cui lei ha parlato?
Risposta: In quello che ho precedentemente detto è ovvio che non ho cercato di andare in qualche dettaglio. Ho semplicemente attirato l'attenzione su uno, due o tre punti salienti nella storia esoterica connessa all'Asia Centrale. Questo è tutto.
Rispondendo ora a quest'ultima domanda, il punto centrale della civiltà Atlantidea, che era il kali-yuga della Quarta Razza Radice, si sviluppò quattro o cinque milioni di anni or sono. Equivale a dire che la nostra Quinta Razza Radice, che vide i primordi della sua nascita all'incirca in quel periodo, è ugualmente antica di quattro o cinque milioni di anni. Inoltre, anche noi stiamo iniziando il nostro kali-yuga della Quinta Razza Radice, e oggi già vediamo tra noi i primordi della Sesta Razza Radice. In altre parole, cominciamo a intravedere gli inizi della nascita della Sesta, come il punto intermedio di Atlantide vide la nascita della nostra Quinta. È chiaro questo?
Tuttavia, anche se dalla nostra originale condizione embrionale, per così dire, noi siamo antichi di quattro o cinque milioni di anni, tuttavia, come razza sui generis, il che significa una razza con un proprio tipo o carattere, la nostra Quinta Razza Radice è antica più o meno un milione di anni. È a questo che allude H.P.B. nella Dottrina Segreta.
Come ho detto prima, fu dall'Asia Centrale che derivarono gli inizi delle civiltà dei ceppi europei. Noi conosciamo solo l'ultima di queste sottorazze minori della nostra Razza Radice, la Germanica. Oggi ci sono soltanto resti delle precedenti grandi sottorazze, come quella Mediterranea, fra le quali erano preminenti Greci e Romani; e prima di loro, la Celtica; e, ancora prima di queste, altre i cui nomi si sono perduti nella notte dei tempi. Ma tutte queste diverse sottorazze della nostra attuale Quinta Razza Radice nacquero in Asia Centrale in periodi differenti, e ogni ondata proveniva dalla madrepatria, la culla della nostra Quinta Razza Radice, e si diffuse nel mondo in direzioni diverse, soprattutto verso ovest; come ha intuitivamente evidenziato il poeta inglese: "Il corso dell'impero prende la sua strada verso ovest." Cambiamo questo termine "impero" con le sue infernali associazioni politiche, e sostituiamolo con: "il corso della civiltà prende la sua strada verso ovest."
L'Asia Centrale comprende un'immensa distesa territoriale. La Mongolia, il deserto di Shamo o Gobi, il Tibet, incluse le sue parti settentrionali; le sue immense catene montuose come il Tien Shan e il Karakorum e altre, l'Afghanistan, il Belucistan, la Persia, e quello che oggi è chiamato Turkistan: per la maggior parte una terra deserta, disseccata e arida, qualcuna sotto il livello del mare, da dove l'Himalaya s'innalza in alcune delle montagne più alte del globo.
Tutta questa terra — tranne le zone coperte da laghi e mari — che ora è abitata da tribù parzialmente civilizzate o barbare, o anche selvagge, in periodi diversi, durante gli ultimi quattro o cinque milioni di anni dal punto intermedio di Atlantide, era coperta di fiorenti civiltà che si alternavano l'un l'altra in differenti parti dell'Asia Centrale su questo vasto tratto al quale ho accennato. Contemporaneamente, a una grande civiltà in questa parte dell'Asia succedeva una nuova civiltà in un'altra zona, e ancora più tardi, nel corso del tempo, la marcia degli eventi portava una diversa civiltà in una terza zona, e così via; tuttavia ciascuna di queste civiltà era a sua volta una culla dalla quale si sviluppavano diramazioni di colonie inviate a portare la civiltà nelle terre che allora erano parti del mondo barbare e incolte, come quelle che oggi corrispondono all'Europa, alla Cina, alla Siberia e all'India.
Fu da una di queste civiltà posteriori medio-Asiatiche che vennero i primi Brāhmaṇa quando discesero nella penisola Indiana, che chiamarono se stessi Ariani, come fecero: "i prescelti," "i nobili," appellativi pieni d'orgoglio — ārya. Ma questo è sempre il modo di fare dei conquistatori. A volte i conquistatori sono conquistati dalla scienza e dalla saggezza dei popoli conquistati. Graecia capta Romam victricem subduit. La Grecia, conquistata, si sottomette a Roma, il conquistatore. È vero.
Ora, vi sono molte cose da relazionare a uno studio come questo. Ci sono questioni geografiche, religiose, etnologiche e razziali. Non fu un solo popolo ad abitare e a costruire queste civiltà dell'Asia Centrale. Erano ondate ricorrenti della nostra attuale Quinta Razza Radice. Le prime ondate si mescolarono largamente con gli immigrati Atlantidei, che venivano dalle isole dell'Atlantico che stavano affondando, i resti sommersi del continente Atlantideo. Le successive civiltà erano molto più Arianizzate; in verità, appartenevano molto di più alla nostra Quinta Razza Radice.
Un esempio: da dove venne la civiltà della Grecia e da dove venne quello splendore che era la Grecia stessa? Da dove venne la civiltà degli Etruschi e di altri popoli italiani, e quella dei Romani? Da dove vennero? In questi particolari esempi, essi erano gruppi degli ultimi emigrati dall'Asia Centrale che discesero dall'altopiano, giù fino al mare interno, e si stanziarono sulla terra che oggi chiamiamo Grecia: Creta fu la prima di tutte, includendo il continente greco. Allora l'ondata che avanzò in un periodo successivo si stabilì in Italia e diede vita agli Etruschi e ai primi Romani, i Sabini, i Sanniti, gli Osci, e così via. Naturalmente, tutto questo non ebbe luogo senza combattere. Vi furono molte guerre in quei tempi, guerre terribili tra i resti in via d'estinzione delle popolazioni Atlantidee, i veri Atlantidei che erano continuamente in guerra con quelli della Quinta Razza, se così posso parafrasare. Perché, come Platone indica in uno dei suoi Dialoghi, parlando di una storia a lui narrata dal suo avo Solone, che l'aveva sentita dai sacerdoti d'Egitto:
Ci fu un tempo in cui dall'Oceano Atlantico venne un'orda che provò a stanziarsi sulle terre che ora sono la Grecia e l'Italia. Voi Greci siete i loro discendenti, i discendenti di una volta. Avete dimenticato il vostro glorioso passato, quando i vostri antenati si radunarono insieme e respinsero gli invasori, preservando intatta la civiltà che avevate.
Nello stesso modo, l'Indostan fu costruita dai Brāhmaṇa. Così la Grecia, Roma, e l'Europa occidentale, furono ugualmente popolate, colonizzate, raffinate e civilizzate dagli emigrati provenienti da diverse civiltà che si sviluppavano, crescevano e poi si estinguevano, che provenivano da quella culla della nostra Quinta Razza Radice, l'Asia Centrale.
Tutte queste cose accaddero in un periodo di tempo che cominciò all'incirca quattro o cinque milioni di anni or sono — il tempo in cui ebbe inizio l'apice delle civiltà di Atlantide — fino ad oggi. Lei mi chiede se l'isola della quale H.P.B. dice che affondò 850.000 anni fa si riferisca alla sommersione di Atlantide. Oh, no! Parlare della sommersione di Atlantide sarebbe come parlare oggi della sommersione degli attuali massicci di terra. Lei intende l'Europa, l'Asia o le due Americhe? Atlantide era molto più vasta dei nostri odierni massicci di terra ma era divisa in continenti, e questi continenti erano separati da mari poco profondi e da mari più profondi. H.P.B. si riferisce al periodo di 850.000 anni fa quando fu sommersa l'ultima e vasta isola nel Pacifico, chiamata Ruta. E fu seguita poi, un paio di centinaia di migliaia di anni fa, dalla sommersione dell'isola ancora più piccola chiamata Daitya; e in seguito non ci furono più sommersioni di rilievo fino a 11.000 o 12.000 anni or sono, quando Poseidone, che Platone indicava come un'isola relativamente piccola nell'Atlantico, un'isola dall'estensione all'incirca dell'odierna Irlanda, affondò sotto le onde con tutta la sua civiltà, templi e dèi, uomini e donne, in un solo giorno e una sola notte, secondo la leggenda. Una notte d'orrore che seguiva un giorno d'orrore. L'isola era un covo di stregoni, maghi della stregoneria più nera. E da quella piccola isola, circa 11.000 anni fa, venne l'ondata degli emigranti che cercarono di conquistare le popolazioni greche e romane che, come ho detto prima, vi si erano stanziate.
No, il destino di Atlantide risuonò quattro milioni e mezzo di anni fa; e qui intendo l'Atlantide in generale, non qualcuno dei suoi continenti o vaste isole, ma della razza. Era il tempo in cui la nostra Quinta Razza Radice cominciava a vedere la luce, il suo periodo embrionale.
Credo che un giorno i nostri archeologi e altri scienziati, scavando nei deserti battuti dal vento, le sabbiose e aride pianure del Turkistan, Persia, Belucistan, scopriranno i resti che mostrano che esisteva almeno una civiltà come quelle che abbiamo oggi, a giudicare da quanto allora si potrà scoprire lì sotto forma di edifici, o fondamenta di edifici di pietra indistruttibile, forse anche manufatti di rame e vetro. Chi lo sa?
C'era una civiltà, qualche migliaio di anni antecedenti alla storia primordiale che conosciamo sulla Grecia, Creta e l'Asia Minore, dove ora ci sono le aride terre della Persia, che avrebbe fatto impallidire tutto quello che la Grecia o l'Egitto o Babilonia potevano esibire — una civiltà più nobile, più grande della nostra. Fu la madrepatria delle popolazioni greche, romane e italiote. Da lì vennero come colonizzatori; e prim'ancora, come ho già indicato, in tempi ancora più remoti della storia ora totalmente dimenticata, dove adesso ci sono solo pianure e deserti sabbiosi, sterili montagne e selvagge distese sibilanti, dove il vento risuona di tutti i lamenti dell'Inferno, si sarebbero potute vedere terre magnifiche coperte di vegetazione, adorne di frutti e foreste di alberi, erba verdeggiante, strade ben asfaltate illuminate di notte, città collegate reciprocamente e paesi collegati l'uno con l'altro — un sistema ben organizzato sotto tutti i punti di vista. Ora, è tutto dimenticato — come lo saremo anche noi un giorno.
L'Asia Centrale non è solo la culla della civiltà della nostra Quinta Razza Radice, ma la nostra madrepatria, dove all'inizio, quando la Quinta Razza Radice cominciò a diventare un ceppo separato da Atlantide, andarono i primi colonizzatori della Quinta Razza e vi si stanziarono. Allora era una terra emersa dalle acque, con le sue alte pianure e altopiani — attraverso le ere, man mano che le epoche si succedevano — le nuove razze embrionali cercarono di vivere senza le diavolerie dei loro antenati Atlantidei, seguendo ora il proprio destino. Protetta dal Karma, protetta dalla Loggia, la primitiva Quinta Razza si stanziò lì. Le sottorazze si succedevano l'un l'altra, elevandosi dall'innocenza alla conoscenza e dalla conoscenza a un minimo di saggezza — e oggi che abbiamo raggiunto il nostro kali-yuga stiamo cominciando a pagare i suoi abusi. Quando gli uomini impareranno che l'unica via che porta alla felicità e alla pace, alla prosperità e all'accrescimento dei beni sia spirituali che materiali, è l'obbedienza alla legge spirituale e morale e al servizio. È la sola via: obbedire al comando divino che sussurra in ogni cuore umano, e al servizio dell'umanità. L'egoismo si libera dei suoi propositi. Afferra e impugna un'ombra greve e si ritrova con niente nelle mani. È dando che si ottiene, strano paradosso. È con il lavoro che il braccio diventa forte. È esercitando il cuore che vengono fuori le sue parti più nobili.
Stasera vorrei rispondere a una domanda molto interessante che mi hanno fatto:
"Questo ha a che fare con le sottorazze, e con le diramazioni delle sottorazze. Il ciclo precessionale di 25.920 anni è la durata di un'intera Razza Nazionale. Lei dice che una Razza Famiglia è sette volte la durata di una Razza Nazionale, che sarebbe sette volte 25.920. Ora, nel Theosophical Forum del 15 novembre 1932, pp. 82-3, lei dice: 'attualmente siamo nella prima sottorazza della razza-famiglia Europea, ma in un ciclo più ampio ci stiamo anche avvicinando al punto intermedio della Quarta Sottorazza Primaria o Maggiore della Quinta Razza Radice. In altre parole, di questa Quarta Sottorazza Primaria o Maggiore della Quinta Razza Radice, noi siamo un ramo minore, il quinto del suo ciclo settenario.'. . . Per favore, può dare una spiegazione più esauriente?"
La ragione di quest'affermazione citata è che io ho chiamato la Razza Europea una Razza Nazionale secondo lo schema che ho elaborato in Fundamentals. Ma qui, poiché scrivevo in fretta, non avevo considerato le mie precedenti parole. Mi sono intrappolato nel dire che la Razza Europea formava una Razza Famiglia. La risposta è molto semplice. Ho usato il termine "Razza Famiglia" non tecnicamente ma semplicemente per mostrare che l'intera famiglia dei popoli europei formava una famiglia razziale. Se vogliamo dirlo tecnicamente, questi popoli europei insieme formavano una Razza Nazionale, come ora spiegherò.
La Razza Nazionale è un Ciclo Precessionale — 25.920 anni. L'uomo generalmente vive 72 anni. Ora, queste sono affermazioni di media. Anche un bambino sa che ogni essere umano non vive 72 anni. Alcuni vivono molto meno, e altri molto di più. La mia opinione è che l'effettiva vita media dell'essere umano oggi sia di 15 o 20 anni, se prendiamo in considerazione gli innumerevoli esseri umani che muoiono prima di aver raggiunto la fanciullezza; milioni che trovano la morte in guerra; milioni che muoiono per incidenti o, se raggiungono la maturità, muoiono prematuramente per un incidente o qualche tremenda malattia. Se prendiamo ogni singolo caso di morte, e tutta la cifra di 2 miliardi della razza umana oggi, e facciamo un calcolo matematico, realizzeremmo, io credo, che l'aspettativa della vita ordinaria dell'essere umano comune non sia più di quindici anni, forse venti. Questo dimostra perfettamente l'enorme numero di esseri umani che muoiono prima, stroncati o uccisi in un disastro ferroviario, tra i relitti di un nubifragio, in guerra, nelle malattie dei bambini piccoli.
Ma qui consideriamo la vita di un individuo ordinario come di 72 anni; poi viene la Generazione Tribale, la Razza Tribale, poi la Razza Nazionale, poi la Razza Famiglia; e ciascuna, considerando l'uomo individuale, è sette volte più lunga della precedente.
Ora, quali esempi abbiamo quindi di una Razza Nazionale, che secondo qualche calcolo in base alle cifre date ha la durata di 25.920, un ciclo astronomico? Una Razza Nazionale è ben esemplificata da tutte le razze dell'Europa di oggi. Il termine "nazionale" qui non ha lo stesso significato del nostro termine ordinario nazione quando diciamo la nazione francese o la nazione inglese, o italiana o svedese. Come io uso il termine in questo contesto, quella che chiamerei Razza Nazionale include tutte le nostre attuali nazioni europee, Polacchi, Tedeschi, Francesi, Svizzeri, Russi, Greci, Bulgari, Cecoslovacchi, Inglesi, Irlandesi, Gallesi, Scozzesi, Svedesi, in breve tutti gli Scandinavi, Belgi, Olandesi, Portoghesi e Spagnoli: tutti loro, presi nell'insieme, sono quella che chiamiamo una Razza Nazionale. Il suo periodo di tempo è all'incirca un Ciclo Precessionale, quasi 26.000 anni. E potrei giusto aggiungere che il suo periodo di vita si è svolto poco più di un terzo. Sono trascorsi all'incirca 9000 anni, distinti dalla precedente Razza Nazionale, usando il termine come lo usiamo qui.
Un altro esempio di una Razza Nazionale sono i popoli del Nuovo Mondo, dei continenti settentrionali e meridionali dei cosiddetti Pellerossa, degli Atzechi, degli Inca, e tutti quanti: nel complesso essi hanno dei punti d'unione, di sangue, legami di linguaggio, e formano quella che io chiamo una Razza Nazionale.
In un altro senso, ma ancora nello stesso significato a un certo grado, potremmo ugualmente esemplificare come una Razza Nazionale tutti quelli che sono comunemente chiamati Mongoli. Molti popoli chiamati Mongoli non sono Mongoli. Ma vi è qualcosa di valido in quest'idea generale, perché queste popolazioni hanno una parentela di sangue e, in una certa misura, linguaggi affini. Quindi, presi nel loro insieme, formano una Razza Nazionale.
Ora, chiamerei una Razza Famiglia quelle che la vecchia etnografia dei tempi di mio padre chiamava la specie differente dell'umanità. Vorrei portare l'esempio di una Razza Famiglia parlando dei cosiddetti Caucasici. Così, gli Hindu appartengono insieme a noi Europei (poiché le Americhe sono state colonizzate da razze europee) al ramo caucasico della famiglia umana, e formano perciò quella che io chiamo una Razza Famiglia; ma gli Hindu non appartengono alla nostra Razza Nazionale europea.
Un altro esempio di una Razza Famiglia sarebbero i Mongoli, se li consideriamo su una scala più estesa. In questo caso, includeremmo i Cinesi, i Manciuriani, i Giapponesi, i Lolo, i Tibetani, i Birmani, i Siamesi, e forse i Malesi: complessivamente formano un grande Gruppo Famiglia che è distintamente diverso dal gruppo Caucasico, come ho usato questo termine.
E poi un terzo tipo di Razza Famiglia o Ceppo Famiglia sarebbero le popolazioni nere dell'Africa, distinte fra loro come lo sono gli europei; parlano diverse lingue che molti non possono capire. Lo stesso è per l'Europa, nella nostra Razza Nazionale. Ma qui non mi riferisco a una Razza Nazionale, ma a una specie d'umanità che chiamerei una Razza Famiglia Caucasica, cosiddetta Mongola — se preferite scegliere questo termine molto imperfetto — Africani.
E poi, ancora un altro esempio di ciò che intendo per una Razza Famiglia che raduna parecchie Razze Nazionali, sarebbero gli abitanti originari del Nuovo Mondo, dei Continenti a nord e a sud, sebbene abbiano le loro Razze Nazionali; proprio come gli Hindu e gli Europei hanno le loro Razze Nazionali; proprio come gli Hindu e gli Europei formano un ceppo completo, tuttavia come Razze Nazionali gli Hindu sono qui, gli Europei sono lì.
Allora, quando trattiamo le Razze Tribali, dobbiamo selezionare al di fuori di una Razza Nazionale una divisione ancora minore: intendo una di quelle razze minori la cui preponderanza numerica si raccoglie insieme per formare una Razza Nazionale. Così, della Razza Nazionale in Europa, una Razza Tribale sarebbero gli Slavi, i Russi, i Polacchi, i Cecoslovacchi, i Bulgari, e altri. Poi, un'altra Razza Tribale sarebbero i Teutoni. Sarebbero i Tedeschi, gli Scandinavi, gli Inglesi — e qui entriamo in una complicazione che ne illustra la difficoltà. Praticamente, tutte le nazioni dell'Europa, per usare i termini in senso comune, hanno una base di ceppo teutonico. Gli Inglesi sono Teutonici; i Francesi derivano il loro nome dai Franchi — una popolazione tedesca. C'erano i Goti, i Visigoti, i Vandali, che collaborarono tutti a formare la Spagne e il Portogallo, e i Goti e i Visigoti che invasero l'Italia. Così potete vedere come sia complicata tutta la faccenda. Ma io chiamo Razza Tribale una delle razze che appartengono a una Razza Nazionale. Un'altra Razza Tribale sono i Celti, come gli Irlandesi, i Gallesi, gli Scozzesi, e la popolazione della Britannia in Francia. Sono tutte razze tribali. La loro durata media è all'incirca di 3.600 anni, che indica il tempo che va dal loro inizio alla loro fine. Diventano importanti negli affari del mondo, e poi svaniscono per un lungo periodo di tempo, lo stesso tempo necessario perché si risollevino.
Veniamo poi alla Generazione Tribale, una divisione ancora minore nella Razza Tribale, come gli Italiani, gli Inglesi, i Russi, i Tedeschi, ecc., che a turno hanno la supremazia, l'egemonia tra le nazioni. Il loro periodo dura circa 500 anni; e se studiate la storia europea troverete delle cose molto interessanti. Ci vogliono, per ciascuna di questa generazione tribale, più o meno 200 anni per emergere dall'oscurità, e forse dall'oppressione, per ottenere pieni poteri e indipendenza, per lasciare il loro segno come leader di altri popoli intorno a sé, e poi estinguersi. L'avete visto nella storia europea tante e tante volte — Italia, Spagna, Francia, e così via. Si susseguono reciprocamente finché l'intero cerchio si è completato.
Prendiamo dunque l'intera scala: l'uomo ordinario vivrebbe in media 72 anni. (Così com'è, molti uomini vivono di più. Milioni muoiono prima di aver raggiunto i vent'anni.) Sette volte 72 anni fanno una Generazione Tribale, 500 anni; sette volte, cioè 36 centinaia di anni, una Razza Tribale. Sette volte cioè la Razza Nazionale che è quasi della durata del Ciclo Precessionale di 25.920 anni. La Razza Famiglia che ho già descritto come quella che la vecchia etnologia chiamava una specie diversa dell'umanità, vive circa 180.000 anni: una Sottorazza Secondaria, all'incirca un milione e un quarto di anni; e quando raggiungiamo quella che chiamiamo la Sottorazza Primaria o sette volte quest'ultima, abbiamo più o meno un periodo di quasi 8.000.000 di anni perché una Razza Radice si concluda del tutto.
E voi ora vedete come queste razze si sovrappongano; e questo fatto è una delle cose che rendono così intricati i calcoli razziali, difficili da farsi e da spiegare.
Comunque, la nostra Razza Nazionale Europea ha ancora quasi 16.000 anni per invecchiare. Speriamo che impari una maggiore saggezza prima che suoni l'ora. La nostra Razza Famiglia Caucasica è destinata a vivere all'incirca 180.000 anni. Ha da percorrere ancora molte decine di migliaia di anni, ma una buona parte del suo ciclo di tempo è già trascorso.
Ritorniamo ai metodi più familiari di calcolo: vorrei evidenziarlo. Noi siamo nella Quarta Ronda su questo Globo, la nostra Terra. In questa Quarta Ronda su questo Globo siamo nella nostra Quinta Razza Radice. Di questa Quinta Razza Radice abbiamo quasi raggiunto il punto centrale, cioè la metà della grande Sottorazza Secondaria. Non abbiamo ancora raggiunto né oltrepassato questo punto centrale. Direi che questo Quarto punto centrale è il più pericoloso di tutti in quel tremendo lungo ciclo.
Siamo nella nostra Razza Famiglia, che è quella Caucasica. Siamo nella nostra Razza Nazionale, per usare la fraseologia dei nostri tempi, chiamata la Razza Europea; siamo nel tipo di anime chiamate Teutoniche; e della nostra Quinta Razza Radice stiamo appena chiudendo, terminando, la Quinta sotto-sotto-sottorazza minore. Siamo nella Quinta Razza Radice, all'incirca al punto centrale della grande Sottorazza Secondaria; e della nostra Razza Nazionale Europea stiamo proprio chiudendo, terminando la Quinta, che è una razza minore, una piccola razza. Quanto durerà, posso solo supporlo. Non ho avuto il tempo di risolvere la questione. Forse poche centinaia di anni, e allora si alternerà la Sesta.
La mia idea definitiva è questa: H.P.B. nella D.S. dice che la Sesta Razza nascerà al momento giusto, e afferma anche che i semi della Sesta Razza Radice devono nascere nelle Americhe. Dice pure, in un altro punto, che tra circa 25.000 anni a partire da oggi, cioè un Ciclo Precessionale, o quella che ho chiamato una Razza Nazionale, i popoli degli Stati Uniti cominceranno ad avere bambini che saranno i pionieri della Sesta Sotto-razza. Lei intendeva quella che chiameremmo una Razza Nazionale. E poiché afferma che le Americhe saranno la parte della terra dove appariranno i semi della Sesta Razza Radice, è un errore prendere alla lettera quell'affermazione di H.P.B. dicendo che nascerà negli Stati Uniti fra 25.000 anni a partire da oggi, Si confondono due differenti affermazioni per mancanza di conoscenza: la Razza Nazionale Europea è numericamente la Quarta perché, quando questa è finita, negli Stati Uniti nasceranno i semi della prossima razza futura. Nelle Americhe sarà la Quinta Razza Nazionale della nostra attuale Razza Famiglia. Ma non è quella che abbiamo indicato come la Specie della Razza Famiglia dell'umanità, come ad esempio, la Caucasica, la Mongola, l'Africana, l'Americana originale.
Tutte le popolazioni cosiddette selvagge e barbare esistenti attualmente sulla superficie della nostra Terra sono diramazioni della Quinta Razza Radice, la maggior parte delle quali degenerate. Non intendo in senso morale, voglio dire evolutivamente degenerate perché, anche se vivono tra noi della Quinta Razza e quindi vanno considerate come sottorazze minori della Quinta, tuttavia sono resti degenerati della grande Razza Radice che ha preceduto la nostra — quella grande Razza Radice che chiamiamo Atlantidea giusto per darle un nome.
Però ci sono due o tre o quattro eccezioni, essendo queste eccezioni i resti degenerati della grande Terza Razza Radice. Tali sono gli Eschimesi e gli abitanti delle Isole Andamane; ma anche questi sono largamente Atlantidei. I Neri dell'Australia e della Tasmania e i Maori della Nuova Zelanda appartengono alle diramazioni degenerate della Quarta Razza Radice.
Parlare di quei resti oggi degenerati di razze che un tempo furono grandi, come di quelle stesse razze, è sbagliato perché molto fuorviante. Ho sentito affermare che i Neri sono una razza minore degenerata dell'Atlantide, e che presto scompariranno. Anche questo è sbagliato. Oggi i Neri formano tra noi una delle pochissime eccezioni di razze infantili, imperfetti nello sviluppo mentale e fisico (ma non nello sviluppo spirituale) — un po' più di noi, perché sono ancora giovani e non maturi.
Tra dozzine di migliaia di anni i Neri cominceranno ad assumere un ruolo preminente tra i popoli civili, ma allora non saranno più i Neri come oggi intendiamo i Neri, a causa di una preponderante quantità di incroci di razze o di matrimoni misti che avranno luogo. Così rapidamente, infatti, avrà luogo questa mescolanza dei popoli, che possiamo vederlo in grande scala intorno a noi anche oggi dovunque posiamo gli occhi. Alcuni critici americani hanno definito con sarcasmo e cattiveria alcune popolazioni del Sudamerica come Repubbliche Nere e Abbronzate. Non penso sia necessario essere scortesi quando si allude ad altre porzioni della razza umana. Un uomo è uomo per quello che è in lui, a prescindere dal colore della sua pelle. Pensate ai geni che sono apparsi in tutte le parti del mondo. Omero, con i suoi occhi neri, i capelli neri e la pelle scura, era un genio. Non siamo autorizzati a credere che bisognerebbe dare credito a chi ne è degno, ovunque egli si trovi? Non troviamo i più ammirevoli sistemi filosofici tra i popoli dalla pelle scura dell'India, non solo tra le razze ariane dell'India ma fra i Tamil e altri?
Gli incroci tra razze proseguono a ritmo sostenuto anche oggi. Mi avventuro a dire che i soli Neri da trovare sulla superficie della terra, così come intendiamo i Neri, saranno nell'Africa stessa, in remote parti di quel continente; mentre i Neri che si trovano in altre parti del mondo ormai si saranno relativamente del tutto incrociati con altre razze, le loro acque vitali si saranno mescolate con le acque vitali delle altre razze sulla terra. Infatti, nella famiglia umana oggi non c'è una cosa sulla terra che sia un ceppo assolutamente puro, come invece troviamo tra le bestie. Semplicemente non esiste in nessuna parte nella razza umana. Abbiamo razze in cui predomina un solo flusso di sangue, e altre razze in cui predominano altri flussi di sangue; e così anche tra la nostra cosiddetta umanità Bianca abbiamo i Nordici dalla pelle rosea; e abbiamo i Meridionali italiani, spagnoli, portoghesi, dalla pelle scura, la cui origine è molto caucasica come lo è quella dei Nordici. L'origine dei Nordici è mista, l'origine dei Meridionali è mista, e queste mescolanze sono formate principalmente dai Tedeschi e dai Celti; e oggi in quasi tutta l'Europa questi due popoli si mescolano in buona parte con quelli che sono chiamati Latini, per cui abbiamo, ad esempio, gli Scandinavi dalla pelle rosea, i Francesi del sud dal colorito olivastro, e gli Italiani o Spagnoli dalla pelle scura. Oppure possiamo trovare nella Russia di oggi individui dai capelli biondi e la pelle rosea mescolarsi a individui dai capelli e gli occhi neri, tipici degli Slavi. E tutte queste razze s'incrociano e così fanno da tempo immemorabile. Sono uomini della Quinta Razza — senza dubbio a differenti gradi di sviluppo nazionale, ma non a differenti gradi di sviluppo razziale. Questi sono fatti comunemente noti ai ricercatori scientifici. Gli uomini dalla testa lunga sono stati conosciuti per molto tempo; e troveremo uomini dalla testa rotonda, brachicefali, e dalle teste lunghe, dolicocefali, fra tutte le branche del genere, e tranne che siano privi di pensiero, il pensiero si esprime nelle parole: il genio si riveste del linguaggio.
Qui abbiamo una prova, dal punto di vista della linguistica scientifica, di cosa un popolo possa essere, possa essere stato e possa essere in futuro; e tuttavia sentiamo dire da alcuni dei nostri scienziati, e lo hanno ribadito per cinquant'anni: questa o quell'altra razza non può contare oltre il numero cinque. Non conosco un giudizio più inetto, veramente assurdo, di quello implicato in quest'espressione comune. Come potrebbe una razza che ha un linguaggio meraviglioso, indice di un potere pensante già altamente sviluppato, non contare oltre il cinque? E perché questi popoli che oggi sono particolarmente selvaggi, ma che allora non erano selvaggi, scelgono il cinque, la metà di dieci? Qui abbiamo il sistema quinario e il sistema decimale. I mirabili pensatori scientifici del tempo dei nostri padri, se vivessero ancora oggi con questi popoli selvaggi, realizzerebbero che questi nativi conoscono molto bene la differenza tra sei e cinque noci di cocco. Se non mi credete, andate tra di loro e provatelo! E tuttavia ci dicono che non possono contare oltre il cinque! Che nel loro linguaggio non hanno più di cinque parole! La risposta è — come abbiamo scoperto — che non hanno bisogno di più di cinque cifre per contare. Aggiungono le dita di una mano, 1, 2, 3, 4, 5, una volta; 1, 2, 3, 4, 5, due volte, e così via.
Inoltre, è stato scoperto che questi popoli contavano fino a cinque, o anche fino a sei, perché avevano una dottrina esoterica della quale il cinque, o il sei, era il ciclo radice, e da allora in poi contarono con i cinque, proprio come noi abbiamo il sistema decimale o duodecimale, e contiamo con i dieci o i dodici.
Ancora qualche parola prima di chiudere. È notevole che più una razza è mista, più grandi sono i prodotti della sua civiltà. È esattamente — io, un americano, parlo con rispetto e non con disprezzo — perché il nostro grande paese, gli Stati Uniti, è diventato l'alambicco umano vitale dei nostri tempi, che il suo incomparabilmente splendido futuro sta davanti ad esso, il genio che vi si riversa da tutti gli angoli della terra, per cui il popolo americano del futuro sarà, per così dire, i semi che possiedono internamente stimoli di capacità, giovani capacità contenenti le sollecitazioni del genio, attirato da tutti gli ambienti della Madre Terra. Se volete che una razza si estingua e degeneri rapidamente, isolatela, e la vedrete indebolirsi.
Negli antichissimi e molto interessanti poemi epici hindu come il Rāmāyaṇa leggiamo che le cosiddette scimmie antropoidi — e per favore non le confondete con le altre scimmie, non sono la stessa cosa — erano intelligenti almeno quanto gli uomini, se non completamente. Secondo la storia, parlavano, formavano eserciti, combatterono nella grande guerra epica dell'India, proprio come facevano gli uomini. Avevano i loro governi, ed evidentemente i loro sistemi di legge. E così siamo costretti a considerare le scimmie antropoidi della grande epica dell'India come qualcosa di più delle scimmie antropoidi che conosciamo oggi. E naturalmente, se abbiamo una mente speculatrice, ci chiediamo perché dovrebbe essere così. Oggi le scimmie antropoidi non fanno cose come quelle.
La risposta più ovvia è che le scimmie antropoidi di quel remoto passato durante il periodo di Atlante, prima che venisse in esistenza la Quinta Razza Radice, non erano le scimmie antropoidi come le conosciamo oggi, perché oggi le scimmie antropoidi non hanno governi come i governi degli uomini. Non si radunano in eserciti e non combattono secondo le regole usuali del combattimento. Non si scambiano scritti intelligenti come allora facevano e fanno ancora gli uomini. La sola conclusione che possiamo dedurre è che le scimmie antropoidi di cui si narra nel grande poema epico indiano, il Rāmāyaṇa, erano esseri di poco inferiori agli uomini.
Ora, per favore, ascoltate con attenzione. Oggi sappiamo dagli studi biologici che le scimmie antropoidi nascono con un aspetto più umano di quello che hanno quando muoiono — naturalmente sto parlando di vecchiaia. In altre parole, le scimmie antropoidi, crescendo, quando avanzano dall'infanzia all'età adulta, sembrano più animalesche, più bestiali. E da tutte le leggi del pensiero scientifico ben note agli specialisti, questo indicherebbe, come la teoria della Ricapitolazione ci mostra, che ci fu un tempo nel lontano passato in cui le scimmie antropoidi nell'aspetto erano molto più umanoidi di quanto lo siano ora, che è esattamente il nostro insegnamento: quando le scimmie antropoidi vennero per la prima volta in esistenza o in incorporamento, erano così strettamente affini al loro genitore mezzo umano che, come i bambini, imitavano ampiamente, e altrimenti, quello che faceva il loro genitore mezzo umano, e percepivano e pensavano. In altre parole, le scimmie antropoidi a quel tempo erano molto più umane di quanto lo siano oggi.
Questo dimostra una degenerazione per quanto riguarda l'intelletto e la psiche, del tutto in accordo con il nostro insegnamento teosofico, cioè che tutti gli animali si avvicinano all'estinzione quando gli esseri animali salgono il luminoso arco ascendente.
Quindi, le scimmie antropoidi tramandate nel Rāmāyaṇa Hindu erano effettivamente di poco inferiori agli uomini, per quanto riguarda le facoltà interiori, ed erano di colore diverso, com'è affermato nella Dottrina Segreta. Proprio come in quei tempi c'erano uomini dalla faccia blu e uomini dalla faccia rossa, così c'erano scimmie antropoidi dalla faccia blu e scimmie antropoidi dalla faccia rossa, e qualcuna esiste ancora oggi. Questo è il motivo, il vero motivo a prescindere da qualsiasi ragione concorrente e contributiva, per cui, io credo, gli antichi Hindu, e anche gli Hindu di oggi, guardano alle attuali scimmie antropoidi degenerate non tanto con un senso di rispetto, quanto con un misto di pietà e meraviglia psicologica. Gli Hindu odierni nutrono per la scimmia moderna una certa soggezione religiosa, ed essa è quindi molto rispettata e protetta, esattamente come lo erano le scimmie antropoidi e le scimmie in Egitto e in altri paesi antichi.
Se avete letto il Rāmāyaṇa, o alcune sue parti, ricorderete che anche le scimmie antropoidi sedevano ai tavoli del Consiglio insieme agli umani di allora, con Rama, i suoi generali e uomini preminenti, e dibattevano questioni importanti. Vediamo che le scimmie antropoidi di oggi non lo fanno, né hanno la capacità di fare queste cose.
Le scimmie antropoidi, inclusi tutti gli altri animali, ma mi riferisco in particolare alle scimmie antropoidi, praticamente si estingueranno verso la fine della Sesta Razza Radice nella nostra Quarta Ronda. Durante la Settima Razza Radice saranno scomparse. I loro ego, comunque, non seguiranno il corso predestinato degli ego delle altre famiglie animali che pure si estingueranno quando la nostra Quarta Ronda progredirà sul suo arco ascendente. Perché? Perché nelle scimmie antropoidi di oggi vi sono ancora sufficienti tratti psichici, attributi o caratteristiche umane, per permettere, quando i loro corpi si saranno estinti verso la fine della Sesta Razza Radice in questa Quarta Ronda, di incorporarsi in questi ego. Tutte le scimmie antropoidi allora s'incorporeranno nei resti molto inferiori, con un minimo d'intelligenza e poco evoluti, di quelle che ora sono le tribù selvagge e barbare dell'umanità. Gli ego di queste tribù barbare e selvagge lasceranno i loro attuali corpi imperfetti agli ego delle scimmie antropoidi, ed esse stesse s'incorporeranno nei veicoli umani di capacità alquanto più elevata.
Ora, per quanto riguarda le origini delle scimmie antropoidi, ne abbiamo parlato così spesso, per cui so che mi perdonerete se mi ripeto. Ovviamente, le scimmie antropoidi sono il prodotto dell'evoluzione, come lo sono gli esseri umani. Erano ego che nel loro avanzamento evolutivo non avevano ancora raggiunto lo stadio umano, ma vi si erano alquanto avvicinati, che erano privi di veicoli fisici in cui incorporarsi durante la Terza Razza Radice di questa Ronda, e proprio alla fine della Seconda Razza Radice. Così, quello che potremmo chiamare karma cosmico doveva fornire corpi per questi ego. Dovevano avere quest'opportunità come l'avevano gli uomini. E quest'opportunità fu fornita dalle reti karmiche del destino che uniscono tutti i regni della terra, e particolarmente i regni aggiunti, i regni che cominciavano a mescolarsi reciprocamente, a interpenetrarsi, per così dire. Questi ego, proprio alla fine della Seconda Razza Radice e agli inizi della Terza, trovarono i corpi di esseri umani inferiori sprovvisti dell'appropriato istinto psichico e senza mente, che si accoppiarono, in quei primi periodi, con animali incorporati che erano al di sotto del loro regno umano. I risultati di queste unioni furono le scimmie. E in seguito, durante la Quarta Razza Radice, altri Atlantidei meno progrediti ripetettero il "peccato dei senza mente," nelle parole delle antiche scritture, con i discendenti di quelle scimmie, cosicché le scimmie antropoidi, com'è ben definito, hanno in se stesse, per così dire, due gocce di sangue umano. La prima goccia di sangue proviene da quel primo incrocio o mescolanza di razze, e la seconda goccia di sangue dall'azione degli Atlantidei meno progrediti che si unirono a quelle creature un po' umane. Il frutto di questi accoppiamenti furono le scimmie antropoidi. Le prime scimmie antropoidi che nacquero da queste unioni erano molto più vicine all'uomo, come l'uomo era allora, non come l'uomo è attualmente, se le scimmie antropoidi di oggi potessero essere trasportate in quel periodo. Spero di aver chiarito quello che intendo dire. Il risultato fu che la progenie di queste unioni semi-umane, semi-animali, si mescolò familiarmente con la razza umana. Erano guardate con sospetto dagli umani superiori e più evoluti di quel tempo ma erano tollerate, tollerate perché avevano dei barlumi delle nostre menti attive. In pratica, erano entità pensanti di tipo inferiore, molto imitatrici come tutte le scimmie antropoidi e le scimmie sono anche oggi. Naturalmente, esse imitavano qualsiasi cosa vedevano fare ai loro genitori Atlantidei. Parlavano, avevano i propri linguaggi, linguaggi particolari, non i sibili, i richiami, i ruggiti e i ringhi delle bestie di oggi, ma un linguaggio distinto o un gruppo di linguaggi propri.
Cosa accadde allora? Le più umane di queste scimmie antropoidi si estinsero, perché gli Atlantidei, realizzando il peccato dei loro uomini meno evoluti, intrapresero una guerra vigorosa contro di esse, guerre di sterminio; e anche perché l'ambiente circostante non favoriva la continuazione di questa razza in parte umana e in parte animale. Gli Atlantidei permisero di vivere solo alle scimmie antropoidi meno progredite; e le scimmie antropoidi di oggi discendono da quelle cui fu permesso di vivere. Gli antenati delle odierne scimmie antropoidi erano le scimmie antropoidi meno progredite di quel remoto periodo. Gli ostacoli, le barriere psichiche che oggi rendono così orribile al pensiero umano qualsiasi commistione di regni diversi, a quel tempo non esistevano, e le unioni erano quasi sempre seguite da figli.
L'umanità primitiva passò attraverso molte fasi, fasi rupiche, fasi di forma — ora sto parlando specificamente dei corpi umani, non degli ego umani. Così, ad esempio, la prima razza non aveva alcuna forma come le nostre attuali forme. In qualche scritto H.P.B. definisce piuttosto graficamente la forma della Prima Razza Radice come sacche di budino, globulari, o sfere a forma d'uovo, di materiale astrale. Non potete chiamarla carne perché la carne ancora non esisteva. Ma sacchi astrali di budino, uova astrali. Con il passare del tempo e quando la Prima Razza diventò la Seconda Razza, le vecchie acque della prima si mescolarono con le nuove acque della seconda, la forma a sacca di budino scomparve, e molti e curiosi furono i corpi karmici che la razza umana aveva in quel periodo mutevole e variabile. Ad esempio, verso la fine della Seconda Razza, gli uomini avevano facce come i cani o, dovremmo dire, come sono i cani oggi, uomini dall'aspetto cagnesco. Alcuni avevano facce come una testa di pesce, altri avevano quattro braccia e quattro piedi. Come sapete, allora avevano un solo occhio. In seguito, vennero in uso i due occhi frontali, e per un lungo periodo il terzo occhio rimase funzionante. Allora l'uomo aveva tre occhi. Alla fine, il primo occhio, che chiamiamo erroneamente il terzo occhio, si ritirò nel cranio, fu coperto da ossa e capelli e divenne quella che oggi è la ghiandola pineale, e ora siamo rimasti con due occhi. Così l'uomo aveva un solo occhio, e dopo un po' tre occhi, e adesso ha due occhi.
Ora, perché i corpi umani, o le rūpa umane, durante la Seconda e nei primordi della Terza Razza Radice, presero queste forme particolari e peculiari? Perché erano plasmati sui modelli nella luce astrale che le razze umane seguivano, perché la razza umana, o il ceppo umano, o il regno umano, o l'onda di vita umana (scegliete i termini che preferite) aveva quelle forme durante la Seconda e la Terza Ronda. Ancora una volta fu un caso di ricapitolazione, proprio come oggi l'embrione nel grembo umano ricapitola nel breve periodo di nove mesi proprio quello che la razza umana aveva percorso durante le epoche di quel remoto passato. Così le prime razze di questa Ronda ricapitolarono quello che il regno umano aveva percorso durante le prime Ronde.
Cosa accadrà alle monadi o ego delle scimmie antropoidi o degli animali quando saranno scomparse come corpi durante questa Quarta Ronda e sicuramente prima della fine della Settima Razza Radice? Gli ego nella Quinta Ronda saranno classificati secondo il loro destino karmico. Nella Quinta Ronda le scimmie antropoidi allora assumeranno la forma degli esseri umani inferiori, come realmente cominceranno a fare durante la Settima Razza Radice in questa Quarta Ronda; gli ego dell'intero regno animale durante la Quinta Ronda, durante l'arco discendente, assumeranno per un po' corpi di tipo inferiore, ma gradualmente scompariranno prima che l'arco ascendente durante la Quinta Ronda sia avanzato lungo il proprio percorso. La ragione risiede nel fatto che le monadi animali, le monadi degli esseri del regno animale, non hanno ancora sviluppato le qualità mānasiche che le renderanno capaci di salire l'arco ascendente durante la Quinta Ronda mānasica.
Vi sono letteralmente innumerevoli testimonianze, già note agli uomini di scienza, di almeno una gran parte della storia passata dell'umanità; e poiché la maggior parte dell'umanità è il suo spirito e la sua mente, io vi includo anche questi. Ma ora mi riferisco in particolare alle prove scientifiche che l'uomo, fisicamente, in epoche remote è passato attraverso le fasi del suo pellegrinaggio evolutivo durato per eoni, che hanno lasciato su di lui la loro impronta. E vi sono, infatti, una grande quantità di realtà scientifiche che non sono conosciute.
Mi riferirò qui a una cosa sola, a un fatto che era solito avere più peso scientifico di quanto ne abbia oggi, semplicemente perché le idee scientifiche più moderne non sono tanto favorevoli a questo fatto; ma io credo che gli scienziati del futuro ritorneranno a queste prime idee. In embriologia è chiamata la teoria della Ricapitolazione: cioè, che il bambino umano non ancora nato, l'embrione, attraversa nel piccolo tutte le fasi dello sviluppo evolutivo che la razza umana, come razza, ha attraversato in tempi passati. Così, un bambino che nasce oggi è in pieno possesso della mente, un'entità pensante e ragionante? Sappiamo tutti che il bambino non lo è. Nella vita intrauterina del bambino sappiamo che egli attraversa brevemente molte fasi evolutive a livello fisico che la razza, nel suo insieme, ha attraversato in tempi remoti; ma non è negli anni dopo la sua nascita fisica che il bambino comincia a pensare, intendo pensare autocoscientemente, meditare pensieri di grandezza, prendere decisioni di grande merito e valore. Queste cose vengono quando il ragazzo che cresce entra nella virilità, perché con la virilità crescono progressivamente i poteri maggiori della mente e dell'intelletto, e anche le facoltà spirituali ed etiche nell'uomo.
Ora, dunque, avete sentito la frase "la discesa della mente nella prima Terza Razza Radice." Avvenne proprio così. Fino a quel momento la razza aveva sviluppato corpi formati dall'evoluzione per affrontare i bisogni del proprio stato ancora privo d'intelletto, ma non dobbiamo supporre che questi primi uomini privi d'intelletto fossero completamente senza coscienza. Non del tutto. Non più di un bambino non pensante, diciamo di cinque o sei o sette anni. A quell'età la mente, infatti, comincia a manifestarsi man mano che il bambino entra nella fanciullezza, e dalla fanciullezza nella virilità, e dalla virilità nella maturità. Ora, le prime razze erano proprio come piccoli bambini.
Avevano l'istinto, avevano lampi d'intuizione, avevano sentimenti, avevano coscienza, ma non pensavano. Oggi il bambino non siede a una scrivania per scrivere un intenso componimento o pianificare una campagna di pensiero che aiuterà e illuminerà l'umanità. Perché? La mente non si è ancora espressa appieno attraverso il cervello ancora infantile. Il cervello ha bisogno di temprarsi ulteriormente, di formarsi, per trasmettere la corrente dalla mente all'interno dell'uomo.
A tale riguardo, la prima parte della Terza Razza Radice era proprio come un bambino. Aveva la coscienza. Aveva lampi d'intuizione, aveva l'istinto molto sviluppato. Ma non aveva ancora la mente pensante autocosciente. Allora accadde uno degli eventi più meravigliosi in tutta la storia evolutiva, che noi chiamiamo la "discesa dei Mānasaputra," i Figli della Mente, che non ebbe luogo in una notte, per così dire, né in un istante né attraverso un centinaio di migliaia di anni o parecchie centinaia di migliaia di anni. Ma fu un processo progressivo, esattamente come su scala minore il bambino si sveglia un mattino e immediatamente si ritrova in possesso di una mente matura. È una questione di crescita. Così i Mānasaputra gradualmente illuminarono, adombrarono le menti della nascente umanità, permeando quei cervelli, anche i loro sistemi nervosi, con il proprio fuoco divino del pensiero, finché, in definitiva, gli uomini pensarono, si erano risvegliati. La mente era entrata in funzione. E questo processo fu portato avanti da questi Mānasaputra, i nostri sé intellettuali, per così dire, che s'incarnarono attraverso le ere per centinaia di migliaia di anni; e quando tutto ciò ebbe fine, da uomo primordiale semplicemente istintivo, cosciente ma non intellettuale e non ancora autocosciente, si sviluppò una razza che pensava, che poteva contemplare la divinità; e questo fu possibile perché il legame con il divino era stato attuato. La mente si era risvegliata.
E non solo: in un gruppo di questi esseri umani preparati, l'umanità più sviluppata di quel tempo, s'incarnarono alcune entità spirituali-intellettuali, esseri altamente evoluti, che divennero gli istruttori e le guide dell'umanità appena risvegliata, che le insegnarono, che le mostrarono le vie della civiltà, i misteri, i segreti della scienza, le verità della filosofia. Erano i giorni dell'autorità divina dei nostri remoti progenitori, i loro istruttori, i loro protettori, i loro insegnanti. Furono loro a fondare le prime Scuole dei Misteri per la prima volta vennero su questa terra, e vivevano e insegnavano agli uomini, ed erano, come abbiamo detto, le loro guide, i loro insegnanti, i loro protettori, i loro istruttori. E la stessa corporazione, cioè i loro discendenti se volete, i loro successori, rimangono ancora oggi sulla terra come guide dell'umanità, illuminatori, iniziatori, insegnanti, fratelli maggiori, amici.
Così il bambino ricapitola, nella sua crescita dall'infanzia alla virilità, quello che la razza ha raggiunto oggi. È naturale, e dev'essere così, perché nell'universo non c'è che una sola legge fondamentale, un solo essenziale corso d'azione che con il suo ampio arco tocca tutto e ogni cosa con il potere dinamico. Così, oggi troviamo una chiave per capire quegli antichi e primi uomini pensanti: come sono nati, come avvenne che la mente improvvisamente si risvegliò affinché potessero contemplare l'universo e comprenderlo invece di essere come piccoli bambini o come animali superiori, istintivi, intuitivamente coscienti, ma non autocoscienti. È una cosa meravigliosa quella che accade al bambino: cresce per istinto e intuizione perché il dio interiore possa entrare in lui, riempirlo e ispirarlo. Il cervello in attesa, il sistema nervoso, il corpo, sono riempiti e illuminati. Intorno a noi hanno luogo misteri e meraviglie per tutto il tempo.
Ora, mentre è davvero mirabile, veramente meraviglioso, e ci riempie di grande riverenza per quello che esiste nell'universo, guardare al passato lungo gli annali della razza, e vedere le fasi che abbiamo attraversato, e tuttavia non dimenticare il futuro. Noi siamo solo al punto intermedio della nostra evoluzione su questa terra. Dobbiamo ritornare ancora sulla terra, infinite volte, per replicare e imparare sempre più perfettamente quello che abbiamo già conosciuto, e ottenere nuova saggezza. Allora, cosa racchiude il futuro? Ve lo dirò. Come in passato le nostre menti furono risvegliate dagli dèi Mānasaputrici — perché per gli uomini essi sono dèi — così le nostre stesse menti in futuro saranno risvegliate dagli angeli dello spirito. Anche le nostre menti, che ci elevano dall'incoscienza all'autocoscienza, e che ci hanno portati alla fase in cui siamo ora, affinché potessimo contemplare l'universo e percepire la divinità sottostante, meditano grandi e nobili pensieri che innalzano le nostre vite verso gli dèi — anche le nostre stesse menti hanno bisogno di un'ispirazione superiore, perché le nostre menti possono trarci in inganno, portarci fuori dal Sentiero.
Come in passato l'incarnazione dei Mānasaputra, i Figli della Mente, che ci fornirono la mente, iniziò già un milione di anni fa o di più, così in futuro, a cominciare da ora — continuando in misura sempre più estesa — questi Mānasaputra s'incorporeranno in noi, nelle nostre menti, e ci riempiranno della loro gloria, la luce celeste proveniente dal dio in ciascuno di noi. Da quel momento in poi, la nostra evoluzione sarà soddisfacentemente sicura, con quelle guide celesti che illumineranno i nostri cuori e infiammeranno i nostri cervelli. I nostri passi non inciamperanno più sul sentiero, perché noi illumineremo il nostro sentiero quando marceremo in avanti e verso l'alto, sempre più verso l'alto, ad altezze oggi inconcepibili alle nostre menti. Questo è quanto ci attende. Quando innalzeremo il nostro occhio interiore, il nostro volto, verso il dio interiore, allora verrà una radiosità eterna, non da qualcosa di esterno ma dal dio dentro e sopra ciascuno di noi. Chiamatelo un Cristo, il Cristo immanente, chiamatelo il Buddha interiore, chiamatelo con qualsiasi nome. La cosa che importa è realizzare la sua santa presenza. Allora l'uomo sarà veramente benedetto.
Ho due domande che mi sono state fatte:
"Lei, Dr. de Purucker, ci ha detto che nella costituzione umana c'è una monade animale che nel prossimo incorporamento diventerà un essere umano. Ci ha anche detto che gli animali sul globo di questa catena, sul nostro globo, saranno gli umani nel prossimo reincorporamento della catena. Domanda: Da dove deduce tutto questo? Dove stanno i futuri umani che ora sono le monadi animali nell'uomo? Nell'incorporamento della prossima catena dove staranno, rispetto ai futuri umani, quelli che ora, qui, sono le nostre bestie?"
L'altra domanda è questa:
"Dr. de Purucker, qualche tempo fa lei ha affermato che fin dall'inizio di questo attuale incorporamento della catena noi che ora siamo umani come monadi siamo sempre stati umani. Come si concilia questo con l'altra affermazione, cioè che la porta nel regno umano è stata chiusa al punto centrale della Quarta Ronda, in altre parole, durante la razza Atlantidea?"
Qui ci sono due domande. Infatti, compagni, le risposte a queste due domande, a entrambe, potete trovarle nei nostri libri, e anche nei miei libri. Ne ho parlato, penso una dozzina di volte nei nostri incontri, dando una risposta a ognuna.
Quanto ho detto un momento fa è vero. Nel nostro insegnamento, le attuali monadi umane sono state monadi umane fin dall'inizio di quest'incorporamento della catena; e, per favore, ricordate che ora stiamo parlando di monadi. Ho anche affermato che nell'uomo c'è una monade animale che nel prossimo incorporamento della catena sarà umana. Adesso prendo in esame la prima domanda, e la mia risposta è: quegli animali che ora sono chiamati monadi animali e che sono le parti animali di noi uomini — non intendo il corpo, che è la parte fisica, ma la parte animale, in altre parole il nostro animale umano, gli istinti i pensieri, le motivazioni, gli attributi, le qualità che compongono l'uomo animale, e di cui il corpo è semplicemente un'espressione, la porta aperta — questi saranno gli umani nel regno umano nel prossimo incorporamento della catena; e i nostri attuali animali allora saranno le unità inferiori più basse del regno umano nel prossimo incorporamento della catena.
Per rendere tutto ciò più comprensibile, invertiamo il processo. Invece di guardare al futuro, risaliamo alla luna, alla catena lunare, al tempo in cui eravamo tutti sulla luna. Noi, noi che adesso siamo umani superiori nell'incorporamento di questa catena, allora, sulla luna, eravamo le monadi animali individuali in quelli che allora erano gli umani della catena lunare. Mi comprendete? In altre parole, gli uomini della catena lunare avevano, come le abbiamo noi ora, le monadi animali come parte della loro costituzione. Quando la catena lunare finì la sua evoluzione manvantarica e morì come catena, dando vita a questa catena, gli umani della luna di allora erano diventati Dhyāni-Chohan, erano entrati nel regno dei Dhyāni-Chohan. Le loro monadi animali di allora erano diventate umane, salendo ciascuna di un gradino.
Ora, quindi, quelli che sulla luna erano gli umani diventarono i Dhyāni-Chohan inferiori in quest'incorporamento. Quelli che sulla luna erano le monadi animali negli uomini della luna sono ora gli umani in quest'incorporamento della catena. È chiara l'idea? Inoltre, come ho già affermato, quelli che ora sono gli animali su questa terra in quest'incorporamento della catena saranno gli umani inferiori e più bassi nel prossimo incorporamento della catena. Invertite il processo sulla luna. Quelli che erano gli animali della luna, quando la luna terminò la sua Settima Ronda, divennero poi umani, non gli umani superiori, ma entrarono nel regno umano. Erano uomini, ma la parte inferiore di quello che oggi chiamiamo il regno umano. È chiara l'idea? Molto bene.
Così abbiamo gli animali sulla luna che qui diventarono gli umani inferiori. Questi umani inferiori, come pure gli umani superiori, quando questa catena terrestre terminerà la sua Settima Ronda, saranno Dhyāni-Chohan; e le nostre attuali monadi animali umane saranno allora gli umani superiori della prossima futura catena, figlia di questa catena; e quelli che ora sono i nostri animali, cioè quelli che saranno riusciti a progredire su questa catena, quando la Settima Ronda sarà terminata saranno gli umani inferiori e più bassi nel prossimo incorporamento della catena. Così vedete che abbiamo quanto segue: gli animali entreranno nel regno umano, non i corpi, ma le monadi, e questo è il punto dove voi vi confondete sempre. Voi pensate ai corpi. Io sto parlando di monadi. Quelle che ora sono le monadi che si manifestano attraverso gli animali, quando la Settima Ronda su questa catena sarà terminata, si saranno evolute, cioè sviluppate, cresciute — le monadi si saranno potenziate per diventare umane, cosicché nel prossimo incorporamento della catena gli animali allora saranno umani. Che tipo di umani? Quelli superiori? No, abbiamo già detto che i superiori saranno quelli che ora sono le monadi animali in noi uomini, come sulla luna eravamo noi le monadi animali negli uomini della luna. E gli animali sulla luna raggiunsero l'umanità, lo stadio umano, alla fine della Settima Ronda Lunare, cioè quelli che erano riusciti a farcela poterono allora diventare uomini nel regno umano, e sono fra noi su questa terra tra gli umani inferiori e più bassi.
È un antico e semplice insegnamento che ogni teosofo conosce, che non solo ci sono 7, 10, 12 classi di monadi, ma che ciascuna di queste classi o famiglia (regno è un altro termine valido) ha le sue speciali divisioni, cosicché il nostro regno umano ha le sue speciali divisioni; da un lato, i Maestri e i Buddha, e dall'altro, gli umani quasi animali, come i Vedda di Ceylon, gli isolani di Andamane, e così via. Tra queste due classi di uomini c'è un enorme divario psicologico, spirituale e intellettuale. Ma sono tutti uomini, appartengono tutti al regno umano, perché tutti hanno raggiunto consapevolmente l'auto-coscienza.
Questa è la risposta alla prima domanda, e spero che l'abbiate capita. Comprenderete che questo soggetto è stato spiegato e che questa domanda in passato è stata esaudita in molte occasioni.
L'altra domanda è questa ed è conseguenziale alla prima. Ripeterò la domanda:
"Dr. de Purucker, lei ha affermato qualche tempo fa che noi monadi umane siamo sempre state umane dall'inizio dell'incorporamento di questa catena. Come si concilia questo con l'altra affermazione di H.P.B., cioè che la porta nel regno umano è stata chiusa al punto centrale della Quarta Ronda, in altre parole durante la razza Atlantidea? Qui sembra esserci una contraddizione."
Da quanto è stato affermato, potete vedere chiaramente che non c'è alcuna contraddizione, perché la risposta alla prima domanda mostra che le monadi umane erano umane fin dall'inizio del reincorporamento della nostra catena, avendo raggiunto lo stadio umano alla fine della Settima Ronda Lunare.
Qual' è quindi il significato della frase "la porta nel regno umano è stata chiusa al punto centrale della Quarta Ronda?" Significa che tutte quelle entità provenienti dai pitṛi della luna, i pitṛi lunari, un termine che oggi possiamo usare generalmente per includere tutte le monadi che provengono dalla luna — i pitṛi lunari umani, i pitṛi lunari animali, i pitṛi lunari vegetali, i pitṛi lunari minerali, i pitṛi lunari Dhyāni-Chohanici — nel senso che tutti questi furono i padri di ogni cosa che oggi appartiene alla nostra catena, i padri lunari di tutti i regni.
Ora farò un breve excursus prima di continuare la mia risposta, perché può renderla più chiara. Ricordate che H.P.B. e altri hanno scritto delle famiglie o classi di monadi; in altre parole, questi sono i differenti regni della natura. H.P.B. ne elenca 7, perché la classifica settenaria è più facile, e scrisse così per facilitare le cose. Una classifica più completa è quella di 10, 10 regni, 10 classi di monadi. La più completa è di 12.
Ora, i sette regni o classi di monadi erano i seguenti, contando dal più alto al più basso: 3 classi di Dhyāni-Chohan, il regno umano, il regno animale, il regno vegetale, e il regno minerale, sette. H.P.B. li menzionò solo, ma non incluse i 3 più bassi dopo il regno minerale, cioè i tre regni elementali, e in tutto fanno 10 — 10 regni della natura. Quali sono allora gli altri due regni della natura per fare il numero completo 12, corrispondente ai 12 globi della catena, alle 12 Case dello Zodiaco, o ai 12 Logoi del sole? Sono: il primo e il più basso, se volete, questa volta contando verso l'alto, è il manu-radice; il dodicesimo è il manu-seme, usando i termini impiegati da H.P.B.; e così avete il vostro 12. Potete quindi vedere che il regno dei Manu è superiore al regno più elevato dei Dhyāni-Chohan, ed è praticamente un regno divino se parliamo del triplice regno dei Dhyāni-Chohan come un essere spirituale.
Torniamo dunque alla mia risposta alla domanda: La porta nel regno umano significa: dopo che hanno avuto luogo 3 ronde, e dopo che la Quarta Ronda — la più bassa e più materiale — è finita, conclusa, viene un momento nel tempo e nelle funzioni naturali in cui la discesa sull'arco discendente termina, e da quel momento inizia la risalita sull'arco ascendente. L'arco discendente è l'arco delle cosiddette ombre. L'arco ascendente è l'arco luminoso. Il motivo di questi appellativi è che l'arco discendente è l'evoluzione della materia. Alla materia che irrompe con tutte le sue miriadi di aspetti multiformi corrisponde l'involuzione o recessione dello spirito. L'arco luminoso è il contrario, l'evoluzione dello spirito corrisponde a un'involuzione della materia. La Materia regredisce. Lo Spirito si espande sull'arco ascendente.
Quindi, solo quegli esseri che hanno in sé il germe dell'autocoscienza possono salire sull'arco ascendente, perché questo è l'arco dell'apertura dello spirito. Afferrate quest'idea? Ora, sull'arco discendente entrò in azione la legge dell'accelerazione per i regni inferiori della natura. L'azione della legge del ritardo sull'arco discendente agì sulle monadi spirituali, perché esse non volevano cadere nella materia, retrocedevano con riluttanza e lentamente; mentre le entità materiali, gli esseri inferiori che si esprimevano nei regni inferiori, sentivano una tremenda attrazione e precipitarono giù. Vediamo quindi che i regni inferiori erano sotto la legge dell'accelerazione sull'arco discendente. I regni spirituali erano sotto la legge del ritardo. Sull'arco ascendente era il contrario. Gli esseri spirituali che cominciavano a raggiungere l'arco luminoso sentivano sempre di più l'attrazione dello spirito, e quando il loro percorso si era liberato dalle mire della materia essi cominciarono a sentire la legge dell'accelerazione e iniziarono a raggiungere l'alto.
Ma le creature più appesantite dalla materia, sentendo l'attrazione della materia verso il basso, cominciarono a restare indietro, la legge del ritardo cominciò ad agire su di esse, che erano meno attratte verso lo spirito e furono quindi trascinate in giù dalla materia.
A questo punto, per quanto riguarda il regno umano, dove l'arco discendente è più basso, è ciò che chiamiamo la porta nel regno umano. Tutte queste entità di qualsiasi tipo che non hanno raggiunto l'autocoscienza, non entrano in quella porta che le renderebbe capaci di andare verso l'alto alla Settima Ronda. Mi chiedo se ho reso chiara la mia idea, un'idea semplice e tuttavia sottile. Ad esempio, la porta nel regno umano non riguarda i regni dei Dhyāni-Chohan, che sono al di sopra di quello umano. Riguarda i regni umani e i regni sotto quelli umani. Quindi, tutte le monadi che erano umane prima di raggiungere il punto intermedio della Quarta Ronda passarono naturalmente e semplicemente attraverso la porta nel regno umano che era già aperta, e proseguirono direttamente nel loro percorso; mentre le monadi, come le monadi degli animali, che non avevano ancora raggiunto l'umanità durante le tre ronde precedenti, quando arrivarono a questo punto inferiore furono, per così dire, sfidate dalla natura. Le antiche religioni, tipo quella egiziana l'hanno chiamato il Guardiano della Soglia. Chi viene qui? Chi sei? — come l'esprimevano i Sanscritisti. Il Libro dei Morti parla di queste sfide davanti alle varie soglie. Ora, chiunque poteva pronunciare la parola d'ordine l'attraversava; e ricordate che la parola d'ordine da dare non era una parola d'ordine, la porta nel regno umano non era una porta. Significa semplicemente che le leggi della Natura cominciavano ad agire a un certo punto dell'evoluzione. Questo è il punto intermedio, il punto più basso di tutte le sette ronde — il punto intermedio della Quarta nel centro della razza Atlantidea. Quindi, tutte le monadi che si erano affrettate a proseguire nell'arco discendente attraverso le tre ronde dovevano ora venire nella Quarta. Quelle che potevano, passavano naturalmente e cominciavano l'arco ascendente: il regno di Mānava,[2] i 3 regni dei Dhyāni-Chohan, e il regno umano. Quando venne il turno degli animali, la porta fu chiusa. Non potevano passare. In altre parole, non potevano entrare nel regno umano perché non erano ancora umani.
Adesso un'altra domanda! Perché le bestie stanno ancora con noi? Ho già spiegato che non sono entrate nel regno umano; sentono fortemente l'attrazione della materia. Passato un milione di anni, ogni mille anni il loro ritmo diventa sempre più lento, ed entrano nel Nirvana. Questo è il significato dell'affermazione che avete letto nei nostri libri, cioè che tranne pochissime eccezioni, il regno animale non arriverà alla Settima Ronda. Perché? Non possono arrivare in alto. L'attrazione è debole. Entreranno nel loro Nirvana e aspetteranno fino al successivo incorporamento della catena. Allora otterranno lo stato umano. Sarà quella la loro ricompensa, in una catena alquanto superiore a questa.
E adesso c'è un paradosso, un paradosso davvero strano. Alcune delle monadi che hanno raggiunto nel corso della loro evoluzione il regno animale, continueranno così fino alla Settima Ronda dove diventeranno uomini. In altre parole, allora avranno raggiunto l'autocoscienza, e in seguito saranno gli umani inferiori della prossima catena della ronda. Le monadi animali in noi, alla fine della Settima Ronda, saranno monadi umane e diventeranno gli umani più elevati nel prossimo incorporamento della catena.
Potreste chiedermi delle scimmie antropoidi. Che posto occupano nella scala degli eventi? Sono entrate nel regno umano? No. Sono più animali che umani. Appartengono ancora al regno animale. Ma nelle scimmie antropoidi — ricordate che non sto parlando delle scimmie, sto parlando delle scimmie antropoidi — c'è abbastanza sangue umano, attraverso di noi, che le renderà capaci, nella prossima catena, di essere i leader spirituali e intellettuali degli animali che allora formeranno, nel prossimo incorporamento della catena, gli uomini inferiori e più bassi. La bestia sarà la più elevata di questo ramo del futuro regno umano.
Così abbiamo realmente il regno umano, le scimmie antropoidi uno stadio intermedio, le bestie; e le bestie stesse saranno in molti sotto-rami — quello superiore, l'intermedio e l'inferiore. Vi è un'enorme differenza tra le bestie, tra la scimmia antropoide e l'insetto, o tra un cavallo e una qualsiasi altra creatura, uno scoiattolo, un procione, o altrimenti. Tali distanze sono enormi anche tra gli uomini.
E adesso, cari compagni, con tutto quello che ho detto, vi ho parlato di monadi, ed è in questo contesto che potete chiedervi: l'evoluzione influenza anche i corpi? La risposta è si. Ma, come vedete, gli scienziati non sanno niente sull'evoluzione spirituale, se non minimamente. La loro idea di evoluzione è un miglioramento lento del corpo fisico attraverso le ere. Vero, il corpo fisico ha fatto progressi lungo le ere, non lo neghiamo, ma sono le forze che agiscono sul corpo dall'interno che lo rifiniscono, raffinano i suoi organi, raffinano la sua carne, che determinano l'evoluzione fisica. Ma per gli scienziati l'evoluzione è possibilità, casualità, Darwinismo. Per noi la porta nel regno umano non ha niente a che fare con l'aspetto dei corpi, degli esseri, ha a che fare solo con le parti interne, le parti monadiche spirituali, intellettuali, psichiche e astrali, e quando esse cambiano, i corpi cambiano. Perciò posso dirvi, compagni, che la carne dell'uomo veramente buono, sia pure a un minimo grado, è più raffinata di quella di un uomo che conduce una vita grossolana. Ed è per questo che è un'affermazione davvero genuina quando i Buddhisti dicono che il Buddha era di una meravigliosa bellezza virile, che anche il suo corpo sembrava traslucido di vita spirituale, qualcosa in lui che non era ordinario. È vero. In lui c'era un fuoco spirituale che agiva veramente attraverso il suo sangue e i suoi nervi, attraverso i tessuti della sua carne e delle sue ossa, rendendo il veicolo più raffinato in tutti i sensi. C'è effettivamente una differenza tra la carne di un uomo e la carne delle bestie. Non dico che i chimici possano trovarla — forse lo potrebbero un giorno. Ma c'è. Anche lo stesso odore lo dimostra.
Ho capito che alcuni temi che abbiamo studiato sono alquanto oscuri nelle menti di molte persone che sono qui e altrove. Non ho dubbi. I temi particolari che ho in mente sono l'evoluzione, l'incorporamento delle monadi, e quelli che eravamo noi umani sulla catena lunare, quelli che erano gli animali, ecc. In primo luogo, sono sicuro che molti studenti di Teosofia si sono spesso fatta questa domanda: considerata la Natura e le sue leggi e le diverse classi delle famiglie di monadi, potevano queste monadi, attraversando i regni inferiori della Natura, senza assistenza, senza alcun aiuto dall'alto, imparando a gradi attraverso l'esperienza, attraverso l'evoluzione, elevarsi da regno a regno, in modo che il regno minerale potesse diventare il vegetale, e in seguito una bestia, la bestia un uomo, e l'uomo un dio? — seguendo la nota affermazione della Qabbālāh.
Ora, senza mezzi termini, la mia risposta è Si. È possibile, e infatti potrebbe verificarsi se fosse questo il modo di funzionare della Natura. Ma la Natura non funziona in questo modo, e vi spiegherò perché. Oltretutto, questa lentissima evoluzione delle monadi verso l'alto attraverso i regni della Natura richiederebbe un tempo incredibilmente lungo. Ad esempio, la monade di un elementale, per diventare un uomo impiegherebbe sei o sette incorporamenti della nostra catena, il che equivale a qualcosa come 60 miliardi di anni, mentre le monadi non aiutate impiegherebbero sei o sette manvantara solari semplicemente per passare da un regno a quello superiore. In altre parole, teoricamente le monadi possono progredire, senza aiuto dal regno di sopra, in quei regni superiori, se prendono abbastanza tempo per il processo. Ma farlo richiederebbe quasi un'eternità; però la cosa importante è che la Natura non funziona in questo modo. La sua legge è che tutto vive per tutto, nel senso che ogni entità, consapevolmente o inconsapevolmente, aiuta ogni altra entità. Significa che ogni regno superiore non è solo una guida per il regno successivo sotto di sé, ma è un'enorme attrazione su questo regno inferiore a progredire verso l'alto.
Per essere più chiaro: prendete il regno umano: è la meta del regno animale; e badate, in Teosofia collochiamo gli umani in un regno separato dagli animali. Nello stesso modo il regno vegetale aspira in alto, al regno animale, e il regno animale lo attira a sé. Così è per tutti i regni. Ma, oltre a questo, vi è un interscambio — come potrei chiamarlo? — un interscambio d'aiuto tra ogni due regni contingenti: come, ad esempio, tra quello umano e quello dei Dhyāni-Chohan, e fra il secondo e il primo, e fra il terzo e il secondo regno Dhyāni-Chohanico. In altre parole, ha luogo, mutatis mutandis, quella che chiamiamo, nel caso della nostra umanità, la discesa dei Mānasaputra che illuminarono con i loro fuochi della mente l'umanità che allora ne era priva, e con ciò s'intendono i cambiamenti necessari di circostanze e di regno tra ogni due regni adiacenti. Proprio come il regno inferiore dhyāni-chohanico, i Mānasaputra inferiori che stimolarono le nostre menti a risvegliarsi nel proprio pensiero — che chiamiamo la discesa dei Mānasaputra — così il regno umano stimola l'intelligenza molto latente degli animali. E gli animali, a loro volta, sono per così dire, esseri Mānasaputrici per il regno inferiore, con un interscambio di atomi di vita e con i legami vincolanti dei due regni, dove ci sono creature che possono essere al tempo stesso chiamate animali inferiori o piante molto elevate.
Ora, avendo fissato questi punti, esaminiamo due domande. 1. Che cosa eravamo noi umani di oggi su questa catena terrestre, che cosa eravamo sulla catena lunare, la genitrice di questa catena terrestre? Ricordate che la luna è una catena proprio morta, da cui la vita è svanita, se possiamo chiamare vita di un cadavere un'attività chimica e quasi fisiologica delle molecole. Che cosa eravamo noi attuali umani sulla catena della Luna? Noi eravamo le monadi animali negli uomini della luna, l'umanità della luna, o quelli che potremmo chiamare, se preferite, gli uomini animali della luna, proprio come qui sulla terra ci definiamo umani pensanti e umani animali, facendo riferimento alle varie parti della nostra costituzione — fatti che tutti voi ben conoscete. Quando dico noi, intendo noi della classe superiore degli esseri umani.
Domanda 2. Che cos'era la classe inferiore degli esseri umani sulla terra oggi, e la classe più bassa degli esseri umani, i selvaggi di oggi — che, secondo gli antropologi possono contare all'incirca fino a 10, che possono avere una scarsa idea di ciò che significa più di 10, come i Vedda di Ceylon, gli Isolani di Andamane, alcune popolazioni nei Mari del Sud e alcune tribù in Africa, ecc. — che cos'erano sulla Catena lunare questi uomini inferiori? La spiegazione sta sulla punta delle dita. Gli animali della Catena lunare, prima che avesse luogo la Settima o ultima Ronda della luna, furono, per così dire, Mānasaputrizzati dagli uomini della luna, l'umanità della luna, secondo il processo che ho appena cercato di spiegarvi. Prima che questi animali raggiungessero la Settima Ronda della luna, erano stati illuminati ed elevati allo stato umano, ma uno stato umano basso.
Così, questi esseri umani inferiori che oggi sono tra noi, quelli in cui la scintilla della mente non arde troppo luminosamente, una volta erano animali sulla luna, poi furono Mānasaputrizzati nell'umanità prima che terminasse la Settima Ronda della luna. Allora, quando queste monadi alla fine della Settima ronda della luna, dopo un lungo pralaya, vennero sulla nostra terra, vennero come entità già umanizzate, come umani.
Ora, che cos'erano sulla Catena della Luna i nostri attuali animali? Erano gli animali inferiori sulla luna, i più bassi, che ancora non avevano emanato i poteri che potevano permettere loro di essere Mānasaputrizzati; proprio come sulla terra abbiamo insetti e volatili e animali striscianti e forme inferiori di vita di vari tipi; il regno animale contiene molte classi, dalle scimmie antropoidi, i suoi rappresentanti superiori, fino a tutti i gradi dei quadrupedi, attraverso gli uccelli e i pesci, fino agli insetti, ecc.
Analogamente ora, invece di guardare indietro volgiamo lo sguardo al futuro. Noi umani, cioè noi umani superiori, nel prossimo incorporamento della catena saremo il regno Dhyāni-Chohanico più basso. Le nostre parti animali umane, che chiamiamo l'uomo animale o la monade animale, saranno diventate, alla fine della Settima Ronda sulla nostra attuale catena, pienamente umanizzate: l'uomo. E noi, ciò che siamo ora, saremo diventati Dhyāni-Chohanizzati, la classe inferiore dei Dhyāni-Chohan. Allora avremo Dhyāni-Chohan che lavorano attraverso gli umani che hanno ancora monadi animali. Gli umani inferiori sulla nostra terra oggi, alla fine della Settima Ronda formeranno gli uomini comuni o superiori della prossima catena. E le nostre attuali monadi animali allora si saranno umanizzate e formeranno il tipo più elevato. In altre parole, nessun animale può diventare un uomo prima di essere Mānasaputrizzato.
Ricordate che ora non sto parlando dei corpi. Parlo della vera evoluzione, le forze e i poteri interni che distinguono un uomo pensante da un animale relativamente non pensante, il che non ha niente a che fare con i corpi. Sto parlando di monadi, del vero uomo, delle vere bestie, dell'essere interiore. E i nostri animali superiori, alla fine della nostra Settima Ronda, ammesso che dalle ultime tre ronde siano riusciti a progredire verso l'alto, saranno umani quando questa catena della Terra perverrà alla sua fine e morirà. Anche per gli altri regni della natura, alla fine della Settima Ronda, se i suoi rappresentanti saranno riusciti a progredire verso l'alto, ciascuno di questi regni avrà compiuto un passo in avanti. Quegli animali che saranno riusciti a progredire, saranno diventati uomini. Gli uomini fra noi che ci saranno riusciti, diventeranno Dhyāni-Chohan.
Chi erano i Dhyāni-Chohan che Mānasaputrizzarono gli esseri della luna della Terza Razza Radice? I nostri antenati umani. Erano gli uomini comuni o superiori della luna, uomini lunari, diventati ora Dhyāni-Chohan, chiamati Mānasaputra, i figli della mente, cioè Dhyāni, perché la loro funzione, per quanto ci riguarda, è di risvegliare il nostro pensiero, di risvegliare la nostra mente. La bestia, ad esempio, ha la mente come ce l'ha qualsiasi uomo, ma ancora molto latente: non è stata Mānasaputrizzata, risvegliata, stimolata, elevata, portata all'attività autocosciente.
Prendiamo il caso di un bambino piccolo, un bambino umano. Perché non pensa come facciamo noi? Perché non scrive libri, perché non parla di Teosofia? Perché non studia la scienza? Perché è troppo giovane, è naturale. Ma la vera risposta è perché la sua mente non è ancora stata emanata dall'interno. I genitori del bambino agiscono, in una certa misura, come i Mānasaputra. Gli danno insegnamenti, lo sorvegliano. Poco a poco, il bambino comincia ad osservare, a prendere nota delle cose, comincia a pensare, le sue facoltà si sviluppano, e prima di realizzarlo, il bambino comincia a dire cose carine e voi siete orgogliosi di vostro figlio. Che cosa è successo? Semplicemente che la sua mente ha cominciato ad aprirsi, a funzionare. Ma se quel bambino, nell'infanzia, è abbandonato su un'isola deserta e ci vive da solo, ammesso che possa viverci, non imparerebbe a parlare. La sua mente si muove molto lentamente, prenderebbe nota di quello che succede intorno, ma sarebbe in uno stato peggiore di quello di un selvaggio adulto come gli Isolani di Andamane. Sarebbe poco di più di un animale umano semi-pensante, perché la sua mente non si sarebbe ancora risvegliata, aperta, sviluppata, emanata, evoluta.
Ad esempio, quando vediamo un bambino che cresce diventando un uomo pensante, non diciamo che è un lavoro casuale della Natura pensante, fortuito e accidentale. Diciamo che c'è una legge sottostante, qualcosa chiamata mente si è evoluta da quell'entità. Qualcosa che era già insita si è sviluppata. In altre parole, l'evoluzione o emanazione è semplicemente crescita. Queste tre parole sono praticamente intercambiabili: crescita, emanazione, evoluzione, perché la crescita, come la pianta da un seme, consiste nel sviluppo, nel fiorire di ciò che quel seme conteneva.
Ora, H.P.B., nella sua mirabile opera, La Dottrina Segreta, divide le monadi in 7, e anche in 10 classi, come io penso. In effetti, ce ne sono 12. In un altro punto, divide queste 7 o 10 classi monadiche in 3 famiglie, 3 divisioni. Le prime e più elevate sono tutte quelle monadi al di sopra dell'umano. Una famiglia o divisione intermedia è quella umana, con tutto ciò che è connesso all'umano — e ricordate quante varietà di esseri umani o sub-umani ci sono. La terza classe inferiore sono tutte le entità sotto l'entità molto più bassa che, con uno sforzo, potrebbe essere chiamata umana, come le bestie, i vegetali, i minerali e gli elementali. H.P.B. fa osservare che di queste tre divisioni le più elevate non sono soltanto i pionieri venuti dalla luna che guidarono gli elementali a costruire la nostra nuova catena terrestre, ma furono anche gli istruttori e le guide della classe successiva, o meglio, della divisione che venne dopo. Eravamo noi quella classe successiva che seguì; e sia loro che noi da quel momento diventammo le guide, gli istruttori, coloro che aiutarono la classe inferiore che venne dopo di noi, esattamente come oggi vediamo tra di noi in Natura.
Una cosa da aggiungere sui Mānasaputra, che spiegherà quella che a voi sembra una contraddizione se non avete letto La Dottrina Segreta con attenzione. I Mānasaputra, entità che ci risvegliarono da corpi umani non pensanti o quasi animaleschi in esseri umani pensanti, erano la classe minore dei Dhyāni-Chohan che sulla luna erano uomini ordinari o superiori che avevano raggiunto lo stato di Dhyāni-Chohan alla fine della Settima Ronda sulla luna. Ma, pur illuminandoci, parlando ora di classi, essi stessi erano guidati e aiutati dalle due classi superiori di Dhyāni-Chohan, alcuni rappresentanti dei quali, durante le prime razze di questa Quarta Ronda, vennero tra gli uomini come dèi e semidèi, e li guidarono; e sono quelli che nelle religioni exoteriche dell'antichità sono indicati come Osiride, Iside, Ahura-Mazda, in altre parole gli dèi e gli uomini-dèi degli antichi popoli. Erano i Dhyāni-Chohan, alcuni dei quali, potrei dire, della classe superiore e della seconda classe, i quali, ancor prima che i Mānasaputra venissero a risvegliare la nostra mente, già c'impartivano insegnamenti. C'è da evidenziare che nella prima razza del Globo A, il primo globo della nostra catena, a cominciare dalla Seconda Ronda c'erano già uomini pronti, cioè pensanti, autocoscienti, che razionalizzavano e percepivano, uomini umani pieni d'amore. Erano coloro che ora chiamiamo Mahatma, Maestri, i loro chela superiori e i chela inferiori, e leader degli uomini, semplicemente perché sono molto più evoluti del resto di noi uomini. Erano uomini. E questi pochi uomini, relativamente parlando (per pochi non intendo 3 o 4, forse un milione o due, è solo una congettura), anche nella prima razza sul Globo A furono istruiti dai Dhyāni-Chohan delle due prime classi superiori. Quest'ultimi aiutarono quegli uomini primordiali nel risveglio, a risvegliarli come un genitore risveglia la mente del suo bambino, aiutandolo a fare in un certo modo, insegnando, guidando e istruendo, elevandolo, mostrandogli il sentiero, insegnando gli ideali, facendo risuonare la nota chiave della verità.
Ad esempio, noi umani, guardando al futuro davanti a noi, raggiungeremo la fine della Settima Ronda della catena. Noi umani, allora, quelli di noi che ci saranno riusciti, si svilupperanno in Dhyāni-Chohan della terza classe, la minore, il regno al di sopra del regno umano — chiamateli angeli, se volete — angeli della terza classe minore. L'appellativo migliore è Dhyāni-Chohan, perché angelo, negli insegnamenti cristiani, è un termine vago. I Maestri e i loro chela più elevati allora saranno diventati Dhyāni-Chohan della seconda classe, quella vicina alla classe superiore dei Dhyāni-Chohan; e ognuno di questi regni di Dhyāni-Chohan, a sua volta, sarà diventato un regno di un grado superiore. I nostri animali, quelli che ce la faranno, alla fine della Settima Ronda diventeranno uomini di tipo inferiore. Quali saranno questi animali? Le scimmie antropoidi, le scimmie, forse qualche quadrupede. Riguardo agli animali inferiori a loro — dubito che qualcuno di essi raggiungerà lo stadio umano, nemmeno alla fine della Settima Ronda. Sono ancora troppo grezzi, troppo inferiori, impreparati. Ma diventeranno uomini durante la prossima catena, tranne gli animali molto inferiori, che saranno gli animali superiori nella prossima catena.
Un'altra idea connessa con questi concetti. Ho affermato che non parlavo di corpi quando menzionavo l'evoluzione, e non l'ho fatto. Parlavo di monadi, ego, chiamateli come vi pare, in altre parole il centro di coscienza in ogni entità, ciò che la rende quella che è, un essere pensante, un pensatore e un percepitore, con giudizio e discernimento, che sente amore, compassione, pietà, simpatia, tutte quelle amabili qualità umane che sono veramente umane e umanitarie.
Ma ora, parliamo un po' dei corpi: nel mio libro Man in Evolution troverete come abbia cercato di dimostrare che tutta l'evoluzione è dall'interno all'esterno, che niente può evolvere o espandersi in qualcosa di più grande, a meno che abbia non solo la capacità e il potere ma che abbia già in sé quello che deve esternare. Se voi aprite il rubinetto, l'acqua scorre soltanto se dentro c'è acqua da far defluire; e nessun uomo manifesterà, esternerà nella sua vita, nelle sue azioni, nei suoi pensieri, ciò che egli non ha ancora risvegliato interiormente. Però, mentre tutta l'evoluzione è dunque dall'interno, mentre tutta la crescita avviene dall'interno, tuttavia, nel lento trascorrere delle ere, i corpi fisici sentono la vibrazione, l'impeto, che incidono incessantemente su di essi, e sentono anche la qualità di quegli impulsi quando l'espansione, l'evoluzione, aumenta maggiormente; cosicché, alla fine, i corpi fisici diventano più raffinati, e lentamente cambiano. Ma sembra esserci una legge in Natura, per cui nessun sforzo dei corpi fisici dura dopo un certo periodo. Per qualche ragione interessante, affascinante, la Natura sembra evocare, per così dire, qualche sforzo del corpo fisico — fino a un certo punto e non oltre. Sembrerebbe come se quel tipo di struttura non potesse evolvere appropriatamente, efficientemente. Allora questi corpi muoiono lentamente, e le monadi che hanno dato loro la vita, dopo il riposo in Devachan o Nirvana ritornano e trovano nuovi rivestimenti, cioè corpi che li aspettano, esattamente di un altro tipo.
Qui avete un conciso processo dell'evoluzione. È questa la ragione per cui gli enormi rettili del Mesozoico scomparirono; e quando i moderni biologi e geologi esaminano i resti delle rocce e dei fossili, si meravigliano tutti che queste specie, queste famiglie di creature si siano estinte all'improvviso. Ricordo che un geologo ha detto che sembrava come se una pestilenza si fosse abbattuta su di loro e in breve tempo, geologicamente parlando, essi scomparvero. La scienza è totalmente incapace di spiegare il perché, tranne che fare congetture, alcune molto stupide, come una che ho letto qualche tempo fa, cioè che i rettili si estinsero perché erano diventati così grossi da non potersi più muovere, e quindi morirono di fame. Questa è una delle teorie più grottesche che abbia mai sentito. La Natura non costruisce un grosso corpo se non può fornirgli il cibo che fa crescere grosso il corpo. È proprio una congettura. Molto più razionale era l'ipotesi letta su un libro di geologia, che la ragione per cui i rettili morirono fu a causa di una pestilenza universale che li estinse, forse un nuovo tipo di germe, nuovo per queste creature. Forse!
Non è una benedizione che questi corpi fisici con il tempo muoiano?
Mi hanno chiesto di parlare ancora su come le monadi passano dal regno animale al regno umano. La domanda è generale:
"Per favore, ci definisca esattamente la differenza tra le monadi animali negli animali, e le monadi animali nell'uomo."
Bene, davvero. Me ne assumo la responsabilità e mi sottopongo al karma giustamente guadagnato, perché nel mio grande desiderio di darvi qualcosa di quello che ho studiato e imparato molto tempo fa, sia conversando o in qualche mio discorso, ho affermato che quelli che erano gli animali sulla catena lunare diventarono gli umani su questa catena, e che quelli che sono ora i nostri animali su questa catena terrestre diventeranno gli umani nel reincorporamento di questa nostra catena terrestre. Bene, molto giustamente ci sono parecchie cose da dire! Ero molto soddisfatto che ci fossero queste discussioni, queste conversazioni. Sono riuscito ad aiutare il risveglio della mente in qualcuno dei miei studenti, che parlavano di tante cose che davano troppo facilmente per scontate. Volevano esaminarle, studiarle, ma evidentemente molti non le capivano, e non li biasimo nemmeno un po'. Non è un punto facile della dottrina. Era mia intenzione portare avanti quest'argomento perché ad alcuni dei teosofi nel mondo di oggi, che non appartengono alla nostra Società, è stato dato, o hanno accettato, l'insegnamento che noi umani eravamo gli antropoidi sulla catena lunare, e questo è del tutto sbagliato. Sulla luna c'erano scimmie antropoidi o esseri equivalenti alle scimmie antropoidi, quando la catena lunare arrivò alla fine, prima che la nostra catena terrestre venisse in esistenza, ma quelle scimmie antropoidi, come vedrete tra poco, divennero umane.
Ero veramente sicuro che ci sarebbero state queste discussioni, lo prevedevo, e le accolsi favorevolmente. E ogni volta che mi era chiesto di spiegare, come qualcuno mi disse, durante quei nove anni passati io sembravo proprio un saggio con una faccia di legno, e dicevo: "Questo non è interessante! Continuate a studiare e troverete la risposta." Volevo che foste voi a trovare le risposte, perché ero sicuro che altrimenti non avreste capito niente, a meno che non foste voi stessi a trovare le risposte per farne una parte del vostro intelletto, una parte di voi. Quello che vi è stato semplicemente detto è come ciò che un bambino impara a scuola. Se non è particolarmente interessato, non lo ricorderà. Mi ero fatto un promemoria su come andavano queste discussioni sulle anime animali nei due regni, e ora mi rendo conto che c'è stato un duro lavoro onesto e generoso per riconoscere il diritto di una risposta a coloro che hanno lavorato sodo, e questi saranno i soli che capiranno la dottrina.
Quindi, la difficoltà di comprendere questa cosa, che non è proprio difficile ma molto semplice, è stato il fatto, la comune debolezza umana (ce l'ho io, ce l'abbiamo tutti), che abbiamo persistentemente confuso le monadi con le rūpa, le forme, i corpi, per cui, quando parliamo di animali, c'immaginiamo subito pecore, elefanti, cavalli, gatti, cani, o altrimenti, dimenticando che il vero animale è la monade; e voi sapete che non ho mai detto che gli animali sulla luna divennero gli umani sulla terra, tranne che non l'abbia fatto precedere da una spiegazione, un chiarimento: le monadi animali sulla luna divennero gli umani su questa terra. Ma quali monadi animali? Le monadi animali negli uomini sulla luna, o le monadi animali negli animali sulla luna?
Ora, ad esempio, ciascuno di noi su questa terra ha una monade animale come parte della sua costituzione. Quale differenza c'è tra la monade animale umana e la monade animale di un elefante o un cane? Qual è la differenza, la diversità tra le due? Cercherò di spiegarlo. In primo luogo, un regno non si trasforma nel regno successivo più alto attraverso l'evoluzione. Quando parliamo di regni intendiamo i regni; e in Teosofia abbiamo 10 regni di esseri, o dieci classi di monadi, o ancora 10 onde di vita. Che cosa sono? Noi li contiamo in questo modo: 3 regni degli Elementali, uno Minerale, uno Vegetale, uno Animale, quello Umano — e in tutto sono sette; e i tre regni dei Dhyāni-Chohan — che fanno 10 classi di monadi in tutto, 10 regni, 10 diverse onde di vita.
Nessuno di questi regni può passare, attraverso l'evoluzione o lo sviluppo o l'espansione, nel regno superiore successivo, mai, perché questi regni si riferiscono alle rūpa che danno asilo alle monadi, le incorporano, le racchiudono, che sono i veicoli delle monadi. Ad esempio, il regno animale non diventa mai un regno umano. Il regno vegetale non diventa mai un regno animale. Il regno minerale non diventa mai un regno vegetale. Il regno umano non diventa mai il più basso dei tre regni dei Dhyāni-Chohan.
Quando una monade individuale è diventata animalizzata o umanizzata o Dhyāni-Chohanizzata nel successivo regno superiore, allora, nella sua prossima incarnazione o incorporamento, entra nel regno molto più basso del regno superiore successivo. È chiaro? Ma i regni non diventano mai, come regni, regni superiori.
Troverete il senso di tutto questo, o perlomeno cercherò di renderlo chiaro. Ogni regno al di sotto di quello umano si sforza di diventare — no, scusatemi, ogni monade in ogni regno al di sotto di quello umano si sforza di raggiungere il regno umano. Il regno umano è il suo obiettivo, la meta, lo scopo, il punto d'arrivo delle monadi; proprio come il nostro obiettivo come umani è di sforzarci a diventare un membro del più basso dei tre regni dei Dhyāni-Chohan al di sopra di quello umano. Ma il regno umano, come tale, non diventa mai il regno più basso dei Dhyāni-Chohan. Perché? Perché la Natura ha bisogno di questi regni là dove sono. È come se fossero case di vita dove le monadi peregrinanti, evolventi, possano vivere, attraversarle, salire di grado ed entrare nella casa successiva, o regno, di vita. È abbastanza chiara quest'idea? La Natura ha bisogno di questi regni attraverso l'eternità. Ecco perché, dopo che noi monadi umane avremo lasciato il regno umano e saremo evolute fino a diventare Dhyāni-Chohan del regno Dhyāni-chohanico più basso, nel regno umano resteranno ancora delle monadi o individui che allora useranno i corpi tenuti in vita da quegli individui in arrivo da quello che è ora il regno animale. Non capite? Se tutto il regno umano evolvesse per diventare i Dhyāni-Chohan, ci sarebbe un vuoto tra i Dhyāni-Chohan e la bestia. Le monadi salgono verso l'alto passo dopo passo, regno dopo regno.
Cos'è che crea questi regni in natura? Gli archivi nella luce astrale. C'è un'idea importante che contribuisce a spiegare un sacco di domande che ora sto per discutere qui. Da eternità immemorabili, per quanto ne sappia, ci sono sempre state, perlomeno nel nostro sistema solare e forse nella nostra galassia, 7 o 10 o 12 classi di monadi o regni o onde di vita per la nostra catena; e hanno continuato ad andare in questi regni, a causa di nuove monadi che arrivano dal regno inferiore, salgono di grado nel nostro regno mentre le monadi umane salgono di grado dal nostro regno umano al regno dei Dhyāni-Chohan. Così i regni restano, perché le 10 classi di monadi rimangono attraverso l'eternità. Sono le monadi che evolvono.
Sorge la domanda — ed è incidentale — non migliorano forse i corpi delle monadi in cui le monadi vivono quando s'incarnano nei corpi? Lo fanno, ma con una lentezza quasi eccessiva. Perché? Perché le forme nella luce astrale sono state migliorate da eoni su eoni nel passato. Non ho idea quanto tempo fa — potremmo dire dall'eternità. Ad ogni manvantara cosmico queste forme nella luce astrale cambiano e migliorano lentamente, cosicché i regni stessi, pur rimanendo sempre gli stessi regni, risorgono lentamente attraverso le eternità, ma con una lentezza immensa, mentre le monadi evolvono più rapidamente.
Ora, non confondete quest'altro concetto. Vi sono certe variazioni rapide negli stessi regni che, comunque, non sono permanenti. Prendiamo, ad esempio, una struttura umana di oggi: è un'eco lontana, nella sua relativa grazia e simmetria e portamento, dei primi esseri umani della Terza Ronda. Se li vedessimo oggi diremmo: bene, sono corpi scimmieschi, sono decisamente scimmieschi. Non è questa l'idea. Noi usiamo il termine scimmiesco perché le scimmie antropoidi, da allora, hanno una certa quantità di sangue umano; ed evolvendo molto lentamente, non in maniera rapida come noi umani facciamo nell'aspetto, nella simmetria e nella grazia della forma, esse ancora contengono quella che chiamiamo, giusto per darle un nome, un'immagine scimmiesca dei loro genitori in parte umani.
C'è da notare che gli umani sulla catena lunare, all'incirca nello stesso periodo in cui siamo noi ora, avevano un aspetto piuttosto simile a quello che abbiamo oggi, ed ebbero un periodo in cui avevano le sembianze piuttosto scimmiesche, ma senza nessuna goccia di sangue scimmiesco in essi. Spero che vi sia chiaro, perché ci sono voluti cinquant'anni affinché i Teosofi afferrassero questa distinzione.
Ora, che significa tutto questo? Significa che i regni della forma evolvono a migliorare con un'eccessiva lentezza, ma non hanno scatti, impennate di grande miglioramento che non possono sostenere. Cadono di nuovo, degenerano e ritornano indietro. Sto parlando dei regni di oggi, non delle monadi che incarnano in essi una certa linea di sviluppo, in parte dal loro svabhāva inerente, in parte a causa della forma nella luce astrale.
Ora, dunque, qual è la possibilità di conciliare quello che ho appena detto con l'affermazione che ho fatto e che troverete in H.P.B., cioè che gli animali sulla luna divennero gli umani su questa catena? Che gli animali che ora sono con noi diventeranno gli umani nella prossima catena terrestre, la figlia di questa catena? La conciliazione sta nel fatto che quando voi ascoltate un'affermazione di questo tipo, dovreste esaminarla in base a tutti i vostri studi teosofici. Se aveste collegato altre cose che H.P.B. ed io abbiamo affermato non vi sareste preoccupati.
Cercherò di spiegare da un'altra angolazione. La costituzione umana — e in verità la costituzione di un'entità incorporata in qualsiasi regno, diciamo il regno animale — o nel regno Dhyāni-Chohanico al di sopra del nostro, ognuna di queste entità è settuplice. Ma dei sette principi o monadi con una costituzione simile a quella umana, alcuni sono espressi relativamente al completo e alti sono ancora in gran parte inespressi; ed è questa differenza che crea i regni. Intricato? Affascinante per quelli che ne hanno trovato la chiave. Così gli animali hanno in sé qualsiasi cosa che un uomo ha. Hanno una monade divina, una monade spirituale, una monade umana, una monade astrale-vitale e anche quella che ho definito la monade fisica; ma le monadi nel regno animale finora si sono evolute solo fino alla monade animale. Questo è il motivo per cui esse sono nel regno animale; lì si trovano a casa loro. Quando in futuro le monadi nel regno animale, le più elevate tra di loro, avranno cominciato ad aspirare verso l'alto, verso la monade umana, in altre parole, quando avranno cominciato a umanizzarsi, le capacità, gli elementi, le qualità, swabhava, cominceranno lentamente a manifestarsi nell'animale. Gli animali cominceranno a non sentirsi più a casa loro nel regno animale, in queste rūpa inferiori; e man mano che il processo di questa lenta umanizzazione prosegue, man mano che le monadi animali si elevano attraverso l'esperienza, lasceranno il regno animale e saranno attratte, psico-magneticamente, verso i corpi più bassi nel regno umano, appena sopra sulla scala della vita.
Che cosa accade? Quelle monadi che prima si manifestavano nel regno animale, in corpi animali, sono ora abbastanza umanizzate per entrare nei corpi umani più bassi di barbari selvaggi o, specialmente all'inizio di questa Ronda su questo Globo D, di esseri che sono molto inferiori al selvaggio più basso che abbiamo oggi — però umani. Che cosa accade? Esse entrano in questi corpi umani come monadi animali. Qui c'è la vostra risposta, questa è la vostra chiave. Ugualmente, quando un essere umano aspira alla monade Dhyāni-Chohanico, alla monade spirituale, ha raggiunto un punto in cui è quasi al di sopra dell'umanità, sviluppandosi fuori di essa; quando le sue aspirazioni sono spirituali, sempre più alte, viene il momento in cui l'incarnazione tra gli umani non è più adeguata. Egli sta dhyānizzando se stesso, questa monade, e l'attrazione per il regno umano un giorno cesserà. Non ci sarà più un'ulteriore influenza ad incarnarsi in corpi di esseri umani. La prossima incarnazione sarà nei regni inferiori dei Dhyāni-Chohan. È chiaro questo concetto?
Qual è quindi la differenza tra le monadi animali negli animali e le monadi animali negli uomini? Ve l'ho spiegata. Quando la monade animale nel regno animale si è sufficientemente umanizzata attraverso l'evoluzione, da non sentirsi più attratta ad incarnarsi nel regno animale, seguirà psico-magneticamente l'incorporamento negli esemplari più bassi degli uomini, e diventerà la monade animale nell'uomo. Così potete vedere l'unità della natura universale e la sua meravigliosa varietà.
Ora esamineremo l'aspetto specifico degli uomini lunari e degli animali lunari. Vi è stato più volte ripetuto che tutti i regni al di sotto di quello umano mostreranno una tendenza ad estinguersi quando la Quarta Ronda diventa la Quinta Ronda; una maggiore tendenza ad estinguersi quando la Quinta Ronda diventa la Sesta Ronda, in modo che, raggiunta la Settima Ronda, la più elevata, gli animali si saranno praticamente estinti, perché non possono farcela a salire l'arco ascendente. Le loro monadi gradualmente muoiono e vanno in Nirvana, dove attenderanno fino al prossimo incorporamento della catena, durante la Prima, la Seconda e la Terza Ronda di quell'incorporamento della catena. Così gli animali che non potevano farcela nella Sesta e Settima Ronda, avranno ancora una possibilità. Allora ritorneranno ancora come animali. La Natura preparerà la via attraverso gli elementali e gli architetti. Ci saranno i corpi pronti per loro. Essi stessi aiuteranno a formare i corpi nel regno animale. Questi sono gli animali che non potevano farcela.
Ora, la stessa cosa accadde sulla luna. Ma durante la Settima Ronda, sia sulla luna in passato o nella nostra Settima Ronda in futuro, ci saranno delle eccezioni nel regno animale. Quali sono queste eccezioni? Le scimmie antropoidi, e forse anche qualcuna delle scimmie più progredite. Alla fine della Settima Ronda, le scimmie antropoidi avranno raggiunto lo stadio umano. La stessa cosa avvenne sulla luna, dove gli animali si estinsero prima che fosse raggiunta la Settima Ronda, tranne pochi che avevano appena raggiunto lo stadio umano, pronti ad entrare nel regno umano alla fine della Settima Ronda. Ce n'erano milioni di essi ma, paragonati con i miliardi e miliardi dell'onda di vita per il regno, è semplicemente un numero esiguo. Si, questi animali sulla luna potevano farcela, e ci riuscirono. Raggiunsero la parte inferiore del successivo regno quando fu raggiunta la Settima Ronda, e divennero gli esseri umani più bassi su questa nuova catena. Che dire delle monadi animali umane nella catena lunare? Per tutto il tempo esse crescevano sempre di più e sempre più umanizzate, e alla fine della Settima Ronda sulla catena lunare erano diventate uomini; e gli uomini lunari, gli uomini della luna, alla fine della Settima Ronda erano diventati i Dhyāni-Chohan del regno inferiore Dhyāni-Chohanico. Chi erano queste monadi animali della luna? Siamo noi. Ed è quello che intendevo dicendo che le monadi animali che avevano raggiunto il tipo del regno umano sulla catena lunare diventarono gli umani di questa catena. Comprendete? I regni non fanno sbalzi. La Natura li trattiene lì, ciascuno al proprio livello, perché le monadi che vengono dal basso, come monadi, arrivano fino alla catena lunare dello spirito, per così dire. Lo spirito anela ad aiutare la terra, la terra anela allo spirito.
Così vedete che, immagine splendida, sebbene i regni rimangano gli stessi, per così dire, conservano lo stesso posto sulla Scala della Vita della natura, le monadi discendono attraverso di loro e poi risalgono l'arco ascendente diffondendosi attraverso i regni. Così è per noi. Le nostre monadi animali sono le monadi provenienti dal regno animale che era diventato abbastanza umanizzato per non essere più monadi animali ma monadi animali umane. Così, quando sarà arrivata la nostra Settima Ronda, le monadi animali in noi saranno gli umani del prossimo incorporamento della catena. Noi umani, alla fine della Settima Ronda, quelli tra noi che ci riusciranno, saranno diventati Dhyānizzati, Chohanizzati, se volete, e alla fine della Settima Ronda saranno diventati Dhyāni-Chohan.
Passiamo ora al prossimo approfondimento. In questo nostro attuale incorporamento della catena, chi erano i Mānasaputra che s'incarnarono negli esseri umani nella Terza Razza Radice su questo Globo, durante la Quarta Ronda, e che ci resero esseri pensanti? Noi eravamo nel regno umano come corpi, ma ora sto parlando delle monadi. Chi erano i Mānasaputra che ci risvegliarono l'intelletto? Erano coloro che avevano raggiunto lo stato di Dhyāni-Chohan sulla luna alla fine della Settima Ronda, e quindi noi siamo le loro monadi animali. Ci cercarono di nuovo, ci ritrovarono ancora, i nostri sé superiori, per così dire, che li attendevano, li attendevano finché i nostri corpi furono pronti, finché le rūpa umane furono sufficientemente sottili, flessibili, per ricevere il fuoco dell'intelletto. Allora s'incarnarono in noi. Se avete letto La Dottrina Segreta di H.P.B., vedrete ora che questi Mānasaputra non potevano incarnarsi prima di quel periodo. Corpi non adatti per noi, dissero. Essi erano pronti. I corpi non erano pronti. Rūpa non adatte, corpi non adatti per noi, dissero. Quei corpi dovevano diventare più sottili, più delicati, raffinati, più appropriati a ricevere il santo intelletto dei Mānasaputra che illuminarono la mente latente di noi umani. Allora venne il tempo, venne la "discesa," come noi la chiamiamo, la discesa dei Mānasaputra. Gli uomini cominciarono a pensare. E qui vorrei aggiungere che c'era un'altra classe di Mānasaputra, di gran lunga superiore a qualsiasi cosa con la quale siamo stati connessi come individui, che diede inizio a questo mirabile lavoro di immettere la fiamma della mente in quelle prime razze umane. Essi erano Dhyāni-Chohan anche sulla catena lunare. Meravigliosa immagine!
Così, i Mānasaputra che ci diedero la mente erano semplicemente i nostri Dhyāni-Chohan, gli uomini lunari diventati Dhyāni-Chohan, e noi eravamo le loro monadi animali ora diventate umane. Era loro dovere illuminarci ancora, ridarci la nostra mente, risvegliarla. Quindi, alla fine della Settima Ronda, saremo diventati Dhyāni-Chohan, e saremo i Mānasaputra per gli uomini della prossima ronda, che ora sono le nostre monadi animali umane. Vi ho reso chiara l'idea?
E adesso ho quasi finito. Vi ho parlato di momenti o periodi di scelta quando doveva essere presa la grande decisione. Una ebbe luogo a metà della Quarta Ronda. Realizzate che cosa accadde allora, quando venne il momento in cui le monadi erano sottoposte alla prova per vedere se potevano passare? Era abbastanza facile discendere, ma erano in grado di passare il pericoloso punto e cominciare a salire l'arco ascendente? Milioni, centinaia di milioni, miliardi, entrarono nel nostro regno umano, nel regno animale. C'era in loro una sufficiente aspirazione verso l'alto per poter passare il pericoloso punto della linea più bassa e cominciare a risalire verso l'alto. Questi erano gli animali che siamo noi oggi. Ma sapete che centinaia di milioni di monadi non poterono oltrepassare il punto pericoloso? Erano quelle che H.P.B. chiama "le monadi perdute." Perirono per il resto di questo Manvantara. Ciò significa solo che non potevano farcela, non si erano abbastanza evolute, e andarono in Nirvana. Di lì non si risveglieranno finché, nella prossima catena, arriverà per loro il richiamo psico-magnetico di entrare nella vita incorporata. Il regno animale allora le aspetterà, e le monadi entreranno in questo regno animale. Il regno animale si muove soltanto con una lentezza quasi infinita, migliorando gradualmente; ma le monadi sono sempre lì.
Ci sarà un altro decisivo momento di scelta a metà della Quinta Ronda, e che per noi umani sarà la nostra grande transizione. A metà della Quinta Ronda saremo noi sufficientemente dhyānizzati da essere in grado di muoverci verso l'alto all'inizio della Sesta Ronda? Coloro che stanno diventando abbastanza universali da essere attratti verso la condizione Dhyāni-Chohanica ce la faranno. Quelli tra noi che non si saranno abbastanza universalizzati per entrare nel regno dei Dhyāni-Chohan periranno per il resto di questo manvantara; in altre parole, vanno in un Nirvana e perdono miliardi di anni. Ecco cosa significa, la perdita di miliardi di anni.
Pensate che cosa significa per questi milioni di monadi che allora periscono. Considerate il tempo che esse perdono. Due miliardi di anni prima che la nostra Settima Ronda si concluda. Più di 4 o 5 miliardi di anni prima che inizi il reincorporamento della nuova catena. Tra i 6 o i 7 miliardi di anni, un prezioso tempo perduto. È questo il motivo per cui i Maestri insistono sempre. Ora c'è la vostra opportunità di diventare universali nelle vostre simpatie. Fate qualcosa di cui siete capaci per essere spiritualmente più umani. Aspirate verso l'alto, non importa se le attrazioni sono inferiori. Ciò non significa perdere le vostre simpatie. Resisterete a modo vostro se pensate che le vostre simpatie umane siano elevate; ma ciò significa renderle meno egoistiche, più spirituali, alte, cosicché, quando viene il punto pericoloso, voi lo oltrepasserete.
Vorrei dirvi poche parole su questa "porta" nel regno umano. Naturalmente non è una porta. Questo è solo un modo di dire. La porta, in una professione, significa la laurea dello studente. Quando l'animale si laurea interiormente, in altre parole quando ha esternato ciò che è interno, le qualità umane, si è laureato nel regno umano, che è la sua porta.
Ora, la differenza tra le bestie, le piante, le pietre, gli uomini, gli elementali, e i Dhyāni-Chohan, la differenza tra di loro, o tra due qualsiasi di loro, non è solo di potenzialità, ma di sviluppare la capacità. Così il bambino umano è potenzialmente un uomo o una donna, ma non ancora, e non avrà la capacità adulta finché sia pienamente cresciuto. La potenzialità è lì, manca la capacità. Non è ancora emersa dall'interno. Verrà quando il bambino crescerà. Così anche per le bestie. La potenzialità dell'umanità è lì, ma le bestie non sono ancora umane perché non hanno ancora esternato dall'interno le qualità umane, gli attributi, il potere del pensiero, il potere di percepire, il rispetto di sé, tutte le qualità che ci rendono veramente uomini.
Perché c'era una porta nel regno umano che fu chiusa al punto più basso del presente manvantara? Significa semplicemente che gli animali, a quel punto, non avevano ancora esternato dal loro interno gli attributi spirituali e mentali che li avrebbero resi capaci di salire in alto verso il prossimo regno, come succede agli umani. Non potevano farcela. Non volevano; non sapevano niente perché ancora non erano risvegliati interiormente. Gli umani lo fecero. Di conseguenza, non c'era alcuna porta per gli umani. Andarono giù lungo l'Arco Discendente, passarono il punto critico, e cominciarono a risalire sull'Arco Ascendente; e noi umani continueremo a salire fino alla conclusione della Settima Ronda.
Qui c'è una cosa interessante da notare: per noi umani ci sarà una porta al punto intermedio della Quinta Ronda, e quegli umani che non oltrepassano quella porta, in altre parole, che non possono cominciare a salire verso l'alto ed entrare nel regno inferiore Dhyāni-Chohanico nella Sesta Ronda, saranno, di fatto, degli "insuccessi," e gradualmente moriranno, e dovranno aspettare fino al prossimo incorporamento planetario. Ma quegli umani che ci riusciranno, cioè che faranno la scelta verso l'alto — quando viene il grande momento della scelta verso l'alto — continueranno ad ascendere sull'arco.
Come nasce tutto questo? Vi sono dieci o anche dodici classi di monadi. Le possiamo descrivere così: le tre classi Dhyāni-Chohaniche al di sopra del regno umano, cioè la più alta, quella intermedia e quella inferiore dei Dhyāni-Chohan; poi viene il regno umano, quello animale, poi quello vegetale, poi quello minerale, quindi vengono i tre regni elementali. Abbiamo così tre regni elementali da un lato, tre regni Dhyāni-Chohanici dall'altro, e quattro regni intermedi: umano, animale, vegetale e minerale, che fanno tre classi distinte di monadi, il che significa semplicemente che le monadi sono divisibili in queste dieci classi, perché gli individui di ogni classe hanno esternato le qualità, gli attributi, in altre parole il tipo, attirando queste monadi a raggrupparsi nei regni o classi.
Quando qualsiasi individuo di queste dieci classi, attraverso lo sviluppo evolutivo fa emergere i poteri, le facoltà e gli attributi latenti in sé, s'innalza e attraversa la porta del regno successivo, classificandosi dall'inferiore al superiore, e noi chiamiamo questo una porta. Tutti gli individui si uniscono a quelli che sono reciprocamente simili. Tutti quelli di X sono attratti insieme, tutti quelli di Y, tutti quelli di Z — in altre parole, per usare il vecchio proverbio, "Dio li fa e poi li accoppia."
Riguardo alle bestie: mostreranno tutte una tendenza a scomparire in questo manvantara, un processo peculiare che ha bisogno di essere spiegato più esaurientemente, ma vi dà una chiave. Ad esempio, tutte le bestie che erano sulla terra in questa Quarta Ronda riappariranno sul nostro globo terrestre nella Quinta Ronda, ma qui avranno un tempo più breve. In altre parole, verranno e spariranno più rapidamente; nella Settima Ronda è probabile che solo le bestie più elevate, le scimmie antropoidi e forse qualche altra, rimarranno. Le altre si saranno estinte. La ragione è che non potevano "farcela" in alcun modo. È mia opinione, suscettibile di essere confutata da qualcuno che ne sa molto più di me, che probabilmente nella prossima Ronda, la Quinta, vedremo pressoché le ultime bestie.
Riguardo alle scimmie antropoidi, sono un caso eccezionale. Non sono umane, ma sono adombrate dall'umanità. L'umanità sta appena cominciando, per così dire, a proiettare i suoi raggi nel cervello delle scimmie antropoidi. Se riescono a "farcela," diventeranno uomini di tipo molto basso e degenerato. Mi correggo, il termine che ho usato è sbagliato — è più preciso: di tipo molto basso e sottosviluppato durante la prossima Ronda.
Queste classi sono tutte monadi, proprio come l'uomo è una monade. Quando evolve, migliora anche il suo corpo. Ma quando i corpi degli uomini diventano troppo grossolani per esse, i corpi muoiono, le monadi umane non vogliono più avere a che fare con loro, e sono gettati via. "Queste non sono rūpa adatte a noi," diranno, e i corpi svaniranno in quel modo. Allora noi porteremo avanti corpi che s'avvicinano al tipo dei veicoli Dhyāni-Chohanici, cioè corpi adatti alle entità Dhyāni-Chohaniche che noi stessi saremo diventati durante la Sesta e la Settima Ronda; e alcuni umani più avanzati degli altri anche durante la fine della Quinta Ronda.
Così potete vedere che tutte queste dieci classi di monadi hanno le stesse potenzialità, ma non dello stesso rango, perché sono esattamente come i bambini nelle diverse classi scolastiche, da quelle inferiori a quelle in cui ci si laurea dopo l'università. Le potenzialità sono le stesse, ma i differenti gradi di sviluppo variano enormemente, e sono queste differenze di sviluppo evolutivo che formano effettivamente le dieci classi monadiche.
Ma voglio ricordarvi ancora una volta che anche noi umani, durante la prossima Ronda, avremo l'opportunità di attraversare la porta aperta per entrare nel più basso dei tre regni Dhyāni-Chohanici; e a questa porta aperta accennano H.P.B. e i Maestri con il termine "il momento della scelta," o il tempo della scelta. Significa che quando avremo raggiunto il punto intermedio della Quinta Ronda, più esplicitamente il punto intermedio della Quarta Razza Radice sul Quarto Globo durante la Quinta Ronda, saremo pronti? Saremo evoluti al punto da vedere quello che c'è oltre e desiderare di andare avanti? Se lo saremo, allora attraverseremo la porta della scelta. Allora cominceremo ad avvicinarci al luogo che ora ospita il regno Dhyāni-Chohanico inferiore, e in quel regno avremo fatto un passo avanti. I regni dei Dhyāni-Chohan sono semplicemente monadi che sono andate oltre la fase umana e che ascendono allo stadio divino. Se ci riusciranno, diventeranno dèi. Così noi diventeremo Dhyāni-Chohan se "ce la faremo."
Vi dirò che non c'è assolutamente tempo da perdere, la vita è così rapida. Noi umani impariamo così lentamente, e il tempo è davvero fugace in una singola incarnazione come lo è in un manvantara. Non c'è tempo da perdere per fare in modo che la vostra mente abbia successo. E non è richiesto qualche anomalo ascetismo o qualcosa del genere. Significa semplicemente essere più umani affinché, diventando veramente e incessantemente più umani, diventiamo più Dhyāni-Chohanici. Non significa solo crescita intellettuale. Significa crescita morale, crescita intellettuale, crescita psichica, ma soprattutto crescita morale e spirituale.
Chi sono questi Dhyāni-Chohan di cui abbiamo parlato? Se potete immaginare il tipo veramente superiore di un essere umano che i voli più alti della fantasia possano immaginare, forse ci sarete quasi vicini. Essi sono proprio come siamo noi, esseri pensanti, sensibili, evolventi, al di sopra di noi come noi siamo al di sopra delle bestie. Hanno i loro rappresentanti su questa terra, chiamati śishṭa, quelli che rimangono.
Infatti, e tornando per un momento al soggetto delle Ronde, è interessante notare che il terzo regno dei Dhyāni-Chohan entrerà su questa terra quando noi, come onda di vita, saremo andati sul Globo E. Essi saranno la classe elevata che viene nella Ronda dietro di noi, non nell'evoluzione, perché sono più avanti di noi, ma semplicemente per quello che riguarda l'apparizione seriale; e questi Dhyāni-Chohan ora si stanno evolvendo sul Globo C.
Riferendoci ora al nostro primo argomento, ho pensato spesso che nelle parole del Maestro nelle Lettere dei Mahatma ci sia un mondo di avvertimenti: "Quanti milioni periranno?" Non significa che essi saranno annientati, significa che perderanno il resto di questo manvantara perché hanno simulato davanti al momento della scelta, non volendo vedere, quindi troppo deboli per proseguire, troppo indifferenti per salire, non hanno voluto, nell'immaginazione spirituale e intellettuale, desiderare di diventare più forti, migliori e più raffinati e nobili. Quindi, questi "non ce la fanno." La verità è che proprio non vogliono.
Mi è stata fatta questa domanda:
Che cosa sono i Tre Regni Elementali, e che particolare relazione hanno con gli Elementi Cosmici degli antichi?
I Regni Elementali, come tutti gli altri, sono aggregati, gruppi di monadi evolventi mentre i cosiddetti elementi degli antichi, o principi, erano così denominati per descrivere quelli che oggi chiameremmo i sette principi o elementi dell'universo, come l'uomo ha sette principi o elementi. È il loro modo per descriverli. Gli Hindu fanno ugualmente, solo che, in questo caso, i loro nomi in Sanscrito sono i tattva: Pṛithivī-tattva, apas-tattva, taijasa-tattva, ākāśa-tattva, e così via.
Quindi, questi gruppi o aggregati di monadi, essendo ciascun gruppo un regno, o nelle loro Ronde quella che chiamiamo un'onda di vita — ciascun gruppo di monadi, cioè tutti i gruppi, vivono e agiscono attraverso questi tattva o elementi cosmici, che i Greci e i Romani chiamavano Terra, Acqua, Aria e Fuoco. Alcuni dicevano, come i Pitagorici, che c'era un quinto elemento, l'Etere, ma in effetti nelle scuole occulte s'insegnava che erano sette, di cui soltanto quattro erano conosciuti a livello popolare, e i Pitagorici e qualcun altro in Europa affermavano apertamente dell'esistenza di un quinto. L'etere dei Greci o l'etere dei Pitagorici, se compresi appropriatamente, era ciò che intendevano gli Hindu quando parlavano di ākāśa.
In tal modo questi elementi cosmici sono i differenti materiali dell'universo, le differenti sostanze dalle quali è costruito l'universo. Possiamo chiamarli le varie prakṛiti dell'universo, anche se, è naturale, ciascuno di questi differenti nomi ha il suo sublime significato connesso. Quindi, non sono assolutamente intercambiabili. Gli elementi cosmici di queste prakṛiti appartengono a tutti i regni, perché tutti i regni, come ho già detto, vivono e agiscono attraverso di loro.
Qual è l'origine di questi elementi cosmici? Essi sono i materiali essenziali con cui crescono i piani più sviluppati dell'universo. Essendoci così sette o dodici elementi cosmici, quando ha inizio il manvantara questi sette elementi cosmici cominciano dall'alto e si espandono verso il basso, ciascuno andando secondo il suo ordine seriale, e ciascuno dando vita al suo primo materiale essenziale, i suoi aspetti più spirituali, per così dire, che sono proprio quelli che s'intendono per questi elementi cosmici. Poi, ciascun elemento cosmico, quando si espande sul proprio piano prima di dare vita agli elementi cosmici al di sotto di sé, emana da se stesso tutti i suoi sette sotto-piani, o sotto-elementi cosmici, in modo che ciascuno di tali elementi cosmici contenga in sé tutti gli altri elementi cosmici, ma di grado minore. Così l'elemento cosmico acqua, per usare il frasario greco, ha come proprio swabhava l'elemento acqua, ma contiene in sé anche l'elemento fuoco, l'elemento aria, l'elemento terra, ecc.
I regni sono aggregati o famiglie o gruppi di monadi. Gli elementi cosmici sono i materiali essenziali in cui esse vivono, si muovono, hanno il loro essere ed evolvono.
Ora, dunque, un significato finale li connetterà tutti, spero. Lo Spirito, nei suoi aspetti settuplici, è la radice di questi elementi cosmici, o prakṛiti. Proprio come le prakṛiti sono emanate da mulaprakṛiti, che è il velo di Brahman, il puro Spirito cosmico, così tutti gli elementi cosmici si espandono dal primo velo sostanziale intorno allo Spirito cosmico, corrispondente a mulaprakṛiti. Quindi, ogni cosa, tutti gli elementi cosmici, provengono dallo Spirito; e dallo Spirito procedono anche le classi, famiglie, gruppi o aggregati di monadi che formano i differenti regni, dai Dhyāni-Chohan giù fino agli elementali. E alla fine, se esaminiamo e penetriamo nella natura ultima o materiale degli elementi cosmici, possiamo vedere che ogni elemento cosmico è veramente un vasto aggregato, un gruppo di monadi o centri di coscienza non ancora risvegliati all'attività, e che sono quindi dormenti. È proprio come tutta la terra intorno a noi, che rappresentando il più basso degli elementi cosmici su questo piano non è mai composta solo da moltitudini di monadi dormenti che ancora non si sono risvegliate per iniziare i loro viaggi evolutivi e svilupparsi in dèi autocoscienti. O, ancora: la carne di un uomo è composta da molecole, e queste da atomi, e questi da atomi di vita, o punti di vita, che sono l'effetto, su questo piano, di monadi sul proprio piano.
Ovviamente si comprende che una monade non lascia mai il suo piano; così, quando diciamo che l'elemento terra è composto da monadi concrete o dormenti, non intendiamo le stesse monadi spirituali, intendiamo invece gli atomi di vita che rappresentano una monade su questo piano cosmico.
Quale relazione hanno dunque i tre regni elementali, i regni degli elementali, con gli elementi cosmici? In primo luogo, dirò che questa frase, "i tre regni elementali" è un modo facile e grafico di definire i sette regni degli elementali o i sette sottoregni del regno degli elementali in generale; proprio come in un uomo generalizziamo spesso la sua costituzione dicendo spirito, anima, corpo, pur sapendo che la costituzione è divisibile in sette parti.
I tre regni degli elementali, in origine, nella loro prima apparizione nel manvantara manifestato, derivarono dai materiali degli elementi cosmici originari, e quindi queste entità neonate che sono, per così dire, le parti che animano gli atomi di vita, sono chiamate elementali. Questo è il regno originario, e se volete, quello superiore degli elementali, non superiore qui nel senso evolutivo, ma superiore nel diagramma schematico. I cosiddetti regni inferiori degli elementali sono inferiori solo perché sono più lontani dalla parte spirituale della natura degli elementi cosmici, ma sono più evoluti nel senso che stanno più in alto. Ne consegue che la classe inferiore degli elementali, che è al di sotto dei minerali, è effettivamente il più evoluto dei regni elementali. Ma non hanno ancora raggiunto il punto in cui possono essere classificati come minerali, passare cioè nel regno minerale.
Ora, la ragione per cui ci sono realmente sette sotto-regni elementali è perché ciascuno di questi regni elementali deriva dal suo particolare elemento cosmico. Poiché ci sono sette elementi cosmici, ciascun elemento cosmico dà vita al suo regno elementale. Così, quando tutti questi regni elementali sono classificati insieme, noi diciamo sette regni elementali, ciascuno proveniente dal suo diverso elemento cosmico.
Come idea finale, dovete notare che nella fraseologia occulta o esoterica gli elementali sono così chiamati perché, qualunque sia la loro classe e qualunque sia l'elemento cosmico o tattva da cui nasce ogni classe elementale, essi derivano direttamente da questo tattva o elemento cosmico, senza intermediari. Quindi, gli elementali sono, per così dire, gli abitanti degli elementi cosmici, perché scaturiscono immediatamente e senza intermediari da questi ultimi.
Per quelli che non hanno più o meno familiarità con gli studi teosofici, è importante far notare che gli elementali non sono elementari, perché quest'ultimo termine fu adottato dalle Scuole europee quasi occulte o semi-occulte, come i Filosofi del Fuoco. Un elementare abita nella luce astrale ed è, in poche parole, il relitto o i resti semi-astrali semicoscienti di quello che una volta fu un uomo malvagio sulla terra. In altre parole, e più brevemente, un elementare è il kāma-rūpa semicosciente o, nel peggiore dei casi, un kāma-rūpa quasi completamente cosciente di ciò che era quando viveva sulla terra, un uomo grossolano e malvagio. Questi elementari nella luce astrale si disintegrano lentamente, ma sono ancora pieni di tutti le distorsioni e le tendenze malvagie, gli impulsi grossolani spesso maligni, che un tale uomo mostrò quand'era incorporato nella carne.
Sono rimasto profondamente interessato a ciò che ho sentito qui stasera, e sono sicuro che tutti i presenti hanno avuto la stessa sensazione. C'è un punto davvero importante, penso, da richiamare alla vostra attenzione. Ho evidenziato spesso ciò che m'era sembrata una confusione di idee riguardo alle differenti classi dei Dhyāni-Chohan. Alcuni studenti sembrano pensare che questi Dhyāni-Chohan, di cui si dice che abbiano il "fuoco creativo," siano i più elevati, e naturalmente sono fuorviati dal termine "creativo" nella frase "fuoco creativo.'
Difatti, questi Dhyāni-Chohan sono tra i più bassi nella Gerarchia dei Dhyāni-Chohan. La ragione è ovvia. Lo Spirito puro di per sé non può agire affatto sulla materia, perché lo Spirito puro è di gran lunga al di sopra dell'essere fisico. È lo Spirito; non esterna direttamente né governa l'aspetto e la forma nei mondi inferiori. Tra lo Spirito e questi mondi inferiori ci sono le altre classi della Gerarchia Dhyāni-Chohanica, che sono i legami tra i due, e che trasmettono le energie e i poteri spirituali nei mondi inferiori. É solo così che lo Spirito può agire sulla materia: indirettamente, per trasmissione, ma non direttamente sull'essere fisico. Sono queste entità di grado più basso che agiscono nei regni della materia, che hanno e usano le forze appropriate a quei regni della materia; e una di queste forze è il "fuoco creativo" astrale-fisico.
I Pitṛi Lunari, che sono una classe dei Dhyāni-Chohan — una delle quattro classi materiali — possiedono questo "fuoco creativo." Ma chi sono i Pitṛi Lunari? Sono quelle entità che, quando la Catena Lunare aveva finito la sua evoluzione, non avevano raggiunto la condizione di Dhyāni-Chohan, e quindi erano entrate nella nuova catena, figlia della Luna, e nel tempo diventarono l'umanità di quella nuova catena — la nostra catena planetaria terrestre.
Questi sono i Pitṛi Lunari, e ricordate che essi appartengono alle quattro classi minori della Gerarchia dei Dhyāni-Chohan.
I Pitṛi Agnishvātta, al contrario, sono quei Dhyāni-Chohan che non hanno il "fuoco creativo" perché appartengono a una sfera molto superiore dell'essere; ma hanno tutti i fuochi dei regni spirituali e intellettuali. I Pitṛi Agnishvātta sono coloro che in precedenti manvantara avevano completato la loro evoluzione nei regni della materia fisica, e quando l'evoluzione di quelli inferiori aveva raggiunto il tempo giusto vennero in soccorso di coloro che avevano solo il "fuoco creativo" fisico, ispirando e illuminando così questi Pitṛi inferiori con le energie spirituali e intellettuali, cioè i "fuochi.'
Gli Agnishvātta sono le nostre parti spirituali e intellettuali e quindi sono i nostri Insegnanti. I Pitṛi Lunari, d'altro canto, sono i Dhyāni-Chohan incompleti, non evoluti del tutto dal punto di vista spirituale e intellettuale quando lasciarono la catena lunare e s'incorporarono sulla nostra terra; e noi stessi, come esseri umani, siamo loro — come esseri umani, dico, che significa percepitori umani, istinti umani — e che, è ovvio, non appartengono alla parte superiore della nostra costituzione.
È chiaro, dunque, che essi non occupano un rango molto alto nella Gerarchia Dhyāni-Chohanica.
I Pitṛi Lunari, in altre parole, sono la parte della costituzione umana che percepisce umanamente, che percepisce istintivamente, e che possiede la mentalità del cervello fisico. I Pitṛi Agnishvātta sono le parti superiori nella nostra costituzione, perché i Pitṛi Agnishvātta sono gli elementi della nostra costituzione che contengono la luce spirituale-intellettuale, e quindi il "fuoco.'
Quando la catena planetaria di questa terra avrà raggiunto la fine della sua Settima Ronda, noi, poiché allora avremo completato il corso evolutivo in questa catena planetaria, abbandoneremo questa catena planetaria in qualità di Dhyāni-Chohan, Agnishvātta; ma gli altri che ora stanno dietro di noi — le bestie attuali — saranno, se posso usare lo stesso termine di prima, i Pitṛi Lunari della prossima catena planetaria che verrà; e questo termine, i futuri Pitṛi Lunari, è scelto appropriatamente, perché la presente catena planetaria terrestre allora sarà la settuplice luna di quella catena.
Spero che abbiate afferrato queste osservazioni. Riepilogherò brevemente quello che ho detto: quelle entità che hanno il "fuoco creativo" fisico appartengono alle quattro classi inferiori della Gerarchia Dhyāni-Chohanica; e quelle che non hanno il "fuoco creativo" fisico (che significa il fuoco creativo dei mondi materiali) sono troppo elevate per agire direttamente, immediatamente, nella materia fisica, e quindi non hanno affatto un rapporto diretto con questi regni materiali. Sono gli Agnishvātta. Sono dèi, e sono i nostri Ego Superiori. A loro volta, furono i Pitṛi Lunari in un passato manvantara. Ora sono diventati i Pitṛi Agnishvātta.
Così, vedete com'è che ciascuna classe di entità ad ogni nuovo manvantara fa un ulteriore passo superiore in avanti sulla Scala dell'Evoluzione.
Ecco una domanda alla quale vorrei rispondere:
Lei ha parlato dei diversi Buddha. Ha fatto un riferimento — o perlomeno ha accennato — all'esistenza di diversi ego nell'uomo. In altre occasioni ci ha parlato della Monade Divina, la Monade Spirituale, la Monade Umana, la Monade Astrale e la Monade Fisica. Ora, la mia domanda è questa: cos'è allora l'uomo? Quanti uomini — se posso usare un plurale, quanti uomini — ci sono in un uomo? Ciascuna di queste monadi è un'entità di per sé, unita alle altre entità, e tutte insieme formano la costituzione dell'uomo? Se è così, ci sono parecchi uomini in un uomo, o è proprio un singolo essere unitario al quale sono dati diversi nomi — intendo diviso in porzioni, ognuna con un nome diverso — quando scendiamo in fondo alla scala?
Ora, questa è una domanda che vale la pena esaminare, e vorrei suggerire una risposta. Non è un semplice modo di dire quando affermiamo che l'uomo ha nella sua costituzione diverse monadi. Una monade significa un centro indivisibile di vita, sostanza, coscienza, un ego spirituale. Quindi, l'uomo, oltre ad essere un flusso di coscienza, come egli è nella sua costituzione, ha dentro di sé una Divinità, un Buddha o un Cristo, un Mānasaputra, un essere umano, un'entità astrale; e abita nella bestia umana — il corpo astrale, vitale, fisico. Tutto ciò forma collettivamente la costituzione umana. Ecco perché vi ho così spesso detto: ricordate in tutti i vostri studi, non dimenticatelo mai, che l'uomo è un'entità composita, cioè un'entità formata da altre entità, altri esseri. Quindi, ho scelto i termini nel formulare la mia domanda: quanti uomini ci sono in quello che chiamiamo uomo? Attraverso tutta una simile costituzione c'è il sūtrātman, il filo conduttore del sé proveniente dall'intimo più profondo, il cuore del nucleo, il cuore dell'Universo — attraverso tutte queste diverse monadi, dalla più elevata fino a quella che tocca il cervello fisico dell'uomo. Così l'uomo è sia una legione, sia un'unità. Il Guardiano Silenzioso in lui è il Dhyāni-Buddha, un ego effettivo, entitativo, vivente, di tipo divino. L'uomo non è che una copia, un microcosmo di quello che è il sistema solare, il Macrocosmo. Egli non è diverso, è lo stesso: i poteri, le sostanze, le facoltà, le essenze, tutte le cose, solo in scala più piccola. Quello che vedete nel sistema solare potete trovarlo nell'umanità. Se volete conoscere in che cosa consiste il sistema solare, studiate voi stessi. Voi copiate semplicemente il Grande.
Ora, dunque, l'ego umano che sono io, che è uno qualsiasi di voi, è una di quelle particolari monadi non ancora relativamente evoluta. Al di sopra di essa c'è la Monade Spirituale e al di sopra di quest'ultima c'è la Monade Divina. Per ragioni karmiche molto intricate, difficili da comprendere ma esistenti, ciascuno di noi è un determinato flusso di coscienza, un sūtrātman; ma voi o io, come individui umani, siamo monadi umane. Io sono una monade umana, ciascuno di voi lo è, cosicché, come esseri umani, noi siamo solo nella parte intermedia di quel flusso di coscienza che è la nostra costituzione, e la sua parte superiore crea il nostro legame con l'infinito, e la sua parte inferiore ci mette in grado di imparare su questo piano.
Così siamo sia una legione, sia un'unità. Così la divinità nel sistema solare è sia una che un esercito. Noi siamo parti componenti di quell'esercito. Il dio del sistema solare ha una coscienza e una sostanza di vita, energia, essere, che scaturisce attraverso tutti noi, ed è il retroterra sostanziale, cosciente, in cui viviamo e agiamo e abbiamo il nostro essere; e tutta quella particolare gamma di monadi o ego che forma ciascuno di noi, e forma il suo flusso di coscienza, dimora spiritualmente in questa Divinità solare in cui viviamo, agiamo e abbiamo il nostro essere. È veramente molto semplice, ed è bellissimo, perché nel comprendere quest'idea apparentemente intricata ma in realtà molto semplice, c'è la chiave per tante delle nostre dottrine più profonde.
E adesso un ultimo pensiero: ciascuna di queste monadi o ego spirituali che formano la costituzione dell'uomo è in evoluzione — lo siete voi, lo sono io, anche il dio dentro di me, anche il dio dentro di voi, ciascuno sul proprio piano, ciascuno che segue il suo sentiero, e nel tempo ciascuno va su un piano superiore, e poi su un piano ancora più elevato. Quando la nostra monade avrà esternato dal suo intimo i propri poteri latenti, i poteri non evoluti, non sviluppati, diventerà una monade spirituale, e saremo tutti dei Buddha, e allora lavoreremo attraverso quella che ora è la natura animale in noi, che allora sarà diventata umana. Ogni monade sarà avanzata di un grado, e sarà molto più evoluta. Tenete bene a mente quest'idea della vostra assoluta unione con la Divinità; e uno dei modi migliori per riconoscere l'assoluta unità di ciascuno di noi con l'Infinito è di ricordare che siamo compositi, e quindi non dobbiamo fissare nelle nostre menti il fatto che siamo un ego differente da altri ego. Questa è l'eresia della separatività. Le differenze sono illusorie, e tuttavia esistono. Illusorio non significa che non esistano, significa che non è il vero Reale, il Reale più veritiero, la Realtà fondamentale.
Prendiamo in considerazione il Padre Sole. Noi vediamo solo il suo corpo, e tuttavia la sua vitalità riempie il sistema solare in cui sono immersi i pianeti e tutti gli esseri sui pianeti, e i pianeti invisibili. Allora gli innumerevoli eserciti e le moltitudini e le armate di atomi di vita costruiscono i nostri corpi, i corpi della terra, i corpi del sole, i corpi degli dèi — ciascuno di questi atomi di vita è un'entità che cresce, che impara, animata da una monade, che è anche un flusso di coscienza.
L'uomo è un'unità, se considerate una particolare porzione della costituzione che è l'ego umano in evoluzione. Diventerà un ego spirituale, e in seguito un ego divino; ma al tempo stesso cambia fino in fondo con le forze che fluiscono in lui dagli ego superiori a lui stesso, del quale egli è la progenie. Questo è il fondamento esoterico secondo il vecchio detto che la fiamma di una candela può illuminare tutti i fuochi del mondo, e la fiamma della candela non diminuisce. La coscienza è proprio così. Non potete prosciugarla.
A.A.B. — Vi è qualche connessione o relazione tra le "altre umanità"[3] che seguono la nostra onda di Vita Umana, e le sette razze che appaiono contemporaneamente all'inizio del nostro Manvantara, di cui parla H.P.B.?
A.B.C. — C'è una frase di questo soggetto, "altre umanità," su cui sono state fatte molto domande e di cui mi piacerebbe parlare. Questa frase, "altre umanità," su altri globi della catena planetaria, ha fatto sorgere molte speculazioni e qualche confusione di idee, seguite da qualche studio e qualche ricerca illuminante, il cui risultato è come segue:
In questo caso, la frase "altre umanità" è usata come un termine generalizzante per le altre "onde di vita" al di sotto dell'uomo, che sono tutte potenzialmente umane. Ciò non significa che vi siano altri eserciti di monadi esattamente e specificamente allo stesso stadio umano in cui ci troviamo noi, cioè i manas autocoscienti, pensanti, che evolvono su altri globi di questa catena planetaria simultaneamente alla nostra evoluzione sul Globo D. Ciò sarebbe contrario al resto dell'insegnamento su un simile soggetto.
La frase, io credo, ha l'intento di ricordarci l'unità essenziale con tutti gli eserciti monadici che originariamente scaturirono dall'uomo e che alla fine raggiungeranno lo stato umano. I regni minerale, vegetale e animale, sono tutti i nostri fratelli più giovani, parte vitale di noi stessi. Sono differenziazioni della gerarchia della catena, di cui l'uomo è il coronamento sulla Terra. Ecco perché ricevono l'impressione del suo carattere e, in senso lato, il suo nome, perché significa che sono potenzialmente umani.
H.S. — Rispondendo direttamente alla domanda, non penso che vi sia qualche connessione, tranne, forse, quella analogica, tra le altre onde di vita, a volte chiamate "umanità," e le sette razze umane che apparvero contemporaneamente sul nostro globo. Quest'ultimo punto è stato spesso un soggetto di discussione tra gli studenti. Sembra ragionevole credere che la Prima Razza Radice fosse diversa dalle altre, proprio come la Prima Ronda sul nostro globo fosse diversa dalle altre; e che era composta di sette aspetti dell'umanità, adombrando il successivo sviluppo che ha avuto luogo e che ha ancora luogo nelle altre Razze Radice. Sappiamo che nello schema evolutivo ogni Razza Radice sviluppa un Principio — o, dovremmo dire, un sotto-principio; e sicuramente i semi di questi sette tipi di sviluppo furono impiantati quando il primo uomo apparve su questa Terra in questa Ronda. H.P.B. parla anche di queste sette razze che evolvono simultaneamente su sette zone diverse del globo [D.S. Volume II, p. 1] ma se questo significa che la Sacra Terra Imperitura, come ci hanno insegnato, era la dimora della Prima Razza Radice e non solo una località geografica, ma le sette località conosciute in Teosofia sotto un nome collettivo, è una questione che non siamo mai stati in grado di risolvere.
G. de P. — Che cosa voleva dire H.P.B. nell'usare la frase "umanità differenti"? Non significa corpi differenti di esseri umani, come ora intendiamo noi stessi, ma era una frase che lei adottò per ribadire il punto che, per quanto non evolute, forse le diverse classi delle monadi evolventi sono tutte sulla via dell'umanità, cioè sulla via di diventare "uomini," e quindi possono essere definite da tempo, per così dire, "esseri umani," "umanità." Cioè le differenti "umanità" che si susseguono l'una con l'altra intorno ai globi della catena sono le differenti classi di monadi di cui il nostro ceppo umano è una classe. Il nostro ceppo umano, a sua volta, è suddiviso in classi subordinate, classi più piccole, famiglie umane.
Ora, riguardo all'altra parte della domanda: questo è qualcosa che ha tormentato moltissimi studenti; ed è ancora incomprensibile, perché è un punto delicato, e al tempo stesso è facilmente spiegabile. Quando l'evoluzione umana iniziò su questo Globo in questa Quarta Ronda, o in qualsiasi altra Ronda, era un'onda di vita che cominciava ad evolvere, nel senso che era una classe di monadi, esse stesse suddivise in sette classi subordinate; e quando l'onda di vita raggiunse la nostra Terra e si riversò su di essa, naturalmente lo fece più o meno complessivamente — pionieri, comunque, di ogni classe subordinata che raggiunge la Terra e si raggruppa, non solo ciascuna classe con la propria, ma tutte le classi subordinate più o meno insieme, proprio come noi uomini facciamo in una città: ci dividiamo in famiglie e classi, e tuttavia siamo aggregati come una città.
Considerate un raggio di sole come un'onda di luce. Sappiamo che è settuplice. Possiamo, se vogliamo, dire che il raggio di luce è suddiviso in sette raggi subordinati, lo spettro solare, che combina e forma un solo raggio composito. Ora, quando un raggio di luce raggiunge il nostro globo, lo tocca come un raggio completamente composito o un'onda di luce, cioè un'onda di vita, che è soltanto un modo di dire che ha sette raggi subordinati. Così, considerate che un'onda di vita sia un raggio di luce che fa il suo giro provenendo dal Sole spirituale. Quando quest'onda di vita o raggio di luce raggiunge il nostro globo all'inizio dell'evoluzione umana su questo globo, lo fa complessivamente. Non intendo che questo raggio sia lì nella sua totalità, ma tutte le sue parti vi sono rappresentate; in altre parole, tutte le classi subordinate hanno dei rappresentanti nel primo contatto con il globo. Capite ciò che voglio dire? Ogni classe subordinata ha i suoi pionieri che formano un gruppo esplorativo, per così dire. Questi gruppi esplorativi raggiungono il globo, ha inizio l'evoluzione, i śishṭa cominciano a risvegliarsi e ad agire, e da quel momento in poi si riversano nelle masse degli ego. Ed è proprio così quando un raggio di sole tocca la Terra: la punta di quel raggio, per così dire, è settenaria, settuplice, ha tutti i colori dello spettro; e una volta avvenuto il contatto, da quel momento il raggio colpisce attraverso quel canale tutto ciò che contiene.
Qui ci sono dunque due punti definiti d'insegnamento: le sette onde di vita delle "umanità" menzionate da me poco fa come le onde di vita che fanno le loro ronde attraverso i globi, comprendono le nostre onde di vita come una sola tra loro; ma, riferendosi solo alla nostra onda di vita, anch'essa è settuplice, com'è stato indicato dai pionieri della nostra vita umana che raggiunsero la Terra all'inizio della Quarta Ronda su questo Globo; la nostra onda di vita umana raggiunse questo Globo con i rappresentanti di tutti i suoi sette colori, o classi minori di monadi umane, la maggior parte di esse come pionieri del corpo principale.
È una cosa molto interessante che le sette classi degli uomini, dell'umanità, cioè l'onda di vita umana, cominciarono la loro evoluzione insieme. Che altro dovremmo aspettarci? Fate per un attimo una pausa nella vostra mente. Pensate analogicamente. Quando un essere umano nasce nel suo mondo, il corpo non nasce per primo, e poi, quando cresce, c'è la nascita dell'astrale; e poi, quando è cresciuto, subentra il prana. La nascita avviene — un processo effettivamente molto misterioso e meraviglioso — contemporaneamente su piani diversi. Mentre il corpo sta per nascere, gli altri principi nella costituzione di un uomo cominciano a combinarsi e a formarsi, ciascuno nella propria sfera, ciascuno a modo suo, creando la settuplice costituzione dell'uomo. Non solo la nascita dell'essere umano, ma la crescita di un seme, di un fiore, e cose simili, seguono la stessa regola di un'attività più o meno contemporanea in tutti i principi dell'entità. Così l'intera onda di vita umana ha dato inizio all'evoluzione umana sul nostro Globo in questa Ronda con sette diverse sottoclassi, la maggior parte delle quali, comunque, sono i pionieri, i rappresentanti, ciascuno della propria parte dell'onda di vita settenaria.
Per anni ho seriamente pensato di parlare di un argomento difficile della dottrina, per tentare di correggere almeno qualche semplice errore in cui temo che siano caduti alcuni dei nostri migliori studenti; non ne sono sicuro, ma ho l'impressione che sia così. Riguarda le catene planetarie, un insegnamento molto tecnico, ma un insegnamento notevole e piuttosto suggestivo se viene ben compreso, un insegnamento che ha un distinto valore morale sulla vita umana a causa delle deduzioni che lo studente ricava da questa dottrina delle catene planetarie.
Naturalmente, vi sono catene planetarie delle quali non abbiamo alcuna conoscenza, perché il loro globo più basso, il quarto — seguendo l'enumerazione settenaria di H.P.B. — i loro rispettivi quarti globi sono sia sopra che sotto il nostro piano dell'universo solare. Quindi, essendo fuori dalla sfera che i nostri occhi possono visualizzare, non vediamo questi altri globi. Nondimeno, queste catene planetarie superiori o inferiori esistono.
Quando l'insegnamento della catena planetaria fu dato per la prima volta da H.P.B., poco prima e anche dopo che fu pubblicata la sua grande opera La Dottrina Segreta, gli studenti che pensavano di aver compreso l'insegnamento riguardante le catene planetarie, immaginavano che gli altri globi di una catena planetaria, come la nostra Catena Planetaria Terrestre, non fossero altro che fasi di ciascun quarto piano del globo di una catena, come per esempio del nostro Globo della Terra, il Globo D, arrivando dal nostro piano fisico più grossolano a quello spirituale. Quest'idea penetrò fortemente nelle menti degli studenti di quel periodo, ed è perdurata fino ad oggi, per cui gli studenti, involontariamente, parlano degli altri globi della nostra Catena Planetaria, o di qualsiasi altra catena planetaria in modo del tutto sbagliato, come se fossero i principi del nostro Globo Terrestre o di qualsiasi quarto piano di un altro globo rispetto a questa catena, come Venere o Saturno o Marte o Giove. Questo è assolutamente sbagliato. Il motivo di quest'errore fu la singolare e stretta analogia che esiste tra i globi di una catena planetaria e certi aspetti della costituzione umana settenaria di cui si parlava poco in quel periodo, ma che oggi è compresa più chiaramente, cioè le monadi nella costituzione umana settenaria.
Per molti anni è stata data un'enfasi eccessiva a quest'idea di cui ho appena parlato, cioè che gli altri globi della nostra catena planetaria fossero, per così dire, i principi del nostro Globo D, e per questo motivo ho particolarmente sofferto per cambiare quella corrente di pensiero; all'incirca un anno fa sono diventato improvvisamente cosciente che quell'idea era andata troppo lontano, davvero molto lontano, in un'altra direzione; e che i nostri membri avevano perduto di vista la singolare e stretta analogia tra le monadi nella costituzione umana e i globi di una catena planetaria, e che stessero cominciando a considerare i globi della nostra catena planetaria, o di qualsiasi catena planetaria, come individui quasi senza rapporti, globi senza rapporti, o perlomeno tenuti insieme solo da delicati e sottili vincoli karmici del destino — un'idea che è abbastanza vera ma non molto attendibile o soddisfacentemente accurata.
Se potete sintetizzare questi due punti di vista, quello più vecchio e quello più recente, unificandoli in un concetto nuovo e più comprensibile, probabilmente avrete un dato di fatto reale. Vorrei cercare di spiegarlo: le monadi nella costituzione umana — e userò la forma settenaria che ci ha dato H.P.B. perché è alquanto più facile del duodenario — possono essere valutate così: divine, spirituali, intellettuali, psichiche, animali, astrali-vitali, vitali-fisiche; perché anche il corpo umano vitale-fisico, temporaneo e imperfetto com'è, tuttavia è l'espressione di una monade che agisce su questo piano, la cui sede (poiché le vostre menti occidentali vogliono sempre delle posizioni molto definite di mente-cervello) è nel corpo umano. Il cuore è anche la sede della monade spirituale che agisce attraverso quest'organo inferiore.
I globi di una catena planetaria corrispondono, quasi termine per termine, a queste monadi nella costituzione umana; e, come sapete, essendo la costituzione umana unitaria, una, i principi delle monadi sono in coadunazione ma non in consustanzialità, così possiamo definire anche i globi di una catena planetaria come in coadunazione ma non in consustanzialità. Tuttavia questi altri globi non sono gli altri sei principi della nostra Terra. Sono sette globi compagni, dei quali uno è la nostra Terra. Ma è un dato di fatto unitario settenario che rientra in ciò che ho appena detto: che i globi corrispondono, in quella catena, a quelle che sono le monadi nella costituzione umana, perché ogni globo è esso stesso l'espressione di quella che potremmo chiamare una monade-globo.
Inoltre, proprio come i principi nella costituzione umana sono dati dal primo, ātman, buddhi, e così via, discendendo la scala, così gli stessi principi cosmici, paramātman, maha-buddhi, mahat, ecc., sono i principi di una catena planetaria. Quindi, vedete subito che vi è la stessa distinzione tra i globi e i principi di una catena, e le monadi e i principi della costituzione umana, voce per voce. Oltretutto, proprio come nell'uomo c'è una gerarchia della sua costituzione, esattamente così in una catena planetaria esiste una gerarchia dell'intera catena planetaria, il gerarca di tutti i sette o dodici globi di quella catena, la nostra catena, ad esempio. E questo gerarca, che è realmente un tipo di persona o un dio individuale per la catena, la nostra catena, è lo spirito planetario più elevato e spirituale della nostra catena.
Ricordate che ogni globo di una catena ha la sua gerarchia minore di planetari. Li potete chiamare Buddha o Bodhisattva, se preferite, ora sto usando un termine tipicamente teosofico: planetari. Ma questi planetari raggruppati della catena sono semplicemente le famiglie dei planetari della catena, e il più elevato di questi planetari è il gerarca dei gerarchi, il re. Inoltre, ognuno di questi planetari è considerato un individuo, essendo stato un uomo in qualche passato cosmico, o un essere corrispondente a un uomo; cioè, la monade che ora è un planetario, che ora è sbocciata, si è evoluta per essere un planetario, passando poi attraverso lo stadio in cui spirito e materia s'incontrano, si congiungono, e producono l'uomo, lo stadio intermedio. A nostra volta, tutti noi, se ci riusciamo, un giorno saremo dei planetari. Notate ancora che nella costituzione umana tutte le monadi della costituzione umana sono inseparabilmente legate, non nel senso di essere intimamente legate, ma inseparabilmente (questo significa che non possono essere separate, che non si possono reciprocamente scindere per diventare estranee l'una con l'altra), sono inseparabilmente legate per un manvantara galattico; dopo di che, l'evoluzione le avrà talmente divise attraverso una crescente individualizzazione, che, pur potendo essere ancora legate karmicamente, non saranno più condensate come se fossero in un'unità intimamente affiatata, come sono ora in un uomo.
La stessa regola vale esattamente per una catena planetaria; e ricordate che tutto ciò che vi sto dicendo stasera non è altro che una spazzolatura marginale, l'abbozzo di un insegnamento molto più profondo e importante che non è mia competenza trattare qui.
Tutti i globi della nostra catena planetaria hanno avuto un'origine comune, sono nati insieme, per così dire, proprio come le monadi nella costituzione di un uomo hanno un'origine comune e sono nate insieme, per così dire. Così, quando nacquero in un remoto tempo cosmico, erano talmente legati intimamente, uniti più di quanto lo siano ora, che l'evoluzione di ciascun globo attraverso le ere portò a un'individualizzazione più forte di ogni globo, ed è per questo che diciamo che essi sono in coadunazione; nel passare delle ere avranno la tendenza a separarsi, rimanendo ancora connessi da vincoli spirituali e magnetici e di ogni altro tipo. La separazione, come affermato, viene con un'individualizzazione costantemente in aumento. Ma quando ogni globo diventa più fortemente individualizzato, la costellazione, per così dire, dei globi in una catena, si separa, sempre più lontano. Così, per un bambino nato in una famiglia viene il momento in cui un giorno abbandonerà la famiglia ed entrerà nel mondo per cercare la sua strada o per seguire le orme del padre, non più come un bambino ma come un individuo, come un uomo "per conto suo," per usare un'espressione gergale.
Inoltre, ogni globo in una catena planetaria, il nostro, ad esempio, ha la sua costituzione settenaria. Il Maestro, nelle Lettere dei Mahatma ad A. P. Sinnett, sottolinea che questi principi sono per il nostro Globo della Terra, ma il Maestro qui parla solo del settenario del globo fisico. Ricordate, ogni principio in una costituzione è esso stesso settenario, cosicché vi è anche un ātman del fisico, per così dire. Quindi, ogni globo non solo ha i suoi principi settenari, ogni principio un settenario esso stesso, ma ciò significa che ogni globo è dunque un'entità pienamente dotata della divinità nel suo cuore e si manifesta in un grossolano veicolo fisico, il velo, la struttura, il corpo, esattamente come fa un uomo. Sapete che anche un atomo nel vostro corpo è un'entità settenaria. Il suo cuore è la divinità. Perché il globo di una catena non dovrebbe essere esattamente lo stesso? Lo è. Attualmente, i globi di una catena planetaria, la nostra, ad esempio, sono sufficientemente congiunti o coadunati, in modo da muoversi attraverso lo spazio più o meno insieme come una costellazione, per così dire; cosicché, pur non essendo l'uno nell'altro, il più etereo in quello più materiale — e non è così — pur essendo disseminati nello spazio, ma strettamente insieme, tuttavia formano una costellazione, per così dire, se prendete i dodici o anche i sette globi; e seguono la stessa orbita intorno al sole che fa la terra, non perché la terra segue quest'orbita — è solo uno dei sette o dodici — ma succede che è l'orbita che tutti questi sette, questi dodici globi seguono; per cui, quando ci muoviamo intorno al sole, facciamo così, e tutti gli altri globi fanno così, più o meno come una costellazione, ciascun globo che si muove e ruota. Ora seguite questo concetto: ciascun globo, da questo punto di vista, può effettivamente essere chiamato un pianeta. Di per sé, non solo è un'entità settenaria, ma se voi foste sul Globo E, ad esempio, o F, o G, o A, o B, o C, non vedreste gli altri globi intorno a voi. Per voi sarebbe come una terra che segue la sua orbita intorno al sole, come fa ciascuno degli altri globi. Quindi i globi, da questo punto di vista, possono veramente essere chiamati pianeti.
Quello che è stato detto riguardo alla nostra terra si applica ugualmente bene a tutte le altre catene planetarie, visibili o invisibili, del nostro Sistema Solare. E vi sono decine e decine di catene planetarie. La scienza di oggi conosce solo qualche pianeta — penso che il numero complessivo attualmente sia di nove, incluso Plutone, e su questi non ho tempo, né è il luogo per addentrarci.
Ora sto dibattendo nella mia mente, e anche cercando le parole con cui esporre qualcosa di diverso. Queste cose non sono facili da spiegare. In verità, l'insegnamento è difficile, perché è così assolutamente diverso da qualsiasi cosa che la nostra mente-cervello conosce. Ciò che ho detto sulle catene planetarie si applica bene anche alla Catena Solare o, in realtà, a qualunque catena stellare, la catena di qualunque stella. Ricordate inoltre che ogni catena planetaria è guidata dal suo gerarca, che è lo spirito planetario più eccelso e supremo di quella catena; e quindi quello spirito planetario è, per la sua catena, quello che in Occidente suppongo che chiameremmo un "dio personale." Quest'insegnamento è molto antico, e la sua divulgazione molto exoterica. È stato conosciuto da tempo immemorabile, ed era la base di quella che gli antichi definivano astrolatria o culto delle stelle. Essi non adoravano il globo fisico, adoravano la vita, la luce, l'intelletto, la manifestazione dell'ordine e della bellezza, dell'armonia, di cui il pianeta era il simbolo e l'espressione. In altre parole, adoravano il reggente della catena planetaria. E inoltre, proprio come una catena ha il suo supremo planetario o gerarca, così ogni globo ha la sua gerarchia minore e subordinata di planetari con il suo gerarca o supremo planetario minore, la nostra Terra è un esempio; solo questi sono i planetari del globo — almeno lo sono quelli sulla nostra Terra. Tuttavia, essi sono superiori a noi uomini, spiritualmente e intellettualmente.
Ora, "tornando al nostro soggetto," come dicono i Francesi, dobbiamo considerare una catena planetaria come un singolo corpo o globo indissolubile, di cui quelli che chiamiamo gli altri globi sono semplicemente piani più sottili. In poche parole, gli altri globi non sono semplicemente piani più sottili del Globo Terrestre che conosciamo. Il nostro globo che conosciamo è solo uno dei sette o dodici, e in qualche modo il meno importante di tutti, perché è il più basso. D'altro canto, non dovremmo considerare la catena planetaria composta da un numero di globi, sia che ne riconosciamo sette o dodici, tenuti insieme in una specie di flebile unione, in origine non connessi l'uno all'altro, il che è del tutto sbagliato, perché essi, in origine, sono molto intimamente connessi reciprocamente, e saranno connessi così strettamente fino alla chiusura del Manvantara Galattico; e allora, quando il nuovo Manvantara Galattico si apre, saranno ancora connessi, ma molto meno di come lo siano oggi, è ovvio, a causa di quanto ho sottolineato poco fa: l'epoca, il progresso evolutivo, danno a ciascun globo un crescente incremento dell'individualità. Ogni globo diventa più indipendente spiritualmente, per così dire, proprio come vediamo tra gli uomini. È un paradosso molto curioso che le cose inferiori non sono le più intimamente unite, le meno individualizzate, come vediamo nell'unismo delle rocce. Quando seguiamo la scala della vita verso l'alto, troviamo che le parti componenti sembrano separarsi lentamente e diventare più individualizzate, fino a raggiungere gli uomini. E qui, cosa abbastanza insolita, sebbene tra gli uomini il senso di disunione risulti molto forte, anche tra gli uomini comincia a rinascere, nelle anime umane, il sentimento della loro unicità, in Sanscrito ekatvsa o ekata, la loro unità con il Divino. Non è un meraviglioso paradosso? L'unismo al livello più basso, ma unismo incosciente come nelle rocce e negli atomi. L'unità al livello più alto, ma unità autocosciente con il Divino.
Infine, cercate allora di comprendere, di mettere insieme queste due idee. I globi di una catena planetaria sono in coadunazione, ma non in consustanzialità, nel senso che al presente sono karmicamente uniti come un gruppo compatto, intimamente, ma non sono consustanziali. Cioè, la stoffa con cui sono costruiti i globi differisce da uno all'altro.
Non prendete nemmeno per un istante il simbolo metaforico usato da H.P.B. della collana di globi come se fosse un grafico, una fotografia, diciamo così, delle effettive posizioni dei globi nello spazio, perché è del tutto sbagliato. I globi sono diffusi intorno al cuore della catena da un pilastro centrale di luce, diciamo così. E voi non potreste descrivere un grafico metaforico dei sette globi più di quello che H. P. Blavatsky, a p. 92 delle Lettere ad A. P. Sinnett, chiamava una collana di salsicce e lo contestava come un concetto errato; ma potreste scrivere il modo in cui i globi sono collocati l'uno con l'altro nella linea ascendente, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7. Sarebbe accurato proprio come una collana di salsicce; ma quel grafico a linea retta non ha il vantaggio di suggerire la discesa nella materia fino a raggiungere il fondo e poi risalire, cosa che la collana di salsicce fa. Il modo di descrivere a linea retta le posizioni dei globi ha comunque un enorme vantaggio. Mostra che ogni globo dei sette o dodici è su un piano diverso; e che non due, a dispetto del grafico nella Dottrina Segreta, sono esattamente sullo stesso sottopiano. Quelle sono metafore, cioè diagrammi. Suggeriscono le cose, e dovete cercare di capire questi suggerimenti; e non prendere le immagini, quei suggerimenti metaforici, come fotografie delle posizioni dei globi.
Ora, è vero, e ho evidenziato questo punto: proprio perché i globi sono disseminati nello spazio, sebbene ognuno su un piano diverso, viene il momento in cui si oppongono l'uno all'altro nella loro evoluzione. Mi domando se potete afferrare quest'idea, affinché sia possibile, ad esempio, per un osservatore sul Globo E, d'intravedere, in un determinato istante del tempo, il Globo C, perché i due globi sono per un istante in sincronia vibrazionale. Quell'istante può durare effettivamente milioni o decine di milioni di anni. Ma i globi sono in movimento. Sto parlando del tempo super-geologico; ma, confrontato con la vita di una catena planetaria, è, relativamente parlando, un istante.
È esattamente lo stesso modo, o un modo molto simile, con cui H.P.B. tenta di descrivere l'esplosione di disturbi psichici del nostro tempo, previsti e preannunciati dai Maestri. Ricordate che in alcuni dei suoi primi scritti fa notare che il mondo sta entrando in un periodo in cui il piano sul quale viviamo e il piano sul quale ci sono la maggior parte dei kāma-rūpa e dei kāma-loka, si avvicinano strettamente, la parete divisoria s'indebolisce, e c'è un'irruzione di fantasmi kāmarūpici nell'atmosfera del nostro pensiero e nel nostro mondo. È, diciamo così, come se due piani si avvicinassero strettamente l'uno all'altro.
Il periodo di vita di una catena planetaria — e per semplificare, metteremo da parte i cinque globi superiori, anche se sono i più importanti, e prenderemo in considerazione solo i sette inferiori di cui parla H.P.B. — il periodo di vita di una catena planetaria, prima che muoia, è chiamato un Giorno di Brahma, e consiste di 4.320.000.000 anni. È seguito da un periodo di tempo uguale chiamato una Notte di Brahma; ne consegue che un Giorno e una Notte, insieme, fanno 8.640.000.000 anni. Poi la catena si reincorpora. Questo periodo di tempo già lo conoscete dagli scritti di H.P.B.
Qual è la lunghezza di quello che H.P.B. chiama un Manvantara? Qui ci troviamo subito in difficoltà, perché vi sono perlomeno dieci, e forse dodici tipi diversi di manvantara. H.P.B. chiama un manvantara minore il passaggio delle sette razze radice su qualsiasi globo. Non importa quale globo sia. Lo chiama un manvantara minore. Chiama un manvantara maggiore il passaggio di un'onda di vita intorno alla catena di dodici globi. Perché? Perché un Manu apre una Ronda sul Globo A — chiamato il Manu Radice — e la chiude sul Globo G — chiamato il Manu Seme. Manvantara significa un periodo di Manu, o un tempo di Manu, l'essenza di Manu, quello che un Manu produce o esterna; e quest'essenza vien fuori nelle onde di vita evolventi che passano tra i globi. Vi è anche un Manu che apre il periodo di vita di un globo, e un Manu che lo chiude. Tutte queste cose le troverete nei nostri libri di Teosofia.
Ma ora mi domando: qual'è la lunghezza di un manvantara quando H.P.B. usa le parole senza descriverne le caratteristiche? Dovete cercare quello che lei intende. Intende soprattutto questo: il tempo che un'onda di vita, qualsiasi onda di vita, si prende per passare dal Globo A al Globo B, attraverso il Globo C, fino al periodo intermedio del Globo D. Lei lo chiama il pre-manvantara settenario; io lo chiamerei il manvantara settenario precedente. Il post-manvantara settenario attraverserebbe l'altra metà della catena del globo. Questo è descritto nel Vol. II della Dottrina Segreta.
Qual è la lunghezza di un tale manvantara dal Globo A al periodo di tempo centrale del Globo D? 306.720.000 anni; e se aggiungiamo l'Alba e il Tramonto di ciascun Dvapara-Yuga, o 864.000 anni, che insieme formano la lunghezza di un Satya-Yuga, avremo un periodo di tempo per un manvantara equivalente a 308.448.000 anni, ed è il periodo di tempo da A a D. Qui raggiungiamo il punto intermedio. Da D alla fine di G è un altro manvantara, un'altra mezza ronda, 308.448.000 anni. L'intera ronda è quindi doppia, qualcosa come 617 milioni di anni.
Dove siamo noi ora? Siamo nella Quarta Ronda, al punto intermedio del nostro globo più basso, il Globo D. Deve ancora trascorrere metà di questa Quarta Ronda attuale, e poi la Quinta, la Sesta, e la Settima, prima che la nostra catena muoia e vada in Nirvana, dove si prepara a ritornare come una nuova catena.
Da quanto vi è stato detto è possibile ricavarne dei dati scientifici, in geologia, ad esempio. Quanto tempo è passato da quando cominciò la sedimentazione sulla nostra terra D? Qualcosa come 320 milioni di anni, perché dovete calcolare 308 — quasi 309 — milioni di anni per le varie onde di vita, dieci di numero, che si susseguono l'una dopo l'altra in ordine seriale, per discendere dal Globo A, attraversarlo, e percorrere poi il Globo B, attraversarlo, e così via attraverso i Globi C e D. Ci sono voluti 308 milioni di anni per portarci alla metà della Quarta Razza Radice sul Globo D. Abbiamo ancora il punto critico della quarta. Allora metà della ronda è completata. Ma ora siamo nella Quinta Razza Radice, quasi al punto centrale. Quanti anni sono trascorsi dalla metà della Quarta Razza Radice alla nostra attuale metà della Quinta? Quasi 9 milioni di anni. Così ai 309 milioni del precedente manvantara settenario dovete aggiungere questi 9 milioni più o meno — poco meno — per arrivare al periodo di tempo in cui siamo ora. 309 più 9, nelle cifre della ronda, fanno 318 milioni di anni. Ho detto 320, giusto per arrotondare la cifra. Così ora sapete quanto tempo fa è cominciata la Quarta Ronda.
Per quanto tempo la nostra onda di vita umana è stata sul Globo D? Questa è un'altra questione. Ricordate che cosa sono queste onde di vita. Queste cose, come vedete, sono ingarbugliate. Trovate a ogni momento una dozzina di nuove difficoltà. Le onde di vita sono queste: il Primo, il Secondo, e il Terzo Regno degli Elementali; 4) il Regno Minerale; 5) il Regno Vegetale; 6) il Regno Animale; 7) il Regno Umano; 8) il Regno inferiore dei Dhyāni-Chohan; 9) il Regno Intermedio dei Dhyāni-Chohan; 10) il Regno Superiore dei Dhyāni-Chohan. Allora, sono dieci onde di vita che si susseguono l'una con l'altra in ordine seriale come ronde intorno ai globi.
Per quanto tempo, quindi, l'onda di vita umana, cioè il nostro regno umano, è stata sul Globo D? A parte certe eccezioni, la regola generale è che ogni razza radice sul Globo D, la nostra Terra, dura quasi nove milioni di anni dai suoi inizi alla sua fine, 9 milioni di anni fa ci riportano indietro, alla metà della Quarta Razza Radice. Noi siamo la Quinta, quella Atlantidea era la Quarta. 18 milioni di anni ci riportano indietro, alla metà della Terza Razza Radice, e fu allora che apparve per la prima volta l'uomo, poiché i Mānasaputra entrarono in lui, un'entità pensante e ragionante.
Ma qui sopravviene una difficoltà che mette allo sbaraglio questo calcolo conciso. Potete notare che limito accuratamente i miei interventi solo a tre Razze. Queste sono la 3, la 4, e la 5. Non accenno alla Razza Radice 1 e alla 2, né alle future 6 e 7. Le Razze Radice 3, 4, e 5, hanno la stessa lunghezza di anni — intorno ai 9 milioni di anni ciascuna. Ma le future Razze Radici 6 e 7 saranno più brevi, mentre le Razze Radice 1 e 2 furono molto più lunghe. Perché? Perché la Razza Radice 1, in pratica, era puramente astrale, gli individui erano intellettualmente incoscienti, e passarono ere in uno stato di sogno, intellettualmente non risvegliati come lo sono i bambini piccoli di oggi.
La Razza Radice 2 era ancora astrale, anche se già tendeva al fisico, e quasi addormentata come la Razza Radice 1. La Razza Radice 3, all'inizio, era ancora semi-astrale ma divenne fisica all'incirca al suo punto intermedio.
Perché le Razze Radice 1 e 2 ebbero una lunghezza molto più lunga nel tempo rispetto alle razze che seguirono? E qui è il punto cruciale, la difficoltà. Fu perché la Razza Radice 1, come spiega H.P.B., non era solo astrale ma, come lei la descrive, rappresentava veramente i śishṭa[4] della precedente Ronda, la Terza. Questa Razza Radice 1, cominciando con i śishṭa, ha trascorso delle ere prima di adattarsi in una razza radice, cioè, una razza radice tipica della nuova ronda, non più semplicemente i śishṭa. La causa del risveglio e dei lenti processi evolutivi fu che i precursori dell'onda di vita cominciarono a venire milioni e milioni di anni prima di poter affermare che la Prima Razza Radice fosse effettivamente iniziata, per così dire, come razza separata.
Ogni onda di vita, come sapete, è preceduta dai suoi pionieri, a volte milioni e milioni di anni in anticipo. Poi viene un maggior numero di pionieri in gruppi più estesi; e infine arriva l'onda di vita come un corpo aggregato. Quando l'onda di vita arriva come un effettivo corpo aggregato, allora si può dire che comincia, o è già cominciata, la Prima Razza Radice come una vera razza sui generis. Prima di quel periodo i śishṭa furono lentamente sviluppati o influenzati o cambiati dai pionieri dell'onda di vita che arrivavano. Tutto questo processo, di tipo astrale su un globo quasi fisico, come ho accennato prima, durò per ere prima che la Prima Razza Radice venisse in esistenza come una razza sui generis. Allora visse il suo tempo — di che durata non mi avventuro a dirlo: certamente 9 milioni di anni e forse ancora di più, quando la Razza Radice 2 cominciò lentamente a venire in esistenza, ma ancora poco distinta dalla Razza Radice 1. Infatti, la Razza Radice 1 non si era estinta e diede nascita alla Razza Radice 2, come in seguito fece la successiva; ma si può dire che la Razza Radice 1 si sia fusa e mescolata con la Razza Radice 2, producendo così la Razza Radice 2. Come disse H.P.B., le vecchie acque si mescolarono con le nuove. Una spiegazione vivida e molto vera.
Non esisteva la morte in quei primi tempi della Razza Radice 1 e della Razza Radice 2. Così la Razza Radice 2, nel periodo di cui parlo, sulla scena si distingueva in notevoli particolari dalla Razza Radice 1, tuttavia ancora quasi astrale, più astrale che fisica. Verso la fine della Razza Radice 2, la morte cominciò ad apparire ma era ancora sporadica, per cui si può dire che la massa degli individui della Razza Radice 2 si era trasferita gradualmente nella Razza Radice 3. Con la Razza Radice 3 la morte degli individui divenne l'ordine comune come ce l'abbiamo oggi.
Vedete come sia difficile spiegare tutto questo? I migliori scienziati la vedrebbero come una speculazione, e gli scienziati più materialisti la vedrebbero come un sogno teosofico, sebbene anche nella terra di oggi vi siano esempi di questi procedimenti o eventi nei regni inferiori.
Torniamo alla Razza Radice 3 — fisicamente eterea ma tuttavia fisica, che si sviluppa grossolanamente per tutto il tempo. La morte non è ancora arrivata: l'aspetto umano è già comune, anche se, è ovvio, allora non c'erano né uomini né donne. La prima parte della Terza Razza Radice era una razza androgina, che infine si divise nei due sessi all'incirca verso il suo punto intermedio.
Ora, riguardo ai periodi di tempo e alla relazione tra le Razze Radice e i periodi geologici, è difficile unificare nelle loro ere geologiche i nostri periodi razziali occulti della Teosofia con i periodi di tempo della scienza, e questo è molto difficile, perché i Maestri hanno voluto tenere rigorosamente nascoste queste relazioni, come H.P.B. evidenzia nella Dottrina Segreta; nascoste non per qualche speciale sacralità inerente, ma piuttosto accennate con qualche riferimento, a causa dell'impossibilità delle persone comuni non allenate teosoficamente del suo tempo, e anche del nostro, di comprendere il soggetto.
L'evoluzione, per la Teosofia, è del tutto diversa dai concetti scientifici, sia riguardo i processi, sia riguardo i periodi di tempo, per cui il teosofo, conoscendo i fatti e tentando di spiegarli, deve affrontare ad ogni istante un muro vuoto di non- comprensione da parte dei suoi ascoltatori teosoficamente inesperti — o di lettori, se cerca di scrivere un libro. Tra queste persone inesperte, gli scienziati stessi sono i peggiori, perché anche tra di loro, i propri punti di vista sono riconosciuti incerti e speculativi. E anche per gli studenti teosofici l'argomento non è facile da chiarire.
Penso che sarebbe da folli cercare di stravolgere le dottrine teosofiche in conformità ai periodi di tempo geologici o alle moderne idee evoluzioniste, perché semplicemente è una cosa che non si può fare, e un giorno gli scritti di quel tipo saranno amaramente deplorati dai teosofi che fecero un tentativo del genere; la scienza cambia e cresce; ed è molto meglio dire la verità, per come voi la conoscete e nel modo migliore in cui potete, affermandone le difficoltà e quindi andando avanti. Non ho mai creduto di avere dubbi su questi argomenti né ho cercato di persuadere gli scienziati, ogni volta che l'avremmo potuto fare (tranne per le poche menti intuitive); sarebbe sleale per la nostra coscienza.
Quindi, i commenti che farò si basano sulle cifre geologiche di H.P.B. nel Vol. II della Dottrina Segreta, che credo siano quelle di Sir Charles Lyell, il geologo inglese. Naturalmente, le cifre della moderna geologia che riguardano questi periodi di tempo sono state enormemente dilatate, anche gonfiate oltre le esigenze di noi teosofi, per cui, ad esempio, quello che ora potremmo chiamare il Periodo Secondario sarebbe molto più distante degli anni effettivi del Periodo Secondario di H.P.B. La geologia moderna, come sapete, ha attribuito più milioni di anni a quasi tutti i periodi di tempo che H.P.B. adottò per spiegarli seguendo Lyell. Così io userò la nomenclatura di H.P.B.
La Quarta Razza Radice raggiunse il vertice del suo sviluppo nel Miocene di H.P.B., e anche nel precedente Eocene di H.P.B. La Terza Razza Radice probabilmente cominciò nel Giurassico o forse alla fine del Triassico, e certamente era di carne durante il Cretaceo di H.P.B., e tutti questi periodi appartengono all'Era Secondaria di H.P.B. Questo colloca abbastanza bene la Terza Razza Radice. La Seconda Razza Radice percorse ancora il Triassico, e potremmo dire che si concretizzò e finì probabilmente durante Triassico, forse cominciando essa stessa alla fine dell'Era Primaria del Periodo Permiano. La Prima Razza Radice invece era praticamente Pre-Secondaria, e quindi originata nel Primario (personalmente ritengo nel Carbonifero o Periodo del Carbone) e forse potremmo dire che aveva raggiunto il suo vertice alla fine del Periodo Permeano dell'Era Primaria. Questo riporterebbe la Prima Razza indietro di molti milioni di anni. Quanti? A dirlo sarebbe una congettura. Penso che la Prima Razza Radice ebbe origine probabilmente nel Carbonifero o Periodo del Carbone dell'Era Primaria, e forse all'incirca fra i 130 e i 150 milioni di anni fa.
Ma in questo contesto dovete ricordare quanto ho detto prima sul suo carattere astrale, le lunghe epoche dei śishṭa, che H.P.B. evidentemente includeva negli inizi della Prima Razza Radice; e per quanto tempo la Prima Razza Radice esistette effettivamente come una razza sui generis, non mi preoccuperei di specularci sopra. Richiederebbe una conoscenza della geologia, della zoologia e della botanica, più di quella con cui ho a che fare io.
Così è chiaro che la nostra Quinta Razza Radice appartiene al Quaternario ed ha avuto origine nel Terziario di H.P.B.; che la Quarta raggiunse il suo picco evolutivo nel primo Terziario, e probabilmente è apparsa nell'ultimo Cretaceo del Secondario; che la Terza forse raggiunse il suo picco evolutivo nel Giurassico del Secondario, e potrebbe essere apparsa alla fine del Triassico del Secondario. È probabile che la Seconda raggiunse il suo picco nel Triassico del Secondario di H.P.B., forse originata all'inizio del Triassico, e forse anche alla fine del Permiano dell'Era Primaria. In ogni modo, la Seconda Razza Radice possiamo collocarla più o meno chiaramente in qualche parte del Parmiano dell'Era Primaria, e la Prima Razza Radice nel Carbonifero o Periodo del Carbone del Primario. H.P.B. dà qualche significativo accenno su questi argomenti nella Dottrina Segreta, Vol. II, pp. 711-716.
Ora, per quanto riguarda le future Razze Radice 6 e 7, come ho detto, queste avranno effettivamente una durata più breve e, secondo me, la Sesta si chiuderà alla metà di un Maha-Yuga, diciamo, un qualcosa come fra sei milioni di anni; e la Settima sarà ancora più breve — Di quanto? Dirlo sarebbe proprio una speculazione.
Così, come vedete, le onde di vita evolvono attraverso i Maha-Yuga, ma non sono rigorosamente connesse ai Maha-Yuga, perché si sovrappongono molto considerevolmente in entrambe le direzioni.
Infine, mentre è molto allettante cercare di confrontare le cifre che ho dato sulle razze radice e le onde di vita e cercare di far combaciare queste cifre con regolarità attraverso tutte le sette razze radice, tuttavia è giusto che non si possa fare; e, come ho detto prima, ho accuratamente limitato le mie considerazioni alle Razze Radice 3, 4, e 5, perché qui la mente era entrata nell'umanità, le cose erano diventate grossolanamente materiali e quindi più o meno meccaniche, e le Razze Radice 1 e 2 non erano, per così dire, inflessibilmente e meccanicamente connesse agli yuga come lo erano, più o meno, le Razze Radice 3, 4, e 5.
È con la massima riluttanza che mi avvicino all'argomento che sto per esporvi stasera. È un argomento difficile e ostico, ed è così impigliato con altri insegnamenti, che quasi dispero di poterne dare uno schema perlomeno chiaro. Dispero, e lo dico, di fare così senza tradire i Misteri più di quanto abbia diritto a farlo. Per comprendere appieno ciò che questa sera tenterò di esporvi il più semplicemente possibile, per quanto oso, l'ultima parola completa è data solo a quelli che hanno passato il loro Terzo Grado. Afferratelo chiaramente.
Nessuna meraviglia che H.P.B. l'abbia sorvolato con poco più di un semplice accenno. Questi sono soggetti che trattano le Ronde, le Razze, e i globi della catena planetaria, e possono sembrarvi molto semplici e facili, argomenti che chiunque ha il diritto di conoscere. Ma, di fatto, è tutto molto difficile. Chiunque ha il diritto di conoscere se ha dimostrato quel diritto. Qualunque essere umano che se ne sia reso degno ha quel diritto. Ma non è una mia prerogativa, nella posizione in cui mi trovo, giudicare qualcuno.
Quindi, questa sera mi spingerò fino a osare. Vi sono una gran quantità di cose che non indicherò nemmeno; per cui, non pensate che ciò che questa sera sto per dirvi copra l'intera questione. Non è così. Cercherò semplicemente di darvi una breve idea, qualche piccolo accenno. È quanto di meglio io possa fare.
Ora, abbiamo un diagramma che dovrebbe aiutare la nostra discussione di questa sera. È un diagramma che ho immaginato io stesso. Ma ricordate che i diagrammi, pur essendo d'aiuto, possono anche essere molto fuorvianti. Danno qualche accenno che la mente stessa, da quel momento in poi, dovrebbe seguire; ma non sono immagini di ciò che rappresenta; non sono fotografie, non sono ritratti. Il consueto diagramma dei sette principi, come l'ha elaborato H.P.B., intende semplicemente mostrare che il più alto e il più glorioso è Ātman (in cima al diagramma); e che i principi poi "discendono" in una scala decrescente in importanza, potere, e merito. Non s'intende trasmettere l'idea che i principi siano uno sopra all'altro, come gli strati di una torta. E l'unico valore che ha questo nostro diagramma è di dare gli elementi o principi nell'ordine della loro evoluzione dall'inizio alla fine, e di mostrare che il quarto è l'elemento critico o tattva, il solo su cui l'arco discendente si ferma e poi ricomincia verso l'alto; in pratica è l'unico valore di questo diagramma, ma è molto importante rendere chiara l'idea.
Conoscete il diagramma dei sette globi come l'ha elaborato H.P.B. nella Dottrina Segreta? Potete considerare che quel diagramma rappresenta anche gli elementi cosmici o tattva sui quattro piani rūpa del cosmo; e proprio come vi sono due globi rappresentati sul piano rūpa più elevato, due globi su quello successivo contando verso il basso, due sul successivo, e uno su quello più basso, così, similmente, i tattva possono essere collocati, come vedete, nel presente diagramma. La natura è costruita tutta su un piano. E poiché è così, possiamo vedere, come mostra il diagramma, che uno qualsiasi dei piani della natura, o uno qualsiasi degli elementi della natura, che include gli elementi dell'uomo, che sia alto o intermedio o basso, consiste esso stesso di sette piani subordinati, o sottopiani.
Approssimativamente i tattva qui elencati hanno questo significato: Ādi-tattva è il tattva primordiale, il primo; aupapaduka: quello che nasce dalla propria essenza; ākāśa potrebbe essere chiamata "spazio'; vāyu-tattva, secondo gli elementi degli antichi, era chiamato "vento" o "spirito." Potrebbe interessarvi sapere che il termine Latino "spiritus," o il nostro termine "spirito," originariamente per gli antichi significava "vento," e in Grecia anemos era "vento," ma originariamente significava anche "spirito." Tejas-tattva, il quinto elemento cosmico, significa "fuoco," il fuoco brillante, risplendente, ardente, smagliante. Apas significa "acqua'; Pṛithivī significa "terra." Ma ricordate, questi quattro elementi cosmici inferiori non sono l'aria che respiriamo, non il fuoco che cuoce, non l'acqua che vediamo e con la quale ci bagniamo, né la terra su cui camminiamo. È agli elementi relativamente spirituali dell'universo che sono dati questi nomi.
Ora, in questo diagramma ho tentato, ingrandendo il n. 4, come avrei potuto ugualmente ingrandire uno qualsiasi di questi tattva, di correlarli ai principi umani; ad esempio, ādi-tattva con ātman, il sé essenziale dell'uomo, la radice di tutto il suo essere, la sorgente e la radice degli altri sei principi; Aupapaduka-tattva corrisponde a Buddhi; ākāśa-tattva corrisponde a manas o mente; vāyu-tattva a kāma; tejas-tattva a prana; apas-tattva a liṅga-śarīra, e Pṛithivī-tattva a sthūla-śarīra. Il suo grande valore è di mostrare, sia nel cosmo, sia nell'uomo, l'importanza del 4 come punto di svolta, dov'è raggiunta la parte inferiore e dove le cose oscillano di nuovo. Come ad esempio qui, in questi globi: entrambi i globi e le onde di vita cominciano dall'alto e gradualmente discendono verso il basso, in modo che dopo la Prima Ronda viene la Seconda Ronda e poi la Terza, e poi la Quarta Ronda che è la più bassa, kāma. E da questo momento s'instaura il processo opposto. Quando kāma si è evoluto nelle onde di vita, c'è un equilibrio tra spirito e materia. Perché da questo globo D durante la Quarta Ronda in cui siamo ora avrebbe dovuto cominciare nella Quarta Razza Radice l'inizio della salita sull'arco ascendente? Perché spirito e materia allora erano praticamente in equilibrio, e per milioni di anni dopo che era stato raggiunto l'equilibrio tra spirito e materia, lo spirito, evolvendo incessantemente, cominciava sempre di più a crescere rafforzandosi, e ci fu un'ascesa molto lenta ma progressiva e continua. Durante la Razza Radice Atlantidea, la Quarta, che precedette la nostra, fu raggiunto il punto più basso dell'evoluzione. Allora lo Spirito bilanciò la materia, e da quel momento tutte le cose che in precedenza si erano lentamente immerse nella materia si fermarono, perché era stata raggiunta l'armonia, l'equilibrio; e da allora in poi le cose hanno cominciato ad ascendere, per cui noi, nella nostra Quinta Razza, siamo appena più elevati di quanto lo fossero gli Atlantidei, perché siamo in vantaggio di 9 milioni di anni come risultato spiritualizzante. L'influenza dello spirito è più forte e diventerà costantemente sempre più forte quando la nostra Quinta Razza Radice farà posto alla Sesta, e questa alla Settima, e anche di più quando la nostra onda di vita lascerà la terra, il globo D, e comincerà ad ascendere sull'arco dei globi E, F, e G.
Qui potrei aggiungere che mentre la carne umana è la sostanza della Quarta Razza, poiché siamo nella nostra Quinta Razza Radice durante questa Quarta Ronda, la carne umana è alquanto più spirituale della carne delle bestie. Quando avremo raggiunto la nostra Sesta Razza Radice sul globo D, la carne umana sarà ancora più sottile, perché più raffinata, più eterealizzata. Quando raggiungeremo l'ultima razza di questo globo D durante questa Ronda, la Settima Razza, la carne umana sarà ancora più fine. Sarà quasi traslucida, ma non completamente. Sarà come offuscata. E quando l'onda di vita, risalendo lungo l'arco ascendente, raggiungerà il globo G, i corpi degli abitanti del globo G saranno corpi auto-luminosi, e alla fine di quella Ronda saranno corpi di luce. D'ora in poi, tutti i globi e tutte le onde di vita che fino ad allora hanno mostrato una tendenza a immergersi nella materia, da questo momento in poi, avendo raggiunto il loro equilibrio, mostrano una tendenza a diventare più eterei. La terra in cui viviamo, man mano che le epoche passano, mostrerà una tendenza a eterealizzarsi, a spiritualizzarsi; e potrei evidenziare che le scoperte nel campo della radioattività, come quella dell'uranio e di certi altri elementi di alto peso atomico, sono semplicemente degli esempi della costante disintegrazione degli elementi chimici più grossolani che noi conosciamo. Naturalmente, devono essere i primi a eterealizzarsi.
Come fanno quindi i principi umani, come sono dati qui, a venire in attività evolutiva durante il corso delle loro ronde intorno ai sette globi? È molto complicato, semplicemente perché vi sono così tante cose da considerare. Per motivi di esposizione, immaginiamo di essere proprio all'inizio della Prima Ronda.
Nessuno di questi globi si è ancora formato. Vi è solo una nebulosa astrale. Ma i globi si stanno appena formando grazie al lavoro dei tre regni elementali. Chiameremo globo A l'inizio della manifestazione di ātman; prenderemo la nostra onda di vita come esempio di tutte le altre nove onde di vita. Ma quale parte di ātman che è settenario (ho cercato di mostrarlo nel diagramma) si manifesta durante l'inizio della Prima Ronda sul globo A? È lo sthūla-śarīra di ātman. Ma qui subentra qualcosa d'altro. Nell'ātman procede rapidamente l'ātman-ātman, procede rapidamente il buddhi-ātman, e così per tutti quanti, finché è raggiunta la parte inferiore, a causa dell'attrazione della materia, della tendenza a immergersi in essa, di cui ho parlato prima. Così tutti i sotto-principi di ātman sono attraversati, i sei superiori sono discesi molto rapidamente fino a raggiungere la parte inferiore di ātman, il corpo di ātman, lo sthūla-śarīra; è quello è il primo principio dell'onda di vita umana sul globo A.
Quando questo è completato, in altre parole quando le sette razze radice hanno attraversato il globo A, lo sthūla-śarīra di ātman rimane qui; ma il surplus di vita che scaturisce da ātman straripa in basso nel globo B, o meglio, il surplus di vite, perché questo surplus di vite sono le onde di vita esteriori.
Cosa accade sul Globo B? Sul Globo B tutti i principi di ātman sono attraversati finché esso discende qui fino allo sthūla-śarīra di buddhi. In altre parole, tutte le sette razze radice vi sono attraversate, e lo sthūla-śarīra, l'ultimo e più evoluto in questa Prima Ronda, rimane; e il surplus di vite discende fino a C. Lo stesso processo ha luogo lì, e il surplus di vite discende fino a D, e così via, attraverso tutti i globi. Utilizzeremo i sette globi. Questa è la Prima Ronda. Possiamo chiamarla, se preferiamo, la ronda di ātman. Ma ātman non è completamente sviluppato. Questa è solo la prima ronda, e la parte inferiore di ātman.
Cosa accade durante la Seconda Ronda? La chiameremo la ronda di buddhi, quando buddhi si è evoluto o emanato. L'onda di vita sul globo A si specializza, e li percorre tutti, fino a fermarsi al liṅga-śarīra; e poiché questo è il punto principale durante la seconda ronda sul globo A, il surplus di vita attraversa rapidamente lo sthūla-śarīra di ātman, precedentemente sviluppato, gli dà il contatto di buddhi, e poi prosegue. Successivamente il surplus di vita discende fino al globo C, e il principio liṅga di buddhi è sviluppato nell'onda di vita, terminando la sua evoluzione in C; e la stessa cosa accade quando il surplus di vite discende fino a D, e poi risale verso l'alto.
Così finora abbiamo evoluto il principio ātman durante la Prima Ronda, il principio buddhico, molto imperfettamente, durante la Seconda Ronda, e dal basso verso l'alto. La Prima Ronda realizzò lo sthūla-śarīra di ātman; la Seconda Ronda diede vita al liṅga-śarīra di buddhi; la Terza Ronda darà vita al prana di manas esattamente nello stesso modo. La Quarta Ronda realizzerà il kāma di kāma. La Quinta Ronda, la successiva, realizzerà il manas di kāma. Tenete presente, attraverso tutti i globi. La Sesta Ronda darà vita al buddhi del liṅga-śarīra in tutti i globi e nelle onde di vite; e la Settima Ronda — non è notevole? — realizzerà l'ātman dello sthūla-śarīra.
Ciò significa che alla fine della settima ronda, prendiamo la nostra onda di vita umana come esempio, tutti gli individui dell'onda di vita umana saranno esseri con i sette principi pienamente sviluppati, ciascuno dei principi completamente sbocciato per il nostro manvantara, la nostra catena durante questo Giorno di Brahmā.
Perché durante la Terza Razza Radice i Mānasaputra all'inizio rifiutarono di incorporarsi e dare la mente agli umani sottosviluppati di quel periodo? Perché i veicoli non erano pronti. Non c'erano veicoli mentali appropriati a contenerli, a contenere la mente dei Mānasaputra. Mi domando se c'è niente di più saggio!
Così ora l'evoluzione comincia con ātman e finisce con ātman. Il processo di sviluppo comincia dal basso, risalendo uno stadio o un sotto-stadio ad ogni ronda, per cui, mentre cominciamo con ātman, non avendo alcun veicolo idoneo da elaborare nella Prima Ronda, raggiungiamo la Settima Ronda con tutti i principi umani completamente sviluppati, e anche il corpo esiste nel suo stato di ātman.
La Prima Ronda sviluppa la parte inferiore dell'ātman su tutti i globi; la parte inferiore è proprio in fondo alla scala, che nella scienza moderna sarebbe chiamata così: gli elementi, la parte chimica. Ricordate che cominciò con ātman — spirito. La Ronda successiva la potremmo chiamare la ronda di buddhi, e che sviluppa la successiva dalla parte inferiore di tutte. Poi, la Terza Ronda potremmo definirla la ronda mānasica, perché fu proprio nella Terza Razza Radice sul nostro globo che all'uomo venne la mente.
Quando tutte le Sette Ronde hanno fatto il loro percorso, quando ogni principio dell'uomo si è pienamente sviluppato in lui, egli è un dio, egli ha lo spirito che agisce in lui, il buddhi che agisce in lui, egli ha la mente che agisce in lui, egli ha il desiderio — e il desiderio nell'arco ascendente diventa quella che chiamiamo aspirazione, desiderio verso l'alto invece del desiderio verso il basso. Egli ha il prana spiritualizzato che in lui diventa un'effettiva forza individualizzata. Ad esempio, un uomo della Settima Ronda può quindi richiedere al suo prana, se vuole, di scoccare un dardo d'elettricità a sua volontà, se egli volesse compiere una piccola magia, per frantumare una roccia o disintegrare un albero, perché il suo prana allora è pienamente sviluppato ed è sotto il potere della sua mente e della sua volontà. Anche il liṅga-śarīra non sarà più un corpo indistinto, sviluppato a metà, embrionale, dell'uomo com'è ora, ma l'uomo stesso sarà uno strumento meraviglioso, in sintonia con le armonie della natura, individualizzato. Sarà come una cassa di risonanza che afferra ogni vibrazione; e il suo corpo sarà un corpo di luce, che risplende effettivamente come la luce del sole. Perché il sole ha il corpo che ha? Quello che vediamo è lo sthūla-śarīra, il corpo, è un corpo di luce. Un uomo, durante la Settima Ronda, sarà proprio un globo risplendente, e ciò che saranno i suoi principi interiori è naturalmente oltre qualsiasi descrizione!
E adesso voglio ricapitolare le idee principali che vi ho esposto. Il pensiero-chiave è questo: ci sono due linee evolutive, quella spirituale e quella materiale, che cominciano rispettivamente dal vertice dell'ātman e dagli elementali, la materia più bassa; e man mano che le ronde procedono, queste due linee si avvicinano reciprocamente, la prima agendo verso il basso, e la seconda agendo verso l'alto; ciascuna passa, per così dire, nella Quarta Ronda, e alla fine della Settima Ronda le loro posizioni, in un certo senso, sono invertite; vale a dire che alla fine della Settima Ronda la parte ātmica è nel punto più alto della materia, Pṛithivī, avendo disceso verso il basso la settuplice scala; e la parte materiale è arrivata così in alto da poter andare nuovamente nella parte ātmica della materia; e questo produce veicoli pienamente evoluti. Qui c'è la nota dominante dell'intero processo evolutivo attraverso le ronde: l'evolvere dei veicoli adatti ad esprimere le facoltà spirituali e intellettuali, le monadi.
Ricordate anche che la Prima Ronda è la ronda delineante che traccia i sentieri per tutte le ronde successive, secondo il karma passato. Le prime entità che appaiono sulla scena per costruire i globi sono le entità elevate (che nella mia spiegazione ho vagamente chiamate l'ātman) provenienti dalla passata incarnazione della catena, che si mescolano immediatamente con gli elementali; e così abbiamo l'inizio più alto al vertice dell'ātman; e gli elementali che iniziano dalla parte inferiore dello sthūla o Pṛithivī, e poi, come ho detto prima, attraverso le sei rimanenti ronde lavorano reciprocamente, passano reciprocamente, se vogliamo farcene un'idea nelle nostre menti, nella Quarta Ronda, e poi ogni linea continua verso l'alto o verso il basso, rispettivamente fin dove ognuna di queste linee può andare.
Ciò significa, quindi, che le monadi, le entità spirituali, si saranno incarnate, o piuttosto incorporate completamente alla fine della Settima Ronda, producendo uomini-dèi o esseri equivalenti negli altri regni, e i veicoli, gli involucri, i corpi si saranno elevati durante le sette ronde, si saranno sviluppati così altamente come possono, per essere veicoli idonei a queste monadi che ora sono pienamente incorporate.
Un altro punto: se prendiamo per un attimo in esame i veicoli e li consideriamo da soli, la Quarta Ronda esterna il principio del desiderio, nei suoi aspetti sia superiori che inferiori. Poi nella Quinta Ronda i veicoli sono innalzati al piano mānasico sulle loro rispettive posizioni nella scala della vita; nella Sesta Ronda i veicoli evolvono la capacità di trasmettere buddhi; diventano buddhici; e nella Settima Ronda, l'ultima, i veicoli si sono elevati in alto, per quanto possono, con sollecitudine e potere d'espansione, e allora sono pronti a trasportare il raggio atmico.
Ma questo avviene solo per i veicoli sui diversi piani della costituzione umana. Riguardo alle entità spirituali o raggi, propendono verso il basso per incontrare tutti i veicoli che salgono verso l'alto attraverso le ronde, e così, sebbene siano sempre trascendenti sui propri piani, poiché tendono verso il basso sembrano discendere, per così dire, e l'approccio con i loro veicoli che salgono fino a congiungersi avviene nella Quarta Ronda, toccando il regno umano; l'uomo diventa realmente il vero uomo, figlio dello spirito e figlio di Pṛithivī, la terra — a metà strada in alto e a metà strada in basso, per così dire.
L'espressione "surplus di vita," quando descrive la costruzione dei globi della catena planetaria, è usata in un senso tecnico che cercherò di spiegare indicando due cose che crescono, che producono con un potere sempre più grande e nelle riserve di un flusso sempre più pieno, vale a dire: la crescita di un seme in una pianta, e la crescita di un essere umano da un germe umano. Dal seme scaturisce il surplus, in senso tecnico, della vita che il seme contiene. Questo surplus è innanzitutto il germoglio verde, poi un filo d'erba, poi il fusto, i rami e le foglie, e alla fine il frutto che produce altri semi. Questo surplus, quest'eccedenza, significa ciò che affluisce o si esterna da ciò che è racchiuso. Così, anche la crescita di un essere umano da un germe umano descrive in senso tecnico il surplus. Dal seme viene l'embrione, che cresce nel bambino non ancora nato, che infine entra nel mondo, diventa il bambino, cresce per diventare un ragazzo o una ragazza, avanza verso la virilità o la femminilità, espande da dentro i poteri e le facoltà della mente e del cuore fino a quel momento latenti; poi cominciano a mostrarsi gli attributi morali e spirituali, che non si mostravano nel germe, nell'embrione, nel bambino non ancora nato. Questa è la spiegazione del surplus di vita.
Quindi, il "surplus di vita," dopo che le onde di vita hanno formato il Globo A in qualsiasi Ronda, non significa semplicemente ciò che è rimasto, in senso comune, ma per "ciò che è rimasto" s'intende la quantità, la maggior parte, la vita immensa, gli attributi, i poteri e le facoltà conservati nel Globo A, che non possono manifestarsi lì perché quello non è il loro ambiente, e discendono sul Globo B, lo stadio successivo, e si realizzano sul Globo B. E quando il Globo B si è realizzato in una certa misura nella Prima Ronda, lo stesso surplus di vita discende e realizza il Globo C. E così su tutta la catena.
Quando la Prima Ronda si è completata, non c'è più quest'espansione, quest'ondeggiare, questo disfarsi. Non è più un'evoluzione di ciò che è dentro per quanto riguarda i globi non manifestati, perché ora essi sono sulla scena. Sono lì; e le onde di vita, quando entrano di nuovo nella catena per la Seconda Ronda e per tutte le Ronde che si avvicendano, seguono semplicemente il sentiero che è stato tracciato, evolvendo naturalmente, crescendo ed espandendo naturalmente in se stesse il surplus di vita, ma non nella costruzione della catena, soltanto migliorando continuamente. Afferrate quest'idea? È esattamente quello che gli antichi Stoici intendevano quando parlavano dello Spirito che emana da se stesso il suo surplus di vita, come un figlio, il piano successivo nel cosmo che, diciamo, era l'Etere; e quando lo Spirito e l'Etere furono esternati, il surplus di vita, cioè soltanto tutto ciò che ancora non era esternato, non evoluto, discese sullo stadio successivo e formò il terzo, il Fuoco spirituale. E poi il successivo, Aria, Acqua, Terra. Dopo che l'Universo si è manifestato, la casa è completata: Jack è nella sua casa e Jack comincia a vivere come un capofamiglia. [5]
Ora i śishṭa personificano una dottrina veramente molto diversa, e possiamo chiamarli coloro che rimangono, lasciati indietro dopo che il surplus di vita è stato trasmesso; ma non nel senso tecnico che s'intende quando si descrive la Prima Ronda nella costruzione dei Globi di una catena.
Ora farò qualche osservazione su questi diagrammi (Vedi Fundamentals of Esoteric Philosophy, pp. 524-25)
Qui abbiamo le quattro Monadi principali della costituzione umana — le quattro principali: la Monade Divina, la Monade Spirituale, la Monade Umana, la Monade Astrale-Animale. Vedrete che è particolarmente a queste quattro che mi riferisco spesso nei miei libri. Ve ne sono altre; ma queste quattro sono quelle che chiamiamo le monadi essenziali nella nostra costituzione. Questi sono diagrammi veramente splendidi. Non sono fotografie. Sono simboli, emblemi. Suggeriscono delle verità. Ad esempio, sarebbe ridicolo se dicessimo che la Monade Divina è un triangolo. Non è questa l'idea. Significa che vi sono, latenti nella Triade Divina, tre attributi fondamentali o elementali che si fondono, si uniscono; e, salendo fino a questo punto divino, un centro laya, passano in una gerarchia superiore. Lo stesso vale per la triade inferiore. Ora date un'occhiata: qui abbiamo un punto nella materia che si espande verso lo spirito — quello che per essa è spirito — una crescita. E il diagramma mostra la verità opposta di carattere completamente diverso: che se un essere umano perde il suo contatto con il dio interiore e fallisce, lentamente comincia a ridurre, a contrarre attributi, facoltà, poteri, ogni cosa, in un punto della materia, e quindi egli è afferrato in una corrente di deflusso, e finisce nella tomba.
Un altro concetto: la Monade Divina ha un campo d'azione e di coscienza sull'intera galassia, che include il nostro mondo solare; la Monade Spirituale al di sopra del nostro sistema solare; la Monade Umana attraverso la nostra catena planetaria, e la Monade Animale-Astrale sul nostro globo, producendo semplicemente l'uomo della terra. Così il sentiero verso il basso è tecnicamente chiamato il sentiero lunare, il sentiero della luna. Il sentiero verso l'alto è tecnicamente chiamato il sentiero solare.
Un concetto finale: quando il grande manvantara cosmico s'avvicina alla fine, quando il prakṛitika pralaya s'avvicina, quando ogni cosa nel regno del nostro sole sta per passare nell'invisibile, allora, non solo per l'uomo — il diagramma rappresenta qualsiasi essere o entità — la triade inferiore regredisce, attirata dalla diade inferiore, e scompare in essa. La diade inferiore, a sua volta, regredisce, attirata dalla triade superiore, e scompare in essa. La triade superiore, a sua volta, quando arriva il momento dello stesso processo, regredisce, attirata dalla Monade Divina, e scompare in essa: e questo processo è la regressione, l'involuzione. E quando ritorna il periodo della manifestazione, allora la Monade Divina emana il suo surplus di vita, costruendo prima il suo rivestimento, il figlio, il veicolo. La stessa cosa è per la diade superiore: la Monade Spirituale, a sua volta, avendo nel suo cuore la Monade Divina, emana, dispiega, espande, emana la diade inferiore come il suo "surplus di vita'; e la diade inferiore, avendo nel suo cuore le due superiori, fa precisamente la stessa cosa: emana il suo surplus di vita, per farne il suo figlio, il suo rivestimento, la sua veste, l'uomo della terra.
Qui vediamo in quest'altro diagramma (op. cit. p. 524) lo stesso come il secondo, ma già in espansione, srotolato, per così dire — la diade intermedia che si unisce e forma il quadrato intermedio sormontato dalla triade divina che s'appoggia sulla triade inferiore. E adesso, compagni, richiamo ancora la vostra attenzione a quella che è veramente una bella idea: la natura intermedia non può manifestarsi se non nasce dal Padre nel Cielo, la Monade Divina, e in coincidenza trova per sé incorporamenti che crescono dai piani di sotto e si espandono per riceverla. Uno strano paradosso — incontra il proprio figlio che ha generato, ma cresce essa stessa verso l'alto, verso il Divino. Ora, come ho detto prima, e lo ripeto, se l'uomo perde il legame con l'alto ed è attratto verso il basso, allora ha luogo il contrario di quanto ho detto, ed egli comincia a ridursi a un punto tale da svanire.
Il surplus di vita significa che durante il processo dello "srotolamento" dell'universo manifestato — e adottanto l'analogia cristiana possiamo parlare dello srotolamento di una pergamena, per leggere lo scritto sulla pergamena, e la pergamena è l'universo manifestato — durante il processo di questo srotolamento, qualsiasi cosa succeda, il primo passo è il surplus di vita. Così, supponiamo che la pergamena sia srotolata sette volte per esternare i sette principi della costituzione umana o nella costituzione dell'universo o qualcosa d'altro. Ogni passo, ogni srotolamento, è un'espressione della settima parte dell'intera vita. Così, quando la pergamena della vita è stata srotolata una volta, un giro, Ātman è manifestato e i sei dei sette restano srotolati, cioè: Buddhi, Manas, Kāma, Prana, Liṅga-śarīra e Sthūla-śarīra. Quando la pergamena è srotolata due volte, per così dire, allora Ātman e Buddhi sono apparsi, e il surplus di vita è degli altri cinque, non sviluppato.
Prendiamo l'analogia della costruzione della catena planetaria o della catena solare: quando il Globo A appare per primo, il surplus di vita che comincia ad espandersi dal Globo A, quando il Globo A è svanito per quella Ronda, contiene i Globi B, C, D, E, F, G — tutti gli altri sei Globi, se seguiamo il concetto settenario. Quest'eccesso di vita, il surplus di vita, rimanendo quando il Globo A ha ricevuto il suo primo schema di sviluppo o apparizione, contiene tutti gli altri sei Globi. Il Globo B, il surplus di vita, allora discende su un piano e sviluppa quindi il Globo B. Il surplus di vita allora rimane: i Globi C, D, E, F, G — cinque. Il surplus di vita rotola giù dal Globo B e agisce sul Globo C per produrlo sul modello delineato per primo durante la Prima Ronda. Il surplus di vita allora lascia quattro Globi ancora non manifestati, ancora da essere sviluppati, i Globi D, E, F, G. E così il processo prosegue, e quando l'ultimo Globo G è abbozzato o tratteggiato, non c'è più surplus di vita, perché il surplus di vita consisteva di tutti i sei Globi, una volta che era apparso il Globo A.
E così è nella costituzione umana. La stessa regola vale per la reincarnazione. Durante il reincorporamento il primo dei sette principi ad apparire e ad agire è Ātman. Poi viene il surplus di vita, che porta avanti Buddhi. Il rimanente surplus di vita porterà avanti Manas, e così continua finché l'uomo è costruito: sette passi consumano tutto il surplus di vita finché abbiamo l'uomo completo.
Il surplus di vita significa quindi che ad ogni stadio l'equilibrio dell'intera costituzione o potere vitale ancora non si è espanso nella manifestazione. Quando tutti i passi sono stati compiuti, tutto il surplus di vita si è evoluto.
Ora, riguardo al soggetto delle monadi che attraversano i regni inferiori durante la Prima Ronda della Catena Planetaria, tutte le monadi devono cominciare in alto e fare il giro in giù, fino al Globo D, il più basso, la nostra Terra, e di nuovo fino al Globo G; e ogni monade durante quella Prima Ronda, non importa a quale stadio sia, deve attraversare ciascuno dei regni della Natura. Perché? Perché ogni singola classe di monadi deve aiutare nel lavoro di costruire l'ossatura della futura catena planetaria, e ogni classe monadica fornisce la sua parte: le classi superiori forniscono la loro parte superiore, le classi inferiori forniscono la loro parte inferiore, le classi più basse forniscono la loro parte più bassa. Così gli dèì, nella Prima Ronda, dovettero attraversare ogni regno per realizzare, per attivare i punti divini in ogni regno. Allora la seconda classe di monadi cominciò a fare la stessa cosa — spiritualmente. Dovettero attraversare ogni regno dal principio, affinché il prossimo regno s'iniziasse alla classe superiore, cominciasse il suo lavoro, per dare a tutti i regni quel secondo elemento principio, facoltà, potere, sostanza. E la terza classe di monadi fece la stessa cosa attraversando ogni regno di ciascun Globo, tutti, dagli dèi fino ai semplici atomi di vita.
Ma ad iniziare dalla Seconda Ronda il processo cambiò — e potete vedere perché. È stato affermato ripetutamente. Poiché allora gli Architetti avevano tracciato il piano, i progetti erano lì; le case, i templi, gli edifici, le strutture, erano stati tutti avviati. Quindi, a cominciare dalla Seconda Ronda, da quel momento in poi ciascuna classe monadica, quando doveva attraversare i regni inferiori, lo faceva rapidamente perché non aveva nessuna attrazione per i regni inferiori. Oggi avviene esattamente la stessa cosa quando l'ego umano si reincorpora: nel corpo di un bambino non ancora nato l'ego passa solo pochi mesi nell'utero. Lì non ha alcuna attrazione, ma deve farlo per ottenere il suo corpo. Una volta nato, allora comincia a crescere. Ma i regni inferiori hanno un'immensa attrattiva per le parti inferiori della natura. Ad esempio, tendono verso la materia, sono attratti dal basso. Noi chiamiamo tutto questo la legge dell'accelerazione per i regni inferiori — la tendenza verso il basso. Ma quando cominciano a salire, l'attrazione è così forte verso la materia, che i regni inferiori si ritirano. Vivono una lotta terribile. È come un'auto che deve salire su una collina molto ripida, e andando sempre più piano alla fine raggiunge la cima. Non so se essi fanno come le auto oggi! Al contrario, sull'arco discendente l'attrazione dello spirito per le monadi spirituali è così enorme, che la loro discesa diventa sempre più difficile man mano che s'inoltrano nella materia, e il processo rallenta. Questa è la legge del ritardo, perché la loro attrazione è verso l'alto. Quando queste entità spirituali hanno raggiunto il Globo D, hanno così poca attrazione in esso, che una volta cominciato l'arco ascendente, nel passare del tempo, esse cominciano a muoversi, a muoversi veloci, e alla fine iniziano a correre, fino ad affrettarsi. È una questione d'attrazione, e quelle che chiamiamo le leggi dell'Accelerazione e del Ritardo le coprono entrambe.
Questa domanda riguardante i quattro Yuga mi è stata mandata per avere un commento e una delucidazione.
"Nel Glossario Occulto è detto che i quattro Yuga, con i loro rispettivi periodi di tempo di 4, 3, 2, 1, occupano la metà della durata di una Razza Radice. Mi sono chiesto in quale ordine gli Yuga seguono dopo il Kali-Yuga in cui siamo adesso, perché, per analogia, potrebbe significare che essi andrebbero in senso inverso, cosicché dopo il Kali-Yuga ci sarebbe il Dvāpara-Yuga, e poi il Tretā-Yuga, e poi il Satya; ma ragionando da un altro punto di vista sembra che noi c'inoltriamo nell'Età dell'Oro, almeno è ciò che sembra scritto nei Veda. Quindi, da un altro punto di vista, quando una Razza sta per estinguersi, come alcune delle Razze primitive che oggi conosciamo, o qualcuna delle Razze aborigene, potremmo dire che, in un certo modo, si trovano in un'Età dell'Oro, perché non hanno alcuna responsabilità, sono come i bambini, e in questo senso potremmo dire che si trovano alla fine dell'Età dell'Oro Così la mia domanda è: in quale ordine vengono gli Yuga in una Razza Radice dopo il Kali-yuga?"
Penso che potrei rispondere meglio a questa domanda molto interessante in una pubblica assemblea riferendomi alla storia della nostra presente Quinta Razza Radice. Attualmente siamo tutti parte, come voi sapete, della Quinta Razza Radice su questo Globo D in questa Quarta Ronda. Ora, tra i Greci, c'era una leggenda: che l'infanzia dell'umanità fosse stata felice, pacifica, benedetta dall'abbondanza, dalla prosperità, che non ci fossero guerre né angosce moleste in quei giorni felici dell'infanzia dell'uomo. La chiamavano l'Età Saturniana, l'Età di Saturno, principalmente, penso, perché non c'erano vere responsabilità, come il richiedente ha correttamente affermato. Comunque mi chiedo davvero se io per primo preferirei vivere la vita di un bambino non ancora nato, nel grembo, senza responsabilità, un vero grumo umano. No!
Verso il punto intermedio della Quarta Razza Radice, cominciò a prendere forma la nostra Quinta Razza Radice, nel senso che certi individui che fino a quel momento erano passati attraverso le incarnazioni della Quarta Razza Radice sulla terra, costituirono una società non organizzata, ma il semplice fatto che fossero arrivati più o meno a un simile punto di vista mentale e spirituale nella parte intermedia della Quarta Razza Radice li rese come se fossero un popolo a parte. Afferrate quest'idea? All'inizio non era una Società organizzata, un organismo, una fratellanza. Avvenne semplicemente che nel punto intermedio della Quarta Razza Radice nacquero alcuni individui, nel senso che avevano raggiunto il tempo in cui le qualità e gli attributi della Quinta Razza Radice dovevano cominciare ad apparire in loro; proprio come nella nostra attuale Quinta Razza Radice abbiamo quasi raggiunto il suo punto intermedio, siamo nella sua quarta Sottorazza, e i pionieri della Sesta Razza Radice stanno appena cominciando ad apparire tra noi un po' in tutto il mondo. Appaiono sporadicamente, non formando alcun corpo definito, organizzazione, società o fratellanza, e tuttavia stanno cominciando ad incorporarsi, ad incarnarsi.
Ora, quando venne il tempo, la Quarta Razza Radice, che allora era nel suo Kali-Yuga, cominciò a discendere la facilis descensus averno, la facile discesa all'Inferno, sempre di più; ma contemporaneamente, un numero sempre maggiore di monadi umane avanzate della Quinta Razza di allora s'incarnò nelle doglie della sua nascita. Questi individui erano a se stanti nella Quarta Razza Radice, ma la Natura li favorì. Erano gli allievi favoriti della fortuna, ricevevano, poiché avevano conquistato questi benefici, una guida speciale, un aiuto speciale, un'istruzione speciale, per la maggior parte inconsapevolmente, tranne che per i più elevati tra di loro. Perché? Perché ne avevano bisogno. L'equilibrio della Quarta Razza stava correndo in discesa, e ogni mille anni andava sempre più veloce verso il basso. Ma questi individui privilegiati, questi figli privilegiati della "fortuna" erano aiutati, guidati, protetti, tutelati — tutelati nei limiti del possibile — perché l'avevano meritato, per quanto era possibile fare, a causa dei lorio precedenti sforzi evolutivi di ascesa, e perché erano i semi della futura Quinta Razza, la nostra attuale. Erano nel loro Satya-Yuga, il primo e il più lungo.
Così gli yuga cominciano con il più lungo, il successivo più lungo, il terzo ancora più lungo, e infine si realizza il culmine della malvagità e della spinta a fare il male nel Kali-Yuga, che noi della Quinta Razza Radice abbiamo appena cominciato. Quanti tra noi, trovo che qui la domanda sia giusta, debbano essere tra i "favoriti" per formare il seme della Sesta Razza Radice che sta già cominciando ora su questo continente e altrove, ma forse più particolarmente nelle Americhe? Abbiamo raggiunto il nostro Kali-Yuga; durerà più di 400.000 anni e siamo soltanto sui 5000 anni da quand'è cominciato, vi siamo appena entrati! E poiché nei periodi futuri della Quinta Razza Radice la maggior parte sarà sempre peggiore e affretterà sempre più velocemente la ripida discesa verso il basso, gli individui dell'imminente Sesta Razza Radice cresceranno contemporaneamente più numerosi e si troveranno nel loro Satya-Yuga, il più elevato.
Penso di aver dato un diagramma (p. 251) in Fundamentals of the Esoteric Philosophy in cui è mostrato che la nascita di ciascuna Razza comincia all'incirca nella parte intermedia della precedente. Qui ne avete un'immagine. Ogni Razza comincia con il suo Satya-Yuga, il più lungo; da questo passa nel successivo, il Tretā; poi nel terzo, il Dvāpara; e poi nel quarto, il più breve e più intensamente individuale, il Kali-Yuga. E proprio in questo periodo i semi della Razza seguente sono nel travaglio della nascita.
Potrei aggiungere — anche se spero che non sia complicato per la vostra comprensione — che queste meravigliose cifre 4, 3, 2, seguite da uno, due o più zeri, sono i numeri chiave della Natura, e sono calcolati per mezzo del sei, comunemente chiamato il senario, o anche il duodecimale, un sistema per calcolare sia con il sei, sia con il dodici, che è due volte sei, e quindi vi sono gli stessi yuga ma con l'aggiunta di molti più zeri — per i globi come pure per le Razze, per le Catene come pure per i globi, e così via.
Per questo l'apogeo della civiltà e del progresso di una Razza Radice dura attraverso i quattro yuga dall'inizio alla fine; durante il suo Kali-Yuga e verso il suo inizio, cominciano ad apparire i semi della nuova Razza successiva, e questi semi sono all'inizio del loro Satya-Yuga. Man mano che i secoli e i millenni scorrono lentamente, lo scettro del dominio e dell'impero, del progresso, dell'intelligenza e della saggezza che avanzano, passa dalla prima Razza all'ultima Razza, per cui, quando la prima Razza sta terminando il suo Kali-Yuga, la Razza successiva è già pronta a cedere lo scettro dei suoi prosperi tempi di potere e civiltà.
Nel frattempo, anche dopo che è terminato il Kali-Yuga della prima Razza, i resti più o meno degenerati della prima Razza continuano ad esistere, ma scendendo costantemente verso il basso, e questi discendenti degenerati, pur decrescendo lentamente attraverso le ere, tuttavia durano fino a quando la Razza successiva ha attraversato i suoi tre yuga e sta per entrare nel quarto, il Kali-Yuga.
Questo è ciò che intendevo nell'affermare che, sebbene una Razza cominci il suo percorso nel punto intermedio della Razza precedente, vive praticamente la stessa durata come prima, anche se in uno stato degenerato e una decadenza senile; le vecchie acque gradualmente si mescolano alle nuove acque fresche, perché gli ego più avanzati e migliori della precedente Razza cominciano a reincarnarsi nei corpi della successiva nuova Razza.
H.P.B. dice che i fossili trovati nelle rocce primordiali sono i resti della Terza Ronda. Dobbiamo interpretarlo con il significato che i FOSSILI provengono dalla Terza Ronda e sono durati attraverso il primo stato etereo della Quarta Ronda?
Quando H.P.B. indica correttamente che all'apertura della Quarta Ronda sul nostro Globo D esistevano certe forme della Terza Ronda che ora scopriamo occasionalmente come fossili, questo non va interpretato come se queste forme ora fossili siano esistite come tali fin dalla conclusione della Terza Ronda. Il significato è che queste forme fossili continuarono come entità viventi durante il dramma d'apertura della Quarta Ronda del nostro Globo D, in coincidenza e in contemporanea con i differenti śishṭa delle onde di vita. Ma quando queste onde di vita cominciarono a venire sul nostro Globo D, aprendo così il dramma della Quarta Ronda sul Globo D, ne furono influenzati principalmente i śishṭa, e queste forme viventi della Terza Ronda più o meno si estinsero tutte rapidamente o lentamente, e divennero fossili. Ecco perché occasionalmente troviamo i loro fossili. Essi furono rimpiazzati dalle onde di vita che evolvevano, che si sviluppavano e si moltiplicavano attraverso i śishṭa. Ne derivò il cambiamento dei śishṭa in forme più elevate che presero il posto dei śishṭa della Terza Ronda dei diversi regni ancora viventi della Terza Ronda.
Tremende convulsioni geologiche e vulcaniche aprono il dramma di una Ronda su ciascun globo, incluso il nostro. Ma i śishṭa, essendo il prodotto (a causa dei semi) per il futuro, sopravvivono più o meno con successo; mentre le forme originali dei śishṭa sviluppate dalla Terza Ronda, gradualmente si estinsero o furono spazzate via da queste convulsioni, perché nell'ideazione cosmica non erano più utili alle monadi, in quanto le monadi avevano già evoluto nuove forme e veicoli più raffinati e adatti attraverso i śishṭa che furono salvati. Qui giace il significato essenziale dell'Arca di Noè ebraica e della storia di Vaivasvata nei Purāṇa Hindu.
Mi è stato chiesto se potevo spendere qualche parola che forse, essendo questo un argomento specializzato, aiuterebbe chi studia archeologia ed etnologia, e quel genere di cose. La domanda riguardava le razze del Paleolitico e del Neolitico, e perché sulla terra non si trovano le prove di antiche civiltà che noi teosofi riteniamo contemporanee a questi due gruppi, tutti uomini degenerati. In altre parole, abbiamo sempre più prove delle primitive razze di uomini (la scienza le chiama posteriori, come noi le chiamiamo degenerate) che, a causa dei loro manufatti che oggi stiamo dissotterrando, sono classificati come uomini del Paleolitico o antichi uomini della pietra, e del Neolitico o nuovi uomini della pietra. E la domanda è: i teosofi confermano che grandi civiltà esistevano contemporaneamente a questi individui antichi e degenerati? Perché sulla terra non ci sono i resti di queste grandi civiltà? Ma questa non è una domanda appropriata, perché afferma qualcosa che non è vero. Sulla terra ci sono quasi innumerevoli resti o relitti di queste grandi civiltà del passato. Il problema è che i nostri scienziati moderni sono così tormentati da teorie che vanno supportando ad ogni costo, che qualsiasi cosa che sia veramente antica la rapportano, per quanto è possibile, al presente, e quindi la fanno diventare relativamente recente. Ed è qui la difficoltà che i nostri teosofi devono affrontare. Non che gli scienziati intendano fare qualcosa di disonesto. Pensano che sia ingiustificabile, perché non credono in queste antiche razze, e se oggi qualche scienziato dicesse che un milione di anni fa esistevano grandi civiltà, diciamo cinque milioni di anni orsono, sarebbe degradato, scientificamente parlando; in altre parole, sarebbe cacciato via dal suo paese. Perderebbe il suo posto, il suo nome sarebbe preso a fischi e diventerebbe uno zimbello. L'ortodossia scientifica. Questa è la pura verità.
Quali sono alcuni di questi antichi resti di civiltà? Se considerate che i resti del Neolitico e del Paleolitico sono veramente recenti, geologicamente parlando — poche insignificanti decine di migliaia di anni non sono niente nella storia della razza umana: se ci pensate e considerate il magnifico sviluppo evolutivo che l'umanità ha raggiunto anche oggi, il suo mirabile cervello, la meraviglia del suo corpo, come ho scritto nel mio Man in Evolution,[6] dobbiamo collocare l'origine dell'uomo decine di centinaia di milioni di anni fa. Ma, come vedete, gli scienziati non vogliono riconoscerlo. Non possono riconoscerlo perché sono tormentati dalle idee di civiltà e di teorie che devono sostenere.
Quali sono allora alcuni resti che possiamo rintracciare? Voi non siete dei bambini. Avete già letto i libri di storia e i libri di scienza. Avete osservato le piramidi d'Egitto. Prendiamone solo una, la grande Piramide di Cheope, costruita in un modo tale che gli stessi scienziati moderni si meravigliano, e speculano se con tutti i moderni perfezionamenti e raffinatezze di arnesi e macchinari ingegnosi, potrebbero eguagliare oggi quelle opere; o incorporare così perfettamente la conoscenza astronomica, che la galleria d'ingresso della Piramide, come si sa ormai da molti anni, indica o indicherebbe quando le stelle che girano intorno al polo nord si avvicinavano alla Stella Polare, la nostra Stella del Polo Nord. Non occorre entrare nei dettagli, sono tutte cose che sapete.
Non so quali grandi datazioni geologiche siano state fatte sulle grandi piramidi, ma sono qualcosa di ridicolo: poche migliaia di anni; il nostro insegnamento è che la Grande Piramide fu costruita almeno settantacinque mila anni fa, e penso che fosse due volte oltre quella datazione, 150 mila anni fa. Ma credo che H.P.B. abbia affermato in qualche parte che gli scienziati teosofici, che sanno quello che fanno, potrebbero provare almeno tre giri del ciclo precessionale, ciascuno lungo quasi 26.000 anni. Sapete cos'è in astronomia la precessione degli equinozi. Un ciclo completo che prende 25.920 anni, e tre cicli completi precessionali, dice H.P.B., sono passati mentre le piramidi sorgevano sulla sponda del Nilo, o vicino ad esso. E io credo che sia due volte così lunghi.
Che dire delle piramidi di Sakhara? Che dire dello Zodiaco di Dendera? Come potrebbe essere stato fatto dagli egiziani solo poche migliaia di anni fa, con le stelle intorno alla Stella Polare suppergiù come sono oggi, e tuttavia mostrano un assetto completamente diverso dello Zodiaco come pure delle Stelle Polari. Non ricordo quale età gli sia stata assegnata, ma dovrebbe essere qualcosa come due o tre cicli precessionali. Questi antichi popoli erano così accurati e, secondo i moderni scienziati, così superstiziosamente meticolosi nel compilare lo Zodiaco dei cieli dove abitano gli dèi, così perfetti nei loro disegni, che sicuramente è ridicolo pensare che essi siano stati deliberatamente irreligiosi nei loro punti di vista e che abbiano progettato un piccolo zodiaco non corrispondente alla natura! La sua domanda la deve risolvere da solo. La sua risposta si trova nei monumenti sulla superficie della terra.
Che cosa dire di quelle meravigliose costruzioni nel Pacifico, fatte di pietre non cementate che hanno resistito per epoche intere? Sono così antiche, eppure non sono distrutte dalle intemperie né logorate dal tempo; e nel clima mite delle Isole del Pacifico potete capire che le pietre durano più di quanto durerebbero nei paesi del nord dove le gelate, il sole caldo, la pioggia, il vento e le tempeste di sabbia, consumerebbero facilmente queste rocce. Quante migliaia di anni hanno quelle costruzioni che stanno in piedi nell'Isola di Pasqua, mute testimonianze di una conoscenza dimenticata? Chiedete agli scienziati che cosa siano. Non lo sanno. Probabilmente furono costruite da alcuni antenati nelle Isole del Pacifico. Perché? Secondo le moderne teorie evolutive, essi, quand'erano più giovani, avevano una civiltà più grande rispetto a quella che hanno ora, ora che non costruiscono più tali magnifiche costruzioni? È come chiedere a un bambino di fabbricare una casa. Vi sono migliaia di esempi simili. Guardate Stonehenge in Inghilterra. Guardate come hanno tentato di screditare la sua età e di avvicinarla il più possibile alla nostra epoca. Perché? Hanno forse qualche prova? Assolutamente nessuna. Sono solo congetture. Ma secondo la moderna teoria scientifica dell'evoluzione, è impossibile che vi siano stati uomini civili più di centomila o duecentomila o trecentomila anni fa al massimo. Questa è l'ortodossia della scienza, e ogni cosa deve adattarsi a quel letto di Procuste. Non pensiate che io sia contro la scienza. Non lo sono. Ho speso troppi anni della mia vita nello studio e nel rispetto della vera scienza, per lo spirito di ricerca e di scoperte, di apertura mentale che ci ha dato la conoscenza della scienza che abbiamo oggi. Non parlo della scienza ma dei pregiudizi degli scienziati tra gli stessi uomini di scienza; ed è tutto qui.
Ma torniamo a Stonehenge. Io stesso penso, non ho alcuna prova se non la mia fede e la mia convinzione derivanti dallo studio nei giorni della mia gioventù, quando avevo più tempo da dedicare a queste cose, ma credo che Stonehenge, che è costruita con pietre massicce, non dev'essere trovata proprio in Bretagna — mettetevelo bene in mente! — ha un'età non inferiore a quella delle piramidi, forse un po' più giovane, perché le piramidi furono edificate da quelli che Platone chiamava gli Atlantidei quando l'isola di Poseidone, un resto dell'imponente principale continente Atlantideo, fu sommersa in un terrificante terremoto e maremoto tra i dodicimila e tredicimila anni fa. Era un'isola estesa come l'Irlanda di oggi. Prima che Poseidone fosse sommersa, gli immigranti abbandonarono quest'isola nell'Oceano Atlantico e si stabilirono dove allora si era recentemente formato l'Egitto. Quanti anni fa è successo questo? Se volete, potete giudicarlo da soli in base alla percentuale dei depositi di fango del Nilo. Di sicuro, decine e decine di migliaia di anni fa.
Chiunque sappia dell'esistenza, e tutti voi lo sapete, di questi grandi monumenti del passato, comprenderà quello che intendo quando dico che vi sono prove quasi innumerevoli dell'esistenza delle meravigliose civiltà arcaiche che precedono di migliaia di anni gli strati in cui si trovano i resti e i manufatti dei popoli del Paleolitico e del Neolitico, se questo è il termine esatto. Ascoltate, amici: molto tempo prima che sorgessero la Grecia e Creta, molto tempo prima che s'immaginassero la Persia, la Media, Babilonia, l'Assiria, dove ora ci sono i deserti della Persia, del Turkistan, parti dell'Arabia e parti del Belucistan settentrionale, tutta quella meravigliosa terra — ora residui sferzati dal vento e da cumuli di pietre trascinate da uragani e venti terrificanti, arida nelle colline estreme — in passato era verde e fertile, coperta da fiorenti città dove la civiltà raggiungeva un picco tale come non abbiamo ancora raggiunto se non in parte, dove fiorivano le arti, le scienze e i mestieri. Fu da questa regione che nacquero Babilonia, l'Assiria, la Persia e la Media, e quello che si conosceva dell'Asia Minore, occupate dagli Atlantidei dei primi tempi, o, successivamente, dagli Atlantidei dell'Asia. Queste regioni fiorirono contemporaneamente sulla terra anche quando le condizioni geologiche erano diverse. Tanto tempo fa queste terre di cui ho appena parlato erano fertili, e dove ora c'è il mar Nero esisteva un immenso mare o oceano interno che si collegava a nord, attraverso la Russia e la Siberia, con quello che oggi è l'Oceano Artico, ed era pieno di isole. Ora tutto questo è cambiato. La terra è emersa. La terra è stata sommersa. Oggi non è che una memoria, una leggenda, cumuli, desolazione, residui. Ma essa diede vita alla sua progenie; diede vita alla civiltà dell'Assiria e della Persia e a parte della Grecia e della Media, e diede alle popolazioni i nostri antenati europei. Da lì sono venuti i precursori degli Scandinavi, dei Teutoni, dei Goti, e riempirono quella che allora era la terra selvaggia dell'Europa e della Siberia, e queste antiche civiltà di cui parlo si estesero fino all'odierno Tibet, e in quell'altipiano dove terrificanti tempeste spazzano via anche i brulli residui; la leggenda parla di tempi remoti quando i nostri padri vi costruirono meravigliosi templi, quando gli dèi parlavano con gli uomini, quando c'erano dolci laghi d'acqua fresca e il verde era dappertutto. A volte la voce dell'anima di un popolo è più vera delle speculazioni e delle congetture dei cosiddetti storici.
Indice
2 – I Versi d'Apertura del Genesi
3 – Le Quattro Bestie dell'Apocalisse Cristiana
4 – Il Tempio Mistico di Salomone
5 – Le Origini del Cristianesimo
6 – Il Simbolismo nella Storia di Gesù
7 – La Vera Data di Nascita di Gesù
8 – L'Eucaristia
Domanda — Possiamo avere qualche chiarimento sull'affermazione nelle Stanze di Dzyan a proposito delle Tenebre: "Solo le Tenebre riempivano il tutto illimitato"? Strettamente parlando, queste parole significano che non c'era Nulla se non le Tenebre. La mia domanda è: Che cosa sono le Tenebre, e che cos'è la Luce?
E.D.W. — Secondo me, le Tenebre sono la condizione dell'Universo durante il Pralaya o prima dell'Alba, e la Luce irrompe quando i Raggi di Mahat, l'Intelligenza Universale, vengono in manifestazione. Proprio come un raggio di sole dimostra che la luce ha raggiunto il piano terrestre, così ogni raggio dell'Essenza Monadica diventa luce su qualsiasi piano della manifestazione in cui s'incorpora.
G. de P. — Penso che la questione sia molto importante. Ricordo il passaggio nei versi d'apertura del Genesi: "Le Tenebre coprivano la faccia dell'abisso." Le "Tenebre" sono il genitore del giorno. Quelle "Tenebre" significano qualcosa di più sottile, di più essenziale, che penetra più profondamente nella sostanza delle cose. La "Luce" può diffondersi solo, ed è così, quando ci sono la manifestazione e la differenziazione, perché la "Luce" è queste due cose. La differenziazione significa il contrasto delle ombre, che sono una varietà della luce. Quindi, le "Tenebre" significano, in questo contesto, Spirito assoluto, che per i nostri intelletti umani incapaci e imperfetti sono quella che altrimenti potremmo chiamare Luce Assoluta; ma per la nostra coscienza ordinaria sono tenebre. Mi ricordo anche del detto Pitagorico sulla Monade Cosmica che si ritira nelle "Tenebre" e nella "Notte," cioè nell'abisso profondo dello Spirito Cosmico. Metto in evidenza questo punto perché penso che sarà d'aiuto a molti giovani studenti che potrebbero fraintendere queste parole considerandole nel loro valore nominale, immaginando che sia qualcosa di simile alla notte ordinaria, la notte dopo il giorno — l'assenza di luce diurna; ma anche noi sappiamo che quella che chiamiamo "notte" è permeata di radiazioni di molti tipi, un'ottava delle quali noi umani chiamiamo luce.
O.T. — Azzardo un suggerimento: che le tenebre, così come sono usate nelle Stanze, significano coscienza non diretta, la coscienza da cui deriva l'intelligenza. Dobbiamo ricordare che la coscienza è pura luce. La coscienza ha due aspetti: spirito e materia, che sono i suoi due poli. L'aspetto spirituale è l'aspetto dello spazio, l'aspetto materiale è l'aspetto del movimento; ma non può esserci azione finché questi due sono uniti, ed è necessaria l'intelligenza — e l'intelligenza è dormente, quindi vi sono le tenebre.
H.T.E. — Ho avuto quest'idea. Prendiamo l'analogia della temperatura. La temperatura è divisa in caldo e freddo, e quando parliamo di temperatura pensiamo sia al caldo che al freddo. Ora, che cosa sono la luce e le tenebre? Sono aspetti diversi — di che cosa?
H.A.W. — Mi ricorda i procedimenti dei chimici nello scindere gli atomi e studiare gli elettroni e i protoni e anche le tracce lasciate dalla loro luce nel passare su una lastra fotografica sensibile. Questi scienziati teorizzano che la materia sia fatta di correnti elettriche concretizzate. Nei nostri studi teosofici apprendiamo che la luce è materia eterealizzata. Troviamo, credo nei Fundamentals, l'affermazione che quello che vediamo come il sole non è il sole ma la sua fotosfera, che è un grado superiore della materia che vediamo come luce. La luce sembra essere materia e la materia sembra essere luce. Anche se diciamo, adottando la moderna teoria scientifica, che la materia è fatta di correnti elettriche, tuttavia la corona, la luce, a volte è circondata da fili ad alta tensione, lampi, e anche le luci magnetiche dell'Aurora Boreale sembrano indicare che l'elettricità è la fase intermedia tra materia e luce. Mi sembra che la manifestazione possa essere considerata come luce. Quindi, il puro spirito può essere considerato come tenebre pure. La luce sembra essere in ogni cosa e dappertutto, e le tenebre sono l'assenza della manifestazione fisica. Credo che questa possa essere l'idea sottostante alle affermazioni nelle Stanze.
G.K. — Potremmo pensare alle tenebre come al pralaya della luce, o come qualcosa di non manifestato che, attraversando il centro laya al momento opportuno, diventa luce?
G.L.D. — Non possiamo avere alcuna luce se non c'è qualcosa per rifletterla, e il lato materiale delle cose è il lato riflettente. Quando spirito e materia, luce e tenebre, lavorano insieme c'è la differenziazione.
O.T. — Penso che vi sia un frainteso tra il rapporto luce e tenebre. Le consideriamo opposte proprio come la gente fa con vita e morte. Ma vita e morte non sono opposte. La vita è soltanto vita. La vita esiste sempre. La vita stessa non dorme; e le tenebre sono l'assenza di ciò che produce la luce; e ciò che produce la luce è l'azione; e dove c'è azione vi sono contemporaneamente luce, calore e suono, che sono tre aspetti dell'azione. La luce sta nella stessa relazione con l'azione come fa il tempo. La luce, il calore, il suono, fisicamente parlando, sono tre caratteristiche che appaiono come magnitudini nella natura fisica. La luce non è una cosa. È lì che la scienza moderna sbaglia terribilmente.
E.D.W. — La Dottrina Segreta definisce il tempo come una linea di coscienza nella durata infinita. Forse potremmo ugualmente dire che la luce è una linea di coscienza nelle tenebre infinite, perché in questa Stanza leggiamo del "Risveglio," della vibrazione che freme attraverso le tenebre. Ora, la vibrazione in uno dei suoi tassi ci dà la luce, in un altro dei suoi tassi ci dà il suono, che è definito come la Parola, il Logos, e in una delle nostre Scritture si legge che la Parola si è fatta luce; e forse potrebbe dare un'idea chiara delle tenebre esistenti eternamente proprio come lo è la durata.
A.B.C. — Noi, come esseri limitati, la sola cosa che possiamo comprendere è qualcosa che è manifestata, che cade nell'ambito del nostro particolare campo di manifestazione. Qualcosa che sia oltre il nostro campo di percezione, oltre il piano di manifestazione sul quale siamo, per noi è immanifestata. Ciò che è nell'ambito della nostra percezione è luce. Ciò che è oltre la nostra percezione o comprensione, per noi è tenebra. Queste parole usate nelle Stanze sono ampiamente figurative — usate come un mezzo che ci aiuta a comprendere ciò che è oltre i limiti della nostra mente-cervello. Al nostro intelletto quel principio fondamentale sottostante al sistema solare manifestato è incomprensibile, quindi lo chiamiamo Tenebre. Ma per la nostra intuizione, che è superiore ai limiti intellettuali, è Luce Assoluta. Per "l'occhio aperto di Dangma," che significa percezione umana pienamente illuminata, risvegliata, è Luce Spirituale Assoluta.
G. de P. — Quando assisto alle vostre discussioni sento come se stessi imparando delle cose; ma un pensiero mi colpisce. Compagni, dopo avervi ascoltati in questa discussione, è come se nella mia mente fosse apparso un pensiero generale in sottofondo, ed è questo: penso che forse ci sia un frainteso tra tutti noi, di ciò che intendiamo quando parliamo di Luce, e vorrei evidenziarlo alla vostra attenzione. Molta gente sembra pensare che la Luce sia illuminazione, per il fatto che quando si fa uso di una manopola o premiamo un interruttore arriva la luce e ci fornisce l'illuminazione. Ora, l'illuminazione è una radiazione riflessa che si trova in queste lunghezze d'onda, perché i nostri occhi si sono evoluti per percepire. È solo un'ottava di luce, per così dire, o forse due o tre ottave. Ma quella non è veramente la Luce, è semplicemente l'illuminazione indotta dalla luce.
La Luce è invisibile, la luce in se stessa è tenebre. La luce è radiazione, un'energia, una forza, e non vediamo questa radiazione se non è riflessa dalle cose e diventa illuminazione. Quando attraversa lo spazio, illumina solo quando i suoi raggi colpiscono un oggetto che riflette la radiazione; e chiamiamo illuminazione quel riflesso o, più popolarmente, luce. La luce del Sole, per se, è invisibile. È tenebre. Vi è abbastanza chiaro? È solo quando la radiazione è riflessa da qualche oggetto, che possiamo vedere la luce come luminosità, e solo allora, quando il riflesso è vibratorio entro una determinata portata molto piccola lungo la gamma di vibrazioni radiazionali, una parte molto piccola; ed è per questo che H.P.B. ha parlato della Luce Assoluta, una radiazione per se, o la sostanza della radiazione, come di "Tenebre." Sono la stessa cosa.
Ad esempio, se nel sistema solare non vi fossero i pianeti, i planetoidi, le meteore, le lune, le comete, o qualsiasi altro corpo riflettente, e se per qualche meravigliosa magia un mago celeste potesse improvvisamente collocare qualche oggetto riflettente nel sistema solare, in qualche luogo, allora un occhio percettivo vedrebbe improvvisamente un lampo, se quell'occhio fosse veramente capace di afferrare le radiazioni e trasmetterle alla mente percettiva, e interpretarle.
Vediamo la luce del sole come una luminosità, vediamo la luce della corrente elettrica perché ci è trasmessa in un certo modo e colpisce gli oggetti, ed è riflessa di rimando all'occhio. Quella è l'illuminazione; vediamo l'illuminazione; ma la luce per se è radiazione, un'energia, una forza invisibile, una vibrazione. E di conseguenza, l'illuminazione sta per materia, perché possiamo avere l'illuminazione solo quando vi è la radiazione riflessa da cosa in cosa, la differenziazione tra le cose.
Quindi, il significato essenziale di "Tenebre" nelle Stanze della D. S. è l'omogeneità della sostanza, l'essenza. L'illuminazione scaturisce quando c'è l'eterogeneità, la differenziazione. L'illuminazione abbaglia, spesso è accecante, è ingannevole. Vi sono molti tipi di luce, diverse sfumature o gradi di luce: la luce solare, la luce della luna, la luce delle stelle, la luce di una lampada, la luce delle lucciole, la luce di un lampione elettrico, e la luce del fuoco — molti tipi di luce. Ma tutti questi tipi sono la forma della luce che chiamiamo luminosità o illuminazione. La radiazione per se, che è l'Assoluto, è invisibile.
L'omogeneità della sostanza, quindi, è il significato fondamentale delle Tenebre nelle Stanze; ed è la stessa cosa come Spirito, seguendo il modo in cui queste Stanze sono state scritte. Qualunque cosa ritorni allo Spirito ridiventa omogenea, assoluta, e qualunque cosa scaturisca dall'omogeneità nell'eterogeneità si differenzia e produce luminosità, illuminazione, luce riflessa. È molto bello perché tutta l'esistenza è bella; è tutto il lavoro magico dello Spirito, e se potessimo vedere il portentoso mistero e la meraviglia dietro a colui al quale ignorantemente i Cristiani alludono come al Cristo, vivremmo in una continua soggezione; ma è ugualmente il lato spirituale evoluto dell'Universo, che tutto permea, il lato eterogeneo, differenziato in molti esseri e cose, che produce la "Luce" com'è usata nelle scritture mistiche. Di conseguenza, qui abbiamo un paradosso: le Tenebre Mistiche sono Luce Assoluta; la luce differenziata, l'illuminazione, è l'ombra, le vere tenebre della Luce Assoluta.
Ho ascoltato con profondo interesse le osservazioni fatte questa sera sulla Bibbia Giudaico-Cristiana. Lasciatemi dire per prima cosa che sono sorpreso del modo ragguardevole in cui è stata fatta molta luce su qualcuno dei significati della Scrittura Ebraica chiamata "Il Libro degli Inizi.'
È vero che la parola originale tradotta come "Dio" nella versione inglese, usata nei versi d'apertura del Libro del Genesi, è "Elohīm" È un plurale ebraico che significa "dèi," "esseri divini." Gli ebrei monoteisti e i cristiani monoteisti che si erano impadroniti delle scritture, in altre parole, della Bibbia Ebraica, degli ebrei, dicono che questo plurale ebraico è un "plurale majestatis," usato quasi nello stesso significato con cui le teste coronate a volte parlavano di se stessi: "Noi, per Grazia di Dio," così e così — Giovanni, Pietro, Giacomo, Guglielmo, o cose simili. Ma negli scritti stessi non c'è alcuna prova, di nessun tipo, che questa parola "Elohīm" sia semplicemente un "plurale majestatis." Grammaticamente parlando, è un plurale ebraico chiaro e distinto.
Tra poco vi leggerò qualche verso, almeno i primi due versi, dell'originale ebraico, e poi mi direte qualcosa a proposito, ma prima di cominciare voglio richiamare la vostra attenzione su un paio di fatti interessanti. Voi parlate della Bibbia ebraica come del Vecchio Testamento o del Vecchio Patto. Realizzate che quest'ultima frase è un'espressione originale ebraica, e significa semplicemente che certe scritture, alcune di esse religiose, altre quasi storiche, alcune poetiche, appartenenti a una piccola popolazione semitica, fossero la prova supposta di un antico patto fatto tra questa popolazione e la loro deità tribale? Altri popoli del mondo hanno scritti simili, scritture simili, che per loro sono sacri e autentici, tenuti con molta cura e considerati di grande valore, come questi scritti particolari lo erano per gli ebrei. In altre parole, gli scritti ebraici non sono le uniche sacre scritture del mondo tenute con cura dal popolo tra cui esse nacquero.
In secondo luogo, la sola scrittura del Vecchio Testamento ebraico che, dal nostro punto di vista teosofico, è veramente occulta, esoterica, è il primo libro, poiché questi libri stanno nel loro ordine stampato — "il Libro degli Inizi'; e in verità solo pochi capitoli all'inizio di questo primo libro sono veramente esoterici. Ciò non significa che qualche altro libro non abbia un significato esoterico, come il Libro di Giobbe. Quell'idea esclusiva non è ciò che intendo. I cosiddetti Salmi di David, ad esempio, furono scritti da un cuore poetico, e ogni cuore poetico è quasi un veggente. Ma la vera saggezza universale della "Qabbālāh Orientale" si trova appieno solo nei primi capitoli del Libro del Genesi.
Ora, la frase "Qabbālāh Orientale" significa la "Tradizione Orientale," perché il termine "Qabbālāh" è un sostantivo derivato dalla radice verbale qabal, che significa "ricevere," "prendere," "tramandare." Quindi la "Qabbālāh Orientale" significa la "Tradizione Orientale," e la Qabbālāh degli ebrei è la forma ebraica di questo corpo della dottrina orientale spesso chiamata la Saggezza Tradizionale, tramandata da generazioni di Veggenti umani. In altre parole, la Qabbālāh ebraica è la Teosofia degli ebrei, ed è una fase piuttosto ristretta, o meglio, una rappresentazione nazionale minore, della Qabbālāh Universale, cioè la Tradizione universale del Mondo.
Qui c'è il testo originale ebraico che oggi è stato diviso in parole, e stampato così:
(1) Bere'shith bara' 'Elohīm 'eth hash-shamayim we-'eth ha-'arets.
(2) We-ha-'arets hayethah thohu wa-bohu we-ḥoshech 'al-pnei thehom we-ruaḥ 'Elohīm meraḥepheth 'al pnei kam-mayim.
Nelle primissime parole affrontate una difficoltà: come dev'essere divisa questa parola? Lasciatemi spiegare ciò che intendo. Negli antichi scritti ebraici le lettere delle parole si susseguono senza interruzione, proprio come se voi doveste prendere un paragrafo in un giornale moderno, rimuovere tutti gli spazi o le divisioni tra le parole, rimuovere tutti i segni di punteggiatura, e avere così le lettere che percorrono una linea o fila, una dopo l'altra.
Inoltre — e questo è molto importante — nell'alfabeto ebraico non vi sono caratteri per le vocali, quindi, per rendere chiara e precisa la nostra esposizione, tutte le vocali nel paragrafo di un giornale moderno dovrebbero essere rimosse, e rimarrebbero solo le consonanti che si susseguono l'una dopo l'altra in una fila compatta e ininterrotta. Questa è la raffigurazione di com'era scritto l'antico linguaggio ebraico.
Allora è ovvio che, avendo questa serie di linee compatte davanti a voi, potete dividere, forse con successo, una singola linea in parole diverse e differenti, e queste prime due parole che vi ho citato in ebraico, ad esempio: Bere'shithbara' possono essere divise differentemente dal modo comunemente usato, ad esempio: Bere'shyith-bare', che tradotto dà un significato completamente diverso.
La comune divisione Bere'shith bara' 'Elohīm significa: "In principio 'Elohīm realizzò (o divise o modellò)" i due cieli e la terra. L'altra divisione delle lettere ebraiche: Bere'sh yithbare', cambia completamente il significato. Re'sh o ro'sh significa testa, saggezza, conoscenza, la parte superiore, la prima in una serie; e la parola yithbare' è una forma riflessiva del verbo bara', che quindi significa "fare se stesso" o "fare se stessi" — per essere i due cieli e la terra. In altre parole, il significato delle prime due parole così divise è che gli dèi, gli spiriti cosmici, attraverso la saggezza, attraverso la conoscenza, per il fatto che erano le principali forze primordiali formative, diventarono i cieli e la sfera materiale.
"Cieli" — shamayim — duale, plurale, non uno, una serie; 'erets o 'arets — il "mondo," tradotto come "terra," che i cristiani pensavano fosse la nostra piccola terra, e in seguito estesa all'universo, quando impararono che le stelle non erano più piccoli punti di luce arrivata lì, ma gloriosi soli smaglianti, molti dei quali più estesi del nostro. 'Arets significa la sfera del corpo, la sfera materiale.
Come vedete, possiamo ottenere un'interpretazione del tutto diversa dividendo la fila, la riga delle lettere ebraiche in questo secondo modo.
Inoltre, la traduzione inglese detta la Versione Autorizzata, pur essendo amata dal popolo inglese per le memorie religiose dell'infanzia e forse perché il linguaggio dei tempi di Re Giacomo agli inglesi di oggi sembra più vigoroso dell'Inglese corrente della nostra epoca, tuttavia manca completamente dello spirito mistico proprio dell'originale Ebraico; e il fatto che gli inglesi amino così tanto la versione di Re Giacomo distrae la loro attenzione dal significato mistico della scrittura ebraica. Andate al linguaggio originale e chiedete a quelli che veramente sanno qual'è il significato essenziale dell'Ebraico.
Quando sento qualcuno di queste amabili brave persone parlare tanto di "numerologia," come immaginano che sia nelle scritture ebraiche, e pensare che contando i numeri delle parole nella traduzione inglese e nel numero di capitoli in una delle scritture, o il numero di frasi in un capitolo, o il numero di parole in una frase, possano arrivare a risolvere meravigliosi misteri o scoprire il segreto delle verità occulte, mi sento sempre costretto e obbligato a dire che queste persone dimenticano che stanno usando una traduzione, e una traduzione molto imperfetta completamente diversa da come suppongono che sia in lingua originale, dove non ci sono capitoli né versi e nessun segno di punteggiatura come i comma, i periodi, punti e virgole, o lettere maiuscole — nel corpo dell'originale ebraico — niente se non linee compatte o righe di lettere che attraversano le pagine dei libri originali.
Ora, quale che sia la traduzione da voi preferita, l'usuale versione, e potrei dire sbagliata, o altre traduzioni ugualmente autorizzate dall'Ebraico originale: "In principio Dio creò il cielo e la terra," o l'altra traduzione ugualmente autorizzata dall'originale Ebraico, e che ha l'ulteriore vantaggio di procedere pari passo con la Tradizione Universale, ad esempio: "Nella saggezza (o nella moltitudine, in compagnia, come un esercito), gli dèi realizzarono (o modellarono o formarono) dal materiale già pre-esistente (la radice originale ebraica bara significa "realizzare," "dividere," non "creare.') "i cieli e la sfera materiale"; che, se compreso, significa quanto segue: "Al principio del Manvantara gli dèi diventarono i regni spirituali e i regni materiali."
Quindi, il significato del racconto ebraico della cosiddetta Creazione è piuttosto un racconto dell'evolvere dai semi, i semi cosmici pre-esistenti nello spazio tramite il potere dei fuochi spirituali inerenti. Abbiamo una stretta analogia con un essere umano che nasce da un microscopico seme umano, una cellula, e cresce in un uomo alto 1.80-1.83 tramite i poteri derivanti dalla sua stessa interiorità.
Quello è il modo in cui i mondi vengono in esistenza. Mi chiedo perché tanti non hanno mai compreso ciò che dev'esserci stato prima che — secondo la loro teoria — l'Onnipotente Dio creasse l'universo, il mondo. Dio non è un carpentiere o, come ritenevano i Greci, un Demiurgo, un Costruttore. La Divinità è lo spirito dimorante di fuoco, amore, intelligenza e coscienza — la sorgente di ogni cosa: l'atomo e l'uomo, il sole e l'animale, il fiore e la pietra. Tutto può essere fatto risalire alla sorgente divina, alla loro crescita da dentro.
Secondo il racconto ebraico della Creazione, gli dèi, gli esseri spirituali, i figli del divino, erano dèi embrionali, non ancora sviluppati, dèi bambini, per così dire, non evoluti; ma gli dèi del nostro mondo, o della nostra galassia, ad esempio, erano il fuoco dirigente e ispiratore della vita e dell'intelligenza, che portò in esistenza la nostra galassia, portò in esistenza il nostro essere. Tutta la storia è qui, e gli ebrei non dicono una parola sul dio extracosmico che creò il mondo. Questa parola, tradotta male come "dio," in Ebraico, e lo metto rilievo, è plurale: 'Elohīm, che significa dèi, esseri divini, esseri spirituali, creature d'amore e dal pensiero ardente, figli dell'Incomprensibile Divino, che è la sorgente dell'universo dal quale essi vennero e nel quale s'immergono dopo che il loro corso evolutivo si è compiuto, nelle incommensurabili profondità, in una pace indicibile, per riemergere ancora in seguito e diventare, attraverso gli eoni evolventi, prima uomini, poi dèi, e poi superdèi, e quindi segue un altro periodo di riposo divino, dopo il quale c'è un nuovo risorgere all'attività cosmica; ma sempre in una crescita senza fine.
Nei due o tre primi capitoli del "Libro degli Inizi," comunemente chiamato nei paesi europei il Libro del Genesi, che è un termine greco che significa Cominciare o Diventare, troverete l'Antica Saggezza della razza umana. Tutto il resto della Bibbia, tutte le altre sezioni del Vecchio Testamento, sono semplicemente ricordi locali, nazionali, tradizionali, senza significato di alcun genere.
Il Nuovo Testamento cristiano, che è la seconda parte della Bibbia cristiana, letto alla lettera con le sue trentaseimila e qualche centinaio di strampalate traduzioni dal Greco originale, come esistono nella Bibbia Autorizzata di Re Giacomo, non contengono alcuna cosa dell'antica ed esoterica Religione-Saggezza, più di quanto ne contengano i libri del Vecchio Testamento. Ciò che contiene l'Antica Religione-Saggezza dell'Umanità è la storia, se compresa esotericamente, di un ciclo iniziatico, con il grande Iniziato Siriano Gesù come tipica figura centrale.
Questa domanda mi fu fatta l'altra sera: Qual è il significato delle quattro bestie — l'uomo, il leone, il toro, l'aquila, sia del Libro Cristiano dell'Apocalisse o com'è stato usato dai primi artisti cristiani medievali? Non è difficile rispondere a questa domanda. In primo luogo, il Libro Cristiano della Rivelazione fu scritto da un Cabalista, uno studioso della prima Qabbālāh, non di quella posteriore.[7] Fu modificato o ritoccato in un periodo posteriore da un successivo redattore cristiano. Nessuno sa quello che egli cancellò o conservò. Ma fu rimaneggiato e gli fu data una sfumatura più cristiana.
Ora, se leggete quel capitolo quattro di questo libro cristiano chiamato Rivelazione o Apocalisse, vedrete che menziona le quattro bestie "piene di occhi avanti e dietro," che proclamavano verità e aprivano i sigilli, e circondavano Colui che era Assiso sul trono.
Sia attraverso questo libro cabalistico, o dalla tradizione primitiva ora dimenticata, o in qualche altro modo che oggi gli studiosi non conoscono, forse attraverso fonti neo-Platoniche o neo-Pitagoriche, i primi Cristiani attribuivano a queste quattro "bestie" dell'Apocalisse, e agli scrittori dei quattro Vangeli, ad esempio, l'uomo, il leone, il toro e l'aquila, lo stesso significato che gli Hindu attribuivano a quelli che chiamavano i loro quattro Loka-pāla, i guardiani dei mondi, o i quattro Maharaja, se preferite; anche se, a dire il vero, il concetto Hindu ancora oggi è incommensurabilmente più vasto e più spiritualmente mistico della raffigurazione fortemente antropomorfica presentata nel libro cristiano della Rivelazione. Questi quattro Maharaja, o i quattro Loka-pāla, furono attribuiti separatamente e rispettivamente, per una spiegazione exoterica, al Nord, all'Est, al Sud e all'Ovest; e quindi coloro che non comprendevano il significato interno, li chiamavano Loka-pāla, i guardiani dei quattro angoli. Il pubblico accolse la superficie della spiegazione e tralasciò il significato, il pane del grano della verità.
La Natura, essendo spiritualmente generata e spiritualmente governata o controllata nella misura in cui la legge divina può agire su questa terra di materia nei gradi inferiori delle gerarchie in cui il conflitto delle volontà nasce giorno e notte in un grido orrendo al cielo — nei limiti in cui la legge divina può controllare gli affari degli uomini, lo fa in quattro fasi: la nascita, o l'inizio, tecnicamente chiamata il Nord, la nascita divina; l'adolescenza o il levarsi del sole, tecnicamente chiamata l'Est; la piena maturità dello spirito e del potere nella virilità, tecnicamente chiamata il Sud e governata dal Signore della Morte, Yama: e la quarta fase, l'Ovest, la Terra delle Ombre, la Terra del Grande Passaggio — così chiamata da egiziani, persiani, babilonesi, hindu, greci, dai pellerossa americani, e in tutto il resto del mondo.
Anche gli antichi celebravano le quattro stagioni sacre nel corso di un anno: il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera, il solstizio d'estate e l'equinozio d'autunno. Per prima viene la Grande Nascita, l'inverno — la nascita del sole quando inizia a riprendere il potere della luce, quando il suo viaggio al Sud è superato, e comincia a ripercorrere il suo viaggio a ritroso al Nord. È chiamata la grande nascita. E poi viene l'Adolescenza all'equinozio di primavera, quando le leggi della vita e la luce cominciano magicamente ad agire sulla terra. Gli alberi germogliano, i fiori sbocciano, la Natura comincia a cantare con i nuovi elementi di vita che scorrono attraverso le sue vene. E in estate arriva la Grande Tentazione o la grande prova alla quale un uomo si sottopone sempre nella maturità e nei pieni poteri della sua forza, scegliendo di andare in alto o in basso, perché in estate anche i frutti sono pronti per il raccolto. Il grano è stato falciato e immagazzinato. La natura è ricca e potente, straripante d'esuberanza e di vitalità. E poi viene la quarta stagione sacra, quella dell'equinozio d'autunno, quando il sole, per così dire, sembra accomiatarsi dalle stagioni del nord e prosegue il suo viaggio verso il sud. Le giornata s'accorciano, le notti s'allungano, il freddo avvolge la terra, le foglie cadono, la linfa si ritira dai ramoscelli, dalla foglia, dal ramo, e si ammassa nelle radici. Vengono il riposo e la pace. E questa era la chiamata la stagione del Grande Passaggio.[8]
Gli antichi insegnavano quindi che la vita spirituale che governa il nostro mondo ha il suo giorno di nascita, ha il suo giorno d'adolescenza, ha il suo giorno di potere e forza completamente materiali, ha il suo giorno di passaggio, per ricominciare lo stesso ciclo, speriamo su un piano alquanto più elevato. Gli anni e le stagioni si susseguono, i manvantara vengono e vanno, sopraggiungono i pralaya, e poi finiscono. Ma il divino dura per sempre.
Questi quattro governanti del mondo, i Loka-pāla, sono, per così dire, le quattro divinità karmiche, effettivamente non tanto entità singole, ma gerarchie di divinità, e ciascun Loka-pāla rappresenta una gerarchia, di cui una inaugura i manvantara all'inizio della vita manifestata nel nostro mondo. Quando il suo dovere è stato compiuto, allora la seconda gerarchia si assume il compito che le viene dato. Il secondo Loka-pāla s'inoltra nell'arena dell'azione e per un po' ne porta il peso, come il tedoforo durante una gara corre velocemente verso il traguardo, e una volta che l'ha raggiunto consegna la torcia al corridore successivo che la porta verso il prossimo traguardo.
Così, quando il secondo Loka-pāla ha finito il suo lavoro, la torcia, il dovere, è passata a un terzo, e da questo a un quarto, e il ciclo si è concluso! Il Karma è stato esaurito, un nuovo Karma è stato scritto nel Libro di Vita dei Lipika, i divini archivisti. E il prossimo manvantara, il prossimo periodo di manifestazione, vedrà i Loka-pāla entrare nuovamente nell' attività spirituale e intellettuale.
Questo è un concetto molto astratto e veramente divino, compagni, difficile per gli occidentali che non sono abituati a un simile modo di pensare. I primi cristiani ne erano affascinati, e questo dimostrava che essi possedevano un minimo dell'originale saggezza divina della Teosofia. Ma la trovavano difficile da spiegare. E via via, il significato interiore delle quattro bestie, rappresentazioni dei quattro Loka-pāla, simboli delle divinità: l'aquila che si libra, l'uomo pensante, il toro della forza, e il leone del coraggio, simboli delle qualità; il concetto originale era stato dimenticato, e i quattro animali erano semplicemente dipinti dai primi artisti medievali, gli artisti cristiani, come simboli dei quattro Evangelisti che scrissero il Vangelo, poiché la Chiesa primitiva insegnava che nei quattro Vangeli c'era la Parola di Dio. La Parola di Dio è la legge dell'universo, e in questi quattro Vangeli ci sono le quattro leggi dell'essere, le quattro leggi divine. Così, queste bestie in seguito vennero semplicemente a simboleggiare queste trascrizioni, questi Vangeli del primo insegnamento teosofico cristiano; e l'originale significato divino fu quasi perduto.
Salomone era un uomo saggio e, a mio giudizio, anche un uomo non saggio, se consideriamo la saggezza di questo mondo inferiore e al tempo stesso la saggezza del mondo superiore, la vera saggezza; e se egli realmente costruì il tempio al quale la gente si riferisce quando dice il "Tempio di Salomone," possiamo solo chiederci: che cosa è rimasto sulla terra di quella particolare struttura del tempio? Al di fuori dei libri ebraici, l'antichità non ne sapeva proprio nulla. Uomini che viaggiavano molto e uomini eruditi, studiosi, popoli che circondavano il Mediterraneo, attraversando la Giudea molte centinaia di volte all'anno non hanno mai riferito di aver visto una simile sfarzosa struttura — sfarzosa secondo la descrizione della supposta ricchezza profusa in quel tempio, ma perfettamente orribile nella forma architettonica e nella struttura, se mai è esistito questo tempio — un obbrobrio.
Perché gli uomini eruditi tra romani, greci ed egiziani, e altri popoli che passavano lungo una delle principali strade dell'Asia Minore, non hanno mai menzionato questo mirabile tempio, di cui oggi non esistono tracce se non una leggenda secondo cui l'attuale Tempio di Gerusalemme fu costruito sul posto dove esso si trovava? É anche detto che questo tempio fu costruito da alcuni sacerdoti lavoratori, lavoratori strutturali, muratori, carpentieri e altri, e tuttavia non si sentiva alcun rumore di arnesi. Non è evidente, da questa descrizione, che il tempio di Salomone non fosse affatto una struttura fisica ma un tempio mistico nei Cieli?
Com' è costruito l'universo dai lavoratori cosmici, gli spiriti del Cosmo, gli operai e gli architetti cosmici che lavorano giorno e notte? Com'è costruito? Senza rumore di arnesi, edificato dalla saggezza cosmica, sostenuto stabilmente e incessantemente dalla saggezza cosmica e dall'amore cosmico, ed è ineffabilmente bello come struttura cosmica. Com'è costruito il corpo dell'uomo, il tempio, il trono santo, che nelle sue parti superiori è il santo dei santi della divinità interiore? È costruito nel silenzio, senza rumore di arnesi, senza rumore di martello o di scalpelli o mazzuoli. Tra gli iniziati era un segnale comune che quando un grande Essere fondava una "città," egli fondava una scuola esoterica, e quando era costruito un "tempio" in quella città, egli apriva un santuario per l'iniziazione — il tempio nella città, il santuario, il santo dei santi, all'interno della scuola.
Salomone in Ebraico significa pace, riposo. Riuscite a capire che la Saggezza segreta, la Teosofia degli ebrei chiamata Qabbālāh descrive anche la costruzione dell'universo come un tempio, non tanto a parole ma come concetto? Dall'indescrivibile Punto Primordiale emerge 'Adam Kadmon, il Primo Gerarca del futuro Universo: e da 'Adam Kadmon scaturiscono i nove e dieci Sefiroti, le Gerarchie Angeliche degli Architetti e Costruttori subordinati, gli appaltatopri, i muratori, i carpentieri dell'universo, che costruiscono il tempio nel seno di 'Ein Suph, il Senza Confini: Un Universo.
Questo tempio mistico di Salomone non era altro che le Gerarchie Angeliche dell'universo, che costruiscono senza rumori d'arnesi l'opera più nobile che gli dèi abbiano fatta. Il significato più santo, il più bello dei significati, di questo tempio di Salomone, è una nuova rivelazione all'umanità della Saggezza Divina, che noi chiamiamo la Qabbālāh degli ebrei, che Salomone allora diede per primo. Il racconto si basa sulla Qabbālāh a quel tempo segreta, la Teosofia degli ebrei. Quanto più bello, quanto più meritevole di venerazione è ciò che rende un uomo un semidio, perché svela, rivela, esterna, il dio interiore. C'è qualche altra religione superiore a quella? Era l'obiettivo, lo scopo, il proposito di tutti i più grandi intelletti spirituali dell'antichità: esternare il dio che è nell'uomo.
E ricordate ciò che indicò un altro ebreo, il grande Avatāra Gesù, come il modo più nobile per pregare, il più santo, il più accettabile alle divinità? In sostanza, era questo: quando desideri svelare il tuo cuore in segno di gratitudine, entra nel santo dei santi, la camera segreta in te stesso, dove ci sono pace e Silenzio e adorazione. Non fare come i Farisei fanno nelle chiese, nelle sinagoghe, nei templi, adorando in pubblico con molte parole. Ma entra nel santo dei santi, nel tuo cuore dove dimora la divinità. Lì è il tempio. Quelli che vogliono, possono adorare in pubblico, nelle chiese, nelle sinagoghe, nei templi, nelle cattedrali, e altrove. I veri seguaci di Gesù l'Avatāra, i veri seguaci dei grandi iniziati di tutti i tempi, possono presenziare in questi luoghi; ma quando il loro culto è più elevato e più caro, andranno nella camera segreta, adoreranno segretamente, in pace, in silenzio, con tutti i sensi acquietati, perché nel silenzio c'è la tranquilla, piccola Voce.
Il Tempio di Salomone non è che una versione dell'allegoria universale conosciuta in tutto il mondo e tra tutti i popoli; e forse non avremmo mai sentito della forma ebraica dell'allegoria se non fosse stato per quello che è successo nella storia. Se i persiani, ad esempio, avessero sconfitto i greci quando invasero la Persia, la storia europea oggi sarebbe stata probabilmente molto diversa, forse molto superiore, perché i persiani erano di gran lunga più spirituali dei greci, che avevano una mentalità astuta, erano amanti della bellezza ed erano benevoli e aggraziati: qualità raffinate se aggiunte a quel senso mistico della verità che trovava risposta nel cuore umano, di cui i greci qualche volta parlavano, ma che gli antichi persiani citavano molto spesso.
[Per approfondire e ampliare quest'articolo e quelli che seguono, leggere La Storia di Gesù (The Story of Jesus) dello stesso autore. — n. d. t.]
Vorrei parlarvi molto brevemente di due piccoli dati di fatto e poi fare riferimento alle origini del Cristianesimo. Il primo dei due: è stato erroneamente affermato, riguardo agli scritti di Origene che ci rimangono, che egli insegnò la Reincarnazione come noi teosofi moderni la intendiamo. Non è questa la realtà, perché il termine, così come l'usiamo, ha un significato tecnico specifico che comprendiamo. Indubbiamente, Origene insegnò la pre-esistenza dell'anima umana e dell'anima delle stelle e degli animali e di tutte le cose animate; e vi è un passo che ho citato anche nel mio libro La Tradizione Esoterica, dove egli insegna il Reincorporamento sulla terra a modo suo, in cui si spinge fino a dire che è veramente possibile che un egiziano nella prossima vita nasca come un israelita o un ebreo, e dopo di questo, come uno scita o qualcos'altro. Comunque, c'è è appena uno scarno passaggio, credo, che allude a ciò. Indubbiamente, ai suoi tempi insegnò cose molto interessanti, cose che noi teosofi possiamo percepire all'istante e comprenderle, perché noi stessi abbiamo ricevuto questo meraviglioso insegnamento e l'abbiamo studiato. I nostri studi ci hanno fornito le chiavi con cui, come ho spesso ripetuto, possiamo capire e penetrare i significati sottostanti alla superficie delle grandi letterature del passato; ma la persona ordinaria che non è allenata teosoficamente potrebbe non comprendere queste dottrine di un tempo come possiamo capirle noi attraverso il dono benedetto che abbiamo ricevuto della Teosofia.
Ora, l'altro dato di fatto è questo: "Dionigi l'Aeropagita" è una figura leggendaria. Molti popoli, eminenti studiosi cristiani essi stessi, non hanno mai messo in dubbio che quest'uomo sia vissuto. Tutto ciò che sappiamo di lui è un'affermazione nel Nuovo Testamento cristiano, nel senso che Paolo dei Cristiani una volta s'indirizzò ai cittadini di Atene e parlò sulla Collina di Ares, la Collina di Marte, in Greco chiamata Areopagos, e un uomo che era profondamente attento ad ascoltare le sue parole si avvicinò a lui, e il suo nome era Dionigi. E la leggenda, la storia, il mito cristiano, dicono che quest'uomo divenne il primo Vescovo cristiano di Atene. Una leggenda! Se c'è stata qualche testimonianza, sicuramente è stato provato che quest'uomo cui s'allude nel Nuovo Testamento cristiano non era l'autore degli scritti mistici che passano sotto il nome di Dionigi.
Dopo che le controversie di Origene si erano placate e anche qualche tempo prima, fu trovato che erano presenti certi scritti di qualche corrente cristiana attribuiti a un autore di nome Dionigi; e i cristiani, riferendosi all'affermazione nel Nuovo Testamento cristiano, dicevano: "Li scrisse il primo Vescovo cristiano di Atene." Non c'era alcuna ragione per parlare così, ma a quei tempi la gente era molto credulona; e gli scritti furono accettati come quelli del primo Vescovo cristiano di Atene, l'uomo che stava sulla Collina di Marte ad ascoltare la predicazione dell'Apostolo Paolo. Indubbiamente questi scritti sono molto interessanti e contengono una buona quantità di quello che chiameremmo un dato di fatto esoterico sotto un rivestimento Neo-Pitagorico.
Ora, voglio dirvi qualcosa sull'origine del Cristianesimo. Suppongo che siate d'accordo con me che non c'è un soggetto controverso che sia stato così amaramente discusso, pro e contro, prima e dopo, e così tanto disputato, come le origini del Cristianesimo. Naturalmente i cristiani sostenevano il punto di vista ortodosso che tutti noi conosciamo. Ma un numero quasi incalcolabile di studiosi hanno fatto obiezione alla storia cristiana ortodossa. Hanno fatto delle domande imbarazzanti: "Quale prova c'è in quella che voi chiamate la storia profana, che l'individuo che voi chiamate Gesù il Cristo sia mai vissuto? Non c'è in assoluto alcuna prova del genere nella letteratura degli antichi, tranne che nelle vostre scritture cristiane, i quattro Vangeli: origine sconosciuta, origine messa in discussione, piena di contraddizioni. Mostrateci qualche prova che il vostro Gesù Cristo sia esistito." Non è venuta fuori alcuna prova — non ce n'è una che non sia confutabile. Questo è un esempio!
Ora, è ovvio, io penso che non ci siano dubbi che il grande uomo, un uomo semidivino, che i Greci chiamavano un uomo-dio, in seguito conosciuto come Gesù chiamato il Christos, il Cristo, visse, insegnò, e compì la sua missione nel mondo. Noi teosofi l'accettiamo; ma non c'è alcuna prova exoterica. Non un solo scrittore profano in Grecia o a Roma parla di lui fino a un secolo o due dopo la sua supposta data di nascita, quando il suo nome divenne familiare nel mondo greco-romano attraverso le opere degli stessi cristiani. Ci sono due passaggi che potrebbero sembrare una contraddizione a questo fatto: uno è dello storico ebreo Giuseppe, l'altro è dello storico latino Tacito. Ma è stato provato che il riferimento trovato in Giuseppe è un'evidente contraffazione, un'interpolazione fatta successivamente da qualche mano cristiana, così possiamo eliminarlo. E per Tacito c'è lo stesso sospetto!
Ho appena alluso a questi non per prendere tempo in un'interessante controversia storica, ma per indicare un dato di fatto. Come nacque il Cristianesimo? Quale fu la sua origine? Sono soggetti molto difficili da definire anche al giorno d'oggi. Ci sono così tante splendide persone nella Chiesa Cristiana, che si esita a dire una parola che potrebbe apparire antipatica, ostile, agli aneliti dei loro cuori, alle aspirazioni delle loro anime. Ma qui non si tratta solo di simpatia — siamo studiosi della verità e delle realtà; e la simpatia più santa è l'onore e il linguaggio veritiero. Non potete guarire i dolori del cuore di un uomo raccontandogli bugie — non a lungo!
Il Cristianesimo nacque come uno sforzo di una parte degli Iniziati di quel tempo per arginare la marea della degenerazione e dell'immoralità che era diventata così forte, e cresceva potentemente. Il Cristianesimo originario era un insegnamento del Santuario, che è un insegnamento dell'Adytum, la parte interna del Tempio. Presero la nobile figura di Gesù, Yeshua, come dovrebbe essere pronunciato il suo vero nome (un nome ebreo che significa "Salvatore," che è davvero interessante) — essi presero questa figura ideale come un istruttore e costruirono intorno ad essa la figura centrale dell'iniziazione che aveva luogo negli Adyta, e diedero questi insegnamenti, questi fatti, sotto forma di allegoria. Ne risultarono i quattro Vangeli, che per questo motivo si diversificano in così larga misura. Questa è la ragione delle contraddizioni che sono state abbondantemente rilevate dagli studiosi. I quattro Vangeli non furono scritti come una trascrizione storica fedele della vita e della missione di un Rabbino ebraico, un istruttore ebraico, ma furono scritti da quattro individui iniziati che esternarono l'insegnamento fondamentale dei Santuario, e usarono la nobile figura dell' Avatāra Gesù come un pretesto su cui costruire una storia meravigliosa.
Vorrei ricordarvi che nessuno sa chi scrisse questi Vangeli; nessuno sa quando furono scritti; tutte le ricerche possibili degli studiosi cristiani non hanno potuto rispondere a queste due semplici domande: Chi scrisse i Vangeli? Quando furono scritti? Tutto ciò che questi studiosi possono fare è di indicare un periodo di tempo approssimativo e dire: possiamo risalire a questi Vangeli così lontano, oltre che . . . Chi li scrisse? Il semplice fedele dice: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Gli studiosi puntualizzano che gli stessi Vangeli mostrano che furono scritti "secondo" Matteo, "secondo" Marco, "secondo" Luca e "secondo" Giovanni. Supponiamo che La Dottrina Segreta sia il libro di un autore sconosciuto e che sul frontespizio sia scritto semplicemente, non "H. P. Blavatsky," ma "La Dottrina Segreta secondo H. P. Blavatsky." Afferrate l'idea che sto cercando di dare?
Ora, quando questi quattro Vangeli furono resi pubblici, a quel tempo c'erano cristiani quasi in tutto l'Impero Romano, che allora includeva il mondo greco; e questi quattro Vangeli furono accettati. Perché? La risposta a questa domanda è che furono accettati perché a qualche persona piacevano. Quei Vangeli raccontavano una bella storia, una storia mistica, una storia che aveva un grande richiamo sul cuore umano. A qualcuno piacquero e furono quindi accettati. Ad altre persone non piacevano e non li accettarono; ma quelli che li accettarono li passavano ai loro amici; e gradualmente il risultato fu che la Chiesa Cristiana con tutte le sue varie sette si formò così, con i suoi quattro Vangeli ortodossi. E vorrei ricordarvi che alcuni degli insegnamenti del Cristianesimo erano scarsamente compresi dagli stessi cristiani, per cui, qualche secolo dopo, la cosiddetta controversia del procedere delle due persone della Trinità dal Padre divise in due la Chiesa Cristiana, cioè la Chiesa di Roma, e l'altra, la cosiddetta Chiesa Greca Ortodossa, e anche quella Russa. Questa fu la cosiddetta controversia filioque: filioque significa " e dal Figlio," nel senso che la Chiesa di Roma, rappresentando il mondo occidentale, sosteneva che lo Spirito Santo e Mānava o procedeva dal Padre e dal Figlio"; mentre la Chiesa Greca diceva di attenersi all'insegnamento dei primi Padri cristiani proclamando che lo Spirito Santo procedeva dal Padre, e quindi il Figlio procedeva dallo Spirito Santo. In altre parole, la Chiesa Occidentale insegnava il procedere dal Padre, dal Figlio, e dallo Spirito Santo; la Chiesa Greca insegnava così: Padre, Madre (lo Spirito Santo), originariamente il genitore divino a carattere femminile; e lo spirito dell'amore, da cui procedeva il Figlio dello Spirito Santo — la sua progenie, il Logos, il Figlio.
Potrei parlare con voi per dieci giorni e dieci notti, e dovrei ancora risalire al solo fatto, penso, che ci interessa, che il Cristianesimo ebbe origine da uno sforzo primitivo molto intenso di uomini e donne, che oggi chiameremmo teosofi, quasi iniziati, che tentarono di divulgare nel mondo un insegnamento attuale che desse pace al cuore degli uomini, luce alle loro menti, e forza per affrontare i problemi e le difficoltà della vita, e arginare quindi la marea degenerativa e immorale. Essi fallirono. Fu un insuccesso. Allora il loro lavoro fallì parzialmente, e il risultato fu una Chiesa completamente exoterica, enormemente potente, che oggi sta effettivamente andando a pezzi. Perché? Perché lo spirito di Gesù il Cristo, il loro Fondatore umano-divino, è stato abbandonato, ed era stato abbandonato già entro i 300 anni dalla supposta data del periodo di vita di Gesù — e nessuno sa quando egli sia effettivamente vissuto! Non c'è in assoluto alcuna prova che egli sia vissuto nel periodo dato per ufficiale.
In altre parole, il Cristianesimo primitivo era un movimento di teosofi molto coscienziosi e di quasi teosofi che conoscevano qualcosa degli insegnamenti del Santuario, come lo stesso Origene, che era passato attraverso i riti Eleusini in Grecia. Naturalmente, a quei tempi i riti ad Eleusi erano già molto degenerati; erano diventati solamente formali, ma rimaneva ancora qualcosa che questi uomini avevano imparato. Ben presto, però, il Movimento cristiano sfuggì di mano. Gli uomini persero di vista il desiderio di guidare e insegnare ai loro simili solo su linee spirituali; e invece desiderarono il potere, per preminenza, posizione, vantaggio personale. Il risultato è la Chiesa Cristiana com'è oggi, il Movimento cristiano com'è oggi in tutte le sue varie ramificazioni. So di che parlo, compagni. Mio padre era un ecclesiastico. Mi destinò alla Chiesa. Ma io non vi entrai. Non potevo. Oso dire che ho passato tra i 12 e i 18 anni di questo corpo in una delle più accorate ricerche, in studi laboriosi delle origini e delle testimonianze cristiane che attraversavano la mente di un povero ragazzo torturato. Quando io dico torturato, intendo la tortura del cuore e della mente. Mi costò non poco disilludere mio padre, ma non potevo seguire il suo desiderio!
Compresi così che quegli uomini che deridono il Cristianesimo sono insensati. Lasciate pure che deridano ipocritamente, che manifestino la loro falsità. Tutto quello che forse è adatto a loro. Nel mondo devono esserci quelli che distruggono, a volte sono necessari. Ma qualsiasi uomo — lo so dai miei studi — qualsiasi uomo che considera il Cristianesimo semplicemente come un sistema basato sul clericalismo, sull'inganno, sull'impostura, è un furfante o un folle. Così la penso. Non troverete mai qualche teosofo che dica una sola parola contro gli insegnamenti dell'Avatāra Gesù. Come possiamo, come potremmo farlo noi? Egli è uno dei nostri! Ma i suoi insegnamenti non sono la Chiesa degenerata che si è allontanata da questi insegnamenti e li ha dimenticati. Tuttavia, ogni giorno vediamo i barlumi del tramonto crepuscolare sulla cosiddetta Chiesa di Cristo; rimane ancora qualcosa dell'aroma originale che sprigiona dal cervello e dal cuore del grande uomo-dio — quasi un'entità — veramente un suggerimento di cose più nobili e superiori ai concetti semplicemente materialistici del cieco mondo che ci circonda!
Così, per me, il Cristianesimo, se compreso e spiegato, è teosofico: non voglio dire che sia Teosofia, ma è teosofico; e anche la stessa Chiesa Cristiana ha abbastanza da meritare il nostro rispetto e la nostra simpatia. Il solo fatto che il raggio che s'irradia dal cuore del suo grande Fondatore fino ad oggi può ancora dare coraggio e aiutare ancora le migliaia, le decine di migliaia forse — quelli che un tempo erano decine di milioni! — che sono ancora cristiani coscienziosi, mostra che nella Chiesa Cristiana non è scesa ancora la notte fonda, la luce non è assolutamente svanita.
Posso azzardarmi a richiamare la vostra attenzione su un fatto? Le difficoltà che si sono sempre trovate nell'interpretare la storia di Gesù, della sua incarnazione, della sua vita e della sua morte, nacquero dal fatto che i possibili interpreti tentano di spiegare cose innaturali e impossibili. La ricerca della critica moderna, naturalmente, lo ha dimostrato molto chiaramente; ma un gran numero di cuori umani, devoti alle loro fedi religiose, trova difficile accettare le conclusioni della critica moderna e si rallegrano sempre quando è provato che questi ricercatori della critica moderna sbagliano o hanno sbagliato.
Infatti, tutta la storia di Gesù, in seguito chiamato il Christos, com'è delineata nel Nuovo Testamento, è un racconto Misterico; una serie di leggende mistiche intessute intorno alla vita di un uomo che visse — un uomo grande e nobile — un vero Saggio e Veggente, un vero Avatāra; ma queste leggende mistiche non corrispondono in alcun senso agli avvenimenti effettivi nell'esistenza di questo Saggio. Il racconto Misterico, vi prego di afferrare l'idea, intende esporre in forma drammatica alcuni importanti avvenimenti che avevano luogo nelle camere o cripte dei Misteri, e le parabole incluse in questo racconto Misterico si riferivano anche, molto decisamente e concisamente, a certi insegnamenti fondamentali dati ai neofiti a quei tempi.
Inoltre, come il Ciclo Iniziatico nel caso di uomini individuali copiava semplicemente il grande periodo dell'esistenza cosmica, così fa anche il Nuovo Testamento cristiano nelle sue allegorie e nel suo linguaggio simbolico che, oltre ad essere un racconto velato e coperto della Cripta dell'Iniziazione, esponeva ugualmente l'incorporamento dello Spirito Cosmico nell'esistenza materiale.
Qui alluderò a uno degli eventi dei Misteri per chiarire il soggetto. Nell'esposizione della vita di Gesù è affermato che egli entrò a Gerusalemme cavalcando un'asina, insieme al puledro dell'asina; e da quel momento iniziò il percorso della sua vita nella Gerusalemme terrena — l'esistenza materiale, che lo portò, come narra la leggenda, fino al suo arresto, al suo processo davanti al Procuratore romano Ponzio Pilato, e alla sua morte.
Vorrei dirvi che nel Ciclo Mistico Orientale del vicino Est, di quella che oggi è chiamata Asia Minore, il pianeta Saturno era frequentemente chiamato un "asino," o meglio, l'asino rappresentava quel pianeta in una simbologia mistica. E nell'equivalente simbologia mistica il "puledro di un'asina' era questa Terra, perché gli antichi veggenti dicevano che questo globo fisico, la Terra, era sotto l'influenza dirigente del pianeta Saturno.
Se ricordate anche che le peregrinazioni della Monade avvengono rigorosamente in conformità alla legge e all'ordine nel Sistema Solare, e secondo gli itinerari che corrono da un pianeta all'altro, se ricordate anche che la Gerusalemme terrena, secondo il linguaggio ebraico, era questa Terra, poiché la Gerusalemme celeste, in base alla simbologia cristiana, era l'esistenza nelle sfere spirituali e l'epilogo del conseguimento evolutivo umano, potreste cominciare ad avere un'idea più chiara di ciò che brevemente e parzialmente vi sto dicendo.
L'anima spirituale entra in "Gerusalemme" — l'esistenza materiale — su un'asina, che rappresenta Saturno, e il puledro di un'asina, che significa la Terra; e la Monade, lo spirito Cristico, discendendo così nella materia, è crocifissa sulla croce della materia — vale a dire che è tradita e crocifissa, seguendo la simbologia Platonica degli antichi.
Affido a voi quest'idea molto mistica, perché se le vostre menti sono vigili e avete approfittato delle istruzioni ricevute, quest'idea vi darà un esempio del modo intricato in cui, almeno in parte, le Scritture cristiane sono state elaborate. L'unica cosa che dovreste sempre cercare di evitare è di leggere ogni singolo rigo di queste Scritture cristiane come se raccontassero un effettivo avvenimento storico. Ogni principale pensiero o idea nelle Scritture cristiane è allegorico, e si riferisce direttamente al ciclo iniziatico e a qualcuno degli insegnamenti dati durante le cerimonie dell'iniziazione.
Gesù è vissuto. Qualsiasi nome possa aver avuto, l'individuo conosciuto come Gesù era un uomo reale, un grande Saggio. In verità, egli è vissuto, ed era anche un Avatāra. Morì, o meglio, scomparve; e intorno alla sua individualità personale o persona individuale furono messi insieme, raggruppati, riuniti, gli eventi del Ciclo iniziatico del vicino Oriente, esposti sotto il rivestimento di leggende che il mondo occidentale di oggi ha in quello che è chiamato il Nuovo Testamento cristiano. In altre parole, la personalità dell'Avatāra Gesù fu usata come la figura tipo intorno alla quale furono costruiti gli eventi iniziatici sotto forma mistica e allegorica; e questo materiale letterario alla fine fu diluito in quelli che ora chiamiamo i Libri del Nuovo Testamento cristiano. Infine, Gesù non fu crocifisso fisicamente, e inoltre egli non morì della comune morte fisica.
É stato detto che Gesù visse all'incirca cento anni prima di quella che chiamiamo l'Era Cristiana. Questa è un'affermazione fatta su calcoli astronomici, o su che cosa? [Domanda fatta nel 1934]
L'affermazione è presa dai nostri archivi esoterici; ma questi archivi esoterici si basano ampiamente anche sulla saggezza astronomica e genuinamente astrologica. Gli Esseri Saggi non vengono irregolarmente, cioè per caso. Vengono in periodi stabiliti, perché ogni cosa nell'Universo si muove secondo l'ordine e la legge. Di conseguenza, chi sa come fare i calcoli, non ha bisogno di consultare le stelle. Sa che a un determinato periodo, dopo che una grande anima è apparsa tra gli uomini, verrà qualche altra grande anima.
Oltre a ciò, non vi è nessuna documentazione, storicamente parlando, dell'apparizione del grande Saggio Siriano chiamato Gesù nell'accettato Anno 1 dell'Era Cristiana, o nell'Anno 4 a. C. Questo è uno dei motivi per cui gli studiosi occidentali di mentalità critica hanno detto che non è mai vissuta una tale personalità come Gesù, perché non c'è una documentazione storica della sua esistenza al di là delle Scritture cristiane. Ma egli è vissuto — all'incirca cento anni prima dell'Anno 1 dell'Era Cristiana.
La data della presente Era Cristiana fu per la prima volta scelta arbitrariamente da un monaco cristiano chiamato Dyonisius Exiguus, Dionigi il Piccolo, che visse nel sesto secolo dell'Era Cristiana, sotto gli imperatori Giustino e Giustiniano. Egli non sapeva quand'era nato il Maestro Gesù, ma fece dei calcoli usando il materiale letterario che aveva tra le mani, non tanto, ma buona parte di questo materiale. E collocò la nascita del Maestro cristiano all'incirca 600 anni prima del suo tempo. Ben presto, quest'ipotetica data fu accettata come l'Anno 1 dell'Era Cristiana, l'anno della nascita del grande Saggio chiamato Gesù.
Nei nostri calcoli esoterici abbiamo quello che è chiamato il Ciclo Messianico, un ciclo lungo 2160 anni solari. Questo è proprio una metà del Ciclo di 4320 — 4-3-2, le cifre chiave del nostro calcolo esoterico. Ogni 2160 anni il sole entra in un nuovo segno dello zodiaco. Dodici volte 2160 completa il grande anno, l'annus magnus lungo quasi 25.920. E ora, lasciatemelo dire, questo è molto interessante: noi siamo entro i pochi anni dei 2040 anni da quando il Maestro Gesù nacque; e il Messia dell'attuale Ciclo Messianico è stato il potere, l'influenza, il lavoro attraverso H.P.B. Da lei e dal suo lavoro potete giudicare in qualche modo la natura del Maestro Gesù. Il Maestro Gesù, com'è conosciuto nella storia e nella leggenda cristiana, è una mera idealizzazione del grande Saggio, una figura ideale. Il grande Saggio è vissuto veramente, ha avuto i suoi discepoli, portò a termine la sua missione; e quando morì, nel passare degli anni i suoi discepoli hanno intessuto una rete di storia e leggenda su di lui; e questa rete divenne il Nuovo Testamento cristiano, i quattro libri di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. E la storia e la leggenda intessute sulla figura centrale del Maestro furono prese dalle scuole iniziatiche dell'Asia Minore. La cosa importante di questi quattro Saggi non sono le loro persone ma il potere emanato attraverso di loro e il Messaggio che portavano ai loro simili.
All'inizio dell'ultimo quarto di ogni cento anni i nostri grandi Maestri fanno uno sforzo speciale nel mondo verso un nuovo risveglio spirituale e intellettuale. Ora, dunque, alcuni teosofi pensano che il mondo debba attendere fino al 1975 prima che agli uomini possa essere dato qualche nuovo insegnamento attraverso il Movimento Teosofico. Questo è sbagliato. Non è solo illogico ma è contrario alla realtà. Questi teosofi sembrano guardare verso qualcuno che verrà nell'ultimo quarto di questo secolo come una sorta di Buddha moderno, come una sorta di Cristo. Questo è sbagliato, perché il Ciclo Messianico fu aperto da H.P.B., che era il portatore del nuovo Ciclo Messianico — intendo il potere che lavorava attraverso di lei, l'influenza del Maestro. Lei era la "persona-Messia," per usare il vecchio termine ebraico, del nostro presente ciclo di 2160 anni (ma per niente simile alla supposta persona-Cristo della leggenda e della storia, perché quella figura tipo è quasi del tutto ideale). Ma uno sforzo speciale sarà fatto da un chela alla fine di ogni cento anni, finché gli anni dispari del Ciclo Messianico di 2160 anni iniziato da H.P.B. avranno completato il loro corso. Allora si aprirà un nuovo Ciclo Messianico.
Penso che il chela, l'Istruttore, il Messaggero che verrà nell'ultimo quarto di questo secolo sarà rifiutato da molti teosofi che ora pensano di essere fedele a colui che ancora non è venuto (a meno che le loro menti cambino in ampia misura tra ora e allora, se vivranno così a lungo), perché essi non lo accetteranno; essi mireranno a una creatura della propria immaginazione, invece di accettare quest'uomo dal cuore nobile, che apparirà senza clamori e semplicemente, e darà i suoi insegnamenti come hanno fatto più o meno gli altri Messaggeri del periodo di ogni cento anni; molti lo respingeranno, ma spero che almeno nella nostra Società, per gli insegnamenti che avete avuto e che avrete, colui che verrà nel 1975 troverà accoglienza tra di noi; che non sarà respinto perché sarà venuto in semplicità e nobiltà come fece H.P.B., senza alcun suono di trombe, senza grande pubblicità. Molti di noi nel 1975 saranno morti e non vedranno tutto questo, ma quelli che oggi sono bambini, e i più giovani, spero che lo aiuteranno.
Il sacramento dell'Eucaristia in origine era un insegnamento del Cristianesimo primitivo sul modo in cui l'anima umana poteva avere l'unione spirituale con il Cristo interiore — un raggio, per così dire, proveniente dal Cristo Cosmico — e quindi diventare un uomo-dio quando quest'unione, o yoga, diventa completa.
Altre religioni parlano del Buddha interiore e del Buddha Cosmico senza alcun riferimento a Gautama, l'istruttore hindu, ma riferendosi al Buddha Cosmico di cui Gautama era un raggio, come l'Avatāra Gesù era un raggio di quello che i cristiani chiamano il Cristo Cosmico.
In breve tempo, a causa di un numero di cause convergenti, quest'insegnamento cristiano bello e veramente santo su come raggiungere questo yoga o unione fu abbandonato dalla Chiesa Cristiana, rimpiazzato dal cerimoniale. In altre parole, sostituirono con cerimonie, rituali, riti, l'insegnamento esoterico occulto che era stato dimenticato, tranne che da pochissimi. Questi pochissimi cercarono di trattenere, per così dire, di arginare la perdita completa del fenomeno fuori dal seno della Chiesa Cristiana e dalle idee cristiane. Molti di loro originariamente erano pagani attratti dalla nuova Società Teosofica — com'era il Cristianesimo primitivo — perché sentivano che aveva in sé una nuova dispensazione del potere spirituale; e presero l'Eucaristia dalle cerimonie dei Misteri di Dioniso. I Misteri Dionisiaci avevano una comunione in cui i sacerdoti e la congregazione erano partecipi del sangue e della carne della loro divinità Dioniso. Il sangue era il vino, la carne era il cereale, il pane, se volete, o il grano.
Ora, i cristiani fecero questo perché conoscevano qualcosa del significato interiore di questo simbolo Dionisiaco, e che è l'origine di ciò che anche i cristiani di oggi, proseguendo una tradizione ma dimenticando le verità originali, chiamano il più sacro dei misteri nella Chiesa Cristiana — com'era in origine.
Ancora oggi, possiamo dire che l'insegnamento più sacro che abbiamo noi teosofi, il nostro mistero più sacro, il nostro sforzo più occulto, è di vivere così, pensare, studiare, ed essere allenati, in modo che l'uomo individuale possa diventare uno con il divino. Siamo sull'arco ascendente, per cui possiamo realizzare quest'unione — alcuni individui più di altri. Quando l'unione è completa abbiamo quello che chiamiamo un Buddha o un Cristo. Quando l'unione è meno completa, abbiamo un Mahatma o uno dei più grandi chela. Quando l'unione è ancora meno completa, abbiamo qualcuno dei grandi uomini della storia umana, soprattutto lungo le linee filosofiche e religiose: grandi pensatori e insegnanti come Pitagora, Platone, Empedocle, e altri saggi dell'Egitto, della Siria, e delle terre dei Druidi della Germania, della Francia, e della Britannia, o della Persia. Poi, su una scala ancora minore, abbiamo quegli uomini che hanno afferrato i lampi della sublime visione e sono stati così rapiti dall'immagine dell'apparizione di quella sublime visione, che tutta la loro vita, da quel momento in poi, è diventata consacrata alla gloria. Questi sono i chela e i grandi uomini della razza umana. Tutti noi possiamo più o meno diventare tali.
Qui c'è una considerazione finale: quando i Dionisiaci parlavano di bere il sangue del loro dio nel vino, e di prendere in se stessi la carne attraverso il cereale, il grano o il pane, non lo facevano nel senso letterale come oggi è accettato dal Cristianesimo ortodosso di vecchio stile. Lo intendevano in un senso mistico che ora mi accingo a spiegare. Il sangue del dio, nelle antiche terre che circondavano il Mare Mediterraneo, era inteso sempre come vitalità cosmica, che noi chiamiamo Jīva, la vita, la Vita Divina. Così il sangue, ma il termine era usato come lo troviamo anche nei Libri Mosaici degli ebrei: "nel sangue c'è la vita." Il sangue divenne il simbolo della vita del Cristo, la vita del Cristo, la vitalità del Cristo, la vitalità divina nell'uomo individuale che l'ha trasformato e l'ha elevato affinché diventi uno con il Cristo o con il Buddha. In quel senso, con l'allenamento, lo sforzo, l'aspirazione, lo studio, il neofito innalzava la propria vita ad aspirare verso l'alto, a diventare universale, a diventare uno con la vita universale. Ed essi chiamavano comunione quest'unione, o yoga; da quel momento l'uomo comunicava con lo spirito cosmico. "Io e mio Padre siamo uno," disse Gesù.
E il pane, il cereale, il grano, nell'antichità avevano sempre il significato simbolico dell'intelletto, del potere intellettuale. Qui è dove potete indicare un'interessante linea collaterale a quelli che sono studenti teosofici a livello tecnico. Gli antichi dicevano che il grano fu originariamente portato su questa terra dal pianeta Venere. Ora, il pianeta Venere, nello schema comune, rappresenta quello che noi umani chiamiamo il manas nella costituzione umana, in cui agisce il Cristo in noi, o il Buddha in noi. Il vino, dicevano gli antichi greci e romani, originariamente venne dal pianeta Giove. Il pianeta Giove, dicevano, è quello che controlla la nostra vitalità o anima, o Jīva, la nostra vita. E Jīva è un flusso proveniente direttamente da Ātman.
I primi cristiani raccolsero, misero insieme e subito unificarono queste numerose linee convergenti e correlate dell'antico pensiero Mediterraneo in un meraviglioso e amabile insegnamento; e poi, in seguito, quando la verità fu perduta, essi raccolsero le dottrine Dionisiache, le modificarono leggermente, diedero loro nuovi nomi, e così abbiamo la comunione cristiana come un rito cerimoniale nella Chiesa, che commemora il processo mediante il quale i cristiani sinceri, o chi è "pieno di Cristo," diventano uno con il divino.
Il termine "cristiano" in origine significava uno che è pieno di Cristo, uno che ha evocato il Cristo in sé tramite quell'unione, quello yoga, la comunione, il pensiero di base che sto cercando di trasmettervi. Originariamente, i cristiani non erano chiamati cristiani. Non osavano chiamarsi con l'appellativo del loro grande Avatāra. Sarebbe esattamente come se noi chiamassimo noi stessi i Buddha, se Buddha fosse il nostro insegnante. In origine i cristiani si chiamavano Chrestoi, un termine greco che significa "colui che è degno," o, se volessimo parafrasarlo oggi, studenti, allievi, discepoli del Cristo; e gli stessi cristiani ci dicono che furono chiamati per la prima volta cristiani ad Antiochia in Siria; e il cielo sa quando questo avvenne! Comunque, non è successo prima del terzo o quarto secolo.
[1] Man in Evolution (L'Uomo in Evoluzione); Archaic History of the Human Race (La Storia Arcaica della Razza Umana); Evolution and Creation: A Theosophic Synthesis (Evoluzione e Creazione: Una Sintesi Teosofica) sono stati pubblicati in Inglese dalla Theosophical University Press Online. — n.d.t.)
[2] Mānava (Sanscrito). Una terra dell'antica India; un Kalpa o Ciclo. Il nome di un'arma usata da Râma; significa "di Manu." — Glossario Teosofico (n.d.t.)
[3] [vedi Fundamentals of the Esoteric Philosophy, p. 395]
[4] I śishṭa (Sans.) I grandi Eletti o Saggi, rimasti dopo ogni Pralaya minore . . . quando i globo va in oscuramento, per diventare al suo risveglio il seme della futura umanità. Letteralmente: "coloro che rimangono." — Il Glossario Teosofico di H. P. B. — n.d.t.
[5] È una metafora usata dall'autore. — n. d. t.
[6] L'Uomo in Evoluzione. — n. t. d.
[7] Comunque, va notato per inciso che il termine Cabalista, com'è usato in questo contesto, e che spesso è usato in modo simile da H.P.B., si riferisce non tanto specificatamente alla Qabbālāh Ebraica con le sue linee mistiche e filosofiche di pensiero che hanno affinità con il significato interiore della stessa Qabbālāh Ebraica, ma non usando specificamente i termini tecnici della Qabbālāh Ebraica, sebbene, è ovvio, sia la Qabbālāh Ebraica, sia questi altri sistemi del cosiddetto pensiero cabalistico siano in grado maggiore o minore basati tutti sulla Teosofia arcaica. Così, quando dico che lo scrittore del Libro Cristiano della Rivelazione, l'Apocalisse, era un cabalista, come anche H.P.B. lo chiama, io non voglio dire che egli fosse necessariamente un seguace rigoroso della Qabbālāh Ebraica, ma piuttosto che egli adottò linee simili o parallele d'espressione e di pensiero, che in nessun modo avevano per forza un'origine ebraica. In altre parole, la Qabbālāh Ebraica fu usata come una sorta di modo standard d'espressione e terminologia, tuttavia grandemente modificato da quelle altre scuole che rifiutarono d'accettare la Qabbālāh Ebraica come tale, e nondimeno seguirono il suo tipo e anche le sue direttive in più di un particolare. Naturalmente, la ragione di ciò è chiara: la Qabbālāh Ebraica, come pure gli altri sistemi posteriori, e in verità tutti gli antichi concetti mistici e religiosi, discendevano sia dalla Teosofia Arcaica, sia dalle sue primordiali ramificazioni e dalle sue derivazioni.
[8] Per un ampliamento del soggetto, vedere: The Four Sacred Seasons, dello stesso autore, pubblicato in italiano (Le Quattro Stagioni Sacre). — n. d. t.
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